In Italia alcuni luoghi sono indimenticabili. Sia per i panorami, per l’atmosfera, per la natura, per le case colorate, per la storia e per l’ottima cucina. Copre tutte queste categorie il Lago di Garda, amato dai turisti di tutta Europa. Però il lago è estesissimo, tanto da avere parti molto diverse tra loro, per geografia e storia. La parte più interessante e affascinante è il Garda trentino, da sempre una cerniera tra il Nord Europa e l’Italia; perciò fu una zona molto contesa durante i secoli. Oggi è un luogo tranquillo, dove il mix di culture è espresso dai monumenti; qui si vedono tanti turisti divertirsi facendo sport o godendosi la natura mediterranea che tocca quella alpina. Riva del Garda, Torbole, Arco di Trento, Tenno e Castel Toblino sono meraviglie da conoscere! Ti racconto il Lago di Garda trentino: cosa vedere e cosa fare in 2-3 giorni.
- Come arrivare
- Storia del Lago di Garda trentino
- Torbole
- Riva del Garda
- La piana retrostante
- La valli dei dintorni
- Conclusioni
Lago di Garda trentino
1. Come arrivare




Il Lago di Garda trentino è la zona a sud-ovest del Trentino. È composta da tre parti: i due comuni direttamente affacciati sul Lago di Garda (Riva del Garda e Torbole), la zona pianeggiante retrostante e le valli limitrofe; queste sono la Valle di Ledro, la Valle dei Laghi e Comano. Insomma, non è un territorio piccolo; considera che molte montagne lo suddividono e rendono obbligatorie certe strade per muoversi.
Anche per arrivare nel Lago di Garda trentino le strade sono obbligate. Da nord puoi prendere la Strada Statale 45bis che da Trento viaggia ondulata nei boschi; per chi arriva da sud (la maggior parte) bisogna uscire dall’autostrada a Rovereto Sud e prendere la Strada Statale 240, l’unica che arriva a Nago passando tra le montagne e poi scende verso il lago. Quindi spesso è trafficata, soprattutto per andare via: la coda può partire addirittura da Riva del Garda!
2. Storia del Lago di Garda trentino




Come mai questa parte del Lago di Garda fa parte del Trentino? Me lo sono chiesto anche io. L’uomo qui è presente fin dal Paleolitico; si possono visitare ben 2 siti palafitticoli. Ai tempi dei Romani Riva del Garda fu porto commerciale per le merci provenienti dal Nord Europa. Così rimase nel Medio Evo; la costruzione della rocca voluta del vescovo di Trento serviva per proteggere i traffici commerciali. Ai quei tempi il vescovado era più grande dell’attuale Trentino! Il territorio era strategico, perciò nel Trecento fu conteso ai vescovi di Trento dai conti del Tirolo, dai Visconti di Milano e dagli Scaligeri di Verona; loro ad esempio ampliarono la stessa rocca di Riva del Garda. Ma poi arrivò la Repubblica di Venezia, desiderosa di controllare i commerci verso nord; a Torbole fu protagonista di una spettacolare impresa militare nel 1440: una flotta risalì l’Adige e smontò 31 navi a Rovereto, trasportandole via terra fino al Lago di Garda; questo consentì di strappare Riva ai Visconti! Un’impresa eroica che fece scalpore in Europa: nacque l’espressione “galeas per montes!”.
Venezia perse questi territori con la sconfitta di Agnadello: dal 1509 il Principato Vescovile di Trento mantenne il dominio sul Garda trentino protetto dall’imperatore d’Asburgo. Così il principato passò poco a poco sotto il controllo diretto dell’imperatore, sebbene venne cancellato soltanto dall’invasione napoleonica nel 1796. Con la Restaurazione del 1815, tutto il Trentino divenne parte dell’Impero Asburgico, in particolare della Contea del Tirolo; perciò rimase sotto l’impero d’Austria anche dopo la perdita della Lombardia (1859) e del Veneto (1866). Nonostante le spinte autonomiste, solo nel 1918 il Trentino diventa parte dell’Italia; per la sua storia, ha mantenuto un’amministrazione distinta.
3. Torbole




