Ci sono tantissimi luoghi da visitare in Italia; paesaggi naturali, borghi e resti archeologici. Solo considerando i centri urbani, sono numerosissime le città da visitare in Italia: anche le regioni meno considerate hanno gemme da scoprire. Prendiamo ad esempio l’Emilia Romagna: non è una delle destinazioni più famose, però ogni città ha la sua bellezza. Ma cosa vedere in Emilia Romagna?
Io ti consiglio di visitare Ravenna, una delle città più belle del Nord Italia, ma allo stesso tempo delle più sottovalutate anche se è Patrimonio Unesco; purtroppo tra i turisti italiani e stranieri la si sente nominare poco… Ma per chi ama la storia e l’arte come è sicuramente uno dei posti più belli in Italia. Ti spiego perché e cosa vedere a Ravenna, la città dei mosaici in Emilia Romagna.
- Storia di Ravenna
- Come arrivare
- I monumenti paleocristiani di Ravenna
- Classe
- Il resto da visitare a Ravenna
- Le vacanze di Natale a Ravenna
- Conclusioni
cosa vedere a Ravenna
1. Storia di Ravenna




La storia di Ravenna è semplice: ai tempi dei Romani, quando il mare Adriatico bagnava e abbracciava la città, era sede della flotta che sorvegliava il Mediterraneo orientale; infatti “Classe” – frazione di Ravenna – deriva da “classis“, ovvero flotta. Per questa importanza e la facilità a difenderla, dopo Milano divenne capitale dell’Impero Romano d’Occidente nel 402 d.C.. L’impero era già in declino e i barbari minacciosi, ma l’arte produceva ancora capolavori come dimostrano gli edifici Patrimonio Unesco di Ravenna; molti peraltro furono realizzati dopo la deposizione di Romolo Augustolo. Il re dei Goti Teoderico (come dicono gli storici) o Teodorico visse e fu sepolto qui, nel suo imponente mausoleo oramai vuoto.
La riconquista dell’imperatore Giustiniano riporta Ravenna nell’Impero Romano d’Oriente, ma la gloria è agli sgoccioli: l’Esarcato non verrà mai conquistato dai Longobardi, ma Ravenna sparisce dalla grande storia. Ci tornerà temporaneamente con la signoria dei Da Polenta che ospitarono Dante e poi nel XV secolo coi Veneziani, che costruirono palazzi e la Rocca Brancaleone. Seguirono altri secoli di eclissi sotto lo Stato Pontificio, che hanno conservato Ravenna come città tranquilla e splendida, dedita all’arte dei mosaici.
Ravenna mosaici
2. Come arrivare




Arrivare a Ravenna in auto è facile. L’Autostrada A14 Adriatica scorre a una trentina di chilometri di distanza e tra Imola e Faenza c’è un prolungamento dell’autostrada (A14dir) che porta dritto a Ravenna; da sud è meglio uscire a “Cesena Nord” e poi prendere la SS3bis. Invece per chi arrivasse da nord dal Veneto c’è la Strada Statale 309 Romea (non sicurissima). I parcheggi in città sono molti ed è facile trovare posto.
In treno è altrettanto facile: si arriva in 70 minuti da Bologna.
10 cose da vedere a Ravenna
3. I monumenti paleocristiani di Ravenna
Cosa vedere a Ravenna? La visita della città si può suddividere tra i monumenti paleocristiani Patrimonio Unesco dal 1996 e tutte le altre attrazioni, altrettanto meritevoli sebbene non uniche come i mosaici di Ravenna. I monumenti paleocristiani sono ben 8 e – basilica di Sant’Apollinare in Classe a parte – si trovano tutti in città.
Cinque si possono visitare con un biglietto cumulativo che costa 9,50€; sono esclusi il Battistero degli Ariani che costa 2€, il Mausoleo di Teodorico 4€ e Sant’Apollinare in Classe 5€.
Quasi tutti i monumenti sono costellati di meravigliosi mosaici, che sono il primo passo dell’arte romana verso l’arte bizantina, prodotta dallo sbriciolarsi dell’Impero. Solo a Ravenna si può godere di tanti mosaici parietali arrivati fino a noi, sebbene fossero diffusi in tutto il Mediterraneo. La cosa particolare è che emergono improvvisamente, una volta che diventa la capitale: ma da dove venivano i mosaicisti? Altra cosa interessante è che sono i protagonisti del V e VI secolo, ovvero esponenti artistici della fine dell’Impero d’Occidente, del Regno Goto e della riconquista di Giustiniano; seppur disparati, l’unità stilistica è eccezionale!
monumenti bizantini a Ravenna
3.1 Mausoleo di Galla Placidia




