Quasi tutti vanno in Repubblica Ceca per visitare Praga. È una città meravigliosa, con fascino storico eccezionale (perciò è tra le mie città preferite). Però ci sono molte altre bellezze da vedere in Repubblica Ceca (o Cechia, come si chiama ufficialmente da poco), a cominciare dai castelli della Boemia. Ma è una regione enorme, impossibile da vedere tutta in una volta sola. Io sono andato a visitare la Boemia Meridionale e l’attigua Vysocina; tra colline ondulate con campi e boschi emergono cittadine pittoresche con case colorate come Cesky Krumlov e Telc, castelli affascinanti come quello di Hluboká e Jindrichuv Hradec. Insomma, posti meravigliosi e sorprendenti, con storie, leggende e maledizioni da scoprire e degustazioni di birra; sono perfetti per un viaggio in Repubblica Ceca nei dintorni di Praga, ma lontano dalla folla. Già solo guidare nella natura ti rasserena! Ti racconto cosa vedere in Boemia Meridionale e Vysocina in 3 giorni.
- Come raggiungere la Boemia Meridionale
- Storia della Boemia
- La Boemia Meridionale
- Český Krumlov
- 2° giorno in Boemia Meridionale
- Visita della Vysocina
- Conclusioni
1. Come raggiungere la Boemia Meridionale




Come raggiungere la Boemia Meridionale? La via più semplice è arrivare a Praga in aereo e poi scendere in auto verso sud. Nel mio viaggio organizzato da Caldana Travel insieme all’Ente Nazionale Ceco del Turismo un pullman ci attendeva in aeroporto. Siamo entrati nel caotico traffico della strada che porta alla capitale, ma poi finalmente abbiamo girato verso sud.
Uscendo dalla sterminata Praga si aprono presto paesaggi naturali verdi, con campi, colline e piccoli centri urbani coi campanili appuntiti e case pittoresche come a Čimelice. Questo perché non esiste un’autostrada che porta verso la Boemia Meridionale; o meglio è in costruzione. Quindi per il momento devi attraversare questi paesaggi dolcemente ondulati che rasserenano l’anima. Ogni tanto scorgi gruppi di caprioli che saltano nei campi! Le prime due volte non li ho visti e sembrava la scena di Aldo Giovanni e Giacomo in montagna: “e poi via come un’anguilla!”. Ma dopo li ho ammirati anche io.
2. Storia della Boemia




La zona di Cesky Krumlov è abitata dal 50.000 a.C.: hanno trovato resti in una grotta. Poi si stanziarono i Celti “Boi”, da cui deriva il nome Boemia. Erano super combattivi; perciò i Romani conquistarono la Moravia, ma non questi territori. In seguito questi Celti calarono in Italia, ma le famose oche del Campidoglio salvarono Roma; così i Celti Boi fondarono Bologna (c’è un’assonanza infatti). Successivamente sempre dalla Boemia partirono i Veneti ed i Longobardi per invadere l’Italia. Insomma tra Boemia e Italia ci sono più connessioni di quante si possano pensare.
Nel IX secolo sul territorio si impose la dinastia premyslide: nacquero i primi re di Boemia. Da lì la storia della Boemia centrale e meridionale fu una continua rivalità tra centro e periferia del regno; Praga volle sempre controllare i territori strettamente, le dinastie nobiliari boeme sottrarsi e guadagnare autonomia (e quindi potere). Fu così fin dal principio, quando i re boemi edificarono Ceske Budejovice nel 1265 per controllare da vicino la potente famiglia Rosenberg stanziata a Cesky Krumlov. Nel Trecento si insediò una dinastia straniera: quella di Carlo IV di Lussemburgo. La Boemia entrò nelle vicende europee: infatti Carlo era imperatore del Sacro Romano Impero e re d’Italia (la Montecarlo vicino a Lucca è dedicata lui); Carlo IV fece fiorire Praga: tante delle bellezze che vediamo sono dovute a lui, a partire dal Ponte Carlo. Però poi seguirono lotte intestine e vuoti di potere, fino a che nel 1526 divenne parte del dominio imperiale degli Asburgo; stavolta però di secondo piano. Così rimase fino alle Prima Guerra Mondiale, quando nacque la Cecoslovacchia. Nel 1993 avvenne la pacifica divisione tra Repubblica Ceca e Slovacchia.
3. La Boemia Meridionale




La Boemia Meridionale è caratterizzata da tantissimi laghi e laghetti. Sono quasi tutti artificiali, risultato di bonifiche dell’uomo; originariamente era una zona paludosa. In alcuni fanno il bagno d’estate, in altre si allevano i pesci, mentre storicamente erano usati come strumenti di difesa: infatti paesi e castelli spesso sono circondati da specchi d’acqua; questo gli conferisce grande fascino. Invece chissà che belli gli ondulati campi a maggio, con le distese gialle di colza o rosso di papavero (due delle principali coltivazioni). La zona è famosa anche per le cicogne che nidificano qui.
Le giornate in inverno sono corte; siamo più a est dell’Italia, ma con lo stesso fuso. Perciò a febbraio alle 16:30 il sole stava già per tramontare. Ma questi paesaggi sono fantastici quando inondati dalla luce bassa del tramonto.
4. Český Krumlov




Sulla strada per Linz, a 180km da Praga trovi Cesky Krumlov. Il nome può sembrare difficile, ma si legge come è scritto; deriva dal tedesco e significa “campo storto”, perché la Moldava crea un’ansa stretta che avvolge la cittadina. Il grande fiume peraltro nasce qui vicino.
Cesky Krumlov è piccola, ma è la seconda città più visitata della Cechia dopo Praga ed è Patrimonio Unesco. Anche il castello è il secondo della Repubblica Ceca dopo quello di Praga: insomma è un posto imperdibile, assolutamente da vedere in Boemia Meridionale. Me ne avevano parlato bene ed avevo altissime aspettative; le avrà rispettate?
4.1 Il castello di Cesky Krumlov




Il pullman si ferma fuori dal centro storico. Su un’altura ammiri il castello che ti fronteggia imperioso; a metà un enorme ponte collega le due parti. Puoi passarci sotto, ma decidiamo di fare la salita per arrivare dall’alto. Così facendo passiamo sotto un lungo corridoio sospeso (lungo 300m!) che serviva per camminare in piano senza salire e scendere; somiglia al Corridoio Vasariano di Firenze, ma qui ha più livelli: praticamente porta dalla cittadina fino allo stupendo giardino barocco con fontana; si trova più sopra, però non ci siamo andati (purtroppo!).
Visto che il sole è tramontato, ci concentriamo sul castello ed i suoi 5 cortili; a quest’ora anche gli interni sono chiusi. Peccato perché possiede un magnifico teatro barocco, perfettamente conservato dal Seicento! Comunque il castello di Cesky Krumlov ha 370 stanze, con 3 diversi percorsi di visita a seconda del tempo a disposizione.
Il Belvedere del castello




Il teatro barocco si trova proprio nel primo cortile irregolare del castello; come detto non l’abbiamo visto, ma ci siamo consolati col Belvedere del castello, una terrazza panoramica con vista mozzafiato su Cesky Krumlov; sei molto più in alto, domini la cittadina: da qui sembra un presepe! Ammiri la Moldava che avvolge come un serpente le case pittoresche dal fascino antico, tutte con facciate colorate e tetti a punta in legno; sopra spuntano i campanili, mentre sulla sinistra hai il castello con l’alta torre circolare affrescata. Lo stile omogeneo delle case rende tutto meraviglioso, così come le luci del tramonto che colorano il cielo. Che momento incantato! Una delle viste più belle che ho mai visto, da sola vale la visita a Cesky Krumlov. Sembra di stare in una favola. Ora capisco benissimo perché è il secondo luogo più visitato della Repubblica Ceca.
Visita del castello




Più avanti ecco il grande ponte cinquecentesco in pietra con alcune statue. Proseguendo arrivi nel 4° cortile; le finestre sono gotiche, ma lo stile è rinascimentale, con facciate dipinte in stile tridimensionale; purtroppo la pittura è sbiadita, ma domina il colore giallo. Molto simile il terzo cortile, che invece ha affreschi stupendi e vividi: sono raffigurati i pianeti/dei, ma che sottintendono i metalli simboli dell’alchimia, materia diffusissima nel ‘500.
Dopo un’altra finestra con super vista, raggiungo il secondo grande cortile; qui ammiri tutti gli stili: dal gotico medievale al rinascimentale fino al barocco. Spicca l’alta torre cilindrica dipinta, visibile da tutta Cesky Krumlov; però nel Medioevo ci mettevano la legna. Oltrepassato l’edificio inferiore ti trovi su un ponte; nel fossato ci sono 3 orsi veri! Infatti dal ‘500 la famiglia Rosengberg diceva di essere imparentata con gli Orsini di Roma. Gli orsi sono diventati il simbolo di Cesky Krumlov, ma noi non li abbiamo visti. Comunque dall’esterno ammiri meglio la torre dipinta. Questo è il primo cortile, dove c’era la zona economica e le scuderie del castello.
4.2 La cittadina di Cesky Krumlov




Termina il castello, ma il corridoio continua. Subito mi colpiscono le case pittoresche di Cesky Krumlov. Tutte di 2-3 piani con graziose facciate colorate; una diversa dall’altra, ma tutte da osservare. Le più affascinanti sono quelle rinascimentali, con affreschi, stemmi e finte architetture che imitano i mattoni (finto bugnato); raccontano simboli, storie e leggende locali.
Il centro storico di Cesky Krumlov fu costruito tra Trecento e Seicento; puoi osservare lo stile gotico, rinascimentale e barocco. Visitarlo è un viaggio indietro nel tempo! Fortunatamente non fu mai danneggiato da guerre, né insidiato da edifici moderni; quello più recente è ottocentesco. Perciò tutta Cesky Krumlov è Patrimonio Unesco: castello e cittadina. L’autenticità mantenuta nelle architetture però si è persa un po’ nello spirito; infatti oramai è una meta piuttosto turistica ed i negozi tipici locali si sono ridotti; destino simile alla mia Bergamo Alta. Questo è un peccato.
Cosa visitare a Cesky Krumlov




La bravissima guida Pavla ci porta a visitare Cesky Krumlov nell’ora blu; è fiabesca, quasi magica! A sinistra ammiri un grande arco, ma noi scendiamo a destra. Gli scorci improvvisi e meravigliosi ti sorprendono: devi stare attento a non perderti nulla. Mi aspettavo che fosse fantastica, ma non così tanto. Scendendo appare un alto campanile e una chiesa: in realtà dal ‘700 è diventata una casa. Improvvisamente arrivi sul Ponte dei Barbieri in legno sulla Moldava (Lazebnický most); lo scenario cambia totalmente: da strade strette la prospettiva si apre, col castello che si erge in cima alla roccia, le viste attorno e 2 statue (con una Crocifissione) tipo il Ponte Carlo di Praga.
Da lì raggiungi la piazza principale (Náměstí Svornosti), col Municipio con leone simbolo della Boemia e la scura Colonna della Peste; le case sono colorate, ma mi aspettavo di più (dato il resto). Proseguendo su via Horní sfioriamo la chiesa gotica di San Vito, santo siciliano; i re boemi ne comprarono le reliquie: perciò è patrono di Boemia. Qui è sepolta una principessa vampira! Oltre c’è un’altra terrazza panoramica con vista sul centro e sul castello; era il vecchio giardino dei Gesuiti, col collegio che ora è un hotel 5 stelle. D’estate al tramonto è affollatissimo! Ma la notte sta calando; questa atmosfera dark calza perfettamente per Cesky Krumlov.
4.3 Cena al Krumlovsky Mlyn




A seguire siamo andati a mangiare in un ex mulino vicino al fiume: il Krumlovsky Mlyn. È un posto caratteristico: fuori vedi ancora la ruota del mulino e per arrivarci passi davanti all’Egon Schiele Art Center. La madre era di qui e il grande pittore viennese ci visse, ma per i modi scostumati fu cacciato dagli abitanti; ora invece gli hanno dedicato un museo: come cambia il tempo! Ma lo stesso Krumlovsky Mlyn è un museo: al piano superiore ospita il Museum of Motorcycles, antiques shop and art gallery! Dentro ha tavoli in legno, un enorme camino al centro e botti per fermentare birra dall’altra parte. Per cena ho preso un’anatra arrosto con birra Budvar; era ruspante come il posto, diversissima da quella raffinata di Budapest. Ed era enorme, praticamente mezza anatra! Ho adorato l’atmosfera (oltre ai prezzi economici). Usciti, abbiamo visto l’affascinante scorcio del castello nel buio e nel gelo della notte.
4.4 Dove dormire a Cesky Krumlov




Dove dormire a Cesky Krumlov? Noi abbiamo alloggiato all’Oldinn hotel, nella piazza centrale. È un hotel dal 1952, pulito ed elegante. Si capisce che è di livello: sia dalla hall, sia dall’accoglienza, sia dagli ambienti. E pensare che gli edifici hanno 600 anni! Devo dire però che trovare la camera è stato un po’ labirintico, mi sono perso dentro l’hotel. Ma ho dormito molto bene e fatto un’ottima colazione a buffet. Ed ammirare le sfumature dell’alba sulla piazza principale è stato impagabile.
Insomma è stato il perfetto modo per salutare Cesky Krumlov, uno dei posti più belli che ho visto nei miei viaggi. Per chi visita la Boemia Meridionale è da vedere assolutamente.
5. 2° giorno in Boemia Meridionale




Cosa vedere in Boemia Meridionale il secondo giorno? Ci sarebbero molti centri urbani e monumenti interessanti, oltre a bellezze naturali. Noi oggi rimaniamo nei dintorni di Cesky Krumlov per un itinerario tra castelli, cittadine affascinanti, la capitale regionale Ceske Budejovice e la specialità locale: la birra! Una giornata abbastanza intensa, ma appagante. A malincuore lasciamo le pittoresche case di Cesky Krumlov e partiamo per il castello di Hluboká.
5.1 Castello di Hluboká




Il castello di Hluboká si erge in cima ad un rilievo, circondato dai boschi della Boemia. Lo vedi da lontano: un punto bianco con la torre che svetta tra il verde della natura. Ci arrivi sfiorando i tipici laghetti o stagni della zona, dove si specchia anche il piccolo paese sorto ai suoi piedi, chiamato Hluboká nad Vltavou.
Parcheggi in paese e sali a piedi (con fatica), tra vie tranquille e anonime; passi davanti ad alcuni ristoranti con specialità carpa: uno ne ha una riproduzione gigante! Sulla cima della collina trovi il castello, con giardino all’italiana davanti; ha siepi perfettamente tagliate del giardino che esaltano la vista e regalano scorci stupendi. D’estate deve essere stupendo! Il nucleo principale del castello è bianchissimo come la neve e oggi riflette la luce del cielo grigio. Da fuori è imponente: sembra di essere in una fiaba. Sull’alta torre veleggia la bandiera ceca.
Storia del Castello




I re boemi fondarono qui un castello gotico a metà del XIII secolo; nel 1661 lo acquistò la famiglia Schwarzenberg. Nei secoli il castello fu più volte ingrandito e ricostruito; la terza e ultima volta nell’Ottocento quando venne edificato l’attuale castello in stile neogotico, ispirato al castello di Windsor in Inghilterra; invece di 900 stanze ne ha “solo” 300. Fu realizzato tra 1840 e 1871 e si vede: sembra nuovo! Il nome “Hluboká” potrebbe derivare dal pozzo profondo che c’era, ora sparito; però non è difficile da pronunciare in italiano.
Rifiutandosi di collaborare con Hitler, nel 1939 Adolfo Schwarzenberg lasciò i suoi castelli per fuggire in America, salvandosi dai nazisti. Ma con una legge apposita, nel 1947 lo stato comunista nazionalizzò tutti i possedimenti della famiglia (senza alcun risarcimento); perciò ora sono di proprietà statale; peraltro li mantiene benissimo, così come i 58 ettari di parco attorno al castello.
Visita del castello di Hluboká




Varcato il portone, colpiscono subito le tantissime corna di cervo e altri animali appese ai muri del cortile: sono trofei di caccia e caratterizzano anche le sale del castello.
Nel castello ci sono 5 percorsi di visita: uno invernale e 4 estivi; uno sale fino in cima alla torre! Purtroppo a febbraio devo accontentarmi del piano terra. Dentro solitamente non lasciano fotografare, ma fortunatamente me l’hanno permesso.
I castelli cechi (fortunatamente) non sono ammodernati; perciò non hanno riscaldamento interno: d’inverno sono freddi. Mi colpisce che il castello di Hluboká è cupo: infatti le piccole sale sono scure, perché hanno persiane per non fare invecchiare e decolorare il legno che le decora. È strano: in Repubblica Ceca le case solitamente non le hanno! Oltre alle tante corna e armi appese, l’atmosfera è tetra per i dipinti scuri con scene di caccia; solo i candelabri illuminano fiocamente le sale. Punto focale è la sala da pranzo, dove si mangiava dopo ogni caccia; fantastica la vetrata con gli stemmi nobiliari ed il camino in stucco; ovviamente armi e trofei di caccia anche qui.
Il castello di Hluboká era lussuoso: fu uno dei primi posti con la corrente elettrica (quello di Cesky Krumlov non l’aveva), hanno portato l’acqua, avevano gli ascensori, caldaie sotterranee che facevano circolare aria calda; perciò alcuni camini sono in legno: erano finti! Stupende le stufe in ceramica, colorate e con dettagli bellissimi. La penultima sala è un salotto con tappezzeria fiamminga del ‘600. Le sale di rappresentanza del primo piano devono essere ancora più belle!
5.2 Birrificio Budvar




La birra è l’orgoglio nazionale della Repubblica Ceca. Perciò una delle cose da fare in Cechia è visitare una fabbrica di birra. Già prodotta dai Celti e dagli Slavi, nella capitale della Boemia Meridionale – Ceske Budejovice – c’è un diritto di produzione dato dal re boemo nel 1265. Non stupisce quindi che a Ceske Budejovice c’è un birrificio statale fondato nel 1895: la Budvar. Il nome completo è Budejovicky Budvar; però è comunemente nota come Budweiser Budvar, dal nome tedesco della città (Budweis). Come avrai capito, c’è un contenzioso in atto con l’omonima marca americana, ora conosciuta in Europa solo come Bud.
La Budvar è il 1° birrificio della Cechia per esportazione: produce 1,8mln di ettolitri all’anno, venduti in 80 paesi. Tutte le birre Budvar sono prodotte qui, in 10 qualità differenti; però in Italia ne puoi trovare solo 3. Il birrificio è alle porte della città ed è visitabile.
Visita del Birrificio Budvar




Comprati i biglietti, mettiamo il giubbetto catarifrangente e cominciamo la visita del Birrificio Budvar. Ti raccontano le fasi di produzione, a partire dagli ingredienti naturali: malto d’orzo, luppolo e acqua dei pozzi artesiani che pescano dal lago sotterraneo alla fabbrica. A differenza di altri birrifici, qui usano vero luppolo: anzi lo coltivano!
Per produrre un ettolitro di birra ci vogliono 4 ettolitri d’acqua. Tre sono le fasi di cottura, scaldando lentamente per trasformare gli enzimi in zuccheri fermentabili; poi aggiungono un pezzo di luppolo. Ho preferito la sala dove cuociono la birra: ha grandi campane in rame da 600 ettolitri, utilizzabili 10 volte al giorno; per cui producono 6.000hl al giorno; inoltre la temperatura è esotica: vedi tante piante, pare una serra! Dopo averla filtrata, la birra giovane e calda viene lasciata fermentare per 10-12 giorni, poi travasata nelle cantine per una seconda fermentazione da 4 settimane a 250 giorni.
La degustazione nel Birrificio Budvar




Anche noi andiamo nelle cantine a 2°; le botti sono giganti, capienti 300.000 ettolitri l’una: sembrano sottomarini! Proprio nelle cantine facciamo la degustazione di birra Budvar. Con orgoglio, l’addetto spilla direttamente da una botte e serve la birra immediatamente; molto bello da vedere. Ovviamente la birra era fredda; un po’ troppo per un freddoloso come me…! Perciò l’ho sorseggiata appena. Comunque in questo viaggio in Boemia Meridionale e Vysocina ne ho bevuta molta a tavola (Budvar compresa); è uno dei piaceri di visitare la Repubblica Ceca.
Il tour termina con la visita della sala dell’imbottigliamento, dove imbottigliano 40.000 bottiglie l’ora. Di solito regna un grande frastuono, ma oggi era in manutenzione per cui i macchinari erano fermi. Silenzio totale. Infine siamo tornati nell’edificio della reception, dove c’è pure un negozio di prodotti Budvar (anche abbigliamento); un bel souvenir da portare a casa.
5.3 České Budějovice




Ceske Budejovice è la capitale della Boemia Meridionale; è una città di 100.000 abitanti, fondata alla confluenza di due fiumi, con un canale scavato per circondare la città sul terzo lato. Aveva mura medievali con torri e bastioni, visibili ancora in parte vicino ad un ponte (Železný most); è sull’itinerario per raggiungere il centro storico. La città é famosa per la grandissima piazza quadrata: 133x133m, tutta circondata da magnifici edifici color pastello tra cui spiccano la Cattedrale di San Nicola ed il Municipio; sono tutti belli da osservare (e fotografare) nei dettagli! Al centro c’è la Fontana Sansone. La piazza è intitolata al grande re ceco Premysl Otakar II, fondatore della città nel 1265; in ceco si dice Náměstí Přemysla Otakara II. È talmente enorme che fatichi a fotografarla: puoi solo scattare ad alcuni edifici. Ma dal campanile della Cattedrale (la Torre Nera) hai una vista panoramica fantastica.
Pranzo al Masné Krámy Restaurant




Per noi è già ora di pranzo, per cui ci dirigiamo direttamente a pranzare in una via laterale, accanto ad uno strano edificio con vistose statue: sembra in stile ghostbuster!
Per mangiare abbiamo scelto un luogo storico, anche se rinnovato recentemente: il Masné Krámy Restaurant. Conserva ancora le antiche postazioni del macellaio ed è arioso e spartano, con essenziali tavoli in legno. Come antipasto è arrivata una piccola zuppa di carne, delicata e gustosa. Poi bistecca di maiale coi consueti accompagnamenti e verdure: molto gustosa anche quella; oggi però potevo scegliere la trota, che mi hanno detto essere buonissima. Una birra di accompagnamento non fa più notizia, vero? Comunque abbiamo mangiato benissimo e con ritmi placidi.
Terminato il pranzo, per questioni di tempo e programma lasciamo Ceske Budejovice. Torniamo al pullman che ci aspetta il momento clou della giornata.
5.4 Jindřichův Hradec




L’ultima cosa da vedere in Boemia Meridionale è Jindrichuv Hradec. Eh? Come si chiama questo posto? Anch’io ho avuto questa reazione, ma in realtà è abbastanza semplice da pronunciare: “Glindriciuv Radez” e significa semplicemente “il castello di Enrico”. Nel ‘200 Enrico I fondò il castello e la dinastia dei Signori di Hradec, da cui discese la famiglia Rosenberg: anche qui la rosa a cinque petali è nello stemma. La cittadina è su un promontorio, protetta alle spalle da un fiume; ma arrivando noti soprattutto il grande specchio d’acqua chiamato Vajgar in cui Jindrichuv Hradec si riflette; in alto spiccano gli edifici del castello, il 3° castello più grande della Repubblica Ceca. Tutto il complesso è stato dichiarato monumento culturale nazionale nel 1996. Jindrichuv Hradec ha vinto pure il titolo di “Historical Town of 2007”. Sinceramente non lo conoscevo prima, ma è stata una grande scoperta!
Il castello di Jindrichuv Hradec




Ovviamente qui è da vedere il castello di Jindrichuv Hradec. Inizialmente in stile gotico, era considerato tra i più belli al mondo; poi fu ricostruito parzialmente. Ha 3 grandi cortili; l’ultimo è il cuore del complesso, con arcate rinascimentali e un pozzo con copertura dorata e colorata. Noi abbiamo visitato l’affascinante Palazzo gotico. Prima osservi dall’alto la cappella (ora barocca) e poi ammiri la Sala del Re con stupendi affreschi sulla leggenda di San Giorgio. Le scene sono del 1338, divise su tre strisce: due coi racconti e una con gli stemmi delle famiglie; bellissimi perché restaurati da poco. La stanza successiva ha un camino ed è la più antica di tutte. A piano terra ammiriamo anche la Cucina Nera di fine ‘400, una delle meglio conservate del tempo: si sente ancora il profumo di affumicatura! Infatti viene usata per gli eventi natalizi durante i mercatini di Natale, molto frequentati.
Il Rondel




Nel chiostro a fianco c’è una meraviglia di Jindrichuv Hradec: il Rondel (la Rotonda). Un piccolo giardino con fontana al centro anticipa un padiglione in stile manieristico realizzato dall’architetto italo-ticinese Baldassarre Maggi, che ridisegnò anche il castello in stile rinascimentale. Largo 13m e alto 12, fuori è rosso e pare una torre. Dentro ti sorprende: è tutto in stucco bianco con decorazioni dorate. Il bianco aumenta la luce ed è fantastico l’effetto delle dorature ! Vale il viaggio a Jindrichuv Hradec. Il Rondel serviva per le feste della nobiltà: all’inizio usato come padiglione della musica, anche se l’audio rimbomba. Curiosità: i musicanti stavano “nascosti” al piano inferiore e la musica usciva dal buco al centro! Purtroppo il castello andò a fuoco 2 volte e successivamente fu usato come magazzino. Ma tuttora ospita concerti e matrimoni: data l’ottima acustica basta uno strumento per creare super atmosfera!
Purtroppo non abbiamo visitato le stanze rinascimentali, chiuse in inverno. Dovrò tornarci. Infatti anche qui ci sono 3 differenti tour e uno sale sulla Torre Nera.
Cosa vedere a Jindrichuv Hradec




Uscendo vedo un fantastico riflesso sul fiume da un’apertura laterale. Sta già tramontando per cui raggiungo la piazza principale (Náměstí Míru); è trapezoidale e con colorate case rinascimentali che la circondano tra cui la Langer House con graffiti. Punto di esplorazione di Jindrichuv Hradec, al centro svetta la Sacra Trinità, scultura alta 20 metri. La strada in discesa porta sul ponte sul Vajgar: è il perfetto punto di osservazione del castello. Il sole è già sparito, ma nuvole rosa decorano il cielo sopra al castello riflesso: un tramonto incantato! Poi giro per la cittadina nell’ora blu; in particolare stupendo lo scorcio con una torre con l’orologio vicino al castello. Tra le vie trovo la chiesa più interessante di Jindrichuv Hradec, quella di San Giovanni Battista del monastero; la caratterizza una particolare architettura gotica a due navate. Anche se abbastanza spoglia, ha resti di affreschi del ‘300 ed abside e pulpito barocco.
Curiosità di Jindrichuv Hradec




Jindrichuv Hradec ha pure alcuni musei. Il Museum of Jindřichův Hradec conserva il presepe meccanico più grande del mondo: ben 1398 figure, di cui 133 si muovono. Fu costruito in 60 anni dal locale Tomas Kryza ed ha le architetture tipiche della Cechia. Ora però è in restauro: una parte è smontata. Poi dove c’era il birrificio del castello trovi la Casa degli Arazzi. La tradizionale attività iniziata all’inizio del XX secolo è spiegata su 3 piani; al primo una signora stava pazientemente restaurando un arazzo seicentesco. Invece il Museo della Fotografia e dei Media Visivi Moderni non l’abbiamo visitato.
Inoltre per Jindrichuv Hradec passa il 15° meridiano: superando la striscia metallica a terra puoi esprimere un desiderio! Si trova presso la chiesa gotica dell’Assunzione della Vergine Maria, distrutta da un incendio e poi ricostruita.
Cena e notte all’Hotel Concertino




Infine siamo rientrati in albergo. A Jindrichuv Hradec abbiamo dormito all’Hotel Concertino, in un angolo della piazza principale. La camera era enorme! Dopo una meritata doccia, abbiamo cenato nel ristorante dell’hotel a piano terra. Ho preso la zuppa tipica del luogo chiamata “kulajda”, con un uovo; poi classico secondo piatto di carne, anche se stavolta era pollo e verdure grigliate. Per finire in bellezza il dolce: frittelle coi frutti di bosco. Tutto buono, ma sempre la carne inizia a stancarmi: facevo bene a provare la trota a pranzo!
Sempre al piano terra c’è un bar, ma io per digerire ho fatto una passeggiata notturna; ho scattato altre foto al castello riflesso sull’acqua dal ponte e alla piazza di notte. La colonna al centro illuminata è super barocca. Come avrai notato è tipica di molti posti della Cechia, ma a me ha ricordato quella di Vienna, di Napoli e perfino di Ostuni!
6. 3° giorno: visita della Vysocina




Il terzo giorno del viaggio è stato dedicato a visitare la Vysocina, regione ad est della Boemia Meridionale. Siamo nel centro della Repubblica Ceca, a metà strada tra Praga e Brno (le due principali città); infatti è divisa tra Boemia e Moravia. Un terzo del territorio della Vysocina è coperto da boschi e foreste; quindi trovi borghi isolati e circondati dalla natura. Lo noto bene dal pullman; prendiamo una bella strada ondulata nei boschi, poi si apre su paesaggi naturali con piccoli paesi raccolti attorno alla chiesa dal campanile squadrato e tozzo. In qualche angolo c’è ancora la neve. Che viste super rilassanti!
La Vysocina è la destinazione perfetta per chi ama il turismo attivo: ha migliaia di chilometri di sentieri per andare in bici, a cavallo o fare arrampicata; ma puoi praticare molti altri sport. Ciò che interessa più a me, è la regione ceca con più siti Patrimonio Unesco: ben 3! Non abbiamo visto l’eccezionale Santuario di Giovanni Nepomuceno a Žďár nad Sázavou, ma gli altri sì.
6.1 Telč




Cosa vedere in Vysocina? A 40 minuti da Jindrichuv Hradec trovi Telč, storico borgo Patrimonio Unesco. Come protezione, è circondata da due laghetti; quando ci arrivi rimani sorpreso nel vedere il centro storico riflesso nell’acqua, adesso ghiacciata. Dal pullman la vista mi era piaciuta tantissimo; poi ci sono tornato a piedi e mi sembrava diversa; forse per il cielo grigio, forse era cambiata la luce…
Telč fu distrutta da un incendio nel ‘300 e ricostruita. Anche qui in un angolo del centro storico c’è il castello in stile rinascimentale; anche questo appartenne ai Rosenberg. In inverno purtroppo è chiuso, fino a Pasqua, ma ha ricchi interni ed un bel giardino. Accanto ammiri due chiese che appartenevano ai Gesuiti, ordine molto importante a Telč. Le torri campanarie si riflettono malinconicamente in una pozzanghera sul selciato. Da queste torri nella bella stagione è possibile salire per una vista panoramica.
La piazza di Telč




Il centro storico è perfettamente conservato come era nel ‘500: perciò Telč è una meraviglia del Rinascimento in Cechia e Patrimonio Unesco. Zaccaria di Hradec (famiglia Rosenberg) non si accontentò di trasformare il castello, ma cambiò il volto a tutto il borgo; anche qui intervenne l’architetto Baldassarre Maggi con maestranze italiane. La particolarità è che Telč ha una piazza super allungata e stretta, dalla forma triangolare; enorme per questo borgo! È racchiusa da case colorate con portici, tutte alte uguali e con la stessa superficie. Sono super pittoresche: regalano scorci da cartolina! Meraviglie da ammirare nei dettagli; a me ha colpito la casa con facciata bianca e nera dipinta in modo super sofisticato nel 1555.
Qui si svolgeva tutta la vita cittadina: c’era un birrificio, scuole, il panettiere… I proprietari erano borghesi e facevano a gara a chi aveva la facciata più bella, per colore o affreschi; molte hanno simboli della chiesa cattolica, sebbene il 90% degli abitanti fossero protestanti: ma il cattolicesimo era la fede dei re e dei nobili, che avevano soldi e influenza; perciò non compaiono simboli hussiti. Nella parte alta trovi 3 fontane e la “classica” Colonna della peste con la Vergine Immacolata, splendida da fotografare.
6.2 Třebíč




35km dividono Telc da Trebic, cittadina capoluogo dell’omonimo distretto della Vysocina. Da lontano era la meno interessante di tutte: nessun lago qui, solo un fiume che l’attraversa ma non lo noti arrivando. È ondulata e le case non colpiscono particolarmente (diversamente dagli altri posti). Per una volta, anche la storia è diversa e unica. Trebic nacque attorno a un ricco monastero benedettino fondato nel 1101 dai duchi di Moravia; la felice posizione sulle sponde del fiume Jihlava portò allo sviluppo della cittadina. La ricchezza è dimostrata da una comunità ebraica presente fin dal Medioevo e la grande piazza principale (Karlovo náměstí) con case borghesi, anche se non è più autentica e affascinante come quella di Telc. Comunque Trebic fu distrutta nel 1468 dal re d’Ungheria Mattia Corvino. Venne ricostruita e nel ‘500 il monastero fu trasformato nel castello di Trebic, con tre ali ed un parco attorno come vedi ora.
Pranzo al Ristorante Centrum Lihovar




Nemmeno il nome Trebic è difficile: somiglia al calciatore croato del Milan. Qui abbiamo fatto una visita più approfondita. Ci siamo fermati in una zona collinare, con davanti un edificio con grande terrazzo in legno; mi ha ricordato la montagna ed il Trentino. Proprio lì ci siamo fermati a mangiare al Ristorante Centrum Lihovar. Abbiamo scelto un menù fisso con specialità locali. L’antipasto era un paté coi mirtilli rossi; a seguire spezzatino con purè di patate e come dolce cheesecake al cioccolato. Le porzioni erano giganti! Ho apprezzato soprattutto il secondo: era ancora carne, però il gusto del purè la rendeva specialmente gradevole. Il dessert invece ero talmente pieno che non l’ho nemmeno provato.
La Basilica di San Procopio




Prendendo un sentiero in discesa raggiungiamo il castello, trasformato ora nel Vysocina Museum Trebic. Scendendo l’attenzione va alle due torri campanarie bianche della Basilica di San Procopio: è ciò che è rimasto del monastero benedettino originario e risale al 1200. Danneggiata dall’assedio di Mattia Corvino, cadde in disgrazia perché i nuovi signori erano protestanti; così per 2 secoli fu usata per scopi civili come stalla, birrificio e granaio. Finalmente restaurata tra 1725-1731 e dedicata a San Procopio, è tornata a splendere. Domina uno stile misto romanico-gotico, opera di maestri occidentali della zona del Reno, in Germania; per la notevole architettura è Patrimonio Unesco dal 2003. Tuttora è consacrata.
Si trova nel cortile centrale del castello. Se la facciata è bianca, l’affascinante ingresso principale è sul lato; è la Porta del Paradiso in pietra scura e raffigura piante, animali, valli, acqua e persone, coi simboli dei 4 evangelisti scolpiti in alto.
L’interno della basilica




Entriamo nella Basilica di San Procopio. Possenti colonne la dividono in tre navate. La prima sensazione: d’inverno è gelida! Ma significa che d’estate dà refrigerio al caldo. Stranamente tutto sembra nuovissimo: forse l’hanno restaurata da poco. Siccome era la chiesa del convento, era divisa in due parti: una per il pubblico, una per i monaci; perciò è lunghissima anche dietro l’altare. La cosa preziosa sono le volte a crociera in stile gotico del presbiterio; sono unite con un arco e dal basso sono magnifiche! Stupendo l’abside riccamente decorato, come le 33 colonne; l’altare in fondo è piuttosto recente, ma sembra antico. Al centro ha Sant’Adalberto, che portò l’ordine benedettino in Cechia.
Sorprendenti e stupendi gli affreschi con le storie di San Giovanni Evangelista, nella cappella a fianco; anche se un po’ rovinati, sono gli unici rimasti; sono del 1250, tra i più antichi della Repubblica Ceca. Pensa che la chiesa era tutta così! Dopo siamo scesi nell’affascinante cripta romanica, la parte più antica della basilica. È servita come tomba per gli abati fino al 1500. Le molte arcate hanno capitelli tutti diversi, come nell’abside.
Infine usciamo nel giardinetto esterno: improvvisamente sembrava primavera per la differenza termica! È semplice, ma ha una splendida vista su Trebic col campanile con orologio che spicca sulle case; era l’antica torre di guardia.
Il Quartiere Ebraico di Trebic




Però Trebic è Patrimonio Unesco anche per il Quartiere Ebraico; è l’unico monumento ebraico fuori Israele nella lista. Testimonia la pacifica convivenza tra ebrei e cristiani nei secoli; difatti gli ebrei si stabilirono a Trebic nel Trecento e potevano integrarsi, vivendo in pace; inizialmente non erano chiusi in un ghetto, ma concentrati sulla riva del fiume; solo nel 1723 furono racchiusi, ma quasi tutti vivevano già lì. Allora il quartiere non poteva allargarsi: così le case crebbero in altezza; ci abitavano diverse famiglie con servizi in comune. Poi c’erano tutte le attività per la comunità: due sinagoghe, ma anche l‘affascinante cimitero ebraico in collina con 11.000 lapidi. Era un quartiere con proprie peculiarità.
Dopo la guerra tutto è rimasto abbandonato (c’è pure una “via abbandonata“!). Perciò è ben conservato, nonostante le persecuzioni naziste e poi comuniste. Così ammiri 123 case strette e storte tra vie ciottolate in salita; colorate e semplici, a volte sono collegate tra loro con archi. Hanno dettagli curiosi e belli da notare, come enormi lampioni.
Il Memoriale di Antonín Kalina




Una delle due sinagoghe di Trebic si chiama “Zadní synagoga” (Sinagoga posteriore). Accanto ha il centro informazioni del Quartiere Ebraico, in via Blahoslavova. Qui abbiamo visto il Memoriale di Antonín Kalina (Memorial Hall of Antonín Kalina), dedicato ad un abitante di Trebic. Prigioniero nel campo di concentramento di Buchenwald perché comunista, Kalina cambiò i nomi ebraici di oltre 900 bambini con nomi cattolici, salvandoli; tra loro, il premio Nobel Imre Kertesz. Nessuno seppe dell’azione coraggiosa fino agli anni ’90! Al centro del memoriale c’è una scultura di albero con le foglie coi nomi dei bambini salvati.
Sulla stessa via trovi la Seligmann Bauer House, dove puoi scoprire la vita di una famiglia ebrea tra le due guerre mondiali, con mobilio d’epoca.
Dei 300 ebrei che vivevano a Trebic prima della guerra, ne sopravvissero solo 20; ma ora non vivono più ebrei nel Quartiere Ebraico di Trebic.
7. Conclusioni




Da Trebic l’autostrada in due ore ci ha riportato a Praga, dove abbiamo trascorso una bella serata; ma di questo parlerò prossimamente. Il giorno seguente l’aereo ci ha riportato in Italia; del resto Praga è la porta d’ingresso della Cechia: tutto passa da lì. Però accontentarsi di visitare la capitale è riduttivo: in Repubblica Ceca c’è molto altro da vedere oltre al fascino gotico-barocco dei campanili e dei palazzi storici di Praga. Soprattutto puoi lasciarti alle spalle la folla di Praga per visitare con calma cittadine affascinanti e colorate, castelli secolari con leggende e maledizioni, goderti stupendi paesaggi naturali e degustazioni di birra; proprio come ho fatto io in questi tre giorni in Boemia Meridionale e Vysocina. Lo ammetto: sarei voluto rimanere di più e visitare molto altro. Ci tornerò sicuramente, probabilmente nella bella stagione quando la Cechia offre il meglio di sé e musei e castelli sono tutti aperti.
Ti ho stuzzicato l’idea di vedere la Boemia Meridionale e la Vysocina? È una destinazione sorprendente e interessante, spero di averlo dimostrato.
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Ecco video del viaggio: