Ci sono momenti in cui un luogo sprigiona la sua massima bellezza, quando è una meraviglia eccezionale; quello è il periodo perfetto per visitarlo. Ad esempio i giardini del Lago di Como in primavera, le destinazioni di mare prima che siano affollate di turisti, la Croazia a settembre quando dimezzano i prezzi. Per le Langhe questo periodo è l’autunno. Infatti le dolci colline coperte dai vigneti che sono Patrimonio Unesco dal 2014 d’autunno si ricoprono di colori fantastici: dal verde al giallo fino al rosso fuoco. Questo regala panorami mozzafiato e fotografie super. Se ci aggiungi l’ottima cucina tradizionale delle Langhe e i bellissimi borghi storici coi castelli capisci che il viaggio nelle Langhe in autunno è indimenticabile! In questo articolo racconto cosa vedere in un weekend nelle Langhe in autunno; è un itinerario classico, per quelli che non hanno mai visitato le Langhe, ma con qualche chicca meno conosciuta.
1. Itinerario
1° giorno del weekend nelle Langhe:
- Castello di Grinzane Cavour
- Il Cedro del Libano
- La Morra
- La Panchina Gigante Rossa
- Barolo
- Cappella delle Brunate
- Serralunga d’Alba
- Tramonto sui vitigni delle Langhe
- Castello della Volta
2° giorno del weekend nelle Langhe:
- La vigna dei Pastelli
- Chiesetta della Beata Vergine del Carmine
- Neive
- Barbaresco
- Alba
- Roddi
2. Primo giorno del weekend nelle Langhe in autunno




Se parti presto, puoi raggiungere le Langhe in un buon orario e cominciare presto a scoprire le bellezze delle Langhe in autunno. Così ho fatto io, per essere già a metà mattina tra i meravigliosi paesaggi delle Langhe, con le colline dolci coperte di vitigni. In autunno puoi ammirare tutti i colori dell’arcobaleno: il cielo azzurro copre prati e foglie ancora verdi, mentre alcuni tralci sono totalmente gialli, arancio o persino rossi. Mi hanno detto che il colore dipende dalla tipologia di uva che è piantata nel terreno: il rosso è il dolcetto. Perciò se un weekend nelle Langhe è sempre un’ottima idea, un weekend d’autunno nelle Langhe è un’esperienza indimenticabile: se prendi le strade laterali circondato dai vigneti spesso ti viene la voglia di fermarti ad ammirare e fotografare questi paesaggi. Però devi resistere, perché ci sono tante cose da vedere!
2.1 Castello di Grinzane Cavour




Uno dei posti da vedere nelle Langhe è Grinzane Cavour, legato alla figura di Camillo Benso conte di Cavour: all’inizio del paese c’è un busto che lo ricorda. Su tutto il paese si erge il Castello di Grinzane Cavour, possente ed altissimo; fu costruito nel punto più alto della collina nel XIII o XIV secolo e nell’800 era di proprietà degli zii del conte Cavour. Il conte ci venne a 20 anni per amministrarne i beni e dimostrò la sua abilità organizzativa e l’apertura verso nuove metodologie, sviluppando l’agricoltura locale; tracciò canali, impiantò viti e importò guano di pipistrello per fertilizzare i terreni (primo in Italia); amava sperimentare nuove tecniche e miglioramenti in agricoltura. Cavour fu sindaco del paese per 17 anni, prima di lasciarlo nel 1849 per fare carriera politica a Torino; lì non casualmente entrò nel governo come Ministro dell’Agricoltura e del Commercio.
Visita del Castello di Grinzane Cavour




La visita del Castello di Grinzane Cavour comincia dal grande torchio al piano terra: qui si faceva il vino. Al primo piano ammiri la Sala delle Maschere del 1567, dal nome dei dipinti sulle travi del soffitto; cartelloni illustrano la coltura del tartufo. Ancora sopra la Sala degli affreschi, dove è spiegata la cultura della vite e del vino: qui nelle Langhe è una religione. Poi trovi c’è la sala di Cavour, con la camera da letto (unico mobilio originale), dove lui realmente visse. Bello che le finestre oscurate hanno un binocolo rivolto verso i paesi di fronte, descritti a lato; il castello infatti è un punto di osservazione a 360° sui dintorni. Il percorso museale termina con un paio di sale che parlano della vita nell’800. Quando scendi puoi bere un bicchiere di vino al bar o comprarlo all’enoteca regionale Piemontese Cavour.
Attorno al castello




