Tivoli e dintorni: cosa vedere in 4 giorni nel Lazio

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Il treno arrivando fa una curva e nel verde Tivoli appare in tutta la sua bellezza. Siamo a pochi chilometri da Roma, ma già immersi nella natura e nella tranquillità. Non confonderti coi Tivoli gardens di Copenaghen: è uno dei posti da visitare nel Lazio. Lascia senza parole, anche perché puoi visitare Villa Adriana e Villa d’Este, due siti Patrimonio Unesco imperdibili. Ma tutta Tivoli ha un grande fascino medievale e rinascimentale: è una piccola Roma placida da vedere con calma. Troppo spesso invece è visitata come una gita fuori porta di un giorno da Roma, mordi-e-fuggi. Al contrario attorno a Tivoli ci sono molti luoghi interessanti, come piccoli borghi rustici con scorci stupendi e castelli e resti archeologici dell’antica Roma, santuari nella natura e musei strani e sorprendenti. E poi ristoranti dove assaggiare la verace cucina tradizionale romana. Quindi cosa vedere a Tivoli e dintorni? Ecco il mio itinerario. 

  1. Come arrivare e dove dormire a Tivoli
  2. Storia di Tivoli
  3. Cosa vedere a Tivoli
  4. 2° giorno: i dintorni di Tivoli
  5. 3° giorno: i Monte Prenestini
  6. 4° giorno
  7. Conclusioni

1. Come arrivare e dove dormire a Tivoli

Il Ponte Gregoriano, simbolo e ingresso del centro storico di Tivoli
Il Ponte Gregoriano, ingresso di Tivoli

Tivoli è una città che si trova a circa 30km a est di Roma. Quindi si può raggiungere in auto, ma è più semplice arrivare a Tivoli in treno; infatti sfruttando i treni veloci ho raggiunto Roma rapidamente. Certo poi il treno tra la Capitale e Tivoli è lentissimo: sembra di tornare indietro di 40 anni. Comunque per non avere problemi e sorprese coi biglietti consiglio di arrivare a Tivoli con Omio; così hai tutto nell’app del telefono e non devi stampare o timbrare nulla.
Invece dove dormire a Tivoli? È un paradosso, ma Tivoli non ha molti hotel. Perciò ho utilizzato l’appartamento di Casa Claudia in via Colsereno 82. La proprietaria Barbara lo affitta su Booking e Airbnb o al numero 347 9383875. Si trova in centro ed è grandissimo e curato. Pensa che il palazzo era un convento! Solo il portone duro ti fa faticare.

 

2. Storia di Tivoli

Il Canopo di Villa Adriana, da vedere a Tivoli e dintorni di Roma
Il Canopo di Villa Adriana

Secondo gli storici l’antica Tibur fu fondata nel 1215 a.C.. Attorno ha un territorio aspro, che noti arrivando in treno; sono zone diverse tra loro e qui storicamente erano stanziati Sabini, Equi, Greci ecc… Con l’ascesa di Roma, si scontrarono e persero uno dopo l’altro, assimilando gli usi e i costumi. Poi i Romani scelsero questo territorio per coltivare l’otium intellettuale: sorsero molte ville patrizie; perciò Adriano che era il più colto degli imperatori decise di erigere qui la sua villa, sfruttando la ricchezza d’acqua della zona. Ovviamente non poteva essere una villa qualsiasi, ma la villa più bella di tutte!
Nel Medio Evo Tivoli tornò indipendente e si scontrò con Roma: sarà per questo che c’è molta rivalità con la capitale. Città ghibellina, fu contesa tra i nobili Orsini e Colonna finché nel XV secolo entrò nello Stato della Chiesa; il simbolo è la Rocca Pia voluta da papa Pio II, che pose fine alle contese. Nel Cinquecento Ippolito d’Este divenne governatore di Tivoli e la nobilitò con la costruzione di Villa d’Este.
In età contemporanea è stata una città industriale con una solida base operaia. Fu duramente colpita durante la Seconda Guerra Mondiale, dove emersero atti partigiani.

