Amsterdam è una città dalle molte facce. È la città delle case in mattoni lungo i canali coi grandi finestroni pittoreschi e delle biciclette sparse ovunque; è anche la città dei vizi, del distretto a luci rosse e della cannabis che puoi annusare spesso per strada. Ma anche le facce di tutti i colori dei suoi abitanti, che la tolleranza e le libertà che hanno portato qui da tutto il mondo.
Si può visitare per molti aspetti. Io ho deciso di conoscere la storia e l’arte di Amsterdam in tre giorni, dalla sua nascita all’imponente sviluppo e ai suoi personaggi più rappresentativi come Rembrandt, Van Gogh e Anna Frank. Tra le vie e i tanti musei cittadini di primissimo livello ce n’è davvero molta! Quindi: ciao mamma vado ad Amsterdam a vedere i musei (ma per davvero!).
- Come organizzarsi
- La I Amsterdam City Card
- Storia di Amsterdam
- Tra le vie di Amsterdam
- Comincia la visita ai musei di Amsterdam
- 2° giorno a Amsterdam
- 3° giorno a Amsterdam
- Conclusioni
Amsterdam musei
1. Come organizzarsi




Amsterdam è una di quelle città da visitare in ogni stagione, per scoprirne le tante sfumature, anche se d’inverno soffia il vento gelido del Nord. Se posso dare un consiglio, il mese migliore per visitare Amsterdam è aprile, quando avviene l’indimenticabile fioritura dei tulipani che colorano l’Olanda e poi il King’s Day, la festa del re che anima tutti i Paesi Bassi: due eventi unici e imperdibili che attirano milioni di turisti.
Si può arrivare in aereo all’aeroporto di Schiphol oppure – come ho fatto io – atterrare a Eindhoven e poi prendere il comodo treno veloce fino alla Stazione Centrale.
Dove alloggiare a Amsterdam? È una città costosa: ho sentito persone scegliere la periferia o addirittura le cittadine vicine e poi venire ogni giorno in città. Io preferisco stare in centro per godermi Amsterdam al 100%, così ho speso più del solito al Shelter City, ostello accanto al Waag. I servizi non mi hanno fatto impazzire, ma era centralissimo!
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2. La I Amsterdam City Card




C’è poco da fare, Amsterdam è cara. Il biglietto monouso dei trasporti urbani costa 3,20€, mentre quello giornaliero della durata di 24h 7,50€. Per non parlare delle attrazioni e dei musei: i più modesti vengono 10€ e i principali arrivano a 20€. Perciò se hai in programma una visita culturale di Amsterdam, ti consiglio di comprare la I Amsterdam City Card: la durata varia da 1 a 5 giorni e ti garantisce l’ingresso gratuito a ben 70 musei o attrazioni, tra cui il museo di Van Gogh (ma poi devi prenotare l’orario della visita); l’unico grande museo escluso è la Casa di Anna Frank. Ma non finisce qui! Sono gratis tutti i mezzi pubblici in città ed è compresa una crociera sui canali; inoltre fornisce omaggi e sconti in altri musei, concerti, negozi… ed è utile pure per visitare i dintorni di Amsterdam! Che vuoi di più?
3. Storia di Amsterdam




Amsterdam è particolare: non è stata fondata da Romani e non fu importante nel medioevo sotto il Sacro Romano Impero. Nata come piccola diga sul fiume Amstel (questo significa il nome), è costruita come Venezia su lunghi pali di legno infilati nel terreno paludoso e nel Trecento si trasformò da villaggio di pescatori a centro mercantile. Alcune peculiari occasioni favorirono la sua eccezionale esplosione economica, come la guerra con la Spagna e l’insabbiamento del porto di Anversa nel 1585 che portò i mercanti (e la ricchezza) dalle Fiandre del sud a quelle del nord; la vivace Amsterdam era nella posizione perfetta e divenne il porto principale del nord Europa!
Nell’imperversare della Guerra degli Ottant’anni, scatenata da motivi religiosi, Amsterdam rimase tollerante e garantì la libertà di espressione, divenendo rifugio per ebrei, mercanti fiamminghi e ugonotti.
Il Seicento fu l’epoca d’oro dei Paesi Bassi: le navi mercantili salpavano gli oceani del mondo, fondando città come Nuova Amsterdam (diventata New York) e importando beni e ricchezza. Il ceto borghese sovvenzionò artisti e pittori come Rembrandt che sancirono questa gloria, mentre il bisogno di nuovi spazi portò alla studiata creazione della cerchia dei canali che ancora contraddistingue la città. Ma l’emergere dell’Inghilterra che sconfisse gli Olandesi avviò il declino del XVIII-XIX secolo, peggiorato poi dall’occupazione napoleonica e la fine dei commerci. La rivoluzione industriale migliorò la situazione e Amsterdam si riempì di operai, ma non tornò agli splendori del passato. La rivoluzione culturale degli anni ’70 e la massiccia immigrazione dall’estero conducono alla situazione attuale, dove convivono 178 nazionalità e la tolleranza (e le biciclette) fanno da padrone.
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4. Tra le vie di Amsterdam