Uno straordinario piccolo gioiello: questo è il Mausoleo di Galla Placidia, il monumento patrimonio Unesco più antico di Ravenna. Dall’esterno sembra una casa piccolissima, con una torretta che svetta; l’interno ti lascia impietrito perché tutto meravigliosamente ricoperto di mosaici. Galla Placidia fu un personaggio importantissimo: figlia dell’imperatore e poi imperatrice lei stessa, patrona delle arti e del cristianesimo; morì a Roma e paradossalmente non venne mai deposta nel suo mausoleo. Ci ha lasciato però i più antichi mosaici giunti integri e con stile coerente. Si rifanno al passato ellenistico: decorazioni vegetali e geometriche tridimensionali incorniciano scene cristiane con tema paradisiaco e un indimenticabile cielo stellato che ti sovrasta… è un continuo negare e accettare le pareti fisiche. Elemento classico è l’emblemata sopra l’ingresso che rappresenta Il Buon Pastore: è come se fosse una finestra su una scena bucolica (anche se ci sono chiari simboli cristiani) e illusionistica; il cielo stellato infatti interagisce con esso e coi mosaici di San Lorenzo di fronte. Ben diverse invece le altre due lunette coi cervi e gli 8 apostoli della zona superiore: sono perfettamente tridimensionali, ma non c’è sfondo. Acclamano la visione celestiale della volta, la grande croce dorata nel cielo blu stellato, fulcro e sintesi di tutti i mosaici.
3.2 Battistero degli Ortodossi




Totalmente sorprendenti i mosaici del Battistero degli Ortodossi (o Battistero Neoniano), formati da due bande concentriche che confluiscono in un medaglione centrale con la scena del Battesimo di Cristo, a sé stante e rifatto in età moderna. Furono realizzati a metà del V secolo ispirandosi al palazzo imperiale di Tessalonica (sempre in Oriente). La banda più bassa ha 8 scene divise da candelabri floreali con sontuose architetture immaginarie, mentre quella più alta vede le figure dei 12 apostoli in movimento su una striscia di terreno verde che si stagliano nel cielo blu, sempre divisi da elementi floreali. Quindi osservando bene c’è pure una tendenza verticale-radiale di influenza occidentale: sostanzialmente è una sintesi di stili differenti, che contrastano e si smorzano entrambi. Infatti l‘effetto è bidimensionale, anche se l’accostamento tra blu e oro è fantastico! Ammirarli con la testa all’insù è come fare un girotondo attorno alla vasca in marmo per coglierne tutti i dettagli.
3.3 Battistero degli Ariani




Di 50 anni più tardo è il Battistero degli Ariani, costruito da Teodorico per i suoi Goti di religione ariana. È modellato sul precedente, anche se c’è solo il medaglione centrale con il Battesimo di Cristo nel Giordano e la banda degli apostoli che lo cingono; manca la terza zona. Puoi vedere che si è imposta la visione concentrica, con l’oro che domina e la esalta; niente sfondo per gli apostoli, anche se rimane una striscia di terreno su cui spuntano le palme che li dividono. Gli apostoli appaiono fermi, quasi congelati, sintomo di una perdita di abilità (anche se i tre vicino al trono di Cristo sono di qualità superiore; evidentemente fatti poco prima da mosaicisti più capaci assieme al medaglione). L’oro che si diffonde come sfondo della cupola è comunque sintomatico della seconda metà del V secolo (si pensi a San Vittore in Ciel d’Oro a Milano) ed è il prodromo delle cupole bizantine “classiche” con il Cristo Pantocratore al centro (come a Monreale) che sarà tipico di tutto il Medioevo.
3.4 Sant’Apollinare Nuovo




Emblematica impresa artistica del regno di Teodorico è anche Sant’Apollinare Nuovo, la grande basilica che era la chiesa del suo palazzo e colpisce per le due lunghe processioni di martiri poste sopra le colonne; ma non sono originarie: il vescovo Agnello finito il regno goto fece sostituire i dignitari della corte di Teodorico, come svela il Palatium e la veduta di Classe in fondo che sono rimasti: anche qui i personaggi (tra cui lo stesso re) sono stati cancellati, ma permane qualche mano sulle colonne! Ad ogni modo lo stile deve esser stato simile: statico e circondato dall’oro che domina ovunque. Cristo, la Vergine e le guardie angeliche – mete delle processioni – sono invece originali. Al di sopra di un fregio a greca 32 figure di santi e profeti inseriti in un reticolato sembrano delle statue; la prospettiva è definitivamente persa. C’è invece in alto nelle 26 piccole scene evangeliche, minuti capolavori in mosaico e prima rappresentazione ciclica del genere; anche qui immobilità e ostentazione…tipica di tutta la basilica.
Nel IX secolo accolse le spoglie di Sant’Apollinare dalla basilica di Classe e per questo fu rinominata Sant’Apollinare Nuovo. La facciata in mattoni presenta una bifora al centro e un portico in marmo bianco che contrasta; accanto il bizzarro campanile circolare del X secolo.
3.5 La Cappella Arcivescovile




Il terzo capolavoro dell’epoca di Teodorico è la Cappella Arcivescovile, che però fu costruita dai vescovi cattolici come oratorio privato. Non è un dettaglio: la figura di Cristo è la protagonista, simbolo contro l’eresia ariana; è raffigurato come guerriero nella lunetta all’ingresso e pure la cappella è cruciforme! Però i mosaicisti seguono la stessa tendenza: domina l’oro mentre i personaggi sono isolati, qui in medaglioni che incorniciano i santi e gli apostoli sui quattro archi. Ancora un medaglione con il monogramma di Cristo è al centro della volta quadrata, sorretto da 4 angeli con accanto i simboli degli evangelisti. Splendido anche il vestibolo rettangolare con pavimento in marmo e volta a botte ricoperta con mosaici di uccelli colorati.
La cappella è intitolata a Sant’Andrea, le cui reliquie vennero trasportate a Ravenna nel VI secolo; fa parte del Museo Arcivescovile, 12 sale che piene di reperti appartenenti alla cattedrale paleocristiana di Ravenna, riedificata nel Settecento… Uno di questi è la celebre cattedra vescovile di Massimiano in avorio, intagliata magistralmente in 26 pannelli (alcuni perduti) che illustrano scene della vita di Gesù e del patriarca Giuseppe; un altro capolavoro paleocristiano di Ravenna!
3.6 Mausoleo di Teodorico




Appena fuori a nordest della città si trova una struttura davvero eccezionale: il Mausoleo di Teodorico. È articolato su due piani e svetta in un parco: ciò che colpisce subito è la realizzazione in pietra bianca d’Istria (perché ispirato a quello del palazzo di Diocleziano a Spalato) e la base decagonale. Fu costruito per volere del re dei Goti e qui fu sepolto, anche se le sue ossa riposarono poco nella vasca in porfido rosso al secondo piano; i bizantini le rimossero subito. Nel medioevo fu convertito in chiesa e perciò è giunto a noi. La cosa sorprendente è che la copertura è un unico monolite di diametro di 10 metri e altezza 3 metri; come l’abbiano posato è ancora un mistero!
Sali prendendo la scala per osservare le decorazioni del fregio: qui si nota l’impronta gota; pare di ammirare i gioielli di oreficeria. Gli strani spuntoni della cupola la fanno sembrare una corona, non trovi?
3.7 San Vitale




