Ci sono regioni costellate da tanti borghi meravigliosi. Alcune volte lo sviluppo urbano ha miracolosamente salvato le campagne, altre invece la conformazione del paesaggio non ha consentito di costruire molto, salvaguardando il borgo ed il territorio circostante. Questo è certamente il caso della Liguria, con le Alpi Marittime presso la costa che proteggono piccoli centri abitati; a volte le rocce arrivano fino al mare, regalando panorami eccezionali e luoghi pittoreschi. Perciò tutta la Liguria è da visitare e da scoprire! In questo viaggio mi sono concentrato sui borghi da visitare in provincia di Savona, ad ovest del capoluogo; questi borghi liguri sono uno diverso dall’altro e mi hanno sorpreso per la loro bellezza! In 15km di costa trovi prima Noli, poi Finale Ligure, Borgio Verezzi ed infine Pietra Ligure. È una zona nota per il turismo balneare estivo, ma ricca di fascino da vedere anche nel resto dell’anno.
- Come raggiungere i borghi vicino Savona
- Noli
- Finale Ligure
- Borgio Verezzi
- Pietra Ligure
- Conclusioni
borghi da visitare in provincia di Savona
1. Come raggiungere i borghi vicino Savona




Noli, Finale Ligure, Borgio Verezzi e Pietra Ligure sono uno accanto all’altro sulla costa del Ponente Ligure. Noli è a circa 15km dal capoluogo Savona. Per raggiungere questa zona della Liguria hai a disposizione diverse uscite dell’Autostrada dei Fiori (A10): per Noli puoi usare quella di Spotorno, per gli altri 3 hai quelle di Finale Ligure e Pietra Ligure.
Questi borghi vicino a Savona sono collegati tra loro dalla Strada Statale Aurelia SS1, in 15km tortuosi sulla costa. Visto il traffico ed alcuni lavori in corso, a volte conviene utilizzare l’autostrada per muoversi; sembra un paradosso visti i lavori pure in autostrada, ma è così. Perciò è possibile arrivare anche in treno, che collega i paesi della costa ligure; in questo caso però Noli è raggiungibile solo con il servizio “borghi Marinari link”, ovvero un autobus da prendere in stazione. Per non avere problemi di orario e coincidenze, l’auto è il mezzo migliore; soprattutto se viaggi in bassa stagione dove non ci sono problemi di parcheggio.
2. Noli




Una baia nascosta tra due promontori: questa è Noli. Da sud ci arrivi attraversando la galleria di Capo Noli, con la roccia che raggiunge il mare; è come se chiudesse il borgo in un abbraccio o lo voglia nascondere dalla vista. Poi ammiri subito l’abitato spalmato di fronte alla spiaggia, con in fondo il castello arrampicato sul Monte Ursino.
Il nome svela l’origine del borgo: deriva da “Neapolis”, ovvero una nuova città fondata dai bizantini, probabilmente nel VI secolo. All’epoca popolazioni del nord Italia fuggirono dai barbari e vennero raccolte qui dall’Impero Romano d’Oriente, che ancora controllava le coste. E proprio la costa ed il mare sono stati la fortuna di Noli.
2.1 Storia di Noli




Come detto, seppur vicini qui ogni borgo ebbe una storia diversa. Finalborgo fu capitale dell’antico Marchesato del Finale e poi territorio spagnolo dal ‘600. Invece Noli partecipò alla prima crociata nel 1099 ottenendo grandi ricchezze. Così poi nel 1192 nacque il libero Comune di Noli e divenne una delle repubbliche marinare; alleandosi con Genova sconfisse Savona e proprio il Marchesato del Finale. Questo orgoglio lo noti scritto in ogni via: “Noli, la quinta repubblica marinara”. Questa importanza la rese sede vescovile. Nel Trecento fu super potente e ricca: gli edifici che ammiri sono il riflesso di tutto ciò. Il piccolo porto però impedì lo sviluppo successivo ed i grandi traffici, per cui poi diventò un borgo di pescatori indipendente fino alla conquista napoleonica del 1797; essendo una roccaforte, fu duramente bombardata dagli inglesi. Infine nel 1815 fu annessa al Regno di Sardegna dei Savoia, seguendo le vicende nazionali.
2.2 Il lungomare di Noli