Nago-Torbole è il primo comune che incontri nel Garda trentino. È composto da due paesi: Nago su un rilievo, Torbole in riva al Lago di Garda. Nago ha chiese interessanti, murales e forti ottocenteschi usati nella Prima Guerra Mondiale; a questi si aggiunge l’antico Castel Penede. Però per questioni di tempo scendo subito a Torbole Sul Garda: passo una rotonda e si spalanca un meraviglioso panorama sul lago celeste in basso. Il terreno cala ripido: incredibile pensare che i veneziani fecero scendere 31 navi da qui!
Torbole è piccola: la prima rotonda che incontri è già il centro del paese; a destra raggiungi Riva, io giro a sinistra per cercare parcheggio a pagamento sul lungolago. Proprio davanti c’è pure l’infopoint per chiedere informazioni.
3.1 Il turismo sportivo




La prima cosa che mi colpisce a Torbole sono i tanti negozi con attrezzature per sport acquatici, arrampicata e ciclismo: infatti tutto il Garda trentino è il paradiso del turismo sportivo e attivo; i turisti stranieri lo adorano proprio per questo! Dal lungolago di Torbole noti subito persone che fanno windsurf o vela nel Lago di Garda, sfruttando la famosa Òra e gli altri venti che soffiano tutto l’anno; ho trovato persino una gara internazionale! Ma passano anche tante biciclette: dagli anni ’90 tutto il lungolago del Garda trentino è percorribile con una ciclo-pedonale, con passerella a sbalzo sul lago che supera la montagna tra Torbole e Riva del Garda; ma chi ama la mountain-bike raggiunge la fantastica Strada del Ponale, Arco di Trento e i monti nei dintorni; lì trovi anche sentieri e trail per l’arrampicata e l’escursionismo come il sentiero panoramico Busatte-Tempesta. Insomma qui non ti puoi annoiare!
3.2 Visita di Torbole




Ma Torbole è bellissima anche per chi cerca il turismo culturale come me: è un angolo di pace sul Lago di Garda. Stupenda la vista delle case colorate affacciate sul lago; erano le vecchie case dei pescatori che un tempo abitavano il villaggio. Il punto focale è la Casa del Dazio, piccola e pittoresca, che spunta sul porticciolo con le barche ed è decorata da fiori; scorcio fantastico da vedere e fotografare! Era la vecchia dogana austriaca dove si pagavano le tasse; una lapide ricorda l’impresa delle galee veneziane. Alle spalle ha la storica Casa Beust, ora una pizzeria.
Il lungolago di Torbole non è lungo, ma piacevole da passeggiare e ben tenuto, con le papere che sonnecchiano ed i bar/ristoranti dove mangiare e godersi il sole (o l’ombra). A maggio c’è già chi prende il sole in costume sulla spiaggia di Torbole in sassi.
Più avanti la piazzetta Hans Lietzmann è decorata con palme, fiori e fontane create da poco; sul fondo trovi la semplice chiesa di S. Maria al Lago e il monumento a William O. Darby, morto qui in una battaglia della Seconda Guerra Mondiale.
La parte interna di Torbole




Lo spirito vacanziero si percepisce grazie anche ai negozi che vendono souvenir, che trovi nelle vie interne. Attraverso una ripida, ma breve salita arrivo al Castèl o Belvedere; della fortificazione medievale non rimane nulla, ma questo dosso roccioso offre un ottimo panorama su tutta Torbole; perciò divenne un bunker durante la guerra.
Tornati in basso, visito la via interna di Torbole che è ancora più bella. Parallela al lago, ha case tradizionali colorate con imposte variopinte che creano scorci stupendi, col mix tra stile mitteleuropeo e italiano come a Limone. Subito trovi Piazza Goethe, con una fontana e sopra la casa dove dormì il letterato; la sua descrizione inserì Torbole nel Grand Tour: perciò venne dipinta da tanti pittori. La via prosegue tra archi e salite sulla sinistra, mentre girando a destra trovi sempre il lungolago. Bellissima anche Piazza Alpini, decorata con rose e fiori ed affacciata sul lago.
4. Riva del Garda




Il fiume Sarca ed un promontorio dividono Torbole da Riva del Garda, il paese più importante del Garda trentino; fin dai tempi dei Romani era infatti il porto commerciale per le merci che provenivano dal Nord Europa (e viceversa). Scavando per costruire un parcheggio fuori dal centro storico sono state trovate la strada e le terme romane che puoi vedere sotto a una copertura a sinistra: la città romana si estendeva ben oltre. Quindi era un centro molto importante! Così rimase nel Medio Evo; perciò il dominio su Riva del Garda fu strategico ed in tanti provarono a conquistarla. Delle varie dominazioni succedutasi rimane ora traccia negli edifici storici della cittadina. Invece sono sparite le mura sui tre lati che la racchiudevano, ora inglobate nelle case; il quarto lato era aperto verso il lago, da sempre parte vitale della cittadina.
4.1 Il Bastione dei Veneziani




