Il lago di Como è certamente una delle grandi meraviglie d’Italia che il mondo ci invidia: paesi arrampicati sulle montagne a ridosso delle acque, ville stupende con giardini incantati, panorami mozzafiato… Io voglio vedere ogni suo angolo e ogni sua bellezza! Dopo aver visitato la sponda lecchese bassa e quella alta e aver percorso la Greenway del Lago di Como, è giunto il momento di andare alla scoperta dell’Alto Lago di Como, la zona del Lario da Menaggio a Domaso.
Benzina fatta, macchina accesa… partiamo!
- Come arrivare
- Menaggio
- Rezzonico
- Cremia, Pianello del Lario e Musso
- Dongo
- Gravedona
- Domaso
Alto Lago di Como
1. Come arrivare




Tanto il Lago di Como è meraviglioso, quanto non è facile da girare. Il treno c’è solo sul versante lecchese, mentre muoversi paese per paese coi battelli è costoso e si rimane schiavi delle loro tempistiche (che possono far perdere molto tempo); idem dicasi per gli autobus, che ci sono in direzione nord/sud, ma chissà quando passano.
Con mio dispiacere, per l’Alto Lago di Como non resta che utilizzare l’auto: in molti posti è pure difficile da parcheggiare, ma rimane l’unica possibilità per poter percorrere un itinerario a piacimento, fermandosi quanto e dove si vuole. Certo, chi ha una moto si può godere molto di più un giro sul Lago di Como!
Per arrivare a Menaggio si può risalire la Strada Statale 340 Regina da Como, passando per Cernobbio prima di imboccare le gallerie (con il rischio di traffico che ne consegue) oppure – come ho fatto io – salire da Lecco usando veloce la Strada Statale 36, per poi uscire a Bellano e prendere il traghetto a Varenna che attraversa il Lario orizzontalmente; la traversata dura mezz’ora, ma ti consente di ammirare bellissimi panorami accarezzati dalla brezza. E vedere Menaggio sotto alle montagne che si avvicina piano piano ti fa crescere la voglia di visitarla!
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2. Menaggio




Sbarcati a Menaggio tengo la sinistra e incontro diversi parcheggi gratis sulla strada per lasciare l’auto; Menaggio va girata a piedi! Camminando verso il centro sulla strada principale, il paese arriva quasi improvviso: c’è un benzinaio sulla sinistra e palazzoni orrendi sulla destra che non hanno ragione d’esistere sul Lago di Como; quando invece lo sguardo vola in alto, tra il verde spuntano ville bellissime arrampicate sulla collina. La prima strada sulla destra riporta all’attracco, dove la gente continua ad andare e venire. Proseguendo invece si trova uno splendido hotel e poi un bivio: dritti si continua verso nord, a destra si entra in paese. La via appare moderna, ma è breve: pochi passi e si arriva al porticciolo sul Lago. Qui il paese cambia totalmente! Un muro frangiflutti protegge le imbarcazioni nell’acqua, con le bandiere di tutti gli stati che sventolano; i cigni prendono il sole sulla riva; dall’altra parte si apre una piazzetta pittoresca, con turisti che chiacchierano ai tavolini all’aperto circondati dalle piante.
2.1 Piazza Garibaldi




Menaggio ha avuto la fortuna di nascere alla fine della valle di Porlezza, per cui ha un territorio abbastanza ampio e piatto su cui si è potuta espandere; lo si vede bene sul lungolago, con edifici più distanziati rispetto agli altri paesi del Lario (dove sorgono appiccicati). Dopo il porticciolo si apre la grande Piazza Garibaldi, elegante e splendida; ti colpisce per i bar, ristoranti e negozi molto belli da vedere e fotografare; la gente si muove lentamente: l’atmosfera è molto vacanziera. Da lì, verso il monte, c’è via Calvi: lo scorcio è magnifico! Ci sono due chiese antiche, anche se molto rimaneggiate nei secoli: in Santa Marta c’è una lapide romana incassata nella parete, mentre nella Chiesa di Santo Stefano in fondo era in corso una messa per cui non ho potuto visitarla, ma è ricca di opere d’arte.
2.2 La parte alta di Menaggio