Un tempo Noli era affacciata direttamente sul mare. Ora invece la divide la Strada Statale Aurelia. Però il lungomare è splendido: decorato da palme, ha parcheggi, tanti bei locali su Corso Italia e un muretto sistemato recentemente su cui passeggiare. Lungo circa un chilometro, da lì ammiri la spiaggia, un mix di sabbia e sassi; in bassa stagione vedi qualche pescatore e cani che si rincorrono felici; d’estate invece l’attività balneare riempie sdraio ed ombrelloni.
Più ti avvicini al centro storico, più noti torri e campanili svettare ed il Castello di Monte Ursino che domina dall’alto. Puoi scattare una foto super con le colorate barche dei pescatori in secca sulla spiaggia e questo sfondo storico. Davvero super affascinante.
Al tramonto il sole sparisce dietro al promontorio, ma ti riempie gli occhi uno spettacolo di sfumature favolose sul mare, dal rosso all’azzurro. Lo sguardo spazia largo sulla costa ligure a est.
2.3 Cosa vedere a Noli




Cosa vedere a Noli? Partiamo dal Corso Italia sul lungomare, coi suoi locali belli da vedere e decorati dalle piante. Qui ammiri anche Casa Pagliano, casa-forte trecentesca che fungeva anche da mura cittadina. Ha il basamento in pietra verde locale e la parte superiore in mattoni, con due splendide trifore e merlature. Se nella vicina Finalborgo spicca l’ardesia, a pochi chilometri di distanza a Noli praticamente tutti i basamenti sono in questa pietra verdastra. Casa Pagliano era vicina ad una torre ed ad uno dei tre ingressi del borgo, ora scomparso. L’unico rimasto è la magnifica Porta di Piazza, quella principale, con uno stupendo affresco un po’ sbiadito e una rosa dei venti in pietra davanti. Bello che trovi tanti cartelli con indicazioni turistiche che raccontano i monumenti, la storia e le specialità di Noli; facilitano la visita e la rendono interessante ed approfondita, come se girassi con una guida.
Piazza Milite Ignoto




Attraversi la porta e sei nel cuore di Noli: Piazza Milite Ignoto, dove trovi la Loggia della Repubblica Nolese, il Palazzo Comunale e la Torre del Comune; quest’ultima è duecentesca, in mattoni e alta 33 metri, per cui si vede anche dalla spiaggia. Il loggiato è di sole due arcate, con le quali puoi incorniciare un ottimo scorcio con lo stemma comunale; pensa però che un tempo le arcate abbellivano tutto l’interno delle mura verso il mare! Sotto la loggia ci sono lapidi che ricordano personaggi che hanno avuto relazioni con Noli, come Dante, Giordano Bruno e Cristoforo Colombo, che partì da qui per un viaggio nelle Fiandre. Il Palazzo Comunale da fuori dice poco, ma all’interno conserva reperti antichi come un’urna cineraria del III secolo e l’ultima bandiera della Repubblica di Noli.
Seppur semplice, il giallo della piazza ti affascina, così come le insegne retrò della Pasticceria Scalvini.
Le piazze di Noli




Però Noli è piena di dettagli meravigliosi da vedere e da fotografare. Lo dimostra l’attigua Piazza Daniele Manin; qui su una vecchia porta trovi un murales con una nonna e una bambina. La piazza ha forma triangolare, con tavoli all’aperto ed un palazzo ad angolo che regala un altro scorcio stupendo. Pochi passi e trovi un’altra tranquilla piazza allungata (Piazza Garibaldi); voltandoti a sinistra tra le case ecco l’alta Torre del Canto di 38m, sempre con basamento in pietra e il resto in mattoni rossi. È il fulcro visivo del centro storico: essendo all’angolo di diverse vie, puoi vederla per orientarti, ma non è visitabile. Qui si apre la grande Piazza Ronco, dove noti case colorate pittoresche, uno spazio dove i bambini giocano a pallone (seppur proibito) e l’Oratorio di Sant’Anna, con facciata incompleta; l’interno è barocco di fine Settecento e sorprendentemente domina il bianco e la luce.
La Cattedrale di San Pietro




