Cosa vedere a Catania in 3 giorni: barocco e delizie culinarie

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Il quesito che senti di più in Sicilia: è più bella Catania o Palermo? Domanda difficile, perché i siculi delle varie sponde prediligono la propria città (che è sempre decisamente meglio dell’altra). Per questo ho scelto di valutare coi miei occhi: dopo aver visitato Palermo l’anno scorso, sono andato nella città all’ombra dell’Etna. Catania è una città di cui si sente parlare tanto, ma che è poco conosciuta. Invece ha bellezze super sorprendenti, ma alcune sono chicche da scovare con pazienza. Te le racconto tutte: ecco cosa vedere a Catania in 3 giorni.

  1. Introduzione
  2. L’Etna
  3. 1° Giorno
  4. 2° Giorno, le 4 gemme nascoste
  5. 3° Giorno
  6. Conclusioni

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  1. Introduzione

    Hotel a Catania? C'è l'Ostello degli Elefanti sulla via Etnea in pieno centro
    Un soffitto decorato dell’Ostello degli Elefanti
    Catania è una di quelle città dove due date spiegano la sua storia: 1669, la grande eruzione dell’Etna, e 1693, il disastroso terremoto che mise in ginocchio mezza Sicilia. Sebbene abbia una storia antichissima (fondata dai Greci nel 729 a.C.), si è salvato poco di quello che c’era prima e Catania è stata ricostruita in uno sfavillante stile barocco che l’ha resa Patrimonio Unesco. Ciò spiega le strade razionali e perpendicolari che consentono di girare facilmente.
    Altrettanto semplice è raggiungerla: l’aeroporto di Fontanarossa è servito da molti voli low-cost; è facile pure arrivare in centro con l’autobus alibus (costo 4€), che sfiora gli scheletri industriali abbandonati e la zona del porto. In alternativa ci sono i traghetti per chi proviene dalla Calabria.
    Il bello di Catania è che si può trovare alloggio in pieno centro spendendo poco: io sono stato all’Ostello degli Elefanti, in un palazzo del ‘600 con soffitti meravigliosamente affrescati e il terrazzo con vista mozzafiato, a due passi da Piazza del Duomo; lo staff è simpatico e ha pure camere private. Insomma è perfetto per visitare la città. Faccio check-in e lascio la valigia: sono pronto per vedere Catania.
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  2. L’Etna

    Il profilo cittadino di Catania è reso unico dall'Etna, "A Muntagna"
    L’Etna innevato emerge sullo sfondo del panorama di Catania
    L’Etna è il gigante che sorveglia Catania, rendendo unico il profilo cittadino coi suoi 3300 metri. Atterrando si nota benissimo! Più che un vicino fastidioso, è il segreto della ricchezza cittadina: le colate laviche hanno creato i campi fertilissimi che attrassero i Greci e regalato nei secoli ottimi raccolti. Per di più è un vulcano effusivo (non esplosivo): seppur attivo, non prevede eruzioni devastanti, ma solo colate che dagli anni ’80 l’uomo ha capito come deviare, per salvaguardare i centri urbani aggrappati al vulcano.
    Insomma, A Montagna” è una parte di Catania così come la laguna per Venezia e il Tevere per Roma; non vivrebbero l’un senza l’altra! Una nuvoletta circonda la vetta quando arrivo in città, dovuta alla nuova eruzione: panorama fantastico! Un’escursione sull’Etna è sempre un’ottima idea.
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  3. Cosa vedere a Catania: 1° Giorno

    Cosa vedere a Catania? Sicuro Piazza del Duomo e la Cattedrale
    Il cuore di Catania, Piazza del Duomo e la Cattedrale di Sant’Agata
    Cosa vedere a Catania? Bisogna partire dal suo cuore, Piazza del Duomo, quadrato spiazzo barocco dove sorge la Fontana dell’Elefante, simbolo cittadino dal 1239; un unico pezzo di pietra lavica scolpito in tempi antichi e sormontato da un obelisco egizio (a cui è legata una tetra leggenda), che Giovanni Battista Vaccarini – il grande architetto della ricostruzione settecentesca – posizionò nel centro della rinnovata piazza.
    Di fronte c’è la Cattedrale di Sant’Agata, con l’elegante facciata bicolore disegnata dallo stesso Vaccarini. Marmo bianco e granito cambiano colore a seconda della luce del giorno; le bellissime colonne probabilmente provengono dal Teatro romano. L’interno non è così sfavillante, anzi un po’ spoglio, ma grandi tele con cornici sontuose in legno dorato decorano le navate e c’è qualche tomba di vescovo o personaggi famosi come Vincenzo Bellini, orgoglio cittadino. L’unica parte dell’antica basilica normanna che si è salvata dal terremoto sono le tombe dei monarchi aragonesi e la cappella di Sant’Agata, però visitabili a pagamento e custodite da ragazzi che chiacchierano. Mi hanno infastidito e non sono entrato.
    10 cose da vedere a catania


