La Sicilia e il Trentino. Pare che non ci possa essere niente di più distante e invece puoi trovare uno stretto legame. Infatti sono direttamente correlate da un’interessante mostra in corso al MART di Rovereto “Caravaggio il contemporaneo”, incentrata sul Seppellimento di Santa Lucia di Caravaggio che viene messo in correlazione con Alberto Burri e la figura di Pier Paolo Pasolini. VisitTrentino mi ha invitato a Rovereto per assistere alla presentazione della mostra, raccontarla e godermi cosa vedere a Rovereto e le bellezze circostanti, sia storiche che naturalistiche. Vi racconto in due articoli quei giorni fantastici tra i laghi del Trentino, il foliage autunnale, la cucina tipica e poi lui… il grande Caravaggio al Mart!
- Come raggiungere Rovereto
- Caravaggio al Mart
- Il Mart di Rovereto
- Indicazioni finali
1. Come raggiungere Rovereto




La città di Rovereto apre il Trentino Alto Adige. Forse troppo spesso all’ombra di Trento e delle tante meraviglie della regione, è al contrario comodissima da raggiungere: 45’ da Verona prendendo l’autostrada 22 del Brennero o in alternativa 40’-60’ minuti in treno.
Ho accettato con entusiasmo l’invito di VisitTrentino per scoprire un museo che non conoscevo e perché – va detto – il Trentino è tutto meraviglioso! Poi ti accoglie sempre a braccia aperte… questo lo adoro!
caravaggio rovereto
2. Caravaggio al Mart




Sveglia tranquilla, colazione abbondante che propende per quella continentale con salumi e formaggi; ma io senza cappuccino e brioche non posso cominciare la giornata!
Usciamo tra le strade di Rovereto e la città è in fibrillazione: si sente che è una giornata importante! Locandine e cartelloni della mostra sono appesi ovunque: oggi è il grande giorno dell’inaugurazione! La fila all’ingresso è lunga e prendiamo posto sotto la grande cupola in acciaio e plexiglass disegnata dall’architetto Mario Botta; è il simbolo del Mart. L’avevo vista in molte foto, ma dal vivo è fantastica!
Un po’ di attesa e parte lo show teatrale “La conversione di un cavallo”, tableaux vivants che inscenano perfettamente i quadri di Caravaggio. Gli attori sono bravissimi e super espressivi: sembrano sistemarsi gli abiti e poi… tac! All’improvviso si mettono in posa e formano un quadro identico in tutte le pose e dettagli. Un vero colpo di teatro! Erano identici: l’ho apprezzato tantissimo. Anche perché in alcuni quadri c’erano solo 1-2 personaggi per cui gli altri sparivano dietro ai teli. Dopo essere rimasti immobili per un po’, riprendevano a girare per la scena successiva. Vedere per credere…
2.1 Vittorio Sgarbi




Poi ha preso parola il fautore di tutto, Vittorio Sgarbi. Prima come assessore ai Beni culturali della Sicilia ha smosso le acque, ora come Presidente del Mart ha ideato e finalizzato il processo portando il capolavoro a Rovereto.
Con la consueta pacatezza ha spiegato l’accostamento di Caravaggio con Burri e Pasolini; per lui Caravaggio nel Seicento aveva già immaginato la morte di Pasolini e la distruzione della materia inscenata da Burri nei suoi lavori (questa è la sua visione). Infine ha stranamente polemizzato (definendoli criminali) con chi si è opposto al prestito del quadro qui al Mart. Tutto questo però permetterà il restauro dell’antica chiesa di Santa Lucia al Sepolcro per cui era stato pensato da Caravaggio sopra alle Latomie di Siracusa e la tomba della santa. Qui tornerà dopo la mostra lasciando il Duomo di Siracusa (chiesa di Santa Lucia alla Badia) che l’ha custodito ultimamente. Quindi questa lontananza forzata e osteggiata dai Siracusani – diciamolo – poi sarà a fin di bene!
2.2 La mostra “Caravaggio il contemporaneo”




Terminati i convenevoli d’obbligo, finalmente possiamo visitare la mostra “Caravaggio il contemporaneo”. All’ingresso c’è Sgarbi proiettato su un muro che spiega…. è ovunque! Inizia con un grande video con un’intervista a Pasolini; poi due tende ed ecco il grande salone – cuore della mostra – con luci basse e cupe.
Subito c’è un Caravaggio. Dico così perché i Caravaggio esposti sono due: fino al 4 dicembre infatti di fronte all’originale ci sarà la copia perfetta che Sgarbi ha voluto mettere… senza indicare quale sia quello vero. Come al solito Sgarbi è provocante! Anche noi ci siamo domandati quale fosse; inizialmente ho pensato giusto, poi una riga orizzontale molto visibile della copia mi ha ingannato… Insomma: l’originale è sulla sinistra!
Il Seppellimento di Santa Lucia è enorme e lascia senza parole. In basso il quadro è rovinato e consunto, si vede la tela grezza (ed anche per questo è stato paragonato a Burri), mentre in alto mezza tela è vuota con le catacombe sullo sfondo. L’atmosfera è lugubre: invece che glorificare la santa, è una cruda e realistica scena di un funerale, coi due becchini protagonisti in primo piano che scavano. Per lo meno alla fine ha deciso di dipingere il collo della santa invece come mozzato dalla decapitazione (come era nella prima versione). Del resto, era un tema che ossessionava Caravaggio dopo la fuga da Malta!
Le altre opere