Nel 527 diventò imperatore Giustiniano: la sua epoca fu l’età aurea dell’arte bizantina che portò a un equilibrio tra influenza classica e innovazione. La sintesi di tutto questo si può ravvisare nella Basilica di San Vitale che è il capolavoro assoluto di Ravenna. Sicuramente una delle chiese più belle d’Italia.
I motivi sono vari: innanzitutto la forma, con la pianta centrale ottagonale assolutamente bizantina e i contrafforti esterni che sembrano radici; poi per gli straordinari mosaici: un tripudio di colori! Giustiniano e la sua corte con la regina Teodora di fronte appaiono nell’abside: praticamente due fotografie del VI secolo. Ma come ogni chiesa bizantina il culmine è nella volta, il climax e la chiave di tutti i mosaici: qui svetta un Agnello sacrificale, simbolo di Gesù, in una ghirlanda; difatti ai lati ci sono modelli biblici di offerta e sacrificio; ancora un messaggio contro l’arianesimo. La ghirlanda è retta da bande diagonali lussureggianti adorne di fiori e uccelli e 4 angeli cariatidi come nella Cappella Arcivescovile; però è tutto un ordine di profeti e santi che portano al compimento del progetto divino: Mosè, Isaia, gli evangelisti, Giustiniano stesso… tutto tende all’Agnus Dei apocalittico che porterà la redenzione alla fine dei tempi. Posto d’onore va al Cristo (senza barba) assiso sul globo nel catino absidale, circondato dagli angeli e con il vescovo Ecclesio (fondatore della chiesa) che la offre in protezione e San Vitale. Sebbene predomino immagini isolate e rituali, il risultato è molto diverso da Sant’Apollinare Nuovo: le figure sono attive e ci sono sempre paesaggi, così predominano i colori e non l’oro; sembra quindi di tornare indietro di un secolo. C’è persino una stretta integrazione tra architettura e mosaici: ci sono cornici, ma tutto l’insieme è univoco e correlato; però nei paesaggi manca il desiderio di ingannare l’occhio, di sembrare una finestra: qui piuttosto sono sfondi astratti.




Quindi il desiderio di ristabilire una veduta naturale delle cose, tornando consapevolmente alle forme precedenti (e orientali): questa è l’opera di Giustiniano, che anche politicamente tentò di far rivivere il passato riconquistando l’Occidente; ma ci furono dei limiti e questo sogno tramontò con la sua morte.
Comunque ogni centimetro di parete è ricoperto di mosaici; quasi un’esuberanza barocca! Non è forse un caso che la cupola centrale e le esedre sono riempite da affreschi barocchi: inizialmente sembrano stridere, ma sono due bellezze diverse accostate che esaltano il monumento e rendendo unica San Vitale. Però la cupola non è bassa come le tipiche chiese bizantine: quindi la forma orientale, le tecniche costruttive pure, ma declinate all’occidentale. Questa è l’unicità di Ravenna!
mosaici di Ravenna
4. Classe




Classe è una frazione di Ravenna ad 8 km dal centro che oramai custodisce solo nel nome i tempi della flotta romana; pure il mare si è allontanato! Accanto alla famosa pineta di Classe (che si sta riprendendo dopo un devastante incendio), rimangono i resti dell’Antico Porto di Classe che si possono visitare, il museo archeologico Classis Ravenna e soprattutto la Basilica di Sant’Apollinare in Classe che da sola merita la fermata qui.
Tra i campi con sculture animali e la nebbia che si può trovare nel periodo invernale, si innalza una grande chiesa in mattoni accanto a un campanile anche qui tondo: ecco la Basilica! Sorge sull’area dove fu sepolto il proto-vescovo Apollinare e fu consacrata nel 549. Nonostante le spoliazioni (sono rimasti solo alcuni sarcofagi vuoti e resti di mosaici pavimentali), incantano le colonne di Proconneso e il favoloso catino absidale con mosaici unici e indimenticabili: in un campo verde che richiama il paradiso, ci sono 12 pecore (ovvero i 12 apostoli) con Sant’Apollinare al centro e una grande croce dorata sul campo blu che simboleggia la Trasfigurazione con le figure di Elia e Mosè. Come si nota con uno sguardo attento, riflette il periodo dopo Giustiniano; c’è il paesaggio, ma è uno sfondo con rocce e piante disposte per file e privo di coerenza e profondità; al contrario di San Vitale (realizzata solo pochi anni prima) si impone la superficie bidimensionale; anche il santo glorificato è congelato nella sua posa, come se la “magia giustinanea” fosse terminata e si fosse ritornati improvvisamente allo stile di 50 anni prima. Comunque rimane il più grande esempio di basilica paleo-cristiana.
Ravenna da vedere in due giorni
5. Il resto da vedere a Ravenna
Aldilà degli edifici Patrimonio Unesco, Ravenna ha mantenuto un centro storico d’aspetto medievale dove domina il caldo colore del mattone. Girando a piedi tra le vie sempre tranquille si scoprono bellezze artistiche di ogni epoca, dall’età antica a quella moderna; è rappresentata pure l’arte contemporanea: la street art è diffusa con opere di Kobra, Millo, Blub e Invader (tra gli altri).
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5.1 I mosaici di Ravenna




Detto dei mosaici paleocristiani, Ravenna mantenne quest’arte nei secoli e grandi artisti come Gustav Klimt ne furono ispirati: il periodo d’oro dell’artista viennese fiorisce dopo la visita in città! Tuttora ci sono scuole di mosaico, si possono comprare nei laboratori cittadini e persino le insegne delle vie sono in mosaico (cosa che ho trovato fantastica). Anche i musei cittadini conservano bellissimi mosaici: sono tra le cose da vedere a Ravenna! I più importanti musei sono il Tamo. Tutta L’Avventura del Mosaico che ti porta a scoprire l’arte musiva, la Domus dei Tappeti di Pietra, un sito archeologico scoperto nel 1993 con case romane e bizantine ricoperte di mosaici con raffinate geometrie, ed il MAR – Museo d’Arte della città, con mosaici moderni e contemporanei e una grande pinacoteca.
5.2 Museo Nazionale di Ravenna




L’altro museo principale della città è il Museo Nazionale di Ravenna. Nacque dalla collezione artistica e antiquaria dei monaci camaldolesi di Classe, che passò al Comune dopo le soppressioni napoleoniche. Ora è ospitata nell’ex monastero benedettino di San Vitale ed è in continua espansione, grazie alle nuove scoperte degli scavi.
Uno dei suoi tesori è il ciclo degli affreschi staccati dall’antica chiesa di Santa Chiara opera di Pietro da Rimini, con delicatezza giottesca. Nei due chiostri invece è allestito il lapidario, con epigrafi e steli funerarie di epoca romana; preziosi anche i resti della Porta Aurea fatta erigere dall’imperatore Claudio. Altrettanto importanti le collezioni di manufatti d’avorio, le icone e le transenne marmoree di San Vitale, ma ci sono armi, armature, monete, reperti archeologici… Vedere per credere!
5.3 La Torre Civica e Piazza del Popolo




Da San Vitale, in pochi passi si raggiunge la Torre Civica a base quadrata, un retaggio dell’anno mille quando svettavano tante torri gentilizie (proprio come a Bologna); questa è l’unica rimasta, perché passò al Comune e fu usata come torre di avvistamento anche se inclinata.
Girando a destra si arriva nel cuore della città di Ravenna: Piazza del Popolo. Nonostante sia stretta e allungata, qui avvengono le celebrazioni importanti: a Natale viene allestito il grande albero e si festeggia il capodanno. Nella bella stagione tavolini all’aperto accolgono cittadini e turisti. Fu creata dai Veneziani ed è caratterizzata dal Palazzetto Veneziano e Palazzo Comunale (Palazzo Merlato) collegati da un arco che passa sopra via Cairoli. Sempre i Veneziani installarono le due colonne che ancora si trovano in piazza (come a Verona e nelle altre città del Veneto): il Papa poi sostituì il Leone di San Marco con San Vitale, a fianco di Sant’Apollinare.
5.4 Tomba di Dante e Basilica di San Francesco




Ravenna è conosciuta anche perché qui visse e morì nel 1321 Dante Alighieri. La città celebrò il Sommo Poeta più della sua natia Firenze e gli ha eretto un mausoleo, un tempietto neoclassico settecentesco elegante dove riposa in un’urna romana; ad abbellirlo marmi, stucchi e uno splendido bassorilievo di Pietro Lombardo del 1483 che raffigura Dante pensoso. Addirittura è stata istituita la “zona dantesca” dove vige rispetto e silenzio! Ogni anno a settembre avvengono celebrazioni per l’anniversario della morte.
A destra del monumento c’è un piccolo giardino, dove Dante fu inizialmente sepolto, chiamato Quadrarco di Braccioforte, con due sarcofagi romani; un tempo era il chiostro della Basilica di San Francesco che sorge accanto, tutta in mattoni a vista e dall’imponente campanile quadrato. Iniziata nel IX-X secolo, fu restaurata e arricchita in stile barocco, rimosso poi nel Novecento (ma qualcosa è rimasto). Oltre a sarcofagi e tombe medievali, è da visitare per la cripta dove riposa il vescovo Neone, con antichi mosaici ricoperti dall’acqua perché è sotto al livello del mare; tra le monete gettate dai turisti nuotano pure i pesci!
5.5 Cripta Rasponi e i Giardini pensili




A Ravenna ci sono anche posti nascosti. Il più bello di tutti si trova nel Palazzo della Provincia in Piazza San Francesco, proprio accanto alla Tomba di Dante. Infatti Palazzo Rasponi conserva un ambiente sorprendente: un giardino verdeggiante con fontana al centro; alla base di una torretta neogotica si accede alla Cripta Rasponi, cappella gentilizia della famiglia con pavimento in mosaico con animali proveniente da Classe. Da lì si arriva ai giardini pensili, oasi di pace con vista sulla piazza e la zona Dantesca.
5.6 Biblioteca Classense




Per gli amanti dei libri, a pochi passi si trova la Biblioteca Classense che conserva antichissimi e preziosi incunaboli e manoscritti. Si chiama così perché si trovava a Classe prima di ripararsi dalla battaglia di Ravenna del 1512. Nell’ex monastero camaldolese sono ora presenti circa 800.000 volumi che ne fanno una delle biblioteche più importanti d’Italia. Da non perdere il refettorio cinquecentesco affrescato, l’affascinante Aula Magna con statue e stucchi e l’antica sacrestia della chiesa di San Romualdo (ora Sala Muratori).
5.7 Palazzo di Teodorico




Ravenna non finisce di stupire. In Via di Roma, nei pressi di Sant’Apollinare Nuovo, ci sono resti architettonici chiamati “Palazzo di Teodorico”. In realtà dovrebbe essere stato un corpo di guardia dei tempi dell’Esarcato (VI-VIII secolo) per sorvegliare l’accesso del palazzo. Dalla strada si può apprezzare la sua imponenza, coi due piani con lunette e colonne in pietra. Durante gli scavi hanno ritrovato mosaici pavimentali, talvolta esposti al secondo piano dell’edificio.
5.8 Rocca Brancaleone




Appena fuori dal centro e circondata dal verde si trova la grande eredità della Repubblica di Venezia: la Rocca Brancaleone. Fu costruita dalla Serenissima per consolidare la conquista nel 1441. Non ebbe fortuna: nel 1509 e nel 1512 cadde sotto le armi del Papa e dei Francesi, per poi diventare fino all’unità territorio pontificio. Ma sull’arcata della Torre della Cappella vige ancora il Leone di San Marco. Perdendo importanza militare, fu smobilitata e venduta; nel 1877 la famiglia Rava la usò come orto! Perciò ora è uno dei parchi principali di Ravenna.
Divisa tra Rocca (residenza del castellano) e cittadella (residenza delle truppe), oggi ospita un parco per bambini e un’area per concerti all’aperto; qui si svolge il “Ravenna Jazz”.
5.9 Il Duomo e le altre chiese di Ravenna




Se resta del tempo nel visitare Ravenna, va impiegato per le altre chiese di Ravenna. In primis il Duomo, riedificato nel Settecento quando venne demolita la Basilica Ursiana del 407 tra le polemiche; come detto i resti dei suoi mosaici dell’XI secolo si trovano nei musei cittadini, mentre è rimasto il battistero Neoniano e il campanile circolare (ho capito: è tipico di Ravenna!). La facciata barocca in pietra non è elegante e stona col resto della città; purtroppo l’ho trovata chiusa e quindi non ho ammirato il magnifico ambone del vescovo Agnello, i sarcofagi e le cappelle barocche.
Però tante altre chiese ravennati erano decorate da mosaici paleocristiani. Notevole era la Chiesa di San Giovanni Evangelista, costruita nel V secolo da Galla Placidia, ma gravemente danneggiata dai bombardamenti del 1944: è rimasta solo qualche traccia di affreschi medievali e dei mosaici antichi, visibili oltrepassando lo stupendo portale gotico. Dello stesso periodo la Chiesa di Santa Croce, di cui sono visibili pochi frammenti, mentre nulla in Santa Maria Maggiore e Santo Spirito, l’antica cattedrale ariana. Invece il mosaico della Chiesa di San Michele in Africisco – di periodo giustinianeo – fu staccato nell’800 e ora si trova al Bode Museum di Berlino. Un terremoto purtroppo distrusse nel 1688 i mosaici absidali di Sant’Agata Maggiore… Quante meraviglie possedeva Ravenna in età antica!
Un’altra chiesa da vedere a Ravenna è Santa Maria in Porto, molto appariscente con la sua facciata barocca e bianca. La basilica fu costruita nel XVI secolo e restaurata due secoli dopo da Camillo Morigia, che fuse il neoclassicismo col barocco. È conosciuta perché conserva la Madonna Greca, venerata patrona di Ravenna che secondo la leggenda arrivò nel 1100 da Costantinopoli.
itinerario Ravenna 3 giorni
6. Le vacanze di Natale a Ravenna




Ravenna può essere una meta perfetta per le vacanze di Natale; è ancor più tranquilla: ideale per staccare dallo stress lavorativo. Luminarie e decorazioni agghindano strade e negozi; anche se la luce cala presto, monumenti e musei sono aperti.
Poi da qualche anno col calare del buio i monumenti paleocristiani tornano protagonisti grazie a “Ravenna in luce“, il videomapping che illumina San Vitale e Battistero degli Ariani regalando ancora più fascino alla città. L’avevo già ammirato a Lovere e a Como, ma questo profuma di fascino e storia! Un motivo in più per venire a Ravenna.
cosa vedere a Ravenna
7. Conclusioni




Visitare Ravenna è meraviglioso: strade piane e tranquille, gente allegra che ti saluta o chiede se hai bisogno di aiuto… si sente che sei in Romagna (anche quando ti siedi a tavola)! Tutti i monumenti sono raggiungibili in due passi, basta avere una mappa. Coi mosaici paleocristiani fai un viaggio nel tempo fino al V secolo; sembra di poter rivivere la transizione tra l’arte classica romana e l’arte bizantina; sebbene qui morì l’ultimo imperatore romano d’Occidente, si percepisce la gloria e non la decadenza dell’Impero, né tanto meno l’epoca delle barbarie.
La successiva scomparsa della pagina principale della Storia ha lasciato a Ravenna serenità e verde che circonda ancora la città; è rimasta ai margini, così come ora la sfiora l’autostrada dove passano milioni di auto. Quindi devi volere venire a Ravenna per visitarla. Vedendo le poche foto che scorrono su Instagram, credo che sia una città molto sottovalutata: ogni amante dell’arte e della storia dovrebbe visitarla una volta nella vita e conoscerla bene.
Poi il litorale con le spiagge è a pochi chilometri… nella bella stagione alternare cultura e relax può essere un connubio perfetto!
itinerario Ravenna e dintorni
Hai capito cosa vedere a Ravenna? Spero di sì! Nel caso ti serva, ho parlato anche delle foto da scattare a Ravenna e postare su Instagram.
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Cosa vedere a Ravenna
Ecco altre foto della mia visita a Ravenna:















































































































































