    3.1  Gli altri edifici di Piazza del Duomo

    Cosa vedere a Catania? Si parte da Piazza del Duomo, il cuore della città
    Un lato di Piazza del Duomo con un tranquillo bar all’aperto
    La cattedrale fu realizzata sulle rovine delle romane Terme Achilliane, ammirabili entrando nel Museo diocesano del Palazzo del Seminario; cosa che non ho fatto, perché non amo quei tipi di museo, anche se da qui c’è una vista mozzafiato sulla città. Ho visitato invece dall’altro lato della strada la Badia di Sant’Agata, davvero magnifica; è a base centrale con un bel cupolone bianco e decorazioni rococò: 4 statue ai 4 punti cardinali e un organetto antico e un bel crocifisso. Si può pure salire sulla cupola pagando 4€, ma preferisco tornarci verso il tramonto.
    Sull’altro lato infine c’è il Palazzo degli Elefanti, sede del Comune. Una grande scalinata sale dal cortile centrale e porta al piano nobile, inondato di luce dove è indicato un percorso per ammirare opere dell’800-900 che non mi hanno entusiasmato; c’è pure una galleria con i ritratti di tutti i sindaci di Catania. Non so se sia liberamente visitabile, ma c’era una conferenza e ne ho approfittato 😉
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    3.2  Piazza dell’Università

    Piazza dell'Università è una delle cose da vedere a Catania
    Il Palazzo dell’Università visto dal portone di Palazzo San Giuliano
    Come in tutta la Sicilia, a Catania i ritmi sono tranquilli. Mi adeguo e prendo un cappuccino con cornetto in Piazza dell’Università; come sempre qui esagerano: ci sarà stato mezzo chilo di marmellata dentro! Quanto amo la Sicilia!
    La piazza è sempre piena di vita, con gente che chiacchiera o prende il sole sulle panchine sotto ai 4 lampioni, tutti con statue tutte diverse. Qualche palazzo è ancora abbandonato o pieno di fuliggine, ma gli altri sono splendidi e si vede che è in atto un tentativo di valorizzazione. 
    La stessa università merita una visita: i due palazzi barocchi si specchiano uno nell’altro rendendo scenografica la piazza quadrata. L’edificio a destra è Palazzo San Giuliano: ha internamente un piccolo cortile con giardino, ma merita una foto soprattutto lo sguardo attraverso l’imponente portone sulPalazzo dell’Università con l’orologio in cima, che somiglia esternamente al Palazzo Ducale di Modena; all’interno ha un fantastico cortile quadrato con pietre scure e marmi bianchi che creano splendide decorazioni. Consiglio di salire le scale per ammirarle dai piani superiori, dove le arcate bianche si uniscono al cielo azzurro. Anche l’Aula Magna è splendida: assolutamente una delle cose da visitare a Catania!
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    3.3  Via Crociferi

    Via Crociferi, la via più bella di Catania: un tripudio dello stile barocco!
    Scorcio di Via Crociferi, con due facciate barocche affiancate
    Piazza dell’Università è tagliata in due dalla Via Etnea, che qui parte la sua corsa. Io però preferisco andare a visitare quella parallela, Via Crociferi. Si apre con una piazzetta con piante esotiche nel centro; sulla destra l‘imponente facciata bianca della chiesa di San Francesco d’Assisi: sono arrivato verso mezzogiorno e mi han chiuso il portone in faccia! Così ho passeggiato fino in fondo alla via costellata di chiese come ninfee in uno stagno. Passato un arco si susseguono facciate barocche che si alzano alte in cielo: colpo d’occhio fantastico (ma non semplice da fotografare). Anche qui però impossibile entrare: la chiesa di San Francesco Borgia è inspiegabilmente chiusa, quella di San Giuliano in fondo sulla destra era a pagamento e non mi ispirava (e invece è un capolavoro!).
    Deluso, mi reco pranzare in Piazza Mazzini: i palazzi identici e decadenti sono affascinanti. Da Shardania Bistrot ho preso ottima pasta fresca con speck e… pistacchio! Ne sono talmente orgogliosi che lo mettono davvero su tutto!
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    3.4  Il Teatro Romano