Dall’oratorio imboccando via Cristoforo Colombo trovi in fondo la Porta San Giovanni dentro ad una torre merlata. Fuori il borgo si spegne improvvisamente, per cui ritorno indietro. Il Teatro Defferrari non l’ho trovato, ma imboccando via Sartorio ecco la Cattedrale di San Pietro che si erge in una piccola piazza; sembra quasi nascosta! Di origine medievale, ha però forme barocche. L’esterno è sobrio, con sole 3 statue sopra il portale. L’interno ti sorprende per le decorazioni, in particolare l’altare maggiore ed il pulpito in marmo intarsiato che mi ricordano la Casa Professa di Palermo; l’altro altare è ricavato da uno stupendo sarcofago romano! La chiesa ha altri affreschi, stucchi e statue, ma gli occhi vanno nell’abside sul polittico della Vergine venerata da angeli e santi.
La piazzetta esterna comunque è pittoresca, con decorazioni semplici ma belle all’ombra di un grande albero di limoni (a febbraio pieno di frutti).
Tra le vie di Noli




La Cattedrale si trova vicino alle vecchie mura: il suo campanile si vede dalla spiaggia. Come detto il loggiato non c’è più, ma è rimasta una lunga via coperta che si può percorrere. Trovi qualche negozio, ma soprattutto ammiri scorci stupendi tra le vie colorate, con gli archi medievali tra le case. Attento che ti scrutano: un anziano dalla finestra mi ha chiesto cosa stavo guardando! Questa passeggiata termina in Piazza Dante Alighieri, splendidamente decorata da sassi bianchi, neri e rossi che formano lo stemma comunale. Dante citò Noli nella Divina Commedia (Purgatorio, Canto IV), per cui trovi anche un locale intitolato a lui, ma non venne mai qui. Invece arrivò nel ‘600 il senatore genovese Viale, che salvò la repubblica da una congiura. Perciò gli fu donato Palazzo Viale, che vedi connesso alla duecentesca Torre Porta Papona, ai piedi del promontorio; qui i Nolesi tenevano armi e munizioni.
Il promontorio ed il castello




Qui la strada sale sul promontorio. Proprio accanto alla torre imbocchiamo via Vescovado che porta al Palazzo Vescovile; ora è un albergo lussuoso con tracce di affreschi. Soprattutto fai un po’ di fatica a salire, ma ammiri uno stupendo panorama su Noli con tutte le torri che svettano ed il mare davanti; ma anche le tante bruttissime case moderne fuori dal centro. Peccato che nel tardo pomeriggio ero controluce e che la seicentesca chiesa di Nostra Signora delle Grazie era chiusa; è praticamente incastrata tra promontorio e precipizio: sulla sinistra ha una pianta di fico ed un affresco della Madonna consunto sulla facciata. Da lì parte un sentiero gira attorno alla montagna, così siamo tornati indietro.
Invece per visitare il Castello di Monte Ursino devi risalire i tornanti della Strada Provinciale 54; a piedi è impegnativo. Purtroppo in bassa stagione il castello apre solo il weekend, per cui era chiuso.
La chiesa di San Paragorio




Riattraversiamo lo stupendo centro di Noli; cambiando il sole, sembravano cambiati anche gli scorci. Direzione verso l’ultimo tesoro di Noli: la chiesa di San Paragorio. La raggiungiamo attraversando un torrente in secca sul Ponte Vecchio, solo omonimo di quello di Firenze. Qui cambia la scena: un po’ di verde e alberi attorno regalano un angolo di Provenza. Questo anche per lo stile con arcate basse in pietra della chiesa e l’abside stranamente rivolto verso il mare: molto sorprendente! La chiesa di San Paragorio è un gioiello architettonico d’arte romanica; costruita nell’XI secolo, fu restaurata nell’Ottocento dall’architetto D’Andrade, lo stesso della Sacra di San Michele. L’interno è prezioso, con un crocifisso ligneo, affreschi e dipinti.
Purtroppo anche questa abbiamo potuto ammirarla solo dalla cancellata esterna. Parlano tanto di destagionalizzare il turismo, ma come puoi se le due principali attrazioni di Noli sono chiuse in settimana in bassa stagione? Che delusione.
2.4 Giudizio su Noli




Risalendo sul lungomare per tornare all’auto avvisto l’Oratorio di San Francesco, con un’opera moderna appesa sulla facciata; è più bella da lontano invece che guardandola nei dettagli. Anche questa chiesa però era chiusa. Davanti hai l’Hotel Monique in stile liberty; a febbraio è chiuso, ma pare abbandonato. Esprime bene lo spirito di Noli, un po’ decadente ma affascinante; insomma tipicamente ligure! Però Noli ha molto di più. Da un lato vedi i locali alla moda e fighi del lungomare, dall’altro il fascino storico tipico di una città. Sono due facce che stanno bene assieme: perciò sicuramente tra i borghi da visitare vicino Savona c’è Noli. Il centro storico è stupendo, con tanti monumenti antichi da scoprire girando comodamente a piedi e perle da scovare come come la gelateria Pappus. Poi puoi mangiare una focaccia seduto in piazza (come ho fatto io). Immagino che d’estate sia ancora più bello!
3. Finale Ligure




Finale Ligure è un comune formato dall’unione di 3 frazioni: la storica Finalborgo all’interno, Finale Maria e Finale Pia (o Finalpia) sulla costa. A ciò si aggiungono altre frazioni sui rilievi e l’affascinante Varigotti, antico villaggio di pescatori ora rinomata spiaggia del Ponente Ligure. Famoso anche per lo sport outdoor, è il paradiso per chi ama il trekking, l’arrampicata e la mountain bike; ha infatti tantissimi sentieri, come il celebre Sentiero del Pellegrino tra Noli e Varigotti che raggiunge anche la Grotta dei Falsari, con gran vista sul mare dall’alto. Ma la perla di Finale Ligure è Finalborgo, antica capitale del Marchesato del Finale e poi territorio spagnolo nel ‘600; ha fascino antico e stupendi palazzi e chiese. In più artigiani e negozianti mantengono vivo il borgo con decorazioni e angoli pittoreschi; perciò è uno dei borghi più belli della Liguria (forse il più bello).
Qui ho descritto tutto approfonditamente.
4. Borgio Verezzi




Come Finale Ligure, anche Borgio Verezzi è formato dall’unione di frazioni: Borgio sulla costa, Verezzi sul promontorio sovrastante, sulle pendici del Monte Orera. Devo dire che prima di visitarlo non lo sapevo. Anche questi sono due borghi da visitare in provincia di Savona: Borgio ha un cuore medievale, mentre Verezzi è un affascinante abitato solitario costruito in pietra; perciò rientra tra i Borghi più belli d’Italia. Peraltro Verezzi non ha un vero e proprio nucleo, ma è composto da 4 borgate: Poggio, Piazza, Roccaro, Crosa, sparse lungo il pendio. Contrastanti ma vicini, Borgio e Verezzi sono diventati un comune unico nel 1933 e sono circondati da un territorio dove domina la vegetazione mediterranea e un sottosuolo con fenomeni carsici. Le grotte di Borgio Verezzi sono un’attrazione da visitare nei dintorni di Savona.
4.1 Verezzi




Arrivi a Verezzi salendo diversi tornanti tra rocce, vegetazione mediterranea e vecchie case (nemmeno belle da vedere). Ad un certo punto si spalanca lo splendido panorama sulla costa, con Borgio sotto e la vista che arriva all’inconfondibile Isola Gallinara; mi fermo a fotografarlo. Poco dopo costeggiando muretti a secco con ulivi ecco case basse ed in pietra, con un bellissimo senso omogeneo; appartengono alla prima borgata (Poggio), che trovi sulla sinistra appena la strada spiana. Appena oltre c’è un lungo parcheggio dove lasciare l’auto; infatti i borghi sono tutti medievali, con all’interno vie strette dove può passare solo un motorino. Quindi per visitare Verezzi devi girare a piedi ed avere gambe allenate, per salire e scendere le pendenze; comunque niente di estremo. Dal parcheggio ammiri un altro stupendo panorama sul mare sottostante e vedi tanti muretti a secco, costruiti fin dal Medio Evo per terrazzare e coltivare il monte.
Poggio