 

3. Primo giorno: cosa vedere a Tivoli

Cosa vedere a Tivoli? Le case colorate e antiche della Tivoli medievale
Case colorate nella zona medievale di Tivoli

Ora Tivoli si considera una città industriale e non turistica; ammetto che dopo averla visitata lo ritengo incredibile! Certo, ci sono le due grandi ville Patrimonio Unesco (Villa d’Este e Villa Adriana), che la rendono uno dei pochissimi luoghi al mondo con due siti Patrimonio dell’umanità Unesco. Ma pure escludendo queste due meraviglie, Tivoli ha tanta bellezza e un fascino eccezionale che la rendono imperdibile. Io ne sono rimasto colpito immediatamente e, se lo avessi saputo, sarei venuto prima a visitare Tivoli. Ecco cosa vedere a Tivoli.

3.1 Passeggiata per Tivoli

La cascata di Tivoli, da vedere nel centro storico
La stupenda cascata di Tivoli

Arrivato a Tivoli in treno, entri nel centro storico superando il Ponte Gregoriano sul fiume Aniene. Attraversandolo ti blocchi: hai una fantastica vista sulle case in cima al crinale, coi resti del Tempio di Vesta e sotto la cascata che scende; ero super sorpreso! Tivoli era famosa per la grande cascata: perciò era una località del Grand Tour. Ora è minimamente comparabile; nell’800 deviarono il fiume perché periodicamente causava morti. Sempre lì c’è il giardino di Villa Gregoriana (che non ho visto).
Passato il ponte, trovi Piazza Rivarola con un orologio e ti addentri nel centro storico. Palazzi antichi e chiese affascinanti, dettagli preziosi come colonne incassate nei muri o edicole votive all’angolo delle strade. A primo impatto Tivoli somiglia tanto alla Roma autentica e vivace, non quella troppo finta e istituzionale del centro della Capitale. Attento però a dirlo: c’è grande rivalità con Roma; essendo Tivoli più antica, gli abitanti sono super orgogliosi. La cosa bella è che le piazze sono piene di vita e gli abitanti si salutano tutti, come se fosse un grande paese.  

3.2 Villa Adriana

Villa Adriana è tra i posti belli del Lazio da vedere vicino a Roma
Un angolo di Villa Adriana

Ovviamente la visita di Tivoli parte da Villa Adriana, meraviglia Patrimonio Unesco voluta dall’Imperatore Adriano (117-138 d.C.). Solo questo vale la pena per venire a Tivoli, come fanno pure molti turisti (anche internazionali). Rispetto alla città che è su un monte, si trova in pianura nella frazione omonima. Ha un grande parcheggio dove lasciare l’auto; beh del resto qui è tutto grande: Villa Adriana è estesa il doppio di Pompei. E pensa che è stata scavata solo in parte! Quindi ci vogliono ore per visitarla: più ci stai e più ne apprezzi la magnificenza e l’unicità. Super consigliato avere una guida: senza ti sembrerà solo un ammasso di pietre ed edifici diroccati.
Perché Adriano scelse questo luogo? Perché è eccezionale: ben collegato con Roma, ha clima mite, presenza abbondante d’acqua e cave di travertino per costruire vicine; tuttora esportano questa pietra in tutto il mondo. Quindi c’era già tutto.

Visita di Villa Adriana

I riflessi del Pecile di Villa Adriana, meravigliosi al tramonto
Stupendi riflessi nel Pecile

Non sembra, ma Villa Adriana è strutturata su due livelli. Quello visibile degli edifici, con terrazzamenti che permettevano di isolare singole parti per difesa e fuga dell’imperatore; il secondo è sotterraneo e scavato nella roccia: tunnel e passaggi percorsi dagli schiavi, per arrivare ovunque velocemente, ma senza essere visti. All’ingresso trovi un plastico di tutta la villa, col pavimento coi coloratissimi marmi originali riutilizzati.
Passato un lungo muro, ecco il Pecile, una grande vasca; aveva un porticato ora scomparso, rievocato dagli alberi che simulano le colonne. Ispirato a un edificio di Atene (città preferita dell’imperatore), ora regala meravigliosi riflessi sull’acqua: al tramonto è fantastico. Del resto l’ars topiaria di potare ad hoc la vegetazione c’era già allora. A Villa Adriana regnava il gioco delle scatole cinesi: intravvedevi ambienti, ma non sapevi cosa c’era dopo. L’effetto sorpresa era dato dall’acqua ed edifici curvilinei ricoperti di marmo; questi erano gli elementi dominanti.

Il Canopo

Cosa vedere a Villa Adriana? Il Canopo, con le sue statue
Il Canopo: pura bellezza!