    Cosa visitare a Catania? Di certo il Teatro Romano
    La vista del Teatro Romano di Catania, con le case costruite attorno
    Riprendo il giro: poco lontano c’è il Teatro Romano che merita senza dubbio una visita. Sono state trovate le fondamenta greche, ma i resti sono dei tempi romani. Gli enormi androni in cui si passa ricordano il Colosseo e Verona, anche se qui sono in pietra lavica scura (ovviamente): così fanno più effetto. Poteva ospitare 7.000 persone e col passare dei secoli è stato inglobato negli edifici del centro… c’è persino una foto aerea di inizio novecento con le case nella cavea!
    Una particolarità sono le case costruite in cima appena dopo il terremoto, in legno per renderle leggere (Casa Pandolfo) oppure quelle della famiglia Liberti addossate alle mura, che la sovraintendenza ha deciso di mantenere per testimoniare questa fusione avvenuta nei secoli; qui le pareti affrescate sono bellissime!
    Chiaramente ha subito spoliazioni (come per costruire la cattedrale); del resto c’erano perfette pietre squadrate e colonne, perché non sfruttarle? Ora nella cavea c’è un laghetto, frutto di uno dei rami del fiume Amenano: sui pochi marmi bianchi rimasti si possono ammirare alcuni pesciolini, guardati a vista dai gatti sonnecchianti. A fianco c’è l’Odeon, più piccolo, riscavato dopo il ritrovamento anche se il palcoscenico rimane…dentro a una casa!
    Purtroppo il percorso di visita è numerato ma difficile da seguire: sembra un labirinto! Però sono rimasto a lungo sui gradini a godermi il panorama dei tetti e dei campanili che spuntano e il sole catanese del 2 dicembre, davvero un toccasana.
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    3.5  Via Garibaldi

    Porta Garibaldi è un monumentale arco borbonico che chiude Via Garibaldi a Catania
    Porta Garibaldi, monumentale arco che chiude Via Garibaldi
    Esco e imbocco Via Garibaldi, dove passeggiando si vedono palazzi antichi o più recenti; tantissimi hanno ringhiere in ferro battuto scrostate e sono sporchi di fuliggine come se non venissero puliti da decenni! Così Catania pare una bella addormentata nel bosco rispetto a Palermo che si è già svegliata e che – seppur coi suoi problemi – è stata tirata a lucido, soprattutto nel centro storico. Qua invece la bellezza è ancora vittima di incuria, trascurata: ci sono tante piante grasse sulle finestre, ma le imposte sono decrepite, l’intonaco è scolorito e si intona con le scenografiche insegne antiche; ogni tanto si insinua un negozio nuovo che rende il contrasto molto particolare. Non sono i classici palazzoni orrendi, ma di certo più che pittoresco sembra ignorato.
    In fondo c’è Porta Garibaldi, un trionfale arco borbonico del 1768 in pietra bicolore che chiude Via Garibaldi e il centro storico. All’esterno Catania è cresciuta senza criteri.
    Così torno in Via Crociferi sperando di trovare le chiese aperte, invano. In quella di San Francesco d’Assisi c’erano però i vespri: ho fatto due foto veloci alle “candelore” della festa di sant’Agata e sono uscito.
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    3.6  La vista dalla Badia Sant’Agata

    Il più bel panorama di Catania? Certamente dalla cupola della Badia Sant'Agata
    Il tramonto visto dalla cupola della Badia Sant’Agata
    Come programma, verso il tramonto torno alla Badia di Sant’Agata per ammirare il panorama. Salgo di fretta le scale strette perché il sole è già basso!
    Il primo livello è un terrazzo sopra al timpano, che pare una casa normale se non fosse per le statue dei santi che punteggiano il cornicione; con le velature del cielo che arrossisce è uno spettacolo! Ancor più veloce arrivo in cima alla cupola: il sole è già andato e le nuvole basse non han reso indimenticabile il tramonto, ma da qui la vista è meravigliosa! Si domina la Cattedrale e la sua cupola, che pare di poter toccare, con il mare e il porto sullo sfondo. Verso destra le persone si muovono minuscole in Piazza del Duomo e in Piazza dell’Università; l’Etna purtroppo è nascosto dalle nuvole, ma si vede il resto della città (che non è granché). Le sculture che decorano la balconata sono strane e ricordano Gaudì, anche se in pietra viva; chissà se lo pensano anche le due spagnole che mi han chiesto di farle una foto. Faccio un ultimo giro per respirare a fondo questa bellezza e cercare di memorizzarla per sempre.
    Tornato a terra siamo in piena blue hour: le due piazze sono meravigliose a quest’ora! Mi scateno nelle foto!
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    3.7  La serata

