Cosa vedere a Soncino, uno dei borghi più belli d’Italia

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La pianura lombarda a volte è sottovalutata, ma conserva gioielli. Città bellissime come Pavia, Cremona o Mantova, ma anche posti che sembrano usciti da una fiaba, tipo i castelli e i borghi come Soncino. Racchiuso nelle mura medievali lunghe 2 km, conserva tante bellezze e storie interessanti… Per questo è stato meritatamente incluso tra i Borghi più belli d’Italia. È una gita fuori porta perfetta da Milano, Bergamo e Cremona! Ti racconto e ti mostro tutto ciò che c’è da sapere: ecco cosa vedere a Soncino.

  1. Come raggiungere Soncino
  2. Storia di Soncino
  3. Il borgo della stampa
  4. Le chiese di Soncino
  5. Il resto del borgo
  6. La Rocca
  7. Soncino sotterranea
  8. Il Museo della Seta
  9. Conclusioni

cosa vedere a Soncino

1. Come raggiungere Soncino

Soncino non ha una stazione, per cui l’unico modo per raggiungerla è l’auto. Trovandosi in mezzo alla pianura Padana non ha grosse strade vicine, per cui non è semplice da raggiungere. Provenendo da sud si può sfiorare Cremona e poi imboccare la SS498. Da est invece la nuova autostrada BreBeMi è perfetta: si esce a Chiari Ovest, si arriva a Orzinuovi e si svolta a destra per Soncino; idem se si proviene da Milano: si va a prendere la BreBeMi uscendo a Romano di Lombardia e si imbocca sempre la SS498 (stavolta il tratto a nord).
Quando si arriva a Soncino un bel viale alberato ti accoglie in modo magnifico. Per parcheggiare consiglio via IV Novembre appena dentro al borgo; se fosse piena, si può lasciare l’auto nello spiazzo fuori, accanto alle mura: brutto da vedersi, ma utile.

Soncino Cremona

2. Storia di Soncino

Soncino in provincia di Cremona è uno dei borghi più belli d'Italia
Lo stemma degli Sforza affrescato nella Rocca di Soncino

Soncino è nata su un piccolo dosso naturale della pianura. Il reticolato di strade perpendicolari suggerirebbe una fondazione romana, ma le prove archeologiche lo escludono: non è stato trovato nulla dell’epoca. Il nome invece pare indicare una fondazione celtica o gota: “So-Kin” vuol dire “Re delle acque” e il fiume Oglio è vicino. C’è un paese dal nome simile in Svezia.
L’epoca d’oro di Soncino è il medioevo, quando divenne prima borgo franco autonomo sviluppando il commercio; qui morì Ezzelino da Romano dopo la rapida espansione da Cittadella. Poi dal 1358 passò ai Visconti di Milano e poi agli Sforza che fortificarono il borgo, divenendo la più importante roccaforte contro la Repubblica di Venezia. Questo non impedì una temporanea conquista veneziana.
Ora è un borgo tranquillo, dove a parte le auto degli abitanti regna la bellezza dei dettagli e una splendida atmosfera antica. Per tutto ciò e visto il suo aspetto medievale gran parte conservato, Soncino è stato set di molti film come “Lady Hawk” e il “Mestiere delle armi” di Ermanno Olmi.

soncino foto

3. Il borgo della stampa

Il Museo della Stampa di Soncino ti porta indietro nel tempo tra inchiostro e torchi!
Un stampa del borgo murato di Soncino e i caratteri mobili

Nel medioevo il borgo fu un frizzante centro di mercanti. I suoi pannilana ad esempio erano venduti in tutta Europa. Un’altra caratteristica di Soncino è la presenza di una importante famiglia ebraica di stampatori, proveniente da Spira in Germania nella prima metà del ‘400. Si può conoscere la loro storia nell’affascinante Museo della Stampa. Cominciarono a stampare e cambiarono cognome in Soncino, con la torre come simbolo. La chiesa predicò contro di loro, ma il capostipite riuscì intelligentemente a commutare le pene in multe: con queste Francesco Sforza costruì la Rocca di Soncino e le mura.
Accusati di un omicidio, si trasferirono nella vicina Repubblica di Venezia dai conti Martinengo, dove installano una nuova stamperia. Poi la famiglia si sparpagliò per l’Italia e Costantinopoli, continuando a stampare le preziose Bibbie (le migliori dicono per i colori delle xilografie). Sono considerati i più grandi stampatori di tutti i secoli per la bellezza delle opere… tra fine ‘400 e inizio ‘500 solo loro stamparono in Italia. L’edizione dei Soncino della prima Bibbia stampata in ebraico nel 1488 servì a Lutero per le sue 95 tesi!

Nel museo c’è una ricostruzione di un torchio mediceo, caratteri mobili e tante altre macchine di vari secoli, anche recenti come la Linotype, usatissima fino agli anni ‘60 (il Corriere della Sera ne aveva 30) e ancora funzionante.
Non perderti la prova di stampa con torchi e caratteri mobili: dalla spalmatura dell’inchiostro fino alla pressa per ottenere la copia con in cima l’immancabile xilografia con cui i Soncino decoravano le pagine, copiando gli amanuensi medievali. Un souvenir unico da portare a casa!

soncino museo della stampa

4. Le chiese di Soncino

Cosa vedere a Soncino? Disseminate per il borgo ci sono diverse sorprendenti chiese: sono tutte belle e con affreschi interessanti, ma si sente l’atmosfera di provincia (seppur di alto livello). Insomma, meritano tutte una visita.

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4.1  Pieve di Santa Maria Assunta

La Pieve di Santa Maria Assunta è una delle cose da vedere a Soncino
La navata centrale della Pieve, con lo sfavillante blu elettrico dall’architetto Maciachini.

La prima è la Pieve di Santa Maria Assunta, antica ma ricostruita in stile neogotico dopo un terremoto nel 1802. Austera e in mattoni fuori, con un frontale con bel rosone al centro e due più piccoli sopra ai portali laterali; sfavillante dentro! Blu elettrico a profusione nelle volte, bellissimo da vedere; ricorda il Famedio del Cimitero Monumentale di Milano… del resto l’architetto è sempre Maciachini. Le preziosità sono due: la tela del fiammingo Matthias Stom, giunto qui perché Soncino era tra le fortezze del governo spagnolo (come le Fiandre) e la Trinità ariana, che in realtà è una raffigurazione tipicamente medievale. Sorprendente anche la cupola ottagonale, che non si vede dall’esterno. L’unica pecca è che sembra troppo recente, quando invece la sua storia risale al V secolo!

4.2  Chiesa di San Giacomo

La Chiesa di San Giacomo a Soncino è costellata di bellissimi affreschi barocchi
L’area presbiteriale della Chiesa di San Giacomo con altare, coro ligneo e affreschi barocchi

Pure la vicina chiesa di San Giacomo ha subito grandi trasformazioni nei secoli. Il campanile eptagonale (7 lati: rarissimo esempio al mondo) fu eretto dagli agostiniani nel ‘300: ora si vede inclinato per lo stesso terremoto; il chiostro fu aggiunto dai domenicani, a cui venne affidata la chiesa nel XV secolo. Fondarono pure un convento, che nel ‘500 fu retto da Michele Ghislieri, futuro papa Pio V. La facciata – stranamente bianca – è semplice, mentre dentro dominano i colori dei tantissimi affreschi barocchi, tra cui c’è lo stesso Pio V; i fratelli Natali la decorarono nel 1696. Molto particolare l’altare sopraelevato con una ripida scalinata; fu fatto per creare la cripta per la reliquia della sacra spina (ora nella Pieve). I capolavori sono le due vetrate quattrocentesche raffiguranti l’Annunciazione, il coro in legno intagliato e il gruppo di figure in terracotta del ‘400 che compongono un Compianto sul Cristo morto.
Un’altra cosa affascinante sono gli affreschi antichi che spuntano qua e là sui muri o dietro ai confessionali. In una cappella c’è il corpo di Beata Stefana Quinzani, una mistica che visse a Soncino nel ‘500 e celebre per le sue estasi.

4.3  Santa Maria delle Grazie

La chiesa capolavoro di Soncino è Santa Maria delle Grazie, gioiello del Rinascimento
L’interno di Santa Maria delle Grazie e il suo tripudio di affreschi

Il capolavoro di Soncino però è Santa Maria delle Grazie, a poche centinaia di metri fuori dal borgo; si raggiunge con una piacevole passeggiata costeggiando un canale e una fattoria dove le vacche pascolano come una volta.
È una chiesa di campagna annessa ad un convento quattrocentesco dei carmelitani. Costruita tra il 1500 e il 1515, all’esterno appare spoglia in mattoni (anche se qualche decorazione c’era e si intravvede), ma all’interno è uno dei capolavori del rinascimento lombardo: il duca di Milano Francesco II Sforza e il marchese Massimiliano Stampa si mossero in prima persona. L’unica navata con volta a botte e le 10 cappelle laterali sono completamente ricoperte di affreschi! I fratelli Carminati da Lodi eseguirono il Giudizio Universale nella controfacciata, Giulio Campi da Cremona l’arco trionfale e la zona absidale, mentre le cappelle laterali furono decorate da varie mani, tra cui i fratelli Scanzi.
Colpisce innanzitutto la bellissima volta, anche se è barocca: piena di decorazioni colorate. Un fregio in terracotta la divide dal resto, tutto evidentemente rinascimentale: c’è una Madonna del Parto simile alla più celebre di Piero della Francesca e storie bibliche ricche di decorazioni, come gli strumenti musicali: i Campi li riproducono in modo reale essendo di Cremona, gli altri artisti meno. L’iconografia è piena di martiri e scene piuttosto macabre, per via della mentalità controriformistica della famiglia Stampa. Vollero che la chiesa veicolasse la loro ideologia: se sei un peccatore ti aspetta una brutta fine; il Giudizio Universale che si vede uscendo è chiaro. Di certo la chiesa è sorprendente.

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5. Il resto del borgo

Il borgo di Soncino in provincia di Cremona è pieno di vie colorate
Una delle vie colorate nel borgo di Soncino

Che altro vedere a Soncino? C’è il Palazzo Stampa, sorprendente in stile liberty all’ingresso del borgo, dove un tempo c’era la Porta di San Giuseppe; anche lui è in mattoni, ma spiccano le vetrate, una colonna e il ferro battuto tipico del liberty. Purtroppo è visitabile in rare occasioni. Di fronte ha Palazzo Azzanelli, con le formelle in terracotta tipiche della zona, soprattutto in motivi ornamentali a fascia. Proseguendo su via IV Novembre si raggiunge Piazza Garibaldi con il Palazzo Comunale e la Torre Civica del 1128, in mattoni e con un grande orologio. A destra si può arrivare alla Pieve, dritti al Museo della Stampa, mentre a sinistra via Matteotti è la tipica via padana con case tranquille colorate e le biciclette che passano; taglia in due il borgo ed è piena di negozi tipici: a me è piaciuto molto il Chinaski Libri Caffé, un bar letterario dove regalarsi una pausa circondato dai libri da sfogliare.
Proseguendo si arriva in Piazza Manzoni, intitolata all’eccentrico artista Piero Manzoni che nacque proprio a Soncino: c’è una copia di una sua scultura. Qui un tempo c’era la Porta a Sera e ora scorre placido il Naviglio Pallavicino costeggiando le mura del 1454  (che ora vengono chiamate “venete” perché iniziate dai veneziani).
Ma tra i portici e le vie di Soncino puoi trovare segni del passato come vecchie imposte e decorazioni delle case e soprattutto il Mulino Sant’Angelo, in via delle Orfanelle, simbolo di come il borgo sia diventato ricco sfruttando le acque dell’Oglio. Insomma è un borgo tutto da girare!
Le particolarità son due: da dentro le mura non si vedono, perché sono basse. Invece guardando il borgo di Soncino da Google Maps sembra un testa d’aquila: incredibile vero?

castello di Soncino

6. La Rocca di Soncino

La Rocca di Soncino rende unica la visita di questo borgo più bello d'Italia
La Rocca di Soncino in tutta la sua bellezza dall’ingresso che guarda verso il borgo

Però è la Rocca Sforzesca che rende indimenticabile visitare Soncino. Il poco distante fiume Oglio dal 1454 era il confine tra il Ducato di Milano e la Repubblica di Venezia e ciò rendeva necessario fortificare Soncino. Si chiama Rocca e non Castello di Soncino perché non era luogo di residenza, ma aveva un ruolo puramente militare.
Gli sforzeschi cominciarono la Rocca nel 1473 e nel 1476 era già completa. Fu edificata da zero su vecchie mura: un occhio esperto può scorgere le differenze dal fossato; la prova è la Torre Cilindrica – unica – che è la continuazione del piccolo torrione medievale che c’era. La parte bassa delle mura è obliqua per resistere meglio alla polvere da sparo, rispondendo ai dettami della Rivoluzione militare magistralmente spiegata da Geoffrey Parker; inoltre così facendo le pietre lanciate dall’alto rimbalzavano contro gli invasori. Di certo però non è articolata come Palmanova.
Ora il fossato è diventato un prato, ma si vede bene la doppia cerchia di mura per difendersi ancora meglio (anche se hanno lasciato costruire un campo da tennis a fianco; follia!). Lì a fianco è il punto perfetto per fotografare la Rocca nel tardo pomeriggio: foto super instagrammabile!