Nella mostra ci sono tante altre opere. Su tutti spiccano i lavori di Burri, diversi custoditi proprio al Mart. Il dramma novecentesco è ben espresso dal metallo piegato o dalla plastica bruciata, così come il Grande Cretto di Gibellina è praticamente il più grande monumento funebre del mondo e ci lega di nuovo alla Sicilia; qui alla mostra è rappresentato da 5 fotografie.
La polizia scientifica ha scattato le foto di Pasolini morto, davvero molto crude, anch’esse presenti. Il dramma si vede tutto: c’è davvero una corrispondenza tra il corpo pestato di Pasolini (e schiacciato da un’auto) e il corpo esanime di Santa Lucia dipinto da Caravaggio. Sgarbi pare voglia elogiare Pasolini: è il grande protagonista velato della mostra. Difatti ha commissionato all’artista Nicola Verlato alcune opere per l’occasione: un corpo che cade col volto di Pasolini (Sprofondamento), un quadro che rappresenta il ritrovamento del corpo di Pasolini in stile caravaggesco; colori scuri, tanti personaggi ammassati e in mezzo il corpo su una barella…
Mi ha colpito anche Nitsch, col sangue rosso di animali sulla tela e I naufraghi di Cagnaccio di San Pietro, che nel 1934 rievoca le tematiche del quadro caravaggesco.
Però speravo che ci fosse più Caravaggio e non solo opere contemporanee; ma del resto questa è la tematica del Mart…
2.3 Pranzo stellato al museo




Si è fatto tardi ed è arrivata la fame. Così ci hanno portato a pranzo dallo chef Alfio Ghezzi, premiato con tre stelle Michelin; è uno dei più rinomati in Trentino! Lui ha in gestione la caffetteria-bistrot super chic interna al museo (e un ristorante stella Michelin 2021). Grazie ai giochi di luce, l’atmosfera è intima e ovattata… e anche qui ci sono opere d’arte!
Lo chef vuole offrire piatti rapidi ed informali, ma assolutamente non banali. Sfrutta i prodotti locali… infatti era tutto buonissimo! Il Martburger era sostanzioso e delizioso, lo strudel altrettanto. Ah… se tutti i giorni fossero così!
caravaggio il contemporaneo mart
3.Il Mart di Rovereto




Questa mostra è stata l’occasione per me per visitare per la prima volta il Mart, ovvero il Museo di di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto. È uno dei più importanti e bei musei d’Italia e per tematica d’Europa; la collezione permanente raccoglie 20.000 opere di molti artisti importanti come Balla, Carrà, De Chirico, Boccioni, Sironi, Fontana, Pomodoro, Burri (appunto) e tanti altri, tra cui l’artista locale Fortunato Depero. Insomma un’antologia dell’arte degli ultimi 150 anni, con sguardo speciale verso la componente italiana: per chi ama l’arte contemporanea è da non perdere.
3.1 La mia visita al Mart




A me è piaciuto visitarlo: è uno di quei posti in cui è bello andare per scontrarsi con questa arte e riflettere. Come al solito l’arte contemporanea mi lascia perplesso/scettico (soprattutto l’Arte Povera e astratta… ma devo dire meno che a Villa Panza a Varese). Foto a bicchieri, bicchieri lasciati sui tavoli, tavoli circondati da orologi… mah! Mi aspettavo di più anche dalla sezione ottocentesca. Ma la sezione futurista è interessante per le forme e i materiali originali; pure Luigi Bonazza, artista italiano che aveva vissuto a Vienna e quindi ha un’influenza palese del secessionismo viennese (che adoro).
Comunque è sicuramente stimolante passeggiare in quelle sale spaziose e luminose (al contrario della mostra) con opere eccentriche sparse ovunque… chi se l’aspetterebbe un’igloo di rami in un museo? Pure fotograficamente il Mart è ispiratore, anche per lo stupendo edificio disegnato da Mario Botta tra due palazzi settecenteschi. La parte interna semicircolare attorno alla cupola ha tagli “alla Fontana” da cui filtra la luce: architettura fantastica!




Comunque ho apprezzato tantissimo la vitalità del Mart: un museo vivace (ha altre 2 sedi distaccate) che propone tantissime mostre temporanee e alterna opere per offrire sempre uno sguardo diverso, per non stancare mai. Inoltre collabora attivamente con altri grandi musei nazionali e internazionali. Insomma, il Mart è un grande cuore d’arte che batte forte… e lo senti bene.
Caravaggio al Mart
4. Indicazioni finali
Rovereto non è solo il Mart (anzi); è una cittadina altrettanto vivace e splendida da visitare. Per parlarne diffusamente e con calma, ho dedicato questo articolo per descrivere cosa vedere a Rovereto e dintorni e dove VisitTrentino mi ha portato.
Ora voglio parlare degli aspetti organizzativi della mostra. Covid19 permettendo, si terrà fino al 14 febbraio 2021. Nella mostra non è permesso fotografare: io avevo un permesso speciale del Mart. È consigliato l’acquisto dei biglietti online, così salterai la coda. Il costo del biglietto comprende la visita del Mart ed è di 11€, ma c’è un intelligente “biglietto famiglia” a 22€.
L’apertura è dal martedì alla domenica apre dalle 10 alle 18, il venerdì 10-21.
Per tutte le altre info clicca qui.
Spero che andrai a vedere la mostra! Ammirare un Caravaggio non capita tutti i giorni e – spero che si sia capito – il Mart è un museo fantastico.
Se avessi domande o commenti scrivili sotto. Mi segui già sui miei canali social?😉
Ecco altre foto della giornata:








































































































Articolo scritto in collaborazione con @VisitTrentino.