    Cosa mangiare a Catania? Gli arancini, sempre buonissimi
    I buonissimi arancini di Savia
    Per coronare la giornata sono andato a prendere un cannolo da Nonna Vincenza: crema e arancia. Che bontà! Ho già detto che adoro la Sicilia?!
    Per cena invece altra specialità sicula: gli arancini! Due bombe di goduria per il palato da Savia… 6,30€. Solo in Sicilia.
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  4. Cosa vedere a Catania: 2° Giorno, le 4 gemme nascoste

    Come ogni città, ci sono attrazioni poco note che i turisti per lo più non visitano, ma che sono di rara bellezza. A Catania ce ne sono ben 4.
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    4.1  Palazzo Biscari

    Cosa vedere a Catania? Sicuramente Palazzo Biscari il gioiello della città
    Il trionfo barocco della volta del salone delle feste di Palazzo Biscari
    La prima è certamente Palazzo Biscari: semplicemente magnifico. Probabilmente il più bel palazzo della Sicilia! Tant’è che ci hanno girato un video i Coldplay e il film i Viceré. È visitabile su appuntamento col brillantissimo principe Ruggero Moncada che spiega con battute di spirito le vicende e le peripezie della sua famiglia, passeggiando per le stanze coi loro ritratti appesi. La storia comincia nel 1053, quando il figlio bastardo del conte di Embrun venne mandato in Sicilia col nome Paternó (senza padre); un discendente sposò la baronessa di Biscari e prese il nome di Paternò Castello di Biscari (che era un feudo del ragusano). Poi nel ‘600 furono elevati dal re di Spagna a principi.
    Il palazzo invece ha storia più recente: dopo il grande terremoto il duca di Camastra (responsabile della ricostruzione) chiese ai Principi di Biscari di edificare un palazzo sulle cinquecentesche Mura di Carlo V, per abbellire e nobilitare il fronte mare. Obbiettivo riuscito: i 7 finestroni con le decorazioni rococò in stucco del terrazzo sono meravigliosi e si vedono bene da via Cardinale Dusmet.
    Il palazzo fu costruito con criteri sismici e nel ‘700 era di 600 stanze con 7 cortili. Favoloso il salone delle feste: sulla volta è dipinta la gloria della famiglia Paternò Castello, tra roboanti stucchi e decorazioni su 3 livelli; il dio principale però non è Giove, ma il catanese Vulcano dipinto da Sebastiano Monaco, così come i putti e le 4 virtù cardinali; nella cupola c’è la loggia dove i musicisti suonavano, salendo una scala a forma di “fiocco di nuvola” (parole del principe Ignazio). I mobili qui son spariti perché gli Alleati durante la guerra li bruciarono per riscaldarsi (e nel salone hanno giocato a tennis: un quadro è bucato da una pallata!). Altra stanza splendida è il budoir: mobili con favolose tarsie in legno, ma soprattutto un pavimento romano originale scoperto a Catania perché un membro della famiglia era archeologo e scavò in città. Assolutamente da visitare telefonando al 320 2114802 per prenotare.
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    4.2  L’ex monastero di San Benedetto