Così sono andato alla scoperta del centro storico di Menaggio, in collina: un tempo c’era il castello, distrutto dalle armate svizzere nel 1523 (ma rimasto nello stemma). È da scoprire: si aprono strade in salita con tanto verde e fantastici scorci che cambiano passo dopo passo e ripagano la fatica, grazie anche a scenografici lampioni; alcuni angoli son ben tenuti, altri paiono abbandonati: fa parte del fascino. Ti accompagnano tanti fiori e il piacevole profumo di gelsomino. Ogni tanto una stradina pedonale che scende stretta e si apre la vista sul lago azzurro.
L’itinerario è ben descritto nel volantino preso al centro informazioni in piazza che indica le maggiori attrazioni; si passa accanto a case dove si sentono le signore parlare in dialetto – che è sempre un piacere – poi la vecchia chiesa di San Carlo sbuca all’improvviso; suggerisce pure alcuni resti medievali nelle case, pezzi di scultura incastonati in un muro…ma non sono la fine del mondo. Molto belle invece le case con l’edera curata che si arrampica ad evidenziarne le forme.
In mezz’ora si percorre tutto con passo tranquillo. In confronto alla parte bassa, piena di turisti, sembra un borgo addormentato, chiuso e conservato come era un tempo; chi vuole venire a fare belle foto è un posto perfetto!
Ci sarebbero altri 3 percorsi che salgono sui monti e frazioni vicine; ad esempio chi ha le gambe potrebbe arrivare fino ai 1400 metri del Rifugio Menaggio, per una vista unica sul Lago.
2.3 Il lungolago




Per me è meglio scendere verso la riva. C’è un ponticello da cui si vede una cascata nel verde, come nella parte bassa del ramo comasco. Arrivati in piano, si vedono alternati capannoni in stile “Sesto San Giovanni” a splendide villette e palazzi liberty molto belli e ben tenuti. Il lungolago è molto elegante e lungo, soprattutto paragonato agli altri paesi del Lago di Como; tante case color pastello, tanti hotel, il Monumento alla tessitrice e perfino il famoso lido, d’estate molto popolato soprattutto dai turisti stranieri. Aiuole coloratissime con palme e fiori rendono questa passeggiata lungolago davvero piacevole, con lo sguardo che va sulle acque azzurre e la penisola di Bellagio che si scorge bene di fronte. Mi ha fatto una grande impressione, a parte qualche angolo dimenticato dove però passa l’itinerario turistico consigliato.
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3. Rezzonico




Riprendiamo l’auto e risaliamo verso nord fino a Rezzonico, una frazione del comune di San Siro. Pochi si fermano, ma è uno dei gioielli del Lago di Como. Si arrampica sul Lario ed è bellissimo quando si vede in lontananza, con il castello e la torre merlata che svetta sopra alle case. Bisogna trovare parcheggio sulla strada che entra nel borgo, tra case ricche di verde. Superati due ristoranti si raggiunge il Castello di Rezzonico, di proprietà privata, chiuso da un’alta cancellata da cui si possono scattare le foto; è in stile neogotico, perché in parte ricostruito; ma qui esisteva il nucleo centrale di una fortificazione trecentesca che includeva tutto il borgo. La nobile famiglia veneziana dei Rezzonico proviene proprio da qui. A fianco sorge la Chiesetta dei Re Magi, sistemata nel ‘600, con una statua di Sant’Antonio.
3.1 Il borgo




Proseguendo, la strada porta già fuori dal borgo: difatti Rezzonico è piccolissima! Restano però da percorrere le scalinate che corrono verso il lago, nel cuore del paese: gradini in pietra si addentrano tra le case colorate di Contrada Larga e mi ricordano Corenno Plinio, sull’altra sponda. Scendendo si incontrano un paio di strade che tagliano la collina parallelamente al lago, fino a raggiungerne una più ampia, quella principale; qui regna il silenzio e si diffonde il delizioso profumo di una cucina. Le alte case regalano ombra, mentre gli archi aprono passaggi segreti: non si capisce se si entra in casa di qualcuno oppure è una via pubblica! Alla fine imboccando un porticato trovo una meravigliosa piazzetta sul lago. Ci sono due ragazzini che pescano, mentre le panchine e i sampietrini puliti dimostrano che è di recente sistemazione. La scena è incantevole: del resto è stato per secoli un borgo di pescatori.
3.2 La spiaggia di Rezzonico




La fame si fa sentire e ne approfitto per pranzare: ottimo pesce di lago con meravigliosa vista azzurra dalle vetrate. Per digerire la cosa migliore è scendere 5 minuti a piedi fino alla spiaggia di Rezzonico, uno dei luoghi nascosti del Lago di Como. È una piccola caletta in sassi dove regna la tranquillità, si possono osservare i kytesurf in azione al largo e c’è pure una doccia per sciacquarsi. Che volere di più?
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4. Cremia, Pianello del Lario e Musso
Io ho poco tempo per riposarmi e riprendo il cammino, anche se ora l’itinerario prevede rapide fermate: a volte giusto 5 minuti, il tempo per sgranchire le gambe.
4.1 Cremia




Seguendo la strada verso nord si incontra Cremia, un paese diviso in tante frazioni; la più interessante è senza dubbi San Vito, nei pressi della costa. Vale la sosta la chiesa di San Vito che sorge accanto al Lago, ma oramai circondata da un grosso ristorante e un campeggio che ne rovina l’atmosfera. Peraltro è pure complicato trovare dove fermarsi, per cui mi sono goduto solamente la vista dall’alto della Strada Statale. Si vede solo un grande campanile in pietra spuntare affiancato da quello più esile e antico in stile romanico.
4.2 Pianello del Lario e Musso




La fermata successiva è Pianello del Lario, dove nella frazione Calozzo si trova la quattrocentesca chiesa di San Martino, molto ricca internamente con affreschi e sculture in marmo. Anche le antiche abitazioni affrescate del centro storico sono affascinanti, ma ho avuto solo il tempo per una rapida sosta per poi proseguire fino a Musso che si estende appena dopo; ti accoglie con una scritta dipinta su un muro, come fosse 50 anni fa. Poco oltre, affacciata sulla strada, c’è la chiesa di San Biagio con gli affreschi angelici di Luigi Tagliaferri. Peccato solo che il cielo si sia coperto: rovina la vista del Lago.
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5. Dongo




Merita invece una visita più attenta il paese che si incontra poco più a nord, Dongo. Il suo nome è strettamente legato a Benito Mussolini: difatti qui fu fermato, identificato e imprigionato mentre era in fuga verso la Svizzera. Visitare Dongo significa ripassare questa pagina della storia d’Italia: sul lungolago la ringhiera mostra ancora i segni delle fucilate subite dai ministri che lo accompagnavano. Il maestoso Palazzo Manzi che domina Piazza Paracchini documenta bene i fatti nel suo Museo della Fine della Guerra; oltre a essere sede del Municipio, è un esempio di stile napoleonico sul lago; peccato che non abbia potuto vedere la Sala d’Oro che deve essere magnifica! Peraltro tutto il paese è ricco di indicazioni.
5.1 Le chiese di Dongo




Ma Dongo non è solo questo. È un antico centro di origini romane (come la vicina Gravedona) e fu importante nel medioevo come testimonia la chiesetta romanica di S. Maria in Martinico coi volti scolpiti nel suo portale. Passeggiando per le strade tranquille si arriva appena oltre il fiume Albano al convento francescano della Madonna delle Lacrime dall’aspetto barocco; alle sue spalle la chiesa di S. Stefano, al termine di due filari di cipressi; sebbene antichissima, fu ricostruita nel ‘700 e decorata da affreschi di Carlo Scotti.
Da non perdere poi il tranquillo lungolago decorato da case color pastello e dal porticciolo, uno dei posti più belli del Lago di Como; tra l’altro una parte è intitolata a Giorgio Rumi, mio professore all’università di Milano: non lo sapevo ma ho molto apprezzato.
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6. Gravedona
Con Colico, Gravedona è il grande centro dell’Alto Lago di Como; entrambe sfruttano una zona pianeggiante alle loro spalle per espandersi con tranquillità nello spazio: perciò non ha avuto quel bisogno di crescere in altezza rubando centimetri preziosi alle montagne che le fanno da cornice. Ma è altrettanto affascinante!
6.1 Santa Maria del Tiglio




Gravedona ha tre punti focali: il primo è certamente la chiesa di Santa Maria del Tiglio, capolavoro romanico che spunta con l’alto campanile tra il verde degli alberi del lungolago a sud del paese; l’esterno in marmo bianco di Musso e pietra scura ha alcuni meravigliosi dettagli scolpiti. Si può visitare gratuitamente, anche se l’interno ha “solo” tracce di affreschi, un bellissimo crocifisso del XII secolo e resti del pavimento del battistero paleocristiano. Il silenzio di questo luogo ne sottolinea il misticismo. Del resto Gravedona nel medioevo con Dongo e Sorico costituì la comunità delle Tre Pievi che ebbe grande indipendenza nel ‘500.
6.2 Il lungolago di Gravedona e Palazzo Gallio