Riva del Garda sorge ai piedi del monte; perciò se la visiti nel pomeriggio la trovi già in ombra. Uno dei suoi punti più belli ma sottovalutati è il Bastione dei Veneziani, sul monte Rocchetta che domina il paese. Dopo l’epica conquista, la Serenissima fortificò Riva per mantenerla. Così fu edificato questo bastione su una preesistente fortificazione medievale. Si raggiunge con una funicolare aperta da poco che conduce ad un romantico bar con vista mozzafiato; a due passi il bastione tondeggiante, tipica fortificazione veneziana cinquecentesca. Nel 1509 la Serenissima fu scacciata da Riva; perciò sulla facciata trovi lo stemma del principe-vescovo di Trento Giorgio Neideck. Il bastione circolare è in parte diroccato; infatti fu colpito da un bombardamento italiano nella Prima Guerra Mondiale dal Monte Baldo.
Da qui parte la camminata nei boschi per la chiesa di Santa Barbara; noi però scendiamo di nuovo.
4.2 Il lungolago




Certamente il punto più bello e iconico di Riva del Garda è il lungolago. Attorno al porticciolo regna la semplice eleganza e omogeneità degli edifici, spesso gialli e con arcate tonde. Quelli sono opera di Giancarlo Maroni, architetto degli anni ‘20-30 amico di D’Annunzio che fuse stile liberty e razionalismo aggraziato. Ricostruì gli edifici distrutti dalla guerra, come l’Hotel Sole. Spicca però la pietra dell’alta Torre Apponale duecentesca: col suo orologio è il simbolo di Riva; puoi salire per una gran vista. Attorno Piazza III Novembre ha palazzi antichi e colorati dell’epoca viscontea o veneziana; molti hanno un porticato: qui venivano stipate le merci degli attivissimi mercanti del porto. Tra questi palazzi spiccano affiancati il Municipio e Palazzo Pretorio (o dei Provveditori) di fine ‘300, con stemma del provveditore veneziano, l’aquila di Trento e ancora le tre conchiglie del principe-vescovo Neideck. Mi sono scatenato nelle foto.
4.3 Le vie del centro storico




Poi giriamo tra le vie del centro storico. Partiamo da Piazza San Rocco, bellissima e giusto dietro l’arco di Porta Bruciata. La famosa Osteria del Gallo regala un angolo affascinante, ma trovi soprattutto i resti della chiesa di San Rocco, anch’essa colpita da una bomba nel 1916; rimane solo l’abside dietro un cancello, con la splendida piccola cupola e la statua di bronzo diventata incredibilmente nera per il calore! A fianco un edificio neo-medievale – ricostruzione postbellica – ma con una tavola scritta in ebraico nel ‘500. Prendiamo poi via Fiume (o via Larga) che conduceva dal porto alla porta a nord: era ed è la via dei commerci. Nel Cinquecento trovavi merci provenienti da mezza Europa; ora negozi di ogni tipo invadono la strada e oscurano i palazzi coloratissimi, lampioni retrò e insegne antiche come il Leon d’oro. Sarebbe da venire la mattina per fotografarla senza merci; già così gli scorci sono bellissimi.
Parallela scorre a fianco via del Marocco: non centra con l’Africa, ma “marocco” in dialetto sono le pietre; ricorda la frana del XII secolo che seppellì l’antico castello. Le rocce sporgenti si vedono ancora; sopra è stato costruito il Palazzo del Vescovo, ondulato e con finestre eleganti con vicino un lavatoio.
Altri punti focali del centro sono la graziosa e spaziosa Piazza delle Erbe, l’angolo con l’antico pozzo che regala scorci splendidi e la grande e barocca Chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta ricca di fregi e stucchi.
4.4 Le porte




Sebbene le mura non si vedono più, dall’alto (come dal Bastione dei Veneziani) il centro storico è facilmente riconoscibile: è compatto coi tetti rossi in cotto, a differenza dell’espansione ottocentesca e moderna disordinata e poco omogenea. A fare da cerniera tra le zone ci sono ancora le porte antiche: Porta San Marco (o “montanara” perché dà verso le montagne), Porta San Michele con la torre campanaria e in mezzo la Porta di San Giuseppe. Quest’ultima è incredibile: in realtà era la chiesa dei Disciplini; abbandonata e bucata nell’abside per aprire il passaggio! Qualche resto di affreschi e stucchi e la facciata lo dimostrano.
La cittadina era pure circondata da un fossato e ponti levatoi: a dimostrarlo restano i buchi fuori dalle porte e rimane il fossato che circonda tuttora la Rocca.
4.5 La Rocca di Riva