    L'ex Monastero dei Benedettini è una delle cose da visitare a Catania
    Lo scalone trionfale dell’ex Monastero dei Benedettini
    La seconda gemma di Catania è l’ex monastero dei Benedettini, il 2° più grande d’Europa. Iniziato nel 1558, schivò per poco la grande eruzione: in qualche modo riuscirono a fermarla, come si vede dalle rocce laviche di fronte alle pareti esterne (alte ben 12 metri!). Ma nulla si poté contro il terremoto; il genio di Vaccarini fu impiegato anche qui. Sebbene ora ospiti la sede umanistica dell’Università di Catania e si può entrare liberamente, io consiglio di visitarlo con la guida: i ragazzi sono bravissimi e ti portano anche dove da solo non potresti.
    Si parte dallo scalone monumentale, imponente scala a tenaglia in marmo e rilievi in gesso; ricorda nel candore il palazzo reale di Napoli ed era il biglietto da visita del monastero. Porta al chiostro di rappresentanza con struttura eclettica nel centro, circondata dal verde. È sontuoso perché i monaci che ci vivevano erano figli cadetti dei nobili… e quindi si trattavano bene!
    Il lungo corridoio ha celle con tantissime porte, ma molte sono finte per renderlo simmetrico. In fondo la stanza dell’abate, che nell’800 diventa enorme: è meravigliosamente affrescata con pensatori greci e latini e letterati italiani; altrettanto meraviglioso il suo ufficio nella stanza a fianco, ancora in stile neoclassico.
    Pochi passi e si raggiunge il chiostro di ponente, identico al 1608, quadrato e rialzato dopo il terremoto compattandone sotto le macerie. Affascinante: marmo bianco e pietra lavica nera che si alternano. Dal terremoto si salvò solo il seminterrato: è ancora quello originario e ora ospita la biblioteca del dipartimento, dal nostalgico profumo dei miei anni universitari. Qui durante i lavori sono riemerse due domus romane, ma pure una tomba del 3000 a.C.: Catania nacque qui! Proprio in questa zona si nota il mirabile restauro di Giancarlo de Carlo per trasformarlo in sede universitaria, installando strutture smontabili, ora vincolate pure quelle dalla sovraintendenza; si tratta di linee contemporanee in ferro che si integrano e sublimano quelle antiche in pietra: anche da fotografare sono bellissime!
    Però ho preferito l’egregio lavoro di Vaccarini: del resto è Patrimonio Unesco! Creò ex novo un’intera sezione con un corridoio centrale a cui accedere alle aule principali, refettorio (ora aula magna) biblioteca e cucine. La costruì sospesa sulla lava come una palafitta (per adeguarsi all’altro livello) con volte a crociera e archi in modo che fosse antisismica. Luogo assolutamente spaziale è il Museo della Fabbrica: si entra nel ventre del monastero dove c’è la pietra lavica; qui nell’800 vennero installati strumenti scientifici, alcuni dei quali tuttora esposti e qui De Carlo creò la “sala rossa”, con una copertura da film di fantascienza… vedere per credere!
    A fianco c’è la monumentale chiesa di San Nicolò l’Arena dalla facciata incompiuta. È davvero imponente dentro, anche se abbastanza spoglia; la meridiana nel transetto davanti all’altare mi ha ricordato la mia Bergamo. Si può persino salire sulla cupola di Ittar per un bel panorama.
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    4.3   Il sito storico di San Benedetto

    Una delle gemme di Catania: la chiesa di San Benedetto trionfo barocco
    L’affresco dell’ascesa al cielo di San Benedetto nella volta della Chiesa del monastero
    Uscito sono andato A casa di Pino a mangiare: un antipasto di pesce caldo e pasta alla Norma con la ricotta che si scioglie in bocca; le melanzane alla lunga stancano, ma è un classico catanese!
    Poi la terza gemma: il sito storico di San Benedetto, unica attrazione sempre aperta di Via Crociferi (in quanto museo). Mi avevano detto che è stupendo: lo confermo! È il monastero delle benedettine, fondato nel 1355 su edifici romani e una chiesa bizantina di cui sono visibili i resti all’ingresso; del resto Via Crociferi era la via sacra romana. Qui vivono ancora 22 monache di clausura, nel mistico silenzio che accompagna la visita; difatti “Storia di una capinera” di Verga – con protagonista una monaca – è ambientata qui, nel parlatoio.
    Ci sono due ambienti che lasciano senza parole: in primis il trionfale scalone degli Angeli, con le 8 statue che lo decorano e ti avvicinano al portone con rifiniture dorate. Il secondo è la chiesa, che si spalanca appena dopo; la volta ti abbaglia per la sua bellezza! Ricorda molto le chiese palermitane: ovunque esuberanti affreschi barocchi di Giovanni Tuccari, ma che si inseriscono perfettamente nello spazio; sono narrate le storie di San Benedetto e allegorie delle virtù nei riquadri piccoli, mentre la gloria e l’ascesa al cielo di San Benedetto sono al centro del soffitto. Domina il colore giallo estatico che esalta il contrasto con i panneggi colorati dei santi e lo splendido fregio coi putti. E pensare che molti affreschi furono ricoperti durante il neoclassicismo, ma grazie ad una bomba si svelarono nel 1943 e così si riportò la chiesa alla bellezza barocca.
    Una chicca è la cantoria lignea a forma di una poppa di galeone, magnifica! Le doppie grate sono per le monache, per evitare che vengano viste. Ma se ti fermi in silenzio ad ascoltare, come per incanto puoi sentire le loro preghiere bisbigliate…
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    4.4  Teatro Bellini