Il castello è talmente imponente che dallo spazio attorno fatichi a fotografarlo: è troppo grosso! Ha struttura rettangolare, con torri e torrette che spuntano (anche sugli angoli), mentre sul lato nord c’è l’antico mastio. Da questa terrazza naturale puoi osservare il fantastico panorama sulle colline vitate attorno, che in autunno si tingono di tutti i colori. Nel 2021 alle pendici della castello è stato inaugurato il Museo In Vigna, un percorso didattico che descrive la coltivazione della vite e le attività da fare in ogni stagione, frutto del sapere contadino tramandato da generazione in generazione.
Poco distante ho visitato anche la Chiesa Parrocchiale di Maria Vergine del Carmine; fuori è graziosa ed in mattoni rossi, mentre dentro sorprende per il colore dei marmi, le decorazioni e la cupola affrescata con l’Apparizione della Vergine Maria a San Simone Stock.
2.2 Il Cedro del Libano




Tra noccioli e colline con vitigni geometrici, arriviamo al cedro del Libano, un’altra delle bellezze da vedere nelle Langhe; svetta in cima alla collina Monfalletto con le viti gialle d’autunno attorno; come dice il nome, era proprietà della famiglia Falletti – la più nobile delle Langhe – che la acquisì nel 1340; poi nel ‘900 è passata ai Cordero di Montezemolo, dell’omonima e storica azienda vinicola. Perciò è proprietà privata, non si può salire fino al cedro; ma è già bello osservarlo così; io ho trovato il cancello aperto e fatto qualche passo con circospezione per fotografarlo meglio. Che albero monumentale! Pensa che è stato piantato nel 1856 per sugellare un amore: quindi è un simbolo di amore eterno. È adorato anche dai fotografi, perché spunta isolato ed imponente dai panorami più in alto, con le fronde a proteggere le viti. Poi girandoti hai una stupenda vista verso La Morra.
C’è qualche spazio per fermarsi in auto, altrimenti conviene parcheggiare alla chiesa della frazione Annunziata e fare 10 minuti di cammino.
2.3 La Morra




Ho sentito spesso parlare di La Morra e non capivo perché fosse famosa; alla fine è uno dei tanti piccoli borghi delle Langhe; lo raggiungi salendo sui tornanti, con le vigne ai piedi. Ciò che rende unica la Morra è che la collina è molto più alta delle altre, quindi è una specie di balcone con vista a 180° su tutte le Langhe: vedi lontanissimo! Dal belvedere di La Morra hai davanti a te le colline ondulate punteggiate dai paesi e su ogni bricco scorgi una casa-fortezza, probabilmente un ex castello. Io ho trovato un po’ di foschia, per cui una visione non ottimale; ma d’autunno ammiri un tripudio di colori: giallo, rosso, verde… un panorama spettacolare da vedere in un weekend nelle Langhe! Perciò è celebre. La gente ci arriva pure dal basso a piedi o in bicicletta.
Visita di La Morra




Il Belvedere di La Morra si trova in Piazza Castello, dove era edificato il castello abbattuto nel 1544; perciò è una grande spianata. Coi resti è stata costruita nel 1710 la Torre Campanaria con orologio che spicca nella piazza; a fianco ha le scuole con l’insegna ancora antica: classi maschili. Sull’altro lato la Cantina Comunale nell’antico palazzo dei marchesi di Barolo. Oltre alla vista panoramica, la piazza attira i bambini per la giostra con carosello.
Ma La Morra è un paese interessante da visitare. Nella vicina Piazza Municipio trovi due chiese, entrambe in mattoni: la sconsacrata chiesa della Confraternita di San Rocco dove ho ammirato opere di un giovane artista sotto la stupenda cupola affrescata; a fianco la chiesa parrocchiale di San Martino con stile barocco di provincia e bella pala di altare; fu costruita dall’architetto Michelangelo Garove, che ristrutturò anche la Venaria Reale. Da via XX Settembre ammiri il palazzo Falletti-Cordero, mentre in via Umberto I la chiesa di San Sebastiano detta “dei bianchi”, anch’essa barocca.
La Morra ha pure angoli pittoreschi, ma attira i turisti per il turismo enogastronomico: è piena di enoteche! Anche per quello è molto trafficata: trovare parcheggio è una piccola impresa.
2.4 La Panchina Gigante Rossa




Forse però la vista migliore da La Morra è più sotto, dall’altezza delle altre colline: cogli meglio la sinuosità. Qui tra distese di viti prendendo una strada a sinistra ecco spuntare la Panchina Gigante Rossa. Pensavo facesse parte del Big Bench Project ed invece no: è una delle copie non autorizzate. Infatti la vista non è eccezionale (50 metri prima era meglio); che sia in un punto panoramico e accessibile a tutti sono le due condizioni del fondatore Chris Bangle per installare nuove panchine. Questa era pure sporca. Però ci vanno in tanti, per salire e scattare una foto in compagnia (e poi postarla sui social); ci siamo ripassati col buio e c’erano ancora persone!
Le Big Bench sono nate e si sono diffuse nelle Langhe; perciò sono diventate un elemento tipico della zona: quindi sono sicuramente da cercare e da vedere in un weekend nelle Langhe in autunno.
2.5 Barolo