L’altro edificio simbolo di Riva del Garda è la Rocca, edificata nel 1124 dal vescovo Altemanno vicino al lago dopo la suddetta frana. Si trova su un’isolotto artificiale. Serviva per proteggere il porto e fu modificata dalle varie dominazioni che si susseguirono, a partire dagli Scaligeri; per ultimi gli Asburgo nell’Ottocento, che abbassarono le torri. Perciò ha poco l’aspetto medievale e sono rimasti solo alcuni affreschi; però i 4 torrioni angolari e il mastio fanno capire quanto fosse imponente! Ora non c’è più il ponte levatoio e nel fossato nuotano i cigni; qui sono attraccate tante barche colorate che regalano splendidi scorci. All’interno della Rocca è allestito il MAG (Museo Alto Garda), con collezioni archeologiche a partire dall’età del rame fino all’epoca romana e la pinacoteca che copre dal ‘400 all’800 con Francesco Hayez. Il mastio regala una bella vista panoramica dall’alto, su Riva e sul Lago di Garda.
4.6 Il giardino sul lago




Vicino alla Rocca c’è il punto più affascinante di Riva del Garda: il giardino all’italiana di Punta Lido. Si trova accanto al Palavela e al circolo velico “Fraglia della Vela Riva”, fondato da Gabriele d’Annunzio nel 1928. Questo giardino ha aiuole coloratissime e curate disposte orizzontalmente come a guardare verso il Lago di Garda; infatti sembra un balcone sul lago: davanti si spalanca il blu del Garda fiancheggiato dalle altissime montagne. È un posto perfetto per foto ricordo, anche se a volte un po’ affollato; ma certamente da vedere nel Garda trentino. Sulla sinistra hai Punta Lido, dove c’è sempre un battello attraccato che anch’esso è un soggetto fotografico interessante, con le chiome degli alberi a fianco che regalano un tocco incantato.
4.7 La Chiesa dell’Inviolata




Nell’800 Riva si espanse a nord, oltre le mura. In quel periodo Riva fu una località di villeggiatura di livello internazionale ed arrivano personaggi come Nietzsche, Thomas Mann e persino gli imperatori Francesco Giuseppe e Sissi! Dell’epoca è rimasto pochissimo, ma in zona c’è un capolavoro da non perdere: la Chiesa dell’Inviolata. Costruita a inizio Seicento con base quadrata, era un santuario circondato dalla campagna. Ma soprattutto la prima chiesa barocca del Trentino! Dedicata alla Madonna, fu voluta direttamente dai principi-vescovi di Trento e condivide perfettamente i dogmi della Controriforma. Fuori la chiesa è sobria, dice poco. Invece dentro è un tripudio di stucchi e affreschi che ricordano due miracoli (infatti è un santuario); semplicemente eccezionale! Ha pianta centrale ed è ispirata al Pantheon di Roma. La cupola ottagonale ha scene di vita di Maria; al centro l’incoronazione: Maria non muore e viene portata in cielo come divinità. Poi 8 statue marroni di sibille e profeti; sono così perché nel 1817 un fulmine colpì la chiesa e bruciò tutti i capitelli e le statue in ottone! Nell’altare maggiore trovi un affresco molto venerato, attorno tante cappelle; alcune tele sono di Palma il Giovane. Ma tutta la chiesa è piena di simbologie: era una chiesa esoterica. Ha ispirato la Cappella di San Ruperto a Villa Lagarina.
5. La piana retrostante




Alle spalle di Torbole e Riva del Garda si apre una piccola pianura dove scorre il fiume Sarca. I rilievi la cingono come se fosse un enorme anfiteatro, con ulivi e cipressi che contendono gli spazi ai boschi di conifere; sarà anche per questo tocco mediterraneo ed il clima mite che i turisti nordici amano questa zona! Fortunatamente la piana si è salvata dalla cementificazione selvaggia e vedi ancora campi coltivati, soprattutto alberi da frutta e viti. Qui trovi due bellezze da vedere nel Garda trentino: Arco di Trento ed il Parco Grotta Cascata Varone.
5.1 Parco Grotta Cascata Varone