6.1  Dentro la Rocca

Il Castello di Soncino in provincia di Cremona è il simbolo del borgo
Il rivellino è il primo ambiente che si visita della Rocca Sforzesca: serviva per bloccare i primi invasori.

Entrare dentro la Rocca è come fare un salto indietro nei secoli. Nella prima parte c’è un rivellino, camera di contenimento per intrappolare e indebolire gli assalitori che superavano il ponte levatoio. Difatti anche senza assalti furenti, ci furono diversi assedi a Soncino; lo dimostrano le palle di mortai e spingarde ritrovate scavando nel fossato. Del resto Soncino rimase un territorio di confine fino al 1859.
Dal 1499 al 1509 diventò perfino possesso veneziano: nella Torre della Cappella c’è un affresco con il Leone di San Marco su ciò poi verrà disegnato lo stemma della città di Milano quando verrà riconquistata.
Il cuore della Rocca è la corte interna, ai cui angoli svettano possenti 3 torri quadrate e la Torre Cilindrica. Si possono visitare salendo gli affascinanti gradini consunti dal tempo: puoi assaporare la vecchiaia dell’edificio; tra l’altro la lunghezza e l’altezza delle porte sono ridotte, perché nel medioevo la gente era più bassa. Un dettaglio: dove ci sono i battenti delle porte ci sono pietre e non mattoni, per impedire lo scardinamento. Per il resto domina ovunque il mattone rosso. Gli unici spazi arredati sono la camera del capitano, con un letto spartano; del resto non era una residenza! Al di sotto c’è la cantina; chiaramente per difendersi da un assedio era necessario stipare riserve di cibo in abbondanza. Le torri erano l’ultimo bastione difensivo per cui dovevano essere autosufficienti.

6.2  Gli spalti

Cosa vedere a Soncino? Di sicuro la Rocca Sforzesca, simbolo del borgo cremonese
Il gioco di luce delle merlature a coda di rondine sugli spalti

Salendo si raggiunge la cima delle torri, per poi scendere sui camminamenti. Passeggiando sugli spalti con l’ombra delle merlature che si allunga si può godere della vista sulla pianura circostante e tutto il borgo, con torri e campanili che spuntano dai tetti. Le merlature ghibelline a coda di rondine rendono la cornice affascinante. Però ho preferito la vista dagli spalti che dall’alto delle torri.
Gli unici affreschi presenti nella Rocca si trovano nella Torre della Cappella: oltre al leone di Venezia, c’è lo stemma degli Sforza dipinto sopra e accanto due levrieri (ripetuti due volte), simbolo di Soncino: sono liberi, ma c’è disegnata una mano e un collare vicino, chiaro simbolo degli Sforza che controllano il popolo e sono pronti a rimetterlo al guinzaglio.
Ma in caso di resa che sarebbe successo? Ovviamente c’era un’uscita segreta, un cunicolo di fuga che dai sotterranei finiva nella chiesa di Santa Maria delle Grazie: non si poteva essere imprigionati in una chiesa! Come detto non servì mai, ma nel 1802 – dopo il “famoso” terremoto – si decise di tutelare la Rocca interrando tutto il piano sotterraneo e i tunnel di fuga per renderla più stabile.
Al piano terra ci sono invece sale museali con cimeli patriottici e belle vetrine che ricostruiscono la storia del borgo coi ritrovamenti nelle vicinanze, anche a partire dall’età del ferro e romana.