Dopo intravvedi le 100 camerelle, piccoli ambienti sotterranei dove viveva la servitù. In fondo arrivi al Canopo, luogo emblematico di Villa Adriana: era una grandissima sala per banchetti all’aperto. Prende il nome dalla città greca ed è ispirato alla foce del Nilo. Un colonnato con copie di statue famose cingeva tutta la vasca; ora le poche statue rimaste sono al museo e vedi delle copie; nonostante ciò, i riflessi sull’acqua regalano grande fascino! Sul fondo ammiri il Serapeo, ampia esedra dove stava Adriano; era l’alfa e l’omega, al centro della scena come un grande attore e controllava tutto. Ora è spoglio, ma immaginalo ricoperto di marmi e con giochi d’acqua che creavano suoni meravigliosi. Acqua scrosciante, abbondanza di musica e cibo: alcuni cibi passavano solo per essere mostrati e non mangiati! Durante i banchetti c’era un utilizzo esagerato dei cinque sensi… in tutto! Anche decadente è una meraviglia eccezionale!

Le Grandi e Piccole Terme

Resti delle Grandi e Piccole Terme di Villa Adriana a Tivoli
Le Grandi e Piccole Terme

Delle 400 statue di Villa Adriana ne sono rimaste 16, esposte nel museo. Molte sono a Londra al British Museum, prelevate dagli inglesi nel 1768. Ma a Villa Adriana  ogni singolo luogo era decorato, con pezzi specifici in posti specifici. Ora vedi praticamente solo le mura portanti rimaste: tutto è stato spogliato.
Salendo i gradini arrivi alle Grandi e Piccole Terme. Sono due ambienti ravvicinati ed abbastanza bene conservati, con imponenti cupole e colonne; in una volta vedi ancora lo stucco, che nel ‘500 Raffaello e Michelangelo studiarono quando Villa Adriana fu riscoperta. Le Grandi Terme erano per la servitù, siccome a Roma tutti andavano alle terme; le Piccole Terme – più raffinate – erano probabilmente per gli ospiti e la famiglia imperiale. Hanno meravigliosi marmi policromi col sole, perché l’imperatore si chiamava Publio Elio Adriano, quindi devoto al sole. Lui però aveva terme personali. Recentemente sono state utilizzate come teatro.

Il Teatro Marittimo

Il Teatro Marittimo simbolo di Villa Adriana: meravigli di Tivoli
Il Teatro Marittimo lascia senza parole

La meraviglia finale e altro luogo simbolo di Villa Adriana è il Teatro Marittimo; riaperto dopo un lungo restauro, era la residenza privata dell’Imperatore Adriano. La struttura riproduce la domus ed era un portico con piscina circolare ed un’isola al centro con diversi ambienti; ha le stesse dimensioni del Pantheon di Roma (edificio coevo). Per accedervi c’era un ponte levatoio. Peraltro fu uno dei primi edifici ad essere costruiti ed era isolato dagli altri. Qui Adriano rifletteva: lui era l’imperatore filosofo! Non solo teoricamente, ma anche praticamente: c’era molto alabastro e marmo giallo della Turchia, che rifletteva la luce tipo specchio; era stato pensato anche per contrastare i nemici. Quindi bello e utile, un elemento diffuso in tutta Villa Adriana. Ora ci sono solo alcune colonne ioniche e tracce di marmo e mosaici; ma ammirando i riflessi nell’acqua e girando attorno capisci che è un luogo straordinario! Meraviglia indimenticabile.

Gli altri ambienti

Resti del Teatro Greco di Villa Adriana con vista su Tivoli
I resti del Teatro Greco con vista su Tivoli

Come detto, Villa Adriana è estesissima e ha tantissimi ambienti, alcuni dei quali non visitabili come l’Accademia; di altri come il grande Palazzo Imperiale resta pochissimo. Invece in una visita più prolungata puoi vedere la Piazza d’Oro, la Sala dei Filosofi e l’Antinoeion, luogo di culto dedicato ad Antinoo, amante dell’imperatore (e da lui divinizzato); è stato riscoperto nel 2003. Noi invece ci siamo recati presso il Teatro Greco, di cui rimangono resti della cavea circolare e dei gradini; si trova tra gli ulivi e anch’esso non è visitabile. Hai Tivoli in alto davanti a te.
Comunque Villa Adriana era molto più estesa: chissà quanti edifici si trovano sotto ai campi e alle case nei dintorni. Villa Adriana non ha ancora smesso di raccontarci la sua storia.