Come detto, Poggio è la borgata che ti accoglie a Verezzi, quella che vedi dal basso salendo sulla strada. È un piccolo gruppo di case che trovi sulla sinistra, sviluppatasi attorno a una torre; praticamente sono un paio di ripide vie che scendono tra poche case in pietra chiara e rosata. È il colore della pietra di Verezzi e vicino al borgo c’è una cava. Dall’alto le case di Poggio non hanno particolare bellezza; però una bandiera italiana che sventola, qualche arco, le agavi al sole ed il panorama in fondo regalano qualche ottimo scorcio. Si visita velocemente.
Comunque volgendo lo sguardo attorno noti subito gli ampi spazi naturali che circondano le borgate. A Verezzi c’è un fantastico equilibrio tra uomo e natura: ogni casa ha un pezzo di terreno da coltivare, campi terrazzati e giardini con muretti a secco a delimitarli; insomma la pietra è l’essenza del luogo!
Piazza




Molto affascinante è la borgata Piazza, la più interessante di Verezzi. La trovi appena oltre il parcheggio continuando a camminare, con un angolo stupendo con un bar: ci sono fiori e botti a decorarlo. Tutto il borgo è così: super curato con fiori e piante e dettagli artistici che decorano vie e case. Quest’ultimi rendono tutto pittoresco, come le statue in pietra di Verezzi. Ovviamente non è tutto perfetto: qualche ingresso è coperto dal plexiglass. Ma queste brutture novecentesche sono rare; Verezzi è un tipico borgo mediterraneo conservato benissimo, con molte case sono ancora in pietra a vista e poche intonacate. Aggrappato alla collina, spicca lo spirito essenziale, riflesso della concretezza ligure. Infatti anche le decorazioni sono essenziali, composte da cose semplici: vasi di fiori e oggetti alle finestre, scatole di latta recuperate, imposte consunte dal tempo; quindi ha un senso antico dal fascino eccezionale da ammirare e da fotografare. È proprio questo il bello! La borgata si chiama così perché dopo una strettoia tra le case trovi la piazza; regala una fantastica vista sul mare, mentre sul lato a monte vedi la chiesa di Sant’Agostino, molto semplice. In piazza svolgono il famoso Festival Teatrale estivo che deve essere una meraviglia. Continuando ci sono archi di pietra, che regalano un ottimo scorcio.
Roccaro




Proseguendo lo stacco è minimo, ma sei nella borgata di Roccaro, ancora più spartana ed essenziale. La pietra è ovunque. Un portico corona il sentiero che scende a valle sostenendo una cappella. Invece in piano raggiungi la Ca’ du Gregorio, angolo super fotografato di Verezzi; sono due case (tra cui una rosa) con cortile pieno di fiori (anche esotici), vasi, piante grasse e decorazioni come una vecchia macchina da cucire su cui sono appoggiati altri vasi. In fondo trovi una “finestra aperta”, cornice rossa per inquadrare il panorama. Davvero un posto grazioso e super pittoresco!!
Ritornando indietro, ad un certo punto il sentiero tra le case sale ripidamente. Qualche casa turistica, qualcun’altra ben tenuta, cani che abbaiano… ho sentito addirittura un asino che ragliava! Inerpicandosi in compagnia di agavi ed altre piante finisce la borgata ed hai la vista su Crosa in alto. A febbraio sembra già primavera!
Crosa




Passando da un sentiero tra mirti e iris selvatici arrivo alla frazione di Crosa, aperta dalla graziosa Cappella dei Campi (ovviamente in pietra). Praticamente è formata da una sola via, che dal parcheggio vicino alla cappella si addentra nella borgata. Poi alcune vie scendono e salgono, ma vanno tutte in case private o nei campi; io le ho percorse tutte, pensando di raggiungere l’abitato sottostante (invano). Risalendo la fatica si è fatta sentire. Anche le strade e le case di Crosa sono tutte in pietra; però sono meno curate rispetto a Piazza: l’affascinante stile rustico è essenziale. C’è un vecchio lavello in una piazzetta, un canestro, un gatto in mezzo alla via, in un paio di vicoli scavati nella roccia vedi legna accatastata. Attorno campi coltivati con ulivi o arati. Sembra un posto disabitato e sperduto, ma sbirciando le cose lasciate nei giardini ci abitano in molti.
La vetta di Verezzi




Tra le stradine contorte di Crosa mi stavo perdendo. Perciò ho chiesto ad aiuto ad un anziano apparso improvvisamente; mi ha detto che dovevo semplicemente continuare sulla strada principale in salita. Terminano le case, appaiono le rocce e raggiungo la vetta del monte Orera. Al termine della salita trovi una chiesa… anzi due! Sulla destra la chiesa di San Martino, a sinistra il Santuario di Maria Madre e Regina con facciata pitturata con colori pastello ed interno semplice; l’altra invece è la chiesa parrocchiale di Verezzi, con bell’altare in marmi policromi. La cosa particolare è che sono su una terrazza che regala un gran panorama sulla costa dietro a pini marittimi. Oltre con pochi passi nel bosco arrivi al Mulino Fenicio circolare che sfruttava il vento (dal basso pensavo fosse una torre) e la Croce dei Santi, meta di pellegrinaggio; in pietra, fu collocata qui dai frati cappuccini.
Pranzo a Verezzi




Su questa terrazza panoramica trovi anche il Bar Osteria Rosa dei Venti; ha tavoli all’aperto, lampade e fiori a decorarlo: un posto davvero pittoresco. Essendo ora di pranzo mi sono fermato qui a mangiare. Ho preso un tipico piatto ligure: trofie al pesto con fagiolini e patate. Il prezzo è giusto. Poi è eccezionale mangiare all’aperto a febbraio!
A seguire sono sceso tra muretti a secco dove scappavano le lucertole; ho visto pure correre due fagiane! Ho tentato un altro giro a Piazza, ma invano; il cielo era sempre grigio. Questo certamente non fa risaltare il contrasto cromatico tra pietra e natura, né apprezzare a dovere Verezzi. Infatti ho avuto la sensazione che in bassa stagione la visita alla lunga annoia; coi negozi chiusi e nessun turista non c’è vita, sembra disabitato! Senti parlare solo in un paio di bar/ristoranti. Però il fascino rustico di Verezzi è imperdibile.
4.2 Borgio




Riprendo l’auto per scendere e visitare Borgio. Lo dico subito: Borgio mi ha sorpreso. In mezzo a case moderne e poco significative c’è il centro storico, ben preservato ed arroccato su una piccola collina. Non me l’aspettavo. Spicca da lontano coi due campanili la Chiesa di San Pietro Apostolo; infatti fu costruita al posto dell’antico castello. Attorno ha piccole case colorate che regalano scorci splendidi. Poi lo abbelliscono i vicoli contorti, le case decorate dai fiori e murales sparsi dell’artista Mario Nebiolo. Improvvisamente appare la piazza della chiesa, in discesa. La chiesa settecentesca è neoclassica; dentro era molto buia.
Dopo ho raggiunto la strada in basso. Da lì ammiri tra i frutteti il centro storico di Borgio e arrivi al Santuario di Nostra Signora del Buon Consiglio, oltre un torrente. Circondato dal cimitero, spicca il campanile romanico. La chiesa costruita su un tempio pagano è romanico-gotica, però l’ho trovata chiusa.
4.3 Grotte di Borgio Verezzi




Per concludere la giornata sono andato a visitare le Grotte di Borgio Verezzi, dette “Grotte Valdemino”. Infatti tutto il territorio del finalese (comprendente anche Borgio Verezzi) ha ben 100 grotte, molte abitate dall’uomo preistorico. Queste si trovano a Borgio in via Battorezza e sono adatte ai turisti. Sono aperte al pubblico con visite guidate ad orari prefissati che durano 40 minuti.
Le grotte hanno sempre 16º e 95% di umidità; perciò sono un piacere da visitare sia d’estate che d’inverno. Per via della varietà di colori delle rocce sono definite le grotte più colorate d’Italia; l’idrossido di ferro colora di rosso le stalattiti, poi c’è il giallo, grigio, ma anche bianco puro del carbonato di calcio… il calcare! Furono scoperte per caso da tre ragazzi nel 1933, esplorate negli anni ’50 ed aperte alle visite nel 1970. La gentilissima guida Elisabetta mi ha accompagnato nella visita.
Visita alle grotte di Borgio Verezzi




Appena entrato nelle grotte di Borgio Verezzi ti accorgi che le formazioni calcaree hanno forme molto varie: alcune sembrano drappi lunghissimi, una è chiamato l’orecchio di Dumbo! La seconda è la “Sala degli spaghetti”, dove stalattiti e stalagmiti sono sottilissime, al massimo un centimetro; essendo la volta in pendenza, la goccia scende veloce. Mai viste così fini: alcune sono lunghe 2,5 m !!! Le grotte si sono formate negli ultimi 250 milioni di anni, dal mesozoico triassico. Le tante fratture delle rocce hanno permesso di far filtrare l’acqua piovana (acida) che ha aggredito e scavato la roccia. È un classico fenomeno carsico ancora attivo. Fantastico che la guida spegne le luci… e lascia tutti al buio ad ascoltare le gocce che cadono! Gocciola anche se non piove da tanto tempo, perché la roccia si comporta come una spugna. Servono 30 anni per creare un centimetro cubo di stalattite o stalagmite.
La parte finale del percorso




Dopo arrivi nella “Sala del Castello”, ampia e meravigliosa, così chiamata per le rocce massicce al centro. Dovute ad un crollo, la cima è asciutta, non più alimentata. Siamo a 10m sopra il livello marino; dietro ammiri il Lago delle Fate, lago sotterraneo con le gocce che creano cerchi quando cadono. Nell’acqua vive un gamberetto bianco e cieco, il mifargus. Nelle grotte vivono anche i pipistrelli, che escono a cacciare per mangiare; la primavera è il momento migliore per vederli (mentre a febbraio sono in letargo). Le grotte sono lunghe 3km, ma solo una parte è visitabile. Tra andata e ritorno il percorso è di 800m. Qui non abitò mai l’uomo preistorico, ma sono state trovate ossa di animali antichi come l’elefante, tartaruga, rinoceronte, orso e tigre dai denti a sciabola. Infine c’è pure la Sala del Presepe.
Se la Grotta Gigante di Trieste colpisce per le dimensioni e la Grotta di Drogarati a Cefalonia per la terribile gestione, qui sono eccezionali i colori delle rocce e il tetto di stalattiti e stalagmiti lunghissime che vedi ovunque.
5. Pietra Ligure




Tra i borghi da visitare in provincia di Savona c’è anche Pietra Ligure, a cui abbiamo dedicato l’ultimo giorno. Noi abbiamo alloggiato qui, in un hotel lungo la Via Aurelia ed ogni mattina abbiamo fatto colazione in un piccolo bar sulla strada. La sera abbiamo pure cenato nei pochi ristoranti aperti in bassa stagione come il Molo 56; alcuni chiudevano alle 21:00 se non avevano clienti! Adesso era finalmente il momento di visitare Pietra Ligure, dopo aver ammirato ogni mattina la solitaria spiaggia davanti al mare azzurro.
5.1 Cosa vedere a Pietra Ligure