Ovviamente il borgo più famoso e importante della Langa del Barolo è proprio Barolo, che dà il nome alla zona ed al famoso vino Barolo, eccellenza delle Langhe. Sorge su una piccola collina ed è uno dei paesi più piccoli della zona: solo 700 abitanti! Il fatto che sia super turistico ha snaturato il fascino tranquillo: ampi parcheggi attorno e molte case risistemate (che sembrano nuove) rovinano l’atmosfera antica. È data però dalle insegne retrò, molto affascinanti, così come le foto storiche sotto al nome delle vie. Come ho visto nel mio altro tour nelle Langhe, anche qui c’è qualche rosa piantata di fronte a casa. Come presumibile, trovi tante enoteche, piene di turisti che sorseggiano vino; alcuni erano su una terrazza panoramica con coperta a proteggerli dal freddo! Pensa che c’è pure il museo dei cavatappi.
Il Castello di Barolo




Il punto focale di Barolo è il Castello Falletti, che si erge sul borgo dal X secolo. Lo scorcio del castello che spunta tra le case è super fotografato: in effetti le pareti inclinate del castello e la pittura rossa che evidenzia l’architettura lo rendono molto particolare. Era la residenza principale dei conti Falletti… chissà che meraviglia che era al tempo! Dopo che nell’800 si trasferirono a Torino e la casata si estinse, è diventato un collegio ed ora è di proprietà comunale; ospita il Museo del Vino (WiMu) e l’Enoteca Regionale del Barolo; dovevano essere interessanti da visitare, così come la mostra permanente di Miro, Dalì e Picasso (MAP Barolo). Ma non avevo abbastanza tempo: dovrò tornarci per ammirare la Stanza della Marchesa e la Biblioteca Storica!
La chiesa di San Donato vicino al castello è semplice e dipinta, ma graziosa e ariosa da vedere.
Pranzo a Barolo




Oramai è ora di pranzo; così ci siamo fermati a mangiare a Barolo al Ristorante Brezza, con un tavolo all’aperto, sulla terrazza; per essere i primi di novembre è notevole. Da qui hai una fantastica vista su Barolo, col castello in evidenza e i vitigni attorno al borgo. Il posto è speciale: hanno perfino una loro produzione di vino Barolo. Io ho scelto un antipasto di paté di selvaggina e a seguire un secondo piatto di brasato al Barolo… non potevo fare altrimenti! Era talmente buono che è finito subito (anche perché le fette erano solo 2). Mi sono alzato con ancora fame.
2.6 Cappella delle Brunate




Il punto più famoso, imperdibile e instagrammabile delle Langhe è la Cappella delle Brunate, anche detta Cappella del Barolo. Si trova sotto La Morra, vicino alla strada che porta da Barolo a Alba, completamente immersa nelle vigne. È super visitata! Un vigile impedisce di salire in auto sulla strada, dove peraltro è impossibile fare manovre. Per arrivarci a piedi ci vogliono 20 minuti circa di insospettabile fatica, ma ci sta; ti godi il paesaggio tra le vigne colorate d’autunno con ogni sfumatura! Vedi anche una villetta, un luogo abbandonato e La Morra che domina in alto. La cappella appare quando la strada spiana, all’improvviso; me la aspettavo in cima a una collina! Ha tanta gente attorno, in fila pazientemente per scattare la propria foto ricordo. Può sembrare assurdo e triste, ma capisco perché è apprezzata.
Peraltro la Cappella delle Brunate fu costruita nel 1914 dai contadini come riparo per il maltempo e non è stata mai consacrata. Restaurata nel 1999, l’artista Sol LeWitt si occupò della coloratissima decorazione esterna, mentre David Tremlett di quella interna; purtroppo non si può vedere perché è quasi sempre chiusa.
2.7 Serralunga d’Alba




Se finora ho visitato posti classici e imperdibili, termino la giornata con una meraviglia meno conosciuta. Perciò raggiungo in auto Serralunga d’Alba, passando tra i vigneti colorati di una delle strade panoramiche più belle delle Langhe. Il centro abitato nacque nel Trecento attorno al suo castello imponente, che vedi da lontano in cima al bricco. Il borgo faceva parte delle difese del castello: infatti gli gira attorno come un anello; praticamente era una doppia cerchia muraria composta da case che lo proteggeva. La vedi tuttora, circondata da un meraviglioso paesaggio di colline vitate; del resto ha 500 abitanti e 41 aziende vitivinicole!
All’inizio del borgo ecco la chiesa di San Sebastiano, dal severo e cupo stile barocco. Oltrepassata la porta, trovi una chiesa sconsacrata e la strada che sale circolare; anche qui qualche osteria e enoteca, coi tappi di sughero per terra. Stavolta però poche persone girano nel borgo.
Il Castello di Serralunga d’Alba




Nel punto più alto della collina sorge il Castello di Serralunga d’Alba, anch’esso Patrimonio Unesco dal 2014. È consigliabile prenotare la visita ed il ritrovo è nella terrazza panoramica esterna, dove ammiri cominciare l’Alta Langa con boschi e nocciole. Il castello fu costruito in più fasi; nel 1100 la torre quadrangolare, che serviva per l’avvistamento dei pirati saraceni. Tra 1340–57 i Falletti costruirono anche questo castello: che famiglia potente! Ma questo è unico: avendo scopo difensivo era un un castello-torre, come i donjon francesi; perciò è molto scenografico e compatto, praticamente senza decorazioni. Oltre al borgo, a difesa del castello c’erano i bastoni esterni e le difese interne. Tutto ciò l’ha protetto per 700 anni; subisce solo un’invasione nel 1616, quando i 12 soldati difensori scapparono davanti a 1200 mercenari spagnoli del ducato di Milano. Non trovarono nulla, ma lasciarono graffiti in una sala con la scritta “1616”.
Visita del castello di Serralunga d’Alba




Ora l’ingresso del castello è comodo, ma in passato c’erano passerelle in legno che venivano rimosse in caso di assalto; la porta sprangata era a 5m d’altezza! Poi gli assalitori dovevano passare due corti difensive iniziali, molto strette, divise da un altro ponte levatoio; dagli spalti i difensori potevano gettare di tutto; perciò la seconda era chiamata camera della morte!
Superate quelle, si entrava finalmente nel castello. La prima stanza ha i suddetti graffiti dei soldati; quanto morì l’ultima contessa, gli abitanti lo gestirono per 80 anni: quindi ci sono anche iscrizioni dei bambini che qui giocavano! Invece in un angolo ammiri una cappella votiva del ‘400 con stupendi affreschi di santi. Il piano superiore era residenziale, dove mangiavano e dormivano; c’erano pareti di legno removibili, ora sparite; vedi solo il camino con vicino la latrina, per cui era riscaldata: un lusso del 1340!! Nella torre circolare invece c’era il “pozzo dell’oblio”, dove venivano gettati i condannati a morte.
Il meglio però è all’ultimo piano, a 50m di altezza: da solo merita il prezzo della visita. Hai una spettacolare vista panoramica a 360° sulle Langhe e sulle Alpi, col Monviso da una parte e Monte Rosa innevato e Cervino dall’altra! Poi con le luci del tramonto è mozzafiato!!
2.8 Il tramonto sui vitigni delle Langhe




Se i paesaggi attorno a Serralunga d’Alba sono meravigliosi di giorno, al tramonto lasciano senza parole! Uno spettacolo della natura a cui stentavo a credere: più volte ho detto “WOW!” parlandomi da solo. Sembrava di sognare: è stato uno dei momenti ed uno dei tramonti più belli della mia vita. Le silhouette delle colline appaiono vivide mentre i colori sono meravigliosamente accesi, esaltati dall’autunno e dal tramonto; davanti hai il Monviso, con le distese di viti tutt’intorno a te. Sembrava un momento magico: ho scattato a ripetizione!!! Anche quando ho riguardato le foto stentavo a credere a tanta bellezza… ma fidati: dal vivo è molto, ma molto meglio! Un tramonto vale da solo il viaggio di un weekend nelle Langhe in autunno.
Questo scenario quasi onirico è continuando scendendo; mi sono fermato diverse volte ad ammirare e fotografare questi paesaggi di colline vitate coi colori dell’arcobaleno: dal verde in cima sfumavano al giallo e finivano rosse in basso!
2.9 Castello della Volta




Però non potevo perdere troppo tempo: volevo scattare un’altra super foto! Così superati altri paesaggi incantati al tramonto sono ritornato verso Barolo. La mia meta è il Castello della Volta, su un bricco tra i vitigni poco sopra l’abitato. Anch’esso appartenuto ai conti Falletti, è conosciuto per una leggenda. Si dice che un castellano amasse il lusso e gli eccessi; in una cena degenerata in un’orgia, il pavimento sprofondò con tutti i suoi commensali; pare che si sentano ancora i gemiti dei peccatori defunti. Io non ci credo, ma il fatto che il castello è abbandonato e decadente aiuta la leggenda.
Speravo che regalasse una bella vista su Barolo, ma il passaggio è sbarrato. Così siamo risaliti verso La Morra, per aver un punto di vista più alto; avevo in mente una gran foto similare, ma probabilmente mi sono confuso col castello di Grinzane Cavour. Ad ogni modo l’ultimo scampolo di tramonto l’ho ammirato dal punto panoramico La Morra, con la vista di Barolo col castello illuminato, il cielo dorato e a sinistra La Morra addormentata in cima alla collina. Poi è calato il buio sulle viti, le luci erano pochissime.
3. Secondo giorno nelle Langhe in autunno




Gazze volano basse sulla strada di mattina, con la brina di novembre nei campi in pianura gelati; qui sembra già inverno. Cosa vedere nelle Langhe in autunno il secondo giorno? Il programma prevede la visita di alcune bellezze sulle colline tra i filari di vite, alcuni dei borghi più belli delle Langhe e poi Alba, la cittadina ed il baricentro delle Langhe. Se ieri abbiamo visitato la zona a sud, oggi ci dedichiamo alla zona a nord ed attorno ad Alba. Perciò lasciamo la strada principale, passiamo il fiume Tanaro e viaggiamo sulla strada serpeggiante passando Coazzolo. La nostra prima meta è in cima a una delle sue colline.
3.1 La Vigna dei Pastelli




Sulle colline di Coazzolo c’è un posto super instagrammabile delle Langhe: la Vigna dei Pastelli. Per trovarla imposta Google Maps: altrimenti è difficile. Infatti procedendo sulla strada tra i vigneti non vedi nulla nemmeno nel punto più vicino! Ho avuto anche dei dubbi, dopo che nella Penisola Calcidica mi aveva mandato in un campo di ulivi. In realtà devi salire a piedi fino in cima alla collina per vedere i pastelli, ovvero i pali delle vigne tagliati e colorati come pastelli da colorare. Me ne aspettavo di più, che salissero su tutta la collina; invece saranno 20-24, proprio sulla sommità divisi su due file. Però c’è anche un tavolo fatto di botti per fare picnic; è diventato un posto turistico, che il viticoltore cura e offre ai visitatori. Però ora è mattina presto e la mia ombra entra nella foto; poi la foschia non mi regala una super foto.
3.2 Chiesetta della Beata Vergine del Carmine




A 200 metri dalla vigna c’è un altro monumento importante, questo sì molto più segnalato dai cartelli: la Chiesetta della Beata Vergine del Carmine, conosciuta per le decorazioni dell’artista David Tremlett. Si vede anche dalla Vigna dei Pastelli e ha un porticato che introduce la chiesa, altrimenti semplice. Questa è meno colorata della Cappella del Barolo, ma si inserisce meglio nel paesaggio; le chiazze di colore sono su tutto l’edificio, campanile compreso. La chiesa era chiusa, ma faccio un giro attorno per ammirarla meglio. Puoi inquadrare il meraviglioso paesaggio circostante con le arcate della chiesa: attorno hai le viti color giallo, davanti stupende colline ondulate; ci sono pure delle panchine per goderti il paesaggio. Peraltro rispetto al gelo in pianura, qui in collina ci sono 15°; si sta benissimo!
A Coazzolo trovi altri due punti turistici (come indica un cartello), ma noi cambiamo zona.
3.3 Neive




Prossima sosta in questo weekend nelle Langhe d’autunno è a Neive, uno dei Borghi più belli d’Italia. Il nucleo antico sorge su una collina ed è praticamente rotondo; per entrare hai due porte: quella di San Sebastiano e di San Rocco, ciascuna con piccola chiesa dedicata accanto. A differenza degli altri borghi, qui non c’è un fascino contadino ma nobiliare; i palazzi in mattoni infatti hanno grazia ed eleganza. Poi trovi pittoresche case ad angolo e ovviamente enoteche per degustare il vino: qui siamo nella terra del Barbaresco! A Neive non c’è nulla di clamorosamente bello, ma tutto il borgo è da girare con ritmi placidi, per godersi i dettagli e la bellezza; è un invito al buon vivere, come puoi cogliere dalle cantine e dagli ottimi ristoranti come L’Aromatario. Il cuore del borgo è Piazza Italia, che in realtà è allungata come una via.
Cosa vedere a Neive




In Piazza Italia trovi l’ufficio turistico, il Municipio con la bandiera italiana e la Casa dell’Orologio, l’ex municipio ora dedicato alle mostre come il Museo della Donna Selvatica, dedicato a Romano Levi, locale distillatore artigianale e poeta. Nel punto più alto del borgo c’è la Torre dell’Orologio, costruita nel 1224; faceva parte delle difese del borgo, prima di essere trasformata in torre campanaria. Si può salire per una stupenda vista a 360°, sul borgo e sui vigneti. Vicino puoi ammirare la chiesa di San Michele Arcangelo dalla facciata barocca piemontese in mattoni; sembra piccola, ma dentro sorprende per lo spazio e perché è dedicata al rito ortodosso, con icone sparse.
Inoltre per il borgo puoi trovare opere della pittrice contemporanea Gabriella Piccatto ed esemplari di vecchie auto Fiat perché il designer Dante Giacosa era cresciuto qui. Insomma: Neive è fonte di ispirazione e creatività!
3.4 Barbaresco




Un altro borgo da vedere nelle Langhe in un weekend d’autunno è Barbaresco, patria dell’omonimo famoso vino Barbaresco. Si trova vicino a Neive, sulle sponde del fiume Tanaro. Per arrivarci la strada sale circondata da un anfiteatro naturale di viti: che bellezza! Il borgo è piccolissimo: praticamente è composto da una sola strada: via Torino. Da una parte è aperta dalla chiesa sconsacrata di San Donato, divenuta l’Enoteca Regionale del Barbaresco; dall’altra è chiusa dalla Chiesa di San Giovanni Battista dalla facciata barocca in mattoni e l’alta Torre di Barbaresco, che domina il paesaggio da lontano. In mezzo nell’ex castello trovi le grandi cantine Gaja (che praticamente possiedono il paese) e ovviamente enoteche per degustare vino. L’atmosfera a Barbaresco pare incantata: fiori colorati decorano case e luoghi, botti sono usate al posto dei tavoli nei wine bar; tutto è in ordine: non trovi nemmeno una cartaccia per terra!
La Torre di Barbaresco




Cosa fare a Barbaresco? Certamente visitare la Torre di Barbaresco, alta 30 metri e tutta in mattoni. Da fuori si nota l’ascensore esterno in vetro: è brutto esteticamente, ma consente la visita a tutti, disabili compresi. La torre fu costruita dai Visconti di Milano per controllare il territorio; dal 2015 è aperta per le visite dopo un prezioso restauro. È ampia, per cui contiene molti ambienti: un’esposizione interattiva, la Sala Sensoriale per degustazioni ed un museo legato al vino; questo è intitolato a Domizio Cavazza, enologo che creò il nome Barbaresco e fondò la cantina sociale nel 1894; praticamente è il padre del vino Barbaresco. Pensa invece che un secolo fa il paese era uno dei più poveri delle Langhe!
Ma merita visitare la Torre di Barbaresco solo per la vista dalla terrazza panoramica, a 360° sulle Langhe e il Roero. Vedi il fiume Tanaro scorrere contorto in basso, Alba e le vigne attorno a te; ma hai pure una meravigliosa vista su Barbaresco con la chiesa sotto di te!
3.5 Alba




Il centro più importante da visitare nelle Langhe in un weekend d’autunno è certamente Alba, la capitale delle Langhe. Questa cittadina di 30.000 abitanti non è capoluogo di provincia, ma è abitata fin dal Neolitico e fu importante coi Romani, quando fu battezzata Alba Pompeia; già allora veniva praticata la viticoltura! Però il periodo d’oro di Alba fu il Medioevo, quando divenne “la città delle cento torri”; infatti dopo i saccheggi dei barbari e dei Saraceni, le possenti mura consentirono il notevole sviluppo cittadino che ancora puoi ammirare visitando Alba. Molte torri purtroppo furono abbattute nell’800, quando la città cambiò faccia grazie alla vivace borghesia dopo secoli di crisi e guerre. Distintasi nella Seconda Guerra Mondiale con la repubblica partigiana raccontata da Beppe Fenoglio, nel dopoguerra le industrie come la Ferrero (quella della Nutella!) e i prodotti enogastronomici hanno reso ricco ed orgoglioso il territorio.
La Fiera internazionale del Tartufo




Ogni anno dal 1929 Alba ospita la Fiera internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, o semplicemente Fiera del Tartufo. Partita come collaterale alla vendemmia, ora è un evento a sé stante che porta centinaia di migliaia di visitatori ogni autunno, dall’Italia e dall’estero; anche perché l’evento dura quasi due mesi: da inizio ottobre fino a dicembre! Non trovi solo il tartufo, ma la fiera promuove tutti i prodotti enogastronomici della zona di Alba, pregiati vini compresi.
Per la città è il momento clou dell’anno; perciò c’è traffico ed è difficile trovare posto per dormire ad Alba e dintorni. La manifestazione ha in programma moltissimi eventi: da quelli folkloristici come il Palio degli Asini ai cooking show; i più importanti sono il Mercato Mondiale del Tartufo Bianco e l’asta del migliore esemplare: il ricavato poi va in beneficenza.
Nelle piazze principali trovi moltissime bancarelle che vendono prodotti tipici come caldarroste e nocciole. Quelle legate alla fiera sono nel Cortile della Maddalena; per accedervi devi pagare un biglietto (anche con degustazione). Comunque c’è tantissima gente per le vie (e molti sono stranieri); certamente per visitare Alba tranquillamente devi venire in un altro periodo..
Pranzo ad Alba




Viste le tante cose buone sulle bancarelle, viene subito fame. Ma dove mangiare ad Alba? Mi avevano consigliato l’Osteria dei Sognatori o Enoclub, ma durante la Fiera del Tartufo ogni ristorante è pieno: bisogna prenotare o passare presto la mattina. Così noi ci accontentiamo del grazioso panificio/pasticceria N’Amica D’Pan in via Antonio Coppa 3; ha affascinanti insegne retrò e soprattutto cose buonissime esposte in vetrina. Poi i prezzi sono giusti, non se ne approfittano. C’è qualche tavolo fuori ed altri dentro; lì gustiamo pizzette, focacce e qualche torta tipica della zona. Esposte ci sono anche tante bottiglie di vino: è pure un’enoteca! Impossibile ritornare dalle Langhe senza aver comprato il vino; idem le nocciole, altra specialità buonissima della zona; le vedi ovunque: pure nelle vetrine dei negozi di abbigliamento!
Comunque ora che ho la pancia piena sono pronto a visitare Alba.
Cosa vedere a Alba




Inutile dire che non bastano poche ore per visitare Alba: ci sono diversi musei interessanti che sei costretto a saltare come il Museo Civico. Le mura medievali sono scomparse, ma è facile riconoscere il centro storico che era racchiuso all’interno e gli ampi spazi moderni (e brutti) esterni; qui ci sono tanti posti per parcheggiare. L’ampia Piazza Michele Ferrero è la porta della città a sud; prendendo Via Vittorio Emanuele entri nel cuore della città. A prima impatto Alba è come me l’aspettavo: una bella città dal fascino medievale. La prima bellezza che trovi è la Chiesa della Maddalena, dalla facciata semplice in mattoni; dentro è ottagonale, in stile barocco con meravigliosa volta affrescata. Sembra avere due cappelle laterali, ma a destra c’è una strada: quindi è trompe l’oeil, disegnata! Continuando sulla via stretta, l’alta Torre Sineo ti conduce nell’affascinante Piazza Duomo, dove domina la facciata in mattoni della Cattedrale.
La Cattedrale di San Lorenzo




La Cattedrale di San Lorenzo è meravigliosa. Le bancarelle della fiera rovinano la vista dell’imponente facciata gotica, suddivisa in tre parti come le 3 navate interne; il rosone è del 1870, così come le statue. Bello il campanile in stile gotico lombardo sul fianco, ma ammira i tre portali, originari della chiesa dell’XI secolo.
Dentro ti stupisce il cielo blu stellato affrescato sulla volta e le tante cappelle laterali; è un po’ scura, ma ciò gli conferisce fascino. Negli ultimi 10 anni hanno fatto molti lavori, trovando i resti della chiesa antica: ad esempio puoi ammirare il battistero in pietra. Incisi sul metallo, sul pavimento sono scritti i nomi di tutti i vescovi, dal ‘300 ad oggi. L’altare dell’abside è rialzato e ha un meraviglioso coro ligneo con strumenti musicali intarsiati, come la chiesa di Santa Maria in Organo a Verona. Stupenda la Cappella di San Tebaldo a sinistra, con affreschi trompe l’oeil e statue di gusto medievale; c’è pure la reliquia in argento del santo. Sebbene molte decorazioni siano del XVIII e XIX secolo, il Duomo di Alba ha grande fascino antico: è imperdibile.
La Chiesa di San Domenico




Prendendo una via con bei negozi e stendardi “neo-medievali” appesi, raggiungi la bellissima chiesa di San Domenico, costruita a fine Duecento dai frati Domenicani. La piazzetta è piena di vita, con turisti che girano e i tavoli all’aperto dei ristoranti; contrasto stupendo con la facciata gotica in mattoni. Dentro la chiesa è a tre navate, divise da imponenti colonne a scacchiera; contiene affreschi meravigliosi del ‘300 e ‘400, soprattutto sulle volte a crociera. Mi ha ricordato la Cappella di San Maurizio a Castelnuovo di Ceva. Invece le decorazioni dipinte delle cappelle laterali sono barocche. Ora la chiesa è sconsacrata: vi fanno concerti e mostre, come quella che abbiamo visto di Piero Simondo.
Il resto di Alba




Se via Vittorio Emanuele è la “via maestra”, con edifici di ogni stile (dal medievale al liberty), l’altra via portante di Alba è via Cavour, che taglia il centro storico dal Duomo a Piazza Garibaldi. Qui puoi ammirare la Casaforte Riva e la Loggia dei Mercanti ed alcune delle torri rimaste, anche se abbassate rispetto al Medio Evo; poi regala scorci stupendi e tanti dettagli da ammirare; questa è la cosa che mi è piaciuta maggiormente di Alba. Sulla sinistra si apre Piazza Pertinace, con la chiesa di San Giovanni Battista e di fronte Palazzo Marro, una casa-torre medievale in mattoni giunta fino a noi; nello spiazzo compaiono i resti del tempio romano, come a Susa.
Purtroppo il tempo a disposizione è terminato… avrei voluto girovagare ancora a caccia di altri dettagli medievali e scorci da fotografare. Deve essere molto interessante anche il tour “Alba sotterranea”. Sarà per la prossima visita.
3.6 Roddi




Vicino ad Alba c’è un bellissimo borgo, ma sottovalutato: Roddi. Lo vedi dall’autostrada sulla destra, su una collina col castello in cima; questo però è piccolo rispetto agli altri. Lasci l’auto all’inizio del borgo e ti incammini; come a Serralunga d’Alba, anche qui le belle case colorate facevano da mura girando attorno al castello, in circolo. Roddi è conosciuto come il borgo dei tartufai: è sede di una università per cani da tartufo; inoltre ci sono diverse installazioni nel paese che spiegano questa attività tradizionale, come una statua col tartufaio e il cane. Ma ospita anche il concorso poetico che assegna il “Premio Roddi”; perciò è stato creato “il cammino della poesia” con 7 punti sparsi nel paese dove leggere poesie. Anche da questo noti che il borgo è ben tenuto e curato nei dettagli; trovi pure panchine con lo skyline di Roddi o il disegno del castello.
Cosa vedere a Roddi




Girando per Roddi vieni sorpreso dagli stupendi panorami sulla campagna circostante che si aprono ogni tanto tra le case, come verso La Morra: vista eccezionale coi colori autunnali. Un punto da non perdere è il belvedere alla fine di via Sineo: la terrazza tra i tavolini del bar ha una scritta poetica e regala uno splendido panorama.
Il fulcro delle strade concentriche è Piazza Umberto I in cima alla collina, dove trovi il Municipio, la chiesa ed il castello di Roddi. La Chiesa parrocchiale di Maria Vergine Assunta ha la facciata in mattoni, ma dentro rivela graziosi colori pastello nelle decorazioni barocche. Il Castello di Roddi fu costruito nell’XI secolo in mattoni e ispirato a quello di Serralunga d’Alba: infatti ha una struttura a donjon che da qui spicca in tutta la sua possanza. L’ingresso però è sul retro, davanti a una torre campanaria isolata. Acquisito dal comune, l’ho trovato in fase di restauro per cui non ho potuto visitarlo; peccato perché conserva decorazioni cinquecentesche! Dalla corte ammiri le sue due facce: la parte storica con due poderose torri cilindriche e la parte rinnovata con strutture architettoniche contemporanee ben inserite nel contesto; ospitano il Giacomo Morra Museum, dedicato al “Re del Tartufi”.
Nonostante non sia un borgo famoso, Roddi è molto interessante e merita una visita.
Questo secondo me è il classico tour da fare nelle Langhe in un weekend d’autunno.
Spero di aver dimostrato che le Langhe in autunno sono una meraviglia imperdibile.
Se avessi domande o commenti scrivili sotto. Mi segui già sui miei canali social? Invece se avessi più tempo, qui trovi il mio itinerario di 4 giorni tra Langhe, Roero e Monferrato.
Ringrazio Visit LMR per il prezioso aiuto organizzativo.
Che posti splendidi che abbiamo in Italia!
Complimenti per il tuo lavoro, si vede che ci metti tanta passione. Anche le foto sono bellissime.
Buona serata Simone!
Grazie Felicia, sei sempre super gentile! Le Langhe sono una meraviglia eccezionale che sinceramente sottovalutavo. Fortunatamente mi hanno invitato due volte e in estate sono fantastiche…. Ma in autunno una favola difficile da descrivere e indimenticabile! Super consigliato
Grazie Simone e buona giornata!😉😊👋
Anche a te!
Grazieee!!!!
Grazie per questo bel diario di viaggio.
Vorrei organizzare un weekend a sorpresa per i 50 anni del mio compagno, con figlia 15enne al seguito. Consigli su dove dormire di carino, caratteristico, ben situato per i vari tour?
Premesso che vedo che ormai è tutto già prenotato e dovrò accontentarmi di cosa rimane all’ultimo momento, sono indecisa se stare in centro ad Alba, o trovare una soluzione effetto wow con vista panoramica. Grazie
Beh che bella idea per un compleanno! Dormire nel periodo autunnale ad Alba è difficile, perché è altissima stagione e i posti sono pieni. Pensa che io per questo weekend organizzato in extremis ho dovuto dormire ad Asti! Anche quella è piacevole da girare. Altrimenti prova a vedere se trovi posto a L’Aromatario a Neive: oltre ad essere un ottimo ristornante, so che affittano camere.