3.3 Pranzo a Tivoli

Edicola votiva nel centro storico di Tivoli: è da vedere nel Lazio!
Edicola votiva nel centro storico di Tivoli

Camminare mette fame ed è ora di pranzo. Perciò torniamo a Tivoli ed andiamo a mangiare al Vapoforno Plebiscito (o Vapoforno Zampaglioni) nella centrale Piazza Plebiscito. Dal 1968 produce deliziose specialità locali e non solo; poi il profumo e la vetrina dei dolci fa venire subito l’acquolina in bocca. Avrei voluto provarli tutti! Alla fine ho assaggiato le frappe, dolce tipico di carnevale che è uguale alle “chiacchiere” che fanno in Lombardia.

3.4 Villa d’Este

La Fontana di Nettuno, simbolo di Villa d'Este a Tivoli
La Fontana di Nettuno, simbolo di Villa d’Este

L’altra meraviglia imperdibile di Tivoli è Villa d’Este (da non confondere con l’omonima del Lago di Como); sorprendentemente è nel centro di Tivoli: non me l’aspettavo! Passando tra le vie arrivi in Piazza Trento, dove c’è la chiesa di Santa Maria Maggiore e la “mezza coccia”, statua di Igor Mitoraj con mezza testa; è lo stesso scultore di Icaro nella Valle dei Templi. In un angolo, superato un portale, entri in un altro mondo! Un chiostro tranquillo con la Fontana di Venere, poi visiti la villa su più piani. A seguire scendi nel giardino; lì c’è l’uscita, quindi è un percorso a senso unico. L’ingresso costa 13€ e sono totalmente meritati: preservare questa bellezza costa tantissimo! Anche questo è uno di questi posti che comprendi poco senza una guida; quindi visita guidata consigliata anche qui.

Chi fu Ippolito d’Este

Stemma di Ippolito d'Este tra gli affreschi di Villa d'Este a Tivoli
Stemma di Ippolito d’Este nel palazzo

Villa d’Este è la massima espressione del cardinale Ippolito d’Este, figura potentissima del Cinquecento; figlio di Lucrezia Borgia, era quindi nipote di papa Alessandro VI; anche lui fu candidato ad essere eletto papa: 5 volte era il favorito, 5 volte fu beffato. Accadde perché era troppo potente: ricchissimo ed amico del re di Francia, avrebbe polarizzato la politica romana. Però nel suo studio c’è un affresco del cappello cardinalizio con dietro la tiara papale, che lui si augurò fino all’ultimo di indossare.
Ippolito d’Este fu anche un grande mecenate dell’arte: costruì un grande palazzo a Roma per ricevimenti ufficiali, mentre questa villa era un luogo di incontri gioviali. Ma perché a Tivoli? Perché fu governatore di Tivoli; quando arrivò trionfalmente seppe che doveva risiedere nel vecchio convento della chiesa di Santa Maria Maggiore. Abituato allo sfarzo, edificò Villa d’Este su un tempio romano (probabile) per replicare lo splendore dell’epoca classica.

Visita della Villa

Stanza Tiburtina con affresco della Storia della Sibilla a Villa d'Este a Tivoli
Una Stanza Tiburtina con la Storia della Sibilla

Ippolito d’Este non solo si ispirò, ma trafugò anche molti materiali da Villa Adriana come un tappeto mosaicato visibile nel palazzo nella Stanza della Sibilla. La villa è una celebrazione di sé stesso e della famiglia d’Este; infatti viene rappresentato spesso Ercole: gli Este si dicevano discendenti dell’eroe. Quindi ci sono tantissimi simboli pagani e alcuni cristiani (era pur sempre cardinale!); tra questi l’affresco della Sibilla di Tivoli che era famosa in età antica e rimanda anche alla Madonna col Bambino. Onnipresenti nel palazzo e nel giardino anche l’aquila simbolo degli Este ed i pomi del giardino delle Esperidi presi da Ercole: li trovi ovunque.

L’Appartamento del Cardinale
Affresco con le virtù del cardinale Ippolito d'Este a Villa d'Este
Affresco con le virtù del Cardinale

Il piano superiore del palazzo era l’appartamento del Cardinale, dove Ippolito viveva. Solo alcune stanze sono affrescate, le altre spoglie; perciò ci fanno le mostre. Tra le stanze affrescate spiccano la cappella, intima e graziosa, e la Camera di Ippolito; quest’ultima ha un soffitto a cassettoni dipinto ed un fregio con le 16 Virtù impersonificate da figure femminili. Nell’attigua Anticamera c’è un altro fregio con le sedici Virtù, lo stemma affrescato nella volta e tante grottesche; sono tipiche di tutto il palazzo. Poi giungi nel Salone superiore, con raffigurazioni che celebrano le doti morali del Cardinale. Da qui hai una gran vista sul giardino e sulla Sabinia, quasi fino a Roma; incredibilmente il terrazzo della villa non è perfettamente in asse col viale principale del giardino! Scandalo rinascimentale! Comunque tutte queste sale hanno cornici e riquadri bianchi: non terminate, con la morte di Ippolito d’Este nel 1572 rimasero vuote.

Il Piano Nobile
Il bellissimo Salone della fontana di Villa d'Este a Tivoli
Il bellissimo Salone della fontana

Scendendo la scala trovi il Piano Nobile, con stanze tutte riccamente dipinte. Si parte dalla Stanza di Noè con grottesche coloratissime: lui ha domato l’acqua, proprio come Ippolito per il giardino. Poi le Stanze Tiburtine con la storia di Tivoli e della Sibilla; completamente affrescate; la seconda mi ricorda il Palazzo Ducale di Sabbioneta per i grandi putti. Segue il Salone della fontana, con fontana interna, la loggia che scende nel giardino e il soffitto trompe l’oeil col Convitto degli Dei; qui una scena paesaggistica raffigura la villa nel 1565. Segue la Sala d’Ercole coi dipinti delle 12 fatiche: con l’idra, col leone, il centauro… Al centro Ercole viene accolto tra gli dei. Le ultime sale celebrano la famiglia d’Este: prima la Sala della Nobiltà, con stupendi affreschi in stile pompeiano, poi la Sala della Gloria con bellissime grottesche. Chiude la Sala della Caccia.

Il giardino di Villa d’Este

Villa d'Este a Tivoli vista dal giardino: meraviglia da vedere nel Lazio
Villa d’Este vista dal giardino

Una scala a chiocciola porta nel giardino. Esternamente la villa dice poco: spicca solo la loggia centrale con colonne corinzie. Ma parla il giardino! Infatti il palazzo è meraviglioso, ma il giardino ancora di più.
L’architetto Pirro Ligorio creò terrazzamenti, pendii, viali e rampe, sfruttando le antiche mura di Tivoli. Ippolito d’Este non badò a spese: fece fare un canale di 600 metri che attraversa Tivoli per portare l’acqua dall’Aniene e creare i giochi d’acqua; perciò si vantava di aver donato l’acqua, come un dio. Infatti l’acqua domina: è sfruttata dalla sapienza umana per creare un incredibile numero di cascate, vasche e zampilli. Non c’è motore: le cascate sfruttano l’energia idraulica e il principio dei vasi comunicanti; infatti in qualche punto coprendo il getto di uno zampillo dall’altra parte sale il doppio; che bello scherzo da fare! Quindi è un capolavoro rinascimentale incredibile e spettacolare.

Visita del giardino
Il giardino di Villa d'Este a Tivoli dall'alto: che vista!
Il giardino di Villa d’Este dall’alto

Il giardino è composto da 3 zone. Il Gran Viale longitudinale al palazzo, che termina con la Gran Loggia che regala un panorama sulla piana di Tivoli e sul Santuario di Ercole Vincitore; la fascia intermedia è un pendio ombroso tra alti alberi, con vialetti che ti guidano verso le fontane. La terza parte è in basso ed in piano, contraddistinta dalle tre ampie peschiere e la sontuosa Fontana di Nettuno; è il punto focale del giardino con ciò che resta di un giardino all’italiana.
Essendo un giardino storico, fa parte dei Grandi Giardini Italiani.
Purtroppo alcuni angoli sono rovinati dal tempo: le peschiere dove c’erano i pesci da mangiare sono vuote, alcuni alberi come i cipressi sono decrepiti; i pavimenti pure, mentre brutte colate di cemento tengono i tanti gradini. Comunque sono dettagli: è meritevolmente un Patrimonio Unesco ed uno dei luoghi più belli che ho visto!

Le fontane del giardino
Cosa vedere a Tivoli? Il Viale delle 100 Fontane di Villa d'Este
Il Viale delle 100 Fontane

Ancora adesso nel giardino senti solo il meraviglioso scrosciare delle fontane. Sono tantissime, almeno 50! Alcune non funzionano più, ma chissà che meraviglia nel ‘500! Le fontane sono di ogni tipo. Alcune fanno una rievocazione geografica; la Fontana dell’Ovato simula le montagne di Tivoli, dove parte il fiume Aniene e c’è una statua della Sibilla; il meraviglioso Viale delle 100 Fontane con mascheroni tutti diversi rievoca l’Aniene con la Tiburtina, che sarebbe il viale a fianco. Entrambi portano a Roma, che è in fondo, in una ricostruzione ideale con la Fontana di Rometta con Romolo e Remo, il Pantheon… Anche se una parte è crollata, sembra una quinta teatrale. Poi alcune fontane hanno effetti speciali: la Fontana dell’Organo suona ad una data ora, la Fontana della Civetta ha uccelli che si muovevano e facevano versi finché compariva la civetta e gli altri si ammutolivano; il tutto solo sfruttando la forza dell’acqua che sgorga e che entrava in alcuni tubi! Quindi ci credo che gli ospiti di Ippolito d’Este rimanevano senza parole! Ispirò molti altri giardini, come il parco del Castello di Hellbrunn a Salisburgo.
Nei secoli alcune fontane sono state cancellate ed altre sono state create; l’ultima nel 1927. Tra quelle sparite c’è una fontana di Gian Lorenzo Bernini, che rievocava il getto della cascata di Tivoli; ma il genio barocco ha lasciato altri lavori, come la Fontana del Bicchierone.

Giudizio su Villa d’Este

Stupende Grottesche di Villa d'Este, da vedere a Tivoli
Stupende grottesche di Villa d’Este

I turisti internazionali vengono a Tivoli solo per visitare Villa Adriana e Villa d’Este; li capisco, sono due meraviglie eccezionali che meritano un’escursione di un giorno da Roma anche se provieni da Tokio. Anche io sognavo di visitarle! In particolare Villa d’Este è uno spettacolo della natura e dell’ingegno umano: le leggi della natura sono asservite per creare bellezza e stupire. Ippolito d’Este morì con molti debiti, ma credo che ne sia valsa la pena: dopo 450 anni lascia ancora i visitatori senza parole. Il Viale delle 100 Fontane e la Fontana di Nettuno sono i simboli del giardino; i getti di quest’ultima sono di rara bellezza, specialmente al tramonto coi riflessi nelle peschiere.
Comunque il giardino potrebbe essere tenuto meglio: si vede troppo il segno del tempo. Considerando che l’ho visitata a inizio marzo, coi fiori e profumi primaverili deve essere ancora più bello. Comunque è imperdibile a Tivoli.

3.5 Tramonto e la Tivoli medievale

Tivoli offre uno dei tramonti più belli da vedere nel Lazio
Il super tramonto da Tivoli

Uscito da Villa d’Este era l’ora del tramonto. Perciò ho raggiunto Piazza Garibaldi, un enorme balcone verso ovest. Qui c’è l’arco di Arnaldo Pomodoro e si vede la possente Rocca Pia; ci sono anche panchine dove i ragazzi e le coppie si ritrovano… e pure i fotografi come me! Gran tramonto con il cupolone di San Pietro che si vede lontano a sinistra e la piana di Tivoli spalancata davanti a te.
Dopo sono andato a visitare la Tivoli medievale, la zona che circonda Villa d’Este. Purtroppo la Chiesa di San Pietro alla Carità e di San Silvestro erano chiuse; ma ho gironzolato tra le antiche case e vicoli osservando angoli pittoreschi, resi ancora più affascinanti dall’ora blu. Tra queste, la Casa Gotica di via Campitelli. Case in pietra, scalinate esterne, portali e archetti decorativi, lampioni con luci gialle… col buio che calava ho fatto foto belle e misteriose!

3.6 Cena a L’Ape 50

Dentro al Ristorante l'Ape 50, dove mangiare a Tivoli
Dentro al Ristorante l’Ape 50

Dopo tanto camminare, mi sono meritato un’ottima cena. Mi sono fermato a mangiare a L’Ape 50, locale di tendenza che ha alzato la qualità della ristorazione di Tivoli negli ultimi 10 anni. Si trova vicino al Ponte Gregoriano ed