Rocca di Soncino

7. Soncino sotterranea

Sai che si può scoprire il borgo di Soncino anche da un punto di vista sotterraneo?
La discesa nel baluardo di San Giuseppe per scoprire la Soncino sotterranea

C’è un modo per vedere Soncino da un altro punto di vista. L’Associazione Castrum Soncini si occupa di speleologia urbana e dal 1995 i suoi volontari perlustrano le strutture sotterranee del borgo con l’obiettivo di renderle fruibili al turismo. I cunicoli difensivi delle mura, le sale ipogee dei vecchi edifici e il sistema idrico-fognario (risalente al XIII secolo) non hanno segreti per loro!
Entrano da cunicoli tra le mura per poi percorrere canali sotterranei tra le acque (io li trovo un po’ matti), ma ci sono gli appassionati e possono aggregarsi. Per quelli pigri come me consiglio la visita al baluardo di San Giuseppe vicino a via IV Novembre, svuotato dall’associazione in 3 anni di lavori, tutti a mano; si tratta di 2 cannoniere con già sfiatatoio per i fumi, che dimostra ancora come la Rocca sia di transizione tra l’età medievale e moderna. È uno dei 3 posti visitabili senza problemi. Il loro grande progetto è di svuotare i torrioni per renderli visitabili. In bocca al lupo!

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8. Il Museo della Seta

Il Museo della Seta è una delle cose da visitare a Soncino
Alcune delle foto storiche appese nel Museo della Seta

L’ultima cosa da vedere a Soncino? Il Museo della Seta che il collezionista Enzo Corbani orgogliosamente gestisce nella filanda Meroni, altro elemento della storia di Soncino a un passo dalla Rocca.
Qui puoi scoprire tutte le fasi di come veniva prodotta la seta, dalla coltura dei bachi alla selezione e lavorazione fino alle spedizioni dei bachi. La curiosità è che i maschi venivano fatti accoppiare e poi eliminati perché inutili (poverini!); le farfalle invece muoiono poco dopo aver deposto le uova. Queste venivano controllate minuziosamente per evitare malattie, conservate d’inverno e poi fatte schiudere. È il bozzolo del baco da seta che importa e aveva le maggiori attenzioni! Serviva moltissimo di gelso per nutrirli in modo che crescessero e producessero il bozzolo. Una volta tirato si otteneva il filo di lunghezza variabile fra i 300 e i 900 metri (incredibile!) che veniva venduto a seconda della qualità. Tra le tante appese, c’è una splendida foto con una montagna di bozzoli, ma la cosa che ho preferito sono le confezioni e i manifesti vintage recuperati da tutta Italia, molte illustrate in stile belle époque. Anche qui Soncino ti permette di fare un salto nel nostro importante passato.

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9. Conclusioni

Soncino è un borgo splendido, degnamente inserito tra i borghi più belli d'Italia
Una famiglia passeggia felice per Soncino

Sicuramente Soncino è un borgo splendido, degnamente inserito tra i borghi più belli d’Italia. La Rocca e le mura da sole meritano il viaggio: basta solo pensare che fu l’unica rocca costruita ex novo dagli Sforza! 25.000 persone vengono a visitarla all’anno.
Il borgo paga un po’ la posizione in mezzo alla natura e il fatto che nei dintorni c’è poco: la fortezza stellata di Orzinuovi purtroppo venne smantellata dagli Austriaci nel 1828. Ma Crema e Lodi non sono lontane.
Di certo venire per fare un selfie e via di fronte alla Rocca (come succede) è da matti. Consiglio di rimanere almeno mezza giornata, anche per girare le strade del borgo coi bei palazzi colorati e pranzare tipico; poi bisogna apprezzare la tranquillità e l’atmosfera rustica dei dintorni. Lo dico anche perché musei e monumenti non sono aperti tutto il giorno; spesso a mezzogiorno chiudono e riaprono alle 14:00 (qui ci dovrebbe essere almeno un’alternativa e le varie organizzazioni dovrebbero dialogare di più per il bene del borgo). Però sono fantastiche le rievocazioni medievali che organizzano.
Io comunque sono molto soddisfatto della visita: Soncino è perfetta per una gita fuori porta dal profumo di storia!

Soncino cosa vedere

Spero che illustrandoti cosa vedere a Soncino ti sia venuta voglia di visitarla!
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Un ringraziamento speciale a Fabrizio per la pazienza e la passione che ci mette per far conoscere i propri luoghi.

Ecco altre foto del borgo:

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2 pensieri su “Cosa vedere a Soncino, uno dei borghi più belli d’Italia

    1. Srake

      Muito obrigado. Lugar muito lindo e encantador: parece que o tempo seja parado. Eu amo visitar os castelos ricos de historia e isso é um dos melhores da minha regiao, a Lombardia. Espero que possa ver-lo um dia 🙂

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