La Stazione Centrale è la porta di ingresso di Amsterdam per milioni di viaggiatori. Ordinata e pulita, capisci già che sei nel Nord Europa. Ha un cuore modernissimo e gallerie di negozi (tra cui quello dell’I Amsterdam City Card), racchiusi in un’affascinante struttura neo-rinascimentale in mattoni rossi con decorazioni dorate sulla facciata che ne fanno uno dei monumenti da fotografare a Amsterdam; le due torri dell’orologio appuntite ti danno il benvenuto in città. Di fronte si spalancano i canali che rendono unica Amsterdam.
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4.1 Prime impressioni di Amsterdam




Amsterdam è come te la aspetti: un insieme di canali, gente di tutte le nazionalità, ciclisti, alberi e ovviamente case pittoresche in mattoni con grandi vetrate. Ogni ponte ha biciclette posteggiate e agganciate: molto caratteristico! I canali si somigliano tutti, perciò non è facile girare all’inizio: senza mappa è impossibile. Sarebbero tutti da fotografare: capisco perché rimane indimenticabile Amsterdam! Poche auto (ma le trovi parcheggiate lungo i canali), mentre girano tante biciclette e devi starle attento; 350.000 ciclisti ogni giorno! Appena fuori la Stazione Centrale l’enorme parcheggio multipiano è la prima cosa che ti colpisce: non so come faccia ognuno a ritrovare la sua bici!
Sembra una Venezia che sia riuscita ad evolversi: case vecchie, ma tenute al passo coi tempi; una città vivibile e vissuta come dimostrano i tanti cittadini mischiati ai turisti e i negozi che vendono ogni cosa: anche bizzarri come zoccoli olandesi, accessori della cannabis o condomerie. Città stupefacente, come puoi annusare quando passi fuori dai coffe shop; ma ancor di più si sente il profumo di patatine fritte. Fa un po’ impressione attraversare la zona a luci rosse di Amsterdam: le donne in vetrina sembrano a primo impatto manichini… che improvvisamente si animano! Colpiscono invece i tanti ristoranti all’aperto, con molta gente seduta e facce olandesi inconfondibili…
Ecco… il meteo è forse l’unico limite: ad aprile puoi trovare cielo azzurro con vento freddo; non sai mai come vestirti! Se tiene il tiepido sole stai bene, ma le nuvole sono sempre dietro l’angolo.
Poi sono avanti: puoi comprare praticamente tutto con le carte di credito; anzi sui bus paghi solo con quelle! Sembra un altro mondo rispetto all’Italia. Posso immaginare lo shock degli olandesi quando vengono da noi!
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4.2 Le case di Amsterdam




Affusolate e in mattoni, le caratteristiche case di Amsterdam sono indimenticabili. Nel medioevo erano tutte in legno con tetti di paglia. Due grandi incendi devastarono la città nel ‘400: pochissimo è rimasto di quel periodo; così nel 1452 venne approvata una legge che proibiva il legno, dando forma alla moderna città.
Affacciate sui canali una accanto all’altra, hanno tutte grandi finestroni per alleggerire la facciata e non pesare troppo sui pali in legno; perciò molte sono storte o inclinate su un lato (anche molto!). Non centra invece l’inclinazione in avanti, quella è voluta: serviva per issare le cose direttamente da fuori, visto che le scale interne sono strette e vorticose. In realtà hanno ben 2 facciate; una sulla strada e l’altra sui canali: infatti erano case di mercanti e i traffici avvenivano proprio via canali. Per tenerle lontane dall’umidità, le merci stavano nel sottotetto.
A differenza di Venezia, dove le calli seguono i terreni della laguna, ad Amsterdam hanno costruito vie e canali in modo studiato e per questo formano cerchie parallele che circondano il nucleo originario: lo si nota su Google Maps. Questa lotta tra l’uomo e le acque è continua: tuttora ci sono cantieri e edifici in costruzione in zone strappate al fiume, come oltre il porto.
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5. Comincia la visita ai musei di Amsterdam




L’ostello che ho scelto si affaccia sul Nieuwmarkt, la piazza del mercato, circondata da eleganti case del XVII-XVIII secolo che ora ospitano caffè e ristoranti. A nord di apre la China town di Amsterdam, mentre il centro è il Waag, la più antica porta cittadina rimasta che sembra un piccolo castello; nei secoli ci sono state esecuzioni pubbliche, divenne luogo per pagare le tasse, poi sala operatoria della gilda dei medici (che commissionò quadri a Rembrandt, esposti qui)… Non è nemmeno strano che ora sia un ristorante. Da qui comincia il mio giro della città.
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5.1 L’Amsterdam Museum