Una meraviglia nascosta del Garda Trentino è il Parco Grotta Cascata del Varone, a 3 chilometri a nord di Riva del Garda. Varone è una frazione, una zona industriale di cartiere che sfruttano proprio l’energia dell’acqua (come a Toscolano Maderno). Quindi attorno trovi con industrie e ciminiere. Ma al contrario dentro è fantastico! Infatti è sia un parco naturale che un giardino botanico con piante provenienti da tutto il mondo. Peraltro nonostante il nome, le cascate sono ben 2: quella inferiore e quella superiore; inoltre si chiama grotta, ma non lo è: sopra è aperta, quindi è una forra scavata dal fiume nella roccia che fa un salto di 100 metri; è una fessura nella roccia! Comunque questa bellezza della natura è aperta ai turisti dal 1874 e fu visitata da personaggi illustri come l’Imperatore Francesco Giuseppe, Gabriele d’Annunzio, Franz Kafka e Thomas Mann, che ne rimase colpito.
Visita del Parco Grotta Cascata Varone




L’ingresso costa 6€; ti danno un volantino, ma trovi cartelli in 4 lingue che spiegano ogni ambiente. Noti subito che è tenuto benissimo: il parco pare incantato! A differenza di altre grotte visitate (come la Grotta Gigante di Trieste), giri liberamente, senza guida; del resto tutto il percorso è sicurissimo.
Subito a sinistra trovi un giardino zen giapponese, poi una piccola cascata che osservi da un ponte e altre cascatelle che scendono tra muschi e piante umide; di fronte invece vedi un grande tubo: porta acqua alle cartiere (evitando che sia troppa nelle cascate). In una vasca davanti alla grotta inferiore tante carpe Koi (viste anche al Trauttmansdorf).
I terrazzamenti artificiali permettono la visita agevole e sono arricchiti da giardini curatissimi con fiori, piante autoctone ed esotiche come cactus e banani; a maggio ho ammirato le calle in fiore. Che bellezza! Poi c’è un’area picnic e un bar/ristorante per mangiare.
Le due cascate




Ovviamente la gente viene per vedere le due cascate, collegate tra loro. La natura è in azione da 20.000 anni. Puoi ammirarle da 2 punti di vista: la cascata inferiore la vedi dal basso, quella superiore ti porta dentro la cascata con un tunnel di 15 metri scavato nella roccia. La cosa fantastica è che le cascate sono illuminate da fasci di luce colorata che variano, regalando fascino e rendendole uniche!
I cartelli dicono di portarsi un k-way; in biglietteria mi hanno detto che “sopra ci si bagna un po’”. Col vapore acqueo e le gocce che cadono dall’alto, io già in quella inferiore ero bagnato; ma in effetti nella cascata superiore ti bagni molto di più… anzi praticamente fai la doccia! La galleria arriva proprio di fronte alla cascata e il vapore acqueo ti inonda a folate. Così pochi rimangono a lungo o raggiungono la ringhiera; l’ho fatto io, sperando di fare belle foto (invano). Invece sporgendoti dal ponticello successivo osservi dove parte la cascata inferiore e entrano le persone in basso.
All’uscita la mia felpa era completamente umida. Perciò questa eccezionale meraviglia della natura è perfetta da visitare in estate con l’afa.
5.2 Arco di Trento




Altro paese da visitare nel Garda trentino è Arco di Trento. Già città romana, poi longobarda e carolingia, si sviluppò su uno sperone di roccia che domina la pianura; lì è stato costruito il Castello di Arco. Attorno si è formato il centro storico, dalla strana forma a “U” e suddiviso per frazioni.
Il cuore di Arco è Piazza III Novembre, dove trovi il Municipio, Palazzo Marchetti, la Fontana del Mosé e la Collegiata di Santa Maria Assunta; la chiesa è altissima e in stile barocco con influenze palladiane. Ma la bellezza di Arco la noti girovagando tra le vie, dove vedi palazzi colorati, qualche insegna antica in metallo, case stupende con affreschi sotto al cornicione; insomma gli scorci sono molto interessanti! Ci sono pure tanti negozi per sportivi: del resto Arco è una capitale mondiale dell’arrampicata sportiva! Nei dintorni ci sono tante pareti di arrampicata.
Arco sotto gli Asburgo