    Un gioiello di Catania: il Teatro Bellini in meraviglioso stile barocco
    Un dettaglio della meravigliosa sala del Teatro Bellini
    Il quarto gioiello è il Teatro Bellini, considerato il migliore dei teatri antichi. Inaugurato nel 1890 con la norma di Bellini, era all’avanguardia: aveva già un impianto di riscaldamento e illuminazione. Gli architetti Andrea Scala e Carlo Sada impiegarono 60 anni a finirlo in stile tardo barocco, usando maestranze da tutta Italia: friulani, fiorentini, milanesi… Dal 1920 si impone come importante teatro.
    Dentro è magnifico, sia dal basso che dall’alto: la cupola è incredibilmente in canne di bambù ricoperte di gesso dipinto, per essere elastica e diffondere perfettamente il suono, mentre il sipario dipinto da Sciuti è patrimonio nazionale.
    Però rimango incantato dalle lampade tonde che si ripetono geometricamente, come lucciole che guidano verso il palcoscenico illuminando la porpora dei tendaggi; basta chiudere gli occhi per immaginarselo pieno, mentre echeggiano le note. Chissà che emozioni!
    Altrettanto magico è il foyer: fantastico con statua di Bellini e le colonne che sembrano in marmo, ma in realtà sono in ferro. Qui le decorazioni di affreschi e stucchi sono lussuose e sognanti.
    Avendo deciso di costruire il teatro in centro storico, la facciata è letteralmente incastrata tra due palazzi: la maestosità è stata ottenuta avanzandola nella piazza e allargando le ali; un colpo d’occhio splendido!
    Una curiosità: il palco reale è assegnato come tutti gli altri posti: ogni sera c’è un fortunato che può godersi lo spettacolo… sentendosi un re!
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    4.5  La cena tipica

    Una specialità culinaria di Catania? La carne di cavallo!
    Il tris di carne di cavallo da Camelot
    C’è una cosa che tutti mi han consigliato di provare a Catania: la carne di cavallo. È tipica della città e ci sono zone in cui non si mangia altro, come attorno al Castello Ursino. Molto curioso, ci vado anch’io, passando tra strade strette prese d’assalto da auto e parcheggiatori; sembra la zona della movida milanese, però in salsa mediterranea. Ancor prima di arrivare il profumo che si sparge tra le vie ti attrae magneticamente; esplode quando arrivi in piazza Federico di Svevia, dove ci sono tavolini e griglie all’aperto, col fumo che si diffonde; si fa perfino fatica a vedere!
    Tra i vari ristoranti, scelgo Camelot. Ordino la carne di carne di cavallo in 3 modi; quando l’addento si scioglie in bocca… che delizia! Le polpette sono le più buone! La cena non è costata nemmeno molto.
    Per digerire, un classico siciliano dopo cena: selz sale e limone in un chioschetto sulla strada. Stasera sono siciliano al 100%: mi manca solo la coppola e l’accento! 😉
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  5. 3° Giorno

    Cosa vedere a Catania? La casa museo di Vincenzo Bellini
    Una stampa con un ritratto di Vincenzo Bellini nella sua casa-museo
    La pioggia accompagna il mio terzo risveglio catanese. Ancor più del solito, i ritmi della città calano e mi adeguo. Cosa vedere a Catania oggi?
    Con calma vado alla Casa museo di Vincenzo Bellini: voglio conoscere il personaggio più famoso di Catania (dopo Sant’Agata, naturalmente!). Il compositore nacque qui e c’è la targa che lo dice, ma la piccola casa è praticamente un’esposizione di libretti teatrali, lettere che ha scritto, qualche ritratto (di parenti o amici) o stampe… e nemmeno uno strumento! Soprattutto il museo non è didascalico: non ho imparato praticamente nulla; solo la maschera funebre testimonia che è morto giovane a Parigi. Lo ammetto: mi ha deluso.
    Peraltro col biglietto di 5€ potevo accedere anche al museo a fianco, ma l’ho trovato chiuso.
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    5.1  Casa Museo di Verga

    Visitare Catania significa scoprire i suoi cittadini illustri, come Giovanni Verga
    Il busto di Giovanni Verga nella sua casa-museo
    Molto meglio la Casa di Giovanni Verga in via Sant’Anna, una via popolare con grandi portoni che ricordano il tempo che fu. Totalmente diversa da quella di Bellini: l’audioguida ti accompagna per mano nel mondo del grande narratore e nella casa in cui visse per 35 anni una volta ritornato a Catania.
    Da giovane si stabilì nella vibrante Milano dei caffè letterari, lasciando alle spalle una Sicilia agricola che fu sempre grande ispiratrice delle sue novelle; abilmente calcolò il dovuto per mantenersi coi suoi scritti. Poi dal 1893 tornò a Catania, lasciando perdere la vita mondana e dedicandosi agli affetti familiari dei nipoti che crebbe, visto che non ebbe mai figli; ciò è testimoniato dai ritratti appesi nella camera da letto. Morì nel 1922 poco dopo esser stato celebrato dalla sua città.
    Nella casa il luogo più importante è la sala della biblioteca: infatti è centrale e splendida; sono conservati ben 2500 grandi libri e che lui stesso aveva portato a rilegare e danno un colpo d’occhio omogeneo a tutto l’ambiente.
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    5.2  La Pescheria