Il secondo punto focale di Gravedona è il lungolago, dove si può fare una bella camminata accompagnato dalle case colorate di fronte al porto pieno di barche e dalle persone che passeggiano col gelato in mano: la Gelateria La Carapiña è ottima!
Il lago si spalanca davanti come fosse un’enorme finestra, con gli alberi perfettamente tagliati ad esaltarla. In fondo la strada si alza e gli sguardi vanno dritti a una chiesetta, ma soprattutto all’imponente Palazzo Gallio, dimora del cardinale Tolomeo Gallio voluta nel 1582; per via delle 4 torri sembra un castello che si vede a chilometri di distanza (pure da Corenno Plinio). È circondato da un piccolo giardino all’italiana con una fontana pieno di camelie. Sono stato fortunato a trovarlo aperto per visitarlo: oltre al salone con stemmi e ritratti, vale la pena solamente ammirare la loggia con colonne bianche che si spalanca sul Lago di Como. Meraviglia indimenticabile.
6.3 Il paese di Gravedona




Tanto il lungolago e Palazzo Gallio sono aperti verso il Lago, quanto il paese è chiuso in se stesso, viste le sue radici medievali. Nato su uno sperone roccioso a picco sul Lario, presenta vie contorte, scalinate, salite e discese… non ci si annoia nel visitarlo!
Il nucleo più antico si chiama “Castello”: grande fascino è dato dalle case in pietra a vista e dai sampietrini che ricoprono le vie. In via Volta c’è la casa dove soggiornò Alessandro Volta. Sembra che il tempo si sia fermato… quasi non si incontra nessuno! Totalmente diverso il traffico della Statale che scorre parallela e che bisogna attraversare per raggiungere la parte superiore del paese.
6.4 Le due gemme nascoste di Gravedona




Qui ci sono due gioielli: il primo è la Chiesa dei SS. Gusmeo e Matteo, circondata dai platani; sorge dove furono martirizzati i due santi e dopo che furono trovate le loro reliquie nel 1248: la chiesa originaria in stile romanico è stata rinnovata nei secoli, con l’aggiunta del campanile secentesco e le decorazioni interne, tra cui spiccano gli stucchi e gli affreschi del Fiammenghino, Dio Padre in Gloria e le Virtù Cardinali.
Salendo ulteriormente per via Convento si raggiunge la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, affacciata su un giardino che regala una vista meravigliosa su Gravedona. La chiesa risale al 1467 ed è di fondazione agostiniana, come dimostra la facciata spoglia. L’interno ha invece un sapore toscano, per le decorazioni bianche e nere che portano alla mente Siena; ma gli artisti (anonimi) sono sicuramente lombardi. Cinque archi decorati dividono la navata in campate, mentre le cappelle sono ricoperte di bellissimi affreschi rinascimentali; ogni cappella ha un tema ben preciso e fu commissionata da una famiglia nobiliare, con lo stemma che ancora campeggia. La più bella è quella della Crocifissione, con il Cristo in legno. Stupendi anche gli stucchi con gli angeli dell’abside di destra. Insomma… è imperdibile!
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7. Domaso




Finale in bellezza, come lo splendido lungolago di Domaso. Le sue colorate case hanno portici in pietra dove passeggiare all’ombra ammirando i negozi o fermarsi ad un tavolino; alcuni sembrano fermi nel tempo, perfetti come set cinematografico; in particolare la Pasticceria Biffi dove ho comprato delle ottime meringhe a costi irrisori… Si vede che siamo lontani dai principali flussi turistici! Mia mamma le ha promosse in pieno.
La tranquillità regna sovrana. Sulla strada passano poche auto, mentre qualche ciclista si gode il panorama placido del porticciolo e del lago. Queste acque serali calme bagnano diversi campeggi che circondano il paese, mentre risalendo verso nord in poco si arriva nel verde Pian di Spagna, la riserva naturalistica dove passeggiare osservando gli animali.
Qui finisce il nostro giro… anche perché termina la provincia di Como! Colico da qui è alle porte. Per fortuna la bellezza del Lago di Como non finisce mai: basta venire ad ammirarla.
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Ecco altre foto di questa giornata:















































































































































