Oltre al periodo d’oro medievale tra 1300-1400, Arco fu celebre dal 1870 alla Prima Guerra Mondiale; in quel periodo le famiglie della nobiltà mitteleuropea svernavano qui. Infatti era il punto più mediterraneo dell’Impero Austro-Ungarico (e meno umida di Riva del Garda). Perciò a Arco c’era il Palazzo Arciducale, appartenuto allo zio dell’imperatore e della principessa Sissi; lo vedi in via Fossa Grande: è un bel palazzo giallo con arcate tonde ispirate all’asburgico e al liberty; certamente on esalta come Schönbrunn. Poco più a nord c’è il Rione Transforio, una frazione che era fuori dalle mura. Un antico lavatoio, una vecchia lavanderia, case di pietra che regalano scorci affascinanti… ma soprattutto da qui si prende via Orbia per salire al Castello di Arco.
Il Castello di Arco




Le pendici del castello appartenevano al Parco Arciducale; qui nel Novecento è stato creato l’Arboreto di Arco, un parco con 150 tipi di alberi ed arbusti provenienti da tutto il mondo. Ho riconosciuto un bosco di lecci, corbezzoli coi frutti e agavi. Allieta la salita e mi ha ricordato il giardino mediterraneo sotto la fortezza di Hvar. Poi tra queste piante hai un fantastico panorama su Arco dall’alto con la Collegiata che svetta. Il Castello di Arco somiglia a prima vista al Castello di Avio, per l’alta torre con merlature ghibelline a coda di rondine. Nessuno riuscì a conquistarlo, ma nel 1486 fu abbandonato; ciò nonostante fu cannoneggiato dai francesi in ritirata nel 1703: delle 5 torri ne é rimasta solo una, la Torre Grande; la cosa particolare è che ha solo tre lati: nel quarto c’era il legno (ora sparito). Prima era chiamato “il castello delle 100 finestre”.
La Sala degli Affreschi e la Torre Renghena




In un castello così diroccato mi ha emozionato ammirare la Sala degli Affreschi, riscoperta nel 1986; la serie di dipinti medievali dalla grande delicatezza illustra la formazione della dama di corte, giocando a dadi e agli scacchi o intrecciando ghirlande di rose. Una tematica unica! Poi c’è anche San Giorgio che uccide il drago.
In cima allo sperone roccioso trovi l’altra torre, la Torre Renghena; risale al VI secolo. Ci arrivi faticando tra le rocce e puoi solo girarci attorno. Però da lì hai una vista praticamente a 360° sul Garda Trentino; vedi il Lago di Garda davanti a te, domini la pianura del Basso Sarca con tutte le montagne di 2.000 metri attorno.
Il castello appartenne per secoli alla famiglia D’Arco, che poi si trasferì a Mantova (dove ne ho ammirato il palazzo). Dalla cittadina di Arco è sempre visibile e di sera è parzialmente illuminato: che fascino!
6. Le valli dei dintorni




Da Riva del Garda tra le montagne Sali fino alla Valle di Ledro; c’è una statale o la panoramica Strada del Ponale tra le gallerie, da percorrere in bici o a piedi. Qui trovi la spettacolare Punta Larici che ho ammirato in diverse foto di Mattia Bonavida. Similmente la strada lungolago congiunge con il Lago di Garda lombardo: prima Limone sul Garda con la ciclabile sospesa nel vuoto sul lago, poi Tremosine con le sue tante frazioni.
Invece dalla piana risalgono due strade verso nord per raggiungere Trento (ed evitare l’imbuto tremendo verso Rovereto): la Strada Statale 421 e la Strada Statale 45bis. Io le ho prese entrambe (in due occasioni diverse) e sono entrambe strade panoramiche bellissime in vallate immerse nella natura; la prima passa da Tenno, la seconda attraversa la Valle dei Laghi.
6.1 Tenno e il Lago di Tenno




La prima volta sono risalito verso Tenno; avevo da poco visitato il Parco Grotta Cascata Varone che è già su quella strada. Continuando sali per alcuni tornanti che regalano una meravigliosa vista sulla piana e sul Lago di Garda; peccato solo non potersi fermare! C’è pure un punto panoramico segnalato da Google Maps, ma non l’ho visto.
Dopo poche curve siamo già a Tenno. Vedi subito sulla sinistra il Castello di Tenno, del XII secolo e con merlature in pietra; non ha più il mastio, abbattuto nel Novecento e non è visitabile, ma ospita un ristorante.
Tenno non è un paese speciale, ma tra le sue case e le sue frazioni trovi diverse piccole chiese interessanti, come la Chiesa parrocchiale dell’Immacolata o la Chiesa di San Lorenzo Martire presso il cimitero.
Il Lago di Tenno