    Dove mangiare a Catania? Al Mercato della Pescheria, un posto davvero tipico!
    Un pescatore espone il suo pesce spada fresco alla Pescheria
    Saltellando per evitare la pioggia raggiungo Piazza del Duomo e passo accanto alla fontana dell’Amenano, conosciuta come “fontana a lenzuolo” che porta il fiume sotterraneo alla luce del sole tra statue in marmo. Dietro c’è la Pescheria, uno dei posti più pittoreschi di Catania. È come mi aspettavo: un mercato a cielo aperto con bancarelle che vendono ogni tipo di pesce e molluschi, come le canocchie che ancora si muovono; poi gente che urla, gente che passeggia… una scena molto teatrale, ecco perché tutti la consigliano per pranzare! Peccato che gli ombrelli la rovinano. Dopo aver girato per le bancarelle ho cercato un posticino per mangiare: trattoria/street food Mm! Ho ordinato un coppo di fritto che dà sempre soddisfazioni e mi hanno pure offerto un mini arancino nel sugo di pesce. La delizia è doppia: ha pure smesso di piovere!
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    5.3 Castello Ursino

    A Catania cosa vedere? Il Castello Ursino con i suoi possenti torrioni
    Il Castello Ursino con le sue possenti mura e torrioni
    Attraversando qualche strada minacciosa si arriva al Castello Ursino: di giorno ancor di più si vedono i fumi delle grigliate all’aperto e le persone sui tavolini per strada o che passeggiano tra le vie, molto rumorose. Anche alle 16 la gente mangia! Il Castello da fuori è imponente: si vede la lava che l’ha circondato allungando il fronte marino per un chilometro, rendendo inutili gli attracchi alla base delle mura. Fu voluto da Federico II, come dimostra la piccola aquila sveva che afferra un agnello in una nicchia. È quadrato in pietra viva con torrioni circolari: ospita la collezione dei musei Civici (non eccezionale) che illustra la storia di Catania, mentre nel cortile centrale ci sono lapidi e su un muro si sono conservate le scritte dei soldati… vai a cercarle!
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    5.4 La Via Etnea

    La Via Etnea, cuore di Catania: qui le coppie e le persone vengono a passeggiare
    La gente cammina sulla Via Etnea di notte
    Dopo un vano tentativo di trovare aperte le chiese di Via Crociferi, torno in Piazza dell’Università per godermi una sosta dolce da Prestipino. Questo bar/pasticceria è tentatore! Vorrei comprare tutti i suoi dolci colorati e invitanti! Scelgo un cannolo al pistacchio, tipico catanese. Che bontà!!!
    Per coronare la giornata, faccio una passeggiata risalendo la via Etnea: è il vero centro della vita cittadina, con persone che passeggiano a tutte le ore e si fermano nei negozi e ristoranti. Passati i 4 canti di Catania (nemmeno lontani parenti di quelli palermitani) mi fermo in Piazza Stesicoro, dove ci sono i resti dell’anfiteatro: se ne vede un frammento, perché la maggior parte è sotto ai palazzi della zona. Era il 2° più grande d’Italia: puoi ammirarlo dalla cancellata nella piazza o scendere tra le enormi arcate; altrimenti se conosci qualcuno puoi vedere la sua cantina millenaria!
    Dall’altro lato della strada il monumento a Vincenzo Bellini. Proseguendo c’è invece Villa Bellini, un grande parco con aiuole curate (formano addirittura parole e un orologio!), almeno dall’ingresso da via Etnea. In realtà dopo la creazione nel ‘700 ha seguito alterne fortune, perdendo la magia del labirinto, del patrimonio botanico e del piccolo zoo che aveva. Nonostante questa trascuratezza, è uno dei posti dove trovare le famiglie coi bambini che giocano o gli adolescenti che si incontrano. Il mio punto preferito è il Chiosco della Musica in stile liberty-moresco molto affascinante, con i lampioni tondi e le decorazioni in ferro battuto (da non confondere con quello di Rapallo). Da qui la vista su Catania ricorda il giardino di Boboli di Firenze!
    Qui attorno ci sono due vie pittoresche: via Pacini, con la scenografica chiesa sul fondo, come la via dell’Orologio di Palermo; l’altra è via Santa Filomena, dove si spande un profumo eccezionale di pasticceria e tanti locali i graziosi con le luci che splendono nella blue hour.
    Ritornando sui miei passi ho trovato incredibilmente la Collegiata aperta e sono entrato! Non è granché in realtà, anche se sul soffitto c’è qualche dipinto moderno, una statua di Sant’Agata e poco altro.
    Ci sarebbero stati altri luoghi affascinanti da scoprire, come ad esempio l’ostello col fiume che gli passa sotto, l’orto botanico, palazzo Manganelli, le varie chiese dedicate a Sant’Agata oppure andare a scoprire la leggenda di Gammazita. Ma è sceso l’ultimo tramonto su Catania… è ora di fare le valigie!
    cosa vedere a catania

