La Sicilia è una regione piena di meraviglie, dai templi greci alle chiese barocche, dal mare da sogno ai paesini nascosti tra i rilievi dell’interno. Io dico che è la regione d’Italia con maggiore varietà di bellezze: storico-artistiche, paesaggistiche, culinarie, folklore… Insomma non manca nulla! Ma cosa fare assolutamente in Sicilia almeno una volta nella vita? L’escursione sull’Etna, il vulcano simbolo dell’isola che svetta su tutta la parte orientale. Io ci sono stato nel mio ultimo tour in Sicilia: essendo aprile abbiamo trovato la neve sulla vetta del vulcano (con relative problematiche). Ma l’escursione sull’Etna in primavera è un’esperienza indimenticabile! La neve regala paesaggi straordinari, che emozionano e fanno tremare le gambe… Ma forse quello era colpa del gelo! Comunque ti racconto tutto qui.
- Caratteristiche dell’Etna
- La grande influenza dell’Etna
- Informazioni per un’escursione sull’Etna
- La mia escursione sull’Etna
- Giudizio sull’escursione sull’Etna
1. Caratteristiche dell’Etna




L’Etna è un vulcano enorme, con 40 km di diametro. Se raggiungi la Sicilia atterrando a Catania puoi ammirarne l’imponenza. Difatti è un punto di riferimento del nord-est della Sicilia; del resto l’Etna è il vulcano attivo più alto d’Europa: ben 3300m. Però l’altezza varia spesso a seconda delle eruzioni. Non ha forma conica ma irregolare, visto che ha attività sia sommitale che laterale. Infatti ai 4 crateri sommitali si aggiungono oltre 300 crateri laterali estinti; quest’ultimi si attivano, eruttano e poi la lava solidifica internamente, otturandoli. Il problema è quando si aprono vicino ai paesini: questo può fare danni. Nel 1669 la lava arrivò fino a Catania, distruggendone una parte! Infatti l’Etna è lo stratovulcano più attivo del mondo. L’attività continua da 500.000 anni ed è documentata nelle fonti da ben 2700 anni. Per l’eccezionale attività e l’importanza per lo studio della vulcanologia dal 2013 è diventato Patrimonio Unesco.
2. La grande influenza dell’Etna




Fin da principio, l’Etna ha influenzato profondamente la vita degli abitanti di questa zona della Sicilia (e non solo). Come una sentinella sulle cittadine e sul mare, i locali lo chiamano semplicemente “a Muntagna” oppure Mongibello; deriva dal latino mons e arabo gebel, monte monte: ovvero montagna delle montagne. Il terreno vulcanico fertilissimo nutre la popolazione da millenni. Perciò qui l’Etna è considerato donna: mamma Etna.
L’attività vulcanica ha alimentato miti e leggende; tra gli altri, si dice che il dio del fuoco Efesto (o Vulcano) avesse la fucina nell’Etna. Poi ha ispirato opere letterarie, da Esiodo ad Eschilo e Pietro Bembo fino a Sciascia. Poi fu tappa fondamentale dei viaggiatori europei del Grand Tour; spinti dalla curiosità scientifica ed illuministica, molti di loro dal Settecento salirono i pendii vulcanici. Successivamente l’ascesa turistica di Taormina ha portato alle moderne visite; l’Etna divenne celebre anche per l’alpinismo e arrampicate.
3. Informazioni per un’escursione sull’Etna




Anche ora l’escursione sull’Etna è tra le cose da fare in Sicilia. Secondo me, in un viaggio a Catania e dintorni è da visitare assieme a Taormina. Il recente video musicale di Emma girato proprio sull’Etna ti invoglia tantissimo!
L’escursione si può fare in vari modi, anche in modo autonomo raggiungendo il Rifugio Sapienza a 1900m e salendo con la funivia dell’Etna. Però è necessario un mezzo adeguato: è consigliabile un’escursione organizzata. Alcune sono specializzate per raggiungere i 3.000m di altezza, fare trekking o visite speleologiche nelle grotte, altre ad orari speciali come alba o tramonto. Ovviamente anche i livelli di difficoltà variano: alcune sono facili, altre più difficili. Certe escursioni sono associate a degustazioni o visite di altre località come le gole dell’Alcantara o Taormina/Siracusa; oppure a giri in e-bike, quad o orientiring. Sono molte le compagnie che offrono questi servizi; alcune ti passano a prendere direttamente in hotel.
4. La mia escursione sull’Etna




Noi abbiamo contattato Etna excursion, che si occupa di escursioni fino a 2000 metri con jeep collegate via radio; è l’ideale per un grande gruppo. Sono venuti a prenderci in hotel a Taormina e ci siamo suddivisi tra i vari mezzi.
La giovane Daniela guida il nostro fuoristrada con sicurezza. Prima sulla strada normale, poi alle pendici dell’Etna su un nastro d’asfalto sempre più sgangherato, tra paesini e muretti a secco.
La nostra escursione sarà solo di mezza giornata; l’obiettivo è raggiungere il fronte lava del 2002, l’ultima eruzione che ha minacciato i paesi etnei, lambendo Linguaglossa; fu una delle colate più disastrose dell’ultimo secolo. Prima raggiungeremo dove si è fermata la colata lavica, poi saliremo a Piano Provenzana a 1800m. Infine saremo trasbordati su un grande mezzo di Etna Alcantara per arrivare a 2200m, dove c’è il cratere laterale da cui è partita quella eruzione.
4.1 Il paesaggio dell’Etna