Ma senza dubbio Tenno è conosciuta per il Lago di Tenno, piccolo specchio di meravigliosa acqua celeste che lascia senza parole; alcuni per questo lo chiamano “lago azzurro”. Sapevi che si è formato attorno al 1100 per una frana, che ha sbarrato la via ad un torrente? È circondato dalla montagne, nella riserva di biosfera delle Alpi Ledrensi e Judicaria, dichiarata Patrimonio Mondiale dall’Unesco per la sua biodiversità. Affascina la piccola isola con alcuni alberi al centro del lago. D’estate molti turisti vengono a prendere il sole e fare il bagno qui: del resto l’acqua è totalmente balneabile; invece nelle altre stagioni puoi fare un picnic o una passeggiata nella natura nei dintorni: è dotato di molti parcheggi.
Il lago si ammira anche dalla Statale 421 che gli scorre accanto.
Borgo medievale di Canale




Vicino al Lago di Tenno c’è il Borgo medievale di Canale, conosciuto anche come Canale di Tenno o Villa Canale; è uno dei Borghi più Belli d’Italia. Lo trovi arroccato sul pendio del monte, verso est. Un documento ne attesta l’esistenza già nel 1211; ha mantenuto l’aspetto originario: sono 4 vie che si congiungono in una piazzetta dove c’è la Locanda del Borgo; perciò è davvero piccolo: gli abitanti del borgo sono solo 50! Le case antiche di pietra in affascinante stile rustico sono raccolte come a proteggersi dal freddo ed hanno i tipici “avvolti” in legno che le collegano. Ciò nonostante, Canale ha alcuni posti speciali come la mostra sugli attrezzi agricoli o la “Casa degli Artisti G. Vittone”, intitolata al pittore torinese che dipinse più volte Canale. Ma questo borgo fece innamorare anche altri artisti, come Gianni Longinotti che affrescò la sua casa al numero 36; infatti Canale ha diversi dipinti, come lo splendido San Francesco sopra un arco. Il borgo è molto curato: lo dimostrano i lampioni in stile medievale e le pittoresche decorazioni in legno, sparse ovunque.
Del resto Canale di Tenno è conosciuto per l’evento Rustico Medioevo, spettacoli per strada dal fascino antico ad agosto ed i mercatini di Natale, tra i più belli del Trentino.
6.2 La Valle dei Laghi




Un’altra volta ero a Trento ed ho deciso di visitare la Valle dei Laghi. Perciò ho percorso la Strada Statale 45bis che dal capoluogo attraversa la valle, praticamente parallela a quella di Tenno. Si chiama Valle dei Laghi per via dei numerosi specchi d’acqua di origine glaciale che caratterizzano la valle, racchiusa tra alte montagne e solcata pure dal fiume Sarca; però il fiume – principale immissario del Lago di Garda – non tocca alcun piccolo lago. Altra caratteristica della Valle dei Laghi sono i castelli che punteggiano il paesaggio: il più famoso ed il più bello è Castel Toblino.
Il Lago di Toblino




Senza dubbio, Castel Toblino è uno dei posti più meravigliosi del Trentino: è un castello costruito su una penisola rocciosa che si protende nel Lago di Toblino. Cosa ha di affascinante? Non è su un rilievo, ma le acque del lago lo circondano su tre lati; percorrendo la strada che costeggia il lago il castello appare improvvisamente, come spuntasse fatato dalle acque. Il problema è che trovi pochi punti per fermarsi: una fermata per gli autobus e poco altro. Perciò io ho parcheggiato nel paese vicino (Padergnone) e percorso a piedi lo splendido sentiero nella natura che costeggia il Lago di Toblino, tra pannelli informativi, passerelle in legno e splendide viste. Ti godi la natura, ammirando gli svassi, le folaghe, i paesaggi su cui svettava un’aquila… fino a che non vedi apparire il torrione del castello da nord, o le mura merlate da sud. È per pedoni e biciclette.
Castel Toblino




Castel Toblino è molto affascinante da fotografare; mi sono divertito a incorniciarlo coi rami degli alberi: il grigio delle mura è esaltato e dalla natura verde e la fantastica acqua celeste. Ora il castello è privato, con un ristorante di livello (non per tutte le tasche) ed un bar. Però è visitabile su prenotazione. Io purtroppo non l’ho visto, ma deve essere interessante perché faceva parte dei possedimenti dei principi vescovi di Trento; era una sede distaccata della corte: qui alloggiavano i loro ospiti.
Comunque anche da fuori è meraviglioso. Accanto trovi una spiaggetta sassosa con le papere; ho pure visto una signora straniera entrare nel lago! Inoltre ci sono alcune panchine per riposarsi ed ammirare il paesaggio; d’estate la brezza che sale dal lago allevia il caldo. Ma al tramonto il castello riflesso nelle acque tra i canneti e i rami deve essere favoloso!
Il Lago di Santa Massenza