  6. Conclusioni

    Visitare Catania, la città dal fascino decadente come una bella addormentata
    Una vespa davanti a un palazzo di Via Crociferi
    Quindi è più bella Palermo o Catania? Secondo me la risposta è facile: coi suoi mosaici dorati che fondono culture differenti e l’eleganza delle sue vie, Palermo è imbattibile. Catania è una bella addormentata molto teatrale, col sonno che ha rovinato il “makeup”: devi andare a cercare la sua bellezza, tra i palazzi curati dalle ringhiere annerite, cartelli ovunque e pali per delimitare i marciapiedi tutti storti. Il fascino decadente alla lunga si rivela trascuratezza, di una città che è ancora alla ricerca della sua anima sospesa tra barocco e industrializzazione; lo dimostra il rapporto col mare, al momento accantonato in un cassetto, come se non esistesse. 
    Però ho visto itinerari nell’est della Sicilia che passano direttamente da Taormina alla Val di Noto: questo è sbagliato; Catania merita assolutamente una visita, anche solo per passeggiare lentamente come i suoi abitanti e fare sosta nelle pasticcerie. Chi passa in zona deve dedicare almeno due giorni a scoprire le bellezze catanesi: spero di avertelo dimostrato.  

    Ringrazio l’Ostello degli Elefanti per l’ospitalità e la gentilezza. 

    cosa vedere a catania

Spero di averti illustrato cosa vedere a Catania. Se hai domande lascia un commento oppure dimmi che ne pensi; mi segui già sui social? 🙂
Qui puoi scoprire un tour della Sicilia di 7 giorni e una visita a Ragusa, Modica e Scicli.

Ecco altre foto di questo viaggio:

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6 pensieri su “Cosa vedere a Catania in 3 giorni: barocco e delizie culinarie

    1. Srake

      Muito obrigado!! Se as igrejas fossem mais apertas e as ruas mais lindas acho que possa ser uma cidade perfeita pra uma viagem. Mas Palermo è melhor: tem muitas belezas e é mais historica

  1. Paola

    Premetto che sono innamorata della Sicilia
    La prima volta sono andata a Catania in pieno inverno. Ultimo dell’anno di giorno c’era una maratona, mio marito a piedi e io in bicicletta presa a nolo.
    La sera uno spettacolo da mille e una notte in piazza Università e via Etnea con funambolo e vari artisti che hanno creato una magia unica.
    Per me l’ultimo dell’anno piu bello della mia vita !!!
    Poi sono tornata altre volte a Catania per visitare altre zone. Un anno sono andata appositamente per vedere la grande Festa di Sant’Agata il 5 febbraio.
    Ho visitato tutti i luoghi che
    hai menzionato e sono andata anche a vedere la zona fuori Catania di Aci Castello Aci Trezza Aci Catena ecccc

    1. Srake

      Ciao Paola, grazie per il commento.
      Io purtroppo ho avuto poco tempo per girare i dintorni: solo un giorno a Taormina. Ci dovrò tornare… comunque Catania è bella: non capisco quelli che la saltano. Considera che ci sono andato a inizio dicembre e c’era questa luce fantastica e temperature gradevoli.
      Chissà come è durante le feste, come hai vissuto tu! Un po’ ti invidio 😉

  2. diana

    Sono stata in vacanza a maggio ho preferito alloggiare a mascalucia in provincia al bed and breakfast etna massalargia ,ottima posizione per spostamenti per Taormina etna e siracusa,.Ci hanno consigliato di andare a mangiare la sera da mario a catania in via crociferi ottima trattoria immersa nel barocco,ci hanno fornito i voucher sconto per una bellissima escursione sull’etna e ci hanno consigliato di visitare la pescheria e la fiera.Grazie

    1. Srake

      Buono a sapersi! Io ovviamente ho descritto la mia esperienza e in pochi giorni ho potuto fare poco; sull’etna mi sarebbe piaciuta salirci, così come Siracusa. Sarà per la prossima volta 😃 Grazie a te

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