Il posto migliore per cominciare la visita è l’Amsterdam Museum, che racconta la storia di Amsterdam. Solo dopo aver conosciuto il suo sviluppo e le date salienti si possono ammirare appieno i canali oppure i personaggi famosi che l’hanno resa celebre.
Il museo è ben fatto e interattivo, per cui non stanca. Ripercorre tutta la storia, dalla fondazione fino ai giorni nostri; si parte infatti da uno dei pali di legno su cui è costruita la città, fino agli eroi e le questioni moderne, come Cruijff e la legalizzazione. Una sezione rievoca la storia dell’edificio, un monastero trasformato in orfanotrofio, di cui si visita la Camera dei Reggenti rimasta come allora. Ma il clou della collezione parla del Secolo d’oro con tanti dipinti (abbastanza cupi) della borghesia protestante al potere; nel 1700 Amsterdam aveva 220.000 abitanti e cresceva nella ricchezza, tollerando e ospitando minoranze religiose nel nome del profitto economico.
Uno dei cimeli sono le chiavi di Amsterdam date prima a Luigi Bonaparte e poi a Napoleone stesso. Luigi prese molto a cuore la questione olandese: studiò pure la lingua e i costumi e cercò di migliorare lo stato; alcune sue riforme sono alla base dell’Olanda attuale.
Il finale insiste sulle libertà e cosa vuol dire essere abitante di Amsterdam; non solo la gente alta e bionda, ma i tantissimi rifugiati di ogni tipo in un eccezionale mix globalizzato: questo è oggi un vero Amsterdammer! In ciò ricorda New York. Però mi aspettavo qualcosa di più dal museo; lo penso osservando il Golia gigante di 300-400 anni nella coloratissima galleria tappezzata di quadri che conduce verso l’uscita.
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5.2 La Chiesa nel sottotetto




Il grande sviluppo economico fu all’insegna della tolleranza e della libertà di espressione; così la città accolse rifugiati ebrei prima e protestanti poi vessati altrove. Le persecuzioni religiose e le tasse asburgiche scatenarono la reazione protestante che sfociò nella distruzione iconoclastica delle immagini cattoliche, che coinvolse pure le chiese di Amsterdam. Iniziò la rivolta contro la Spagna, anche se la guida borghese della città solo nel 1578 Amsterdam appoggiò i rivoltosi, diventando la città più importante e ricca schierata con Guglielmo d’Orange e futura capitale della Repubblica delle Sette Province Unite.
La città ufficialmente calvinista non raggiunse mai gli estremi delle guerre di religione, mantenendo la tolleranza. Si possono rivivere quegli anni in un posto unico di Amsterdam, la Chiesa di Nostro Signore nel sottotetto (Ons’ Lieve Heer op Solder). La libertà di coscienza era garantita, ma gli altri credenti non dovevano mostrarsi; nacquero chiese domestiche nascoste alla vista, ma che tutti conoscevano ed erano tollerate, di cui questa è un fantastico esempio. Fu costruita da Ian Hartman, cattolico tedesco a metà Seicento, realizzando in soffitta una chiesa da fuori invisibile. Ciò dimostra la mentalità olandese: il commercio viene prima della religione; Hartman stesso era un mercante di lino e non fu mai importunato (a differenza degli Spagnoli nell’attuale Belgio). Comunque incredibile come in una casa normalissima sia stata creata una chiesa, peraltro distruggendo le architetture di tre piani per ricavarne uno stupefacente spazio centrale con un bellissimo altare barocco; quindi fu pure un’importante opera d’ingegneria! Si celebrano ancora le messe e si visita tutta la casa, col ricco salotto e l’antica cucina.
Nel 1798 fu costruita la St. Nicolaaskerk: si poté professare liberamente il cattolicesimo.
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5.3 La Casa di Rembrandt




Dal 1400 le Fiandre sono una delle regioni culturalmente più frizzanti d’Europa; grazie alla prosperità e alla manifattura si sviluppò una società ricca che promosse un rinascimento artistico comparabile a quello italiano, influenzando tutto il Nord Europa. Il realismo e la spiritualità sofferente del primo periodo caratterizza l’attuale Belgio; ad Amsterdam si trovano gli effetti dello strappo che portò alla creazione delle Province Unite. L’indipendenza e la nuova fioritura commerciale crearono il Secolo d’Oro della pittura olandese con Vermeer e Rembrandt assoluti protagonisti. Niente pittura ecclesiastica, ma scene di vita quotidiana volute dal ceto borghese, promotore degli artisti.
Per conoscere la vita di un artista del Seicento bisogna visitare la Casa di Rembrandt, dove il pittore visse e fu il centro della sua attività per 19 anni; c’era il suo atelier dove dipinse alcuni capolavori ed erano ospitati gli allievi a cui insegnava. Poteva averne 4-5 per volta che pagavano 40 fiorini per 6 mesi di insegnamenti; era una delle attività più proficue. Molto particolare che nell’atelier non c’erano solo sue opere in mostra: vendeva quadri anche degli allievi e di altri maestri olandesi.
Purtroppo è quasi tutto ricostruito perché Rembrandt fallì e dovette vendere tutto; la vita d’artista era molto dura! Ma gli spazi sono stati arredati con sapienza e sembra di tornare nel ‘600, tra cassettoni e letti e baldacchino. Oltre ai quadri esposti (soprattutto nel piano museale), molto interessante l’addetto vestito d’epoca che spiega ai bambini e la dimostrazione di xilografia (acqueforti); Rembrandt considerava opere d’arte (mentre gli altri pittori una copia dei loro lavori) e le realizzava dall’inizio alla fine: dal disegno all’incisione con 3 tecniche e infine la stampa che – come a Soncino – avveniva tramite pressa, ottenere l’immagine capovolta.
Amsterdam in tre giorni
5.4 Giro serale




Fuori dalla Rembrandthuis si vede alto un campanile svettare sulle case: è la Zuiderkerk, la prima chiesa calvinista di Amsterdam, del 1614. Per entrare è tardi, la luce già cala; così faccio una passeggiata serale raggiungendo il canale Kloveniersburgwal, su cui si affacciano eleganti edifici dell’Università di Amsterdam come il Trippenhuis. Scendendo si trova un angolino stupendo: una casa ad angolo accanto ad un ponte levatoio assediato di biciclette posteggiate nell’ora blu. Poco oltre invece, sull’altra sponda del canale, ecco il Café de Jaren, uno dei migliori di Amsterdam (anche per la sua vista). La sera la città ha ancora più fascino, soprattutto per le luci riflesse sui canali. Ispirazione assicurata dai tanti angoli meravigliosi.
Oltrepassando l’Amstel, noto sulla destra la Munttoren (Torre della Zecca) col grande orologio; faceva parte di una porta medievale; però svolto a sinistra in una strada piena di fast food e gente arrivando in Rembrandtplein, piazza dalla vivace vita notturna grazie ai bar e hotel; nel centro si staglia la statua del pittore con al di sotto tantissime statue che rappresentano la Ronda di Notte, il suo massimo capolavoro; la gente può infilarsi per foto e selfie!
Continuando a costeggiare l’Amstel, trovo lo stupendo giardino del Museum Willet-Holthuysen (chissà che eleganza dentro), mentre prima c’era il Teatro Tuschinski in fantastico art decò neogotico: impossibile non notarlo! Così si raggiunge il ponte Blauwbrug decorato con barche e ispirato al Ponte Alessandro III di Parigi; è in pietra con paratie alte: classico, quindi strano ad Amsterdam. Da lì si vede il Magere Brug, il ponte più famoso di Amsterdam! Lo stavo cercando; non è più l’originale del 1670, ma ha mantenuto il doppio ponte levatoio in legno (anche se non è unico come pensavo).
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6. 2° giorno a Amsterdam
Una fredda Amsterdam mi dà il benvenuto il secondo giorno; si è alzato un vento fastidioso e la minima è più bassa; temperatura sui 10°. È prevista pioggia, per cui dedico la giornata ai musei d’arte. Ce ne sono tantissimi, ma i musei più famosi di Amsterdam sono due (e vicini). Perciò prendo i mezzi per la Museumplein, la Zona dei Musei, una splendida area verde attorno a cui ci sono le più belle collezioni della città. Dal centro consigliavano l’autobus, ma abituato da Milano ho scelto la metro; è arrivata dopo 7 minuti e dovevo pure cambiare… Insomma la metro non è il mezzo ideale per girare Amsterdam! Meglio i tram o i bus.
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6.1 Rijksmuseum




Dopo un pezzo a piedi spunta in fondo un grande edificio in mattoni, sorprendente e appariscente: è il Rijksmuseum (pronuncia “raiksmuseum”). Con le sue torri somiglia molto alla Stazione Centrale: del resto l’architetto è sempre Cuypers; fu costruito nel 1876 appositamente per ospitare il museo e perciò è ricco di riferimenti agli artisti olandesi, come la scalinata coi vetri istoriati. È uno dei musei più importanti al mondo! Dentro è stato rifatto una decina di anni fa; nel cortile centrale coperto da grandi vetrate entra tantissima luce, con strutture bianche sospese; il rinnovamento mi ricorda il Louvre e la sua piramide.
Inutile parlarne diffusamente, ci sono tantissimi capolavori. Le collezioni si articolano su 4 piani e la parte del leone la fa l’arte olandese (ovviamente). Il cuore del museo è la Galleria d’Onore, dove si trovano i massimi capolavori del Secolo d’Oro: Vermeer con la sua Lattaia, Franz Hals e ovviamente Rembrandt: La Ronda di Notte spicca in fondo, maestosa nel suo gioco di luce e ombre caravaggesco, con tanta gente ferma ad ammirarla.
Ma ci sono pure artisti italiani come Fra Angelico e Carlo Crivelli, arte medievale, un quadro di Goya, Van Gogh, l’arte applicata con porcellane di Delft o opere importate dalle colonie, la copia di un galeone, cannoni… da non perdere la biblioteca! Si può persino fotografare, anche se lo fanno in pochi: quasi tutti si godono le opere come ai vecchi tempi (e questo è sorprendente).
Per questioni di tempo non ho visto la sezione asiatica, del ‘900 e la mostra di Rembrandt in corso (ahimè). Merita visite reiterate per cogliere nuove opere e nuove sfumature.
Rijksmuseum amsterdam
6.2 Van Gogh Museum




Sono le 14:00 e ho terribilmente fame: coda chilometrica al bar del Rijksmuseum, così esco e prendo un hamburger (per 10€, pensavo peggio) in un chiosco della Piazza dei Musei; atmosfera molto parigina! Il cielo si è calmato e facendo slalom tra le pozzanghere vado al Museo Van Gogh, altro emblema di Amsterdam.
Seppure visse pochissimo ad Amsterdam, qui si trova il più importante museo dedicato al tormentato artista: venne aperto nel 1973 per volere del nipote; grazie a lui e alla madre si deve affermazione e gloria di Vincent. Fu una meteora dell’arte: 10 anni di attività, ma in realtà i capolavori seguono l’arrivo a Parigi nel 1886, quando abbandona i ritratti cupi dei contadini e scatena i colori che lo hanno reso celebre. E Vincent morì nel 1890!
Nel museo viene ricostruita la sua storia di prete mancato che a 28 anni si getta nell’arte, l’ispirazione della natura e del francese Millet, i rapporti con la famiglia (su tutti il fratello Theo) e l’eredità artistica, fondamentale nel XX secolo; poi trovi aree multimediali per ascoltare le sue lettere. Ci sono 200 dipinti e 500 disegni, tra cui molti i capolavori come I Mangiatori di patate, La camera di Vincent ad Arles e una versione dei Girasoli. Sebbene i quadri sembrino impulsivi e emozionali, erano studiati a fondo con disegni e prove (al contrario degli impressionisti). Era incapace di creare con l’immaginazione come faceva Gauguin: doveva avere un modello davanti; perciò quando non poté uscire perché ricoverato copiò opere di altri artisti. Negli ultimi 70 giorni dipinse come mai: ben 75 opere! Chissà cos’altro avrebbe creato vivendo di più!
Unici nei: qui non danno l’audio guida, devi pagarla 3€; poi non è permesso fotografare, ma a volte i custodi sono distratti: qualche scatto – come vedi – si riesce a fare. Ricordati di prenotare l’orario di visita!
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6.3 Begijnhof e dintorni




Il cielo tiene e vado in un posto storico da visitare a Amsterdam, il Begijnhof, istituito nel 1346. Dopo la caccia al tesoro per trovare il varco (a sud)… si spalanca un mondo diverso! Un grande cortile verde circondato da case dove vivevano le beghine, donne laiche che sostenevano poveri e curavano ammalati. Grazie alla regina che ha sistemato le case decrepite adesso è tutto stupendo; qui peraltro c’è la casa più vecchia della città. È un’oasi di pace all’interno di Amsterdam! Una parte è interdetta al pubblico, ma c’è una chiesa anglicana e una cappella cattolica clandestina con vetrate antiche che ricordano il Miracolo di Amsterdam. Posto sorprendente.
All’esterno, la piazza ha un mercatino. Lo sguardo tra le case mi porta alle guglie altissime oltre il canale: De Krijtberg la chiesa gesuita, una delle attrazioni della fascia centrale dei canali. Decido di vistarla cambiando il mio piano, ma purtroppo c’è una messa; così ho ammirato velocemente lo stile neogotico molto decorato; evidentemente qui le chiese cattoliche sono super decorate, in contrasto con quelle protestanti. Così ho visitato la zona, dove c’è il Gomito d’oro: un tratto di canale con bei palazzi (però particolarmente eccezionali). Più giù la mia guida segnala l’American Bar in art decò, ma la mia attenzione è già sulle casette sospese sul Singel: il Bloemenmarkt, il mercato galleggiante dei fiori; una grande attrazione tutti questi coloratissimi bulbi (tulipani ma non solo); un tempo i contadini risalivano i canali ormeggiando la barca per vendere i prodotti, mentre ora sono negozi fissi. Che voglia di comprarli! Ma da noi la primavera è già passata! Non trovando il Metz & Co con caffè panoramico, mi consolo con un fantastico waffle con Nutella: adoro le Fiandre anche per questo!
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6.4 Amsterdam di notte




Come detto, Amsterdam è la città dei vizi e quindi chi viene per quello di notte trova molto terreno fertile. A me è bastato andare a caccia di foto nell’ora blu con le luci che si riflettevano meravigliosamente nei canali e poi ancor meglio nel buio. Infine, un po’ infreddolito, ho cenato in uno dei bar che si affacciano sul Nieuwmarkt. Una bella birra olandese per ritemprarsi è perfetta per chiudere la giornata.
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7. 3° giorno a Amsterdam
Un bel sole mi accoglie: luce perfetta per fotografare! Dove si va? Ci sono ancora tante cose da vedere in 3 giorni ad Amsterdam per conoscerne la storia e l’arte!
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7.1 Piazza Dam




Il nucleo originario di Amsterdam era in Piazza Dam, dove c’era la diga (“dam” significa proprio quello). Attorno all’anno 1000 fu costruito un villaggio di pescatori alla foce del fiume Amstel, con la diga che formò una piazza che fu il centro dell’abitato (come è tuttora). Nel 1300 aveva un migliaio di abitanti… ma in 2 secoli dominava l’Europa!
Ora è un grande spazio lungo 200m dove sorgono alcuni degli edifici più significativi della città; in mezzo, l’obelisco essenziale del Nationaal Monument con 2 leoni simboli dei Paesi Bassi; attorno il Madame Tussauds Scenarama con le sue statue di cera, la Nieuwe Kerk e il Palazzo Reale.
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7.2 Il Palazzo Reale di Amsterdam




Senz’altro l’edificio più imponente di Piazza Dam è il Palazzo Reale (Koninklijk Paleis in olandese). Nacque come Municipio di Amsterdam dopo la guerra di 80 anni; fu quindi simbolo della pace. L’ambizioso progetto iniziò nel 1648 e durò 7 anni, ma per le splendide decorazioni servirono altri 60 anni; lo sorreggono 13.000 pali di legno norvegese. È l’edificio più prestigioso del secolo d’oro olandese: fu definito l’ottava meraviglia del mondo; lo abbelliscono dentro e fuori statue di dei dell’antichità, esempi di buona amministrazione e 10 dipinti con le storie dei Batavi, i Germanici da cui discendono gli Olandesi che si erano ribellati a Roma.
Incredibile la Sala Civica (Burgerzaal) tutta in marmo bianco: nel pavimento intarsiato due grandi mappe cartografiche del mondo e delle stelle, mentre sulle pareti la statua della Pace, con cornucopia dell’abbondanza, fronteggiata dalla Giustizia e il magnifico Atlante che sostiene il globo. Su tutto troneggia dall’alto la statua di Amsterdam: domina il mondo, con la Forza e la Sapienza ai lati. Anche sul soffitto ligneo è dipinta la Gloria di Amsterdam. Sono opera dello scultore Quellinus, importantissimo in Olanda: lo considerano al livello di Bernini, ma non esageriamo! I sentimenti che trasmette Bernini sono inarrivabili!




Nel 1808 Luigi Bonaparte lo scelse come suo palazzo: perciò ha cambiato nome e tutte le altre sale e il mobilio sono in Stile Impero: c’è un forte profumo parigino! Quando cadde, il nuovo re Guglielmo I lo mantenne come dimora, anche se pochi reali ci hanno vissuto. Altrettanto splendida è la Sala del Tribunale al piano terra, tutta in marmo bianchissimo e abbellita da statue che rappresentano storie greche e romane di colpa, pentimento e di buona giustizia come Salomone.
Dal 1979 è aperto ai turisti, ma tuttora è usato per commemorazioni, cerimonie e matrimoni reali. In quelle occasioni è importantissimo il balcone su Piazza Dam: solitamente vi salgono dopo l’incoronazione. Invece con le visite di stato è usato dagli ospiti: ovviamente tolgono il letto di Napoleone e ne mettono uno più comodo!
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7.3 Nieuwe Kerk




La Nieuwe Kerk (Chiesa Nuova) è sullo stesso angolo di Piazza Dam e va visitata appena dopo, perché qui dal 1814 vengono incoronati i reali, prima di apparire sul balcone del Palazzo Reale. Costruita nel XIV secolo, ciò che vediamo è dovuto all’ammodernamento seicentesco, dopo varie distruzioni per gli incendi e la spoliazione durante la rivolta del 1578. Ora è stata trasformata in museo: ho trovato (ingombranti) foto premiate del World press photo in mostra; ma come fanno a celebrare i matrimoni reali se non ci sono più gli arredi religiosi?
Qualche elemento interessante è rimasto; su tutti il magnifico e vistoso pulpito intagliato del 1664 che sembra un fungo ricamato (esagerato per una chiesa protestante) e il grande organo sulla parete in fondo, coperto da angeli e cherubini disegnati sul legno marmorizzato. Splendide pure le vetrate istoriate (ma recenti, del 1898) e la tomba barocca dell’ammiraglio De Ruyter nell’abside.
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7.4 Oude Kerk




Sembra scontato poi volere visitare la Oude Kerk, la Chiesa Vecchia, raggiungibile in pochi minuti. È il più antico edificio di Amsterdam (1306) e ha tre navate con pilastri altissimi da farla sembrare spoglia e tante lapidi per terra (che non ho capito se del periodo cattolico o dopo) che si possono calpestare così appaiono slavate. Bisogna osservarne bene i dettagli: ad esempio in fondo l’altissimo organo del ‘700 con canne lucenti e statue in finto marmo sopra al portale imponente oppure i candelabri in ottone appesi (come nell’altra); non ci sono invece statue dei santi: qui infatti si infranse la violenza protestante iconoclasta contro le statue cattoliche; per fortuna le bellissime vetrate e i soffitti dorati e dipinti si sono salvati; qualcosa si intravvede ancora.
Come nell’altra, ti forniscono un’audioguida per ascoltare le spiegazioni nei tanti touching points disseminati; a parte da Van Gogh ieri sono sempre incluse: ci tengono quindi a farti capire e lo apprezzo molto! Super affascinante l’installazione artistica azionata da un piano: ogni tasto aziona un suono specifico come il canto dei gabbiani o della natura: crea un’atmosfera onirica!
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7.5 Il Jordaan




La circolare piazza attorno alla Oude Kerk è tranquilla e graziosa: sembra di stare in una cittadina del Belgio! Decido di mangiare qui nei tanti tavolini all’aperto, osservando la gente passare: c’è qualcuno in braghe corte anche con 10°! Poi mi incammino verso ovest, passando il Singel, il fossato che circondava la città nel ‘500. Eccomi giunto nel Jordaan, il quartiere più bohémien di Amsterdam, con strade strette e canali tranquilli e verdi punteggiati di negozi e bar pittoreschi, edifici art nouveau e splendide case da scovare. Da non perdere i canali Egelantiersgracht e Bloemgracht dove ci sono ancora molte case con le caratteristiche insegne scolpite sul frontone: servivano per distinguerle prima di introdurre la numerazione!
L’edificio inconfondibile del Jordaan è la Westerkerk, con il suo campanile di 85 metri (il più alto di Amsterdam) su cui si può salire per una vista fantastica; la chiesa seicentesca ha una grande navata ed è famosa perché qui è sepolto Rembrandt. Purtroppo non sono entrato… avevo un’altra importante visita!
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7.6 La Casa di Anna Frank




Se le rivolte religiose del ‘500 furono incruente, non lo fu la Seconda Guerra Mondiale. Seppur neutrale, nel 1940 Hitler invade l’Olanda e in 5 giorni la conquista. Il luogo più emozionante per rivivere quei momenti è ovviamente la Casa di Anna Frank che si trova accanto alla Westerkerk; c’è pure la sua statua nel cortile.
Un percorso introduttivo spiega la vita della famiglia Frank, accompagnati dall’immancabile audioguida. Anna è una dei 1,5 milioni di bambini ebrei morti, una dei 107.000 ebrei deportati dall’Olanda, 6 milioni in totale; era nata a Francoforte ed emigrata nel 1933 in Olanda per sfuggire alle leggi razziali. In realtà questa non era la casa dei Frank, bensì l’ufficio del padre organizzato ad hoc per nasconderli; Otto Frank comincia a prepararlo quando fallisce la fuga in Inghilterra e così sfuggono al rastrellamento favorito da una mappa precisissima che aveva il municipio, ora esposta nella casa: ad ogni puntino nero corrispondevano 10 ebrei. Il 6 luglio 1942 si nascondono nel “Secret Annex”, il nascondiglio segreto dietro a una libreria girevole.
Varcata quella, l’audiotour rimane volutamente in silenzio per lunghi minuti. In quelle sale anguste 8 persone hanno vissuto per due interi anni in una triste quotidianità che Anna ha raccontato e di cui le pareti portano ancora le tracce. Peccato solo il lungo serpentone di turisti che si forma e procede lentissimo, rovinando l’esperienza. Quando i rifugiati cominciano a sperare di salvarsi, furono scoperti dalla Gestapo il 4/8/44; ancora non si sa perché. Anna e la sorella Margot morirono a Berger Belsen dopo 5 mesi. Solo Otto Frank sopravvisse: fu uno dei 7.000 sopravvissuti a Auschwitz. Tornato ad Amsterdam ottenne gli scritti di Anna (recuperati da una collaboratrice) e decise di pubblicarli nel 1947.




Scrivere è fondamentale per Anna, come sfogo; voleva diventare giornalista e scrittrice; quando nel marzo ‘44 la radio del governo olandese in esilio lanciò un appello per conservare memoria scritta dell’occupazione, Anna riprende animo e decide di ricopiare il suo diario in bella calligrafia e con diverse foto; quindi più che parlare di “diario” si dovrebbe dire diari, perché sono molti e in duplice copia; una è esposta.
La sensazione è devastante: mi sono venute le lacrime fin dalla prima sala; sono le fotografie quelle che fanno più male, quegli sguardi giovani e innocenti strappati via con programmata e disumana crudeltà. E poi il lungo video finale con interventi di Mandela, Stephen Spielberg e Emma Thompson. Denota la sua enorme influenza, ma Anna Frank fu solo una degli 80.000 deportati di Amsterdam; leggendo il triste libri degli scomparsi dei Paesi Bassi ci sono altre 4-5 Anna Frank di cui non si sa nulla. Quindi va ricordata tutta l’immane tragedia ed è giusto che più gente possibile conosca i fatti.
P.S: i biglietti vanno prenotati online il prima possibile!
museo anna frank amsterdam
7.7 Crociera sui canali
Il cielo si è fatto grigio e soffia un vento fastidioso, quindi decido di fare una crociera sui canali, una delle principali attrazioni di Amsterdam: è pure inclusa nella I Amsterdam City Card! Cerco il molo giusto vicino alla Stazione Centrale e mi metto in coda. Ti forniscono gli auricolari e una voce dolce ti spiega (in ben 19 lingue!) la storia dei monumenti, partendo dalla zona della Stazione, che non esisteva prima (come si nota dai quadri antichi). Il battello si infila subito nella città vecchia e passa accanto alle chiuse e la Montelbaanstoren, ottagonale torre delle fortificazioni cinquecentesche. Il giro sfiora importanti monumenti come il moderno Teatro Nazionale o il museo dell’Hermitage. Il cuore del tour è la cerchia dei canali paralleli, nata nel Seicento: il più interno era il “canale dei ricchi”, poi “canale dell’imperatore” dove risiedeva la piccola borghesia e del principe con le industrie. Ma negli ‘70-80 i capannoni industriali furono occupati, diventando zone alla moda con appartamenti di lusso. Del resto trovare appartamenti a Amsterdam è complicato: con la crisi degli anni ‘60 molti andarono ad abitare in barca, allacciate poi alla rete elettrica e idraulica; ora ci sono ben 2500 case galleggianti (e pure care)! Nella verde zona del Plantage l’Orto Botanico ha papere e aironi che riposano sulle sponde; poi il battello raggiunge il Museo Marittimo col meraviglioso vascello ricostruito all’esterno (come a Genova) e gli spazi si aprono: siamo all’esterno nel fiume, col porto e la zona in espansione dove spuntano nuove strutture come funghi; qui svetta l’A’DAM Lookout, uno dei posti più fighi della città. Finisce il giro rientrando e sfiorando il museo Nemo.
Dura un’ora ed è perfetto per scoprire la città comodamente seduti al caldo e godersi l’atmosfera unica di Amsterdam; peccato solo che si passa troppo vicino alle case per fotografare.
Poi ero stanco e sono andato a mangiare una schitzel viennese in un ristorante messicano: Amsterdam è anche questo!
da vedere ad amsterdam
8. Conclusioni




Se Lucio Dalla avesse composto “attenti al lupo” a Amsterdam non mi stupirebbe: “c’è una casetta piccola così con tante finestrelle colorate” ovunque! Questa è la base del fascino che incanta milioni di turisti; è davvero pittoresca, giovane e vibrante! Anche come visita culturale non delude: i musei di Amsterdam sono all’altezza delle grandi capitali europee. È talmente grande che in tre giorni a Amsterdam devi selezionare cosa vedere: ad esempio avrei voluto visitare il Museo Marittimo o lo Stedelijk Museum, ma non c’è stato tempo; invece nella grande basilica (Nicolaaskerk) sono escluse le visite turistiche.
Tra le vie trovi un sacco di italiani: forse ci sono più italiani che canali (e spesso sono i più rumorosi)! Perciò anche i camerieri ormai masticano l’italiano senza averlo studiato (mi è capitato pure a Marrakech); ma è positivo perché quasi ovunque trovi le audioguide in italiano. Anche perché l’olandese è davvero incomprensibile: per fortuna su treni o tram (super puliti e moderni) ci sono sempre tabelloni elettronici dove leggere le indicazioni della prossima fermata.
Attorno ai 100km di canali a Amsterdam pochissimi murales e nessun graffito; anche da questo si evince il senso civico degli olandesi. Più libertà, ma le regole ci sono e si rispettano: solo così possono rimanere unite così tante nazionalità. Dovremmo prenderne spunto…
Tempo ballerino a parte, Amsterdam è una città fantastica: merita migliaia di foto e tornarci più volte per scoprirla bene. La prossima volta visiterò i dintorni, con cittadine e paesi (mi hanno detto) bellissimi. Stavolta ha vinto il magnetismo del centro: del resto passeggiando per Amsterdam scopri sempre qualcosa di bello. Spero che le mie foto lo dimostrino!
Ti sono piaciute le mie indicazioni? Spero che ti siano utili. Se avessi domande lascia un commento. Segui già le mie foto sui social?
amsterdam musei
Ecco altre foto di quei 3 giorni a Amsterdam:












































































































































































Que texto bem escrito e divertido. Fiquei ainda com mais vontade de ir em Amsterdam! Parabéns! Fotos incríveis! E quem diria, vários museus a serem visitados. Misturou programação diurna e noturna. Fotos incríveis!!
Muito obrigado! Amsterdam é linda demais, cada canal é maravilhoso para tirar fotos. Tenho muitas outras lindas mas não posso postar todas. Cidade encantadora (e com muita arte e historia). Precisa uma visita
Ci sei andato per davvero…
Bellissimo questo articolo sembra quasi di esserci stata mentre ti leggevo.
Alla prossima😍
Grazie Eliana, le tue parole mi fanno estremamente piacere! Non so se il titolo è buono per la SEO, ma mi pareva geniale 😂😂😂😂 sapere che ti sei immedesimata con me è il complimento migliore.
È geniale.
Il racconto scorrevole.
I titoli pure.
Sei stato bravo
Continua così.
Grazie grazie grazie!! È lunghissimo, lo so… ma giuro che ho cercato di stringere il più possibile! Spero che le foto invoglino a proseguire nel leggere… punto tutto su quello 😂😂😂