Ritorno al parcheggio. Questa si chiama località Due Laghi; infatti oltre il ponte su cui passa la strada si apre un altro lago – il lago di Santa Massenza – che sembra molto naturale; qui l’acqua è più scura e verde smeraldo. Visto che sono curioso, ho raggiunto la spiaggetta del Parco Due Laghi, condivisa con un hotel. Ho fatto alcune foto agli scorci tra le canne; ovviamente senza un castello da fotografare erano semplici scorci naturali, non eccezionali.
Il Lago di Cavedine




Così ho proseguito il mio itinerario. Poco più a sud c’è il Lago di Cavedine. Ha forma allungata: sulla destra una pista ciclabile che regala belle viste, a sinistra la strada per le auto che ho percorso. Trovi diversi punti per fermarsi: nel primo ad esempio ho visto una ragazza che prendeva il sole col cane grosso e dolce. Li ho lasciati tranquilli e ho raggiunto un secondo punto, ma la vista da lì era scarsa. Più avanti invece ho trovato il Windvalley, bar con centro per windsurf, vela e kayak con comodo parcheggio. Che fantastica atmosfera tranquilla! Un istruttore con accento ispanico insegnava come usare la tavola ad alcuni bambini, un papà giocava coi figli con l’aquilone, alcuni prendevano il sole sulla spiaggia d’erba, altri bevevano qualcosa al bar… Anche per la poca gente, sembrava un posto incantevole, come se il tempo non contasse! Anch’io non volevo più andarmene.
Il Castello di Drena




Continuando ho trovato un altro punto per prendere il sole sul lago; ma testa alla meta successiva; passato un punto con impronte di dinosauri nella roccia, svolto a sinistra. Cambia totalmente paesaggio: dal verde prevale il grigio della roccia mentre la strada sale ondulata, con fiori fucsia a bordo strada. Questo paesaggio roccioso mi ha ricordato Cefalonia in Grecia; ha pure attraversato un serpente! Ma qui svetta il Castello di Drena, imponente e in pietra; costruito su uno sperone roccioso, lo scorgi subito; la torre del mastio alta 25 metri spicca sulla cinta muraria.
Trovo un parcheggio ai piedi del castello. Volevo visitarlo, ma essendo arrivato 28 minuti prima della chiusura ho trovato la porta chiusa: l’ultima mezz’ora non fanno più entrare nessuno. Io comunque ho bussato chiedendo di fare una visita rapida, ma mi hanno mandato via, trattandomi come un malvivente. È scandaloso che chi vuole apprezzare e promuovere le bellezze venga trattato così! Così ho fatto solo foto da fuori e poi sono andato nel bar di fronte a sbollire la rabbia; da lì lo scorcio è stupendo. Il castello è antico, sicuramente precedente al XII secolo. Anch’esso fu però distrutto dai francesi in ritirata. È una bellezza nascosta: visto il comportamento delle due addette, capisco anche il motivo.
7. Conclusioni




Riprendo l’auto e torno nella valle del fiume Sarca vicino a Dro. La strada procede tra vitigni e campi coltivati e passa vicino ad Arco, col castello imponente sullo sperone roccioso sulla destra. Seguendo le indicazioni per l’autostrada poi salgo verso Nago costeggiando la montagna; da questa via ho evitato parecchia coda che sale dal Lago di Garda!
Tutta questa zona sfrutta l’Ora del Garda, il vento che dalla tarda mattinata soffia verso nord e consente di alleviare l’afa estiva e fare gli sport acquatici (come visto non solo sul Lago di Garda). Anche per questo il Garda Trentino è un posto visitato dagli sportivi di tutta Europa; vista la presenza delle palme, ai turisti tedeschi sembra già di essere sul Mediterraneo! Io ci sono stato in diverse occasioni e devo dire che il Garda trentino è bello in ogni stagione.
Spero di averti dato degli ottimi spunti e consigli. Se ti è piaciuto l’articolo o hai domande lascia un commento.
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Altri video:
Salita al Bastione dei Veneziani (timelapse)
Grotta inferiore del Parco Grotta Cascata Varone
Grotta superiore del Parco Grotta Cascata Varone