A piedi abbiamo percorso un pezzo di Via Aurelia fino ad un parcheggio sulla sinistra; lì si apre Via Matteotti, strada pedonale decorata da alberi di aranci (coi frutti!) che attraversa il borgo antico. Beh inizialmente non è antico: ha case moderne e una strada larga con negozi; finalmente di giorno era popolata, visto che di sera a febbraio faticavi ad incontrare qualcuno. Sulla destra ammiri il Castello di Pietra Ligure, medievale e in pietra.
Continuando la strada si stringe: ecco il borgo antico di Pietra Ligure, con carruggi stretti e colorati. Quindi al centro di tanti condomini e hotel del dopoguerra, anche qui trovi il caratteristico fascino di un borgo ligure, decadente e antico; ci sono piante, negozi vivaci come quello di frutta e verdura e chiese sparse, come l’Oratorio Bianchi in una piccola piazza improvvisa, con facciata decorata rosa e con stucchi; è dell’XI secolo, dentro abbastanza spoglia ma con un bell’altare laterale. Interessante anche l’Oratorio della Santissima Annunziata. Continuando a camminare tra le vie e i ristoranti che stavano lavorando per aprire, noto scorci stupendi e arcate tra i palazzi; anche questo è tipico della Liguria!
La piazza di Pietra Ligure ed il lungomare




Alla fine arrivo nella grande Piazza San Nicolò, dove la brezza spargeva l’irresistibile profumo di focaccia. Alberi e panchine attorno per sedersi, una grande chiesa bianca che troneggia, case colorate, vecchi che chiacchieravano, prendevano il sole o stavano seduti ai tavolini dei bar. Grande atmosfera di pace che regna e ti contagia. La settecentesca Basilica di San Nicolò merita certamente una visita.
Nella via parallela sei di fronte al mare, con la salsedine e la tranquillità di febbraio davanti alle spiagge vuote. Palazzi e case colorate, poi panchine per sedersi al sole sulla passeggiata lungomare per ammirare le onde; all’ombra invece faceva freddino. Pochi passi e raggiungo il Pontile Marinai d’Italia, dove hai una vista privilegiata di Pietra Ligure sul mare cristallino. Comunque Pietra Ligure è più conosciuta come località balneare che come tipico borgo ligure da visitare.
6. Conclusioni




I borghi da visitare in provincia di Savona sono molti di più. Io mi sono soffermato solo su un tratto di costa di circa 15km del Ponente Ligure che va da Noli a Pietra Ligure. Ci sono 4 borghi diversissimi tra loro, di cui 3 fanno parte dei Borghi più belli d’Italia. Noli pare una cittadina, con alte torri e campanili che svettano nel cielo. Anche Finalborgo ha un importante passato storico ed aristocratico, coniugato ora in un vivace e pittoresco borgo di artigiani; poi Finale Ligure spicca a livello internazionale per lo sport outdoor. Verezzi invece è un borgo mediterraneo molto sorprendente, ancora rustico; sembra una lotta tra l’uomo e la natura ed ha origini saracene, come dimostrano i tetti piatti delle case antiche. Poi in bassa stagione fatichi a trovare persone! Borgio e Pietra Ligure sono tipici borghi liguri con carruggi e case colorate, soffocati tra troppe costruzioni moderne e brutte. Insomma in pochi chilometri nei dintorni di Savona trovi borghi totalmente diversi e tutti interessanti da vedere che si specchiano nel mare della Liguria. Che altro vuoi di più?
Ti ho stuzzicato l’idea di visitare questi borghi della Liguria vicino a Savona? Spero di sì. Se avessi domande lascia un commento oppure dimmi che ne pensi. Mi segui già sui social ?
Altri video:
La Ca’ du Gregorio a Roccaro (Verezzi)
Dentro alle Grotte di Borgio Verezzi
Complimenti! Hai creato una vera e completa guida sugli splendidi borghi da visitare in provincia di Savona!
Abbiamo avuto la fortuna di visitare Finalborgo, Noli e Borgio Verezzi e grazie al tuo racconto e alle tue foto ci siamo concessi un ennesimo viaggio virtuale in questo meraviglioso angolo di Liguria!
Grazie ragazzi! Sapevo che eravate stati in zona e quindi i complimenti da voi valgono doppio. Sono posti stupendi e secondo me troppo poco conosciuti, a differenza di altri meno belli e molto più famosi. E’ stato un piacere per me visitarli e raccontarli; spero che si senta dalle mie parole.