Alle pendici dell’Etna la vegetazione è rigogliosa. Salendo ammiri piante di agrumi a bordo strada, con fiori di ginestra, cactus e case più o meno isolate circondate dal verde, una sopra l’altra sul pendio. Dal 1987 esiste il Parco dell’Etna per proteggere questa natura. La strada percorsa si chiama Via Mareneve, perché collega il mare alla neve sulla cima dell’Etna. Attraversiamo il bel paese di Piedimonte Etneo con strade pavimentate di basalto lavico scuro. La pietra viene esportata in tutto il mondo e caratterizza Catania. Da Linguaglossa le case spariscono; comincia la campagna tra muretti a secco (ovviamente scuri) e coltivazioni. Esuberanti fiori gialli di finocchio selvatico e ginestra in abbondanza a bordo strada, che colorano il verde paesaggio primaverile di aprile. La ginestra ha radici forti: qui crea addirittura alberi. Per prima fiorisce sulle colate fresche: è il simbolo della rinascita, come racconta pure la poesia di Giacomo Leopardi.
4.2 La colata del 2002




L’asfalto termina. Passiamo in un bosco e improvvisamente una grande striscia nera increspata ci sbarra la strada; ecco la colata del 2002: lava nerissima e ruvida, perché ricca di silicio. Ha macchie bianche sopra: sono muschi e licheni. Ma già vedi piccoli alberi cresciuti dentro: la vita lentamente ritorna dopo la distruzione. C’è la scritta “Etna” fatta con pietre e attorno il bosco, che sembra non essersi accorto di nulla.
Poi risaliamo sulla jeep, attraversando la pineta sulla vecchia strada sconnessa. Nel bosco facciamo avventurosamente fuoristrada (off-road), vietato alle auto normali. I boschi sono solo nel versante nord dell’Etna, mentre nel resto trovi deserto lavico, come nell’incredibile Valle del Bove. Fino a 2000m attraversiamo boschi di faggi, pini e larici. Vediamo cumuli di neve, che aumentano sempre più salendo. All’improvviso uscendo dalla pineta appare lo spettacolare scorcio della vetta innevata dell’Etna che svetta davanti a te: un ammasso bianco imponente.
4.3 Piano Provenzana e la neve




Siamo arrivati a Piano Provenzana, un enorme piazzale circondato dalla colata lavica del 2002. Sorprendentemente è coperto di neve, che crea un fantastico contrasto bianco-nero sulle creste irregolari della lava. Sembra panna montata! Ma quando scendiamo dalla jeep scopriamo che soffia un terribile vento gelido: le folate quasi ti spostano! Qui l’eruzione ha distrutto la pineta, due hotel e impianti sciistici; lo sai che sull’Etna si scia? Ora sono stati ricostruiti e trovi un piccolo bar dove scaldarti. Però vedi alcuni ruderi a bordo strada e isolati scheletri di pini, “bolliti” dal vapore rovente.
Per proseguire cambiamo mezzo: un grosso pullman 4×4 di Etna Alcantara con catene da neve. Salendo oltre i 2000m la vegetazione cambia di nuovo. Spariscono gli alberi e trovi solo cespugli come il ginepro; il forte vento non consente la crescita di altro. Peraltro ora nuvole basse coprono il cielo: non possiamo ammirare il panorama.
4.4 Camminata fino al cratere laterale




Infine ci fermiamo a quota 2100m, per raggiungere un cono vulcanico del 2002 creato in soli 10 giorni. Roccia lavica modellata dal vento si alterna alla neve. Prima di venire avevamo chiesto se avremmo dovuto vestirci in modo particolare, ma ci hanno detto che era una semplice camminata. Beh, se avessi saputo che ci portavano in quota con -3° e vento tagliente mi sarei vestito pesantemente! È stato totalmente inaspettato! Così via, sul crinale con le scarpe estive nella neve e senza guanti; fortunatamente avevo due sciarpe: le ho indossate entrambe!
Qui il vento è tanto forte e sferzante che la neve lascia grandi spazi ai lapilli neri; metto il piede lì che scivolo meno. Però devo stare attento alle fortissime folate improvvise! In effetti il percorso è breve: giusto 200-300m abbastanza pianeggianti per raggiungere il cratere scuro, circondato dalle nuvole. L’immagine sembra metafisica: una salita curvilinea tra le nubi.
5. Giudizio sull’escursione sull’Etna




Non nascondo che ho borbottato un po’, maledicendo chi ha risposto di mettere un “abbigliamento casual”. Però non mi sono perso d’animo ed ho scattato foto a ripetizione, anche con mani e piedi congelati. Le foto sembrano incantate, perché non hanno registrato il vento che portava fiocchi ghiacciati che tagliavano la faccia. Per fortuna avevo gli occhiali da sole… anche se acuivano l’oscurità portata dalle nuvole. Devo dire che quest’anno col meteo non sono fortunato: anche sul monte Schafberg in Austria ho preso tantissima pioggia!
Nonostante tutto ciò sull’Etna è stata un’esperienza memorabile. Non ho fatto fatica né avuto paura, ma dovevo guardare bene dove mettere i piedi. Peccato solo per le nuvole grigie che annullavano ogni panorama; la vista sul mare deve essere spettacolare! Rifarei domani quest’escursione sull’Etna, magari vestito meglio; così me la goderei meglio. Difatti in altre stagioni non hai problemi di freddo, ma l’Etna in primavera con la neve regala paesaggi meravigliosi e unici! Per questo vale la pena congelare un po’.
Ti è piaciuta la mia escursione sull’Etna in primavera? Come avrai capito, è super consigliata.
Se avessi domande o commenti scrivili sotto. Seguimi sui miei canali social
Qui trovi tutta la descrizione del mio tour della Sicilia di 7 giorni.
Video:
Fuoristrada in jeep nel bosco
Piano Provenzana innevato (e con vento)
Camminata nella neve verso il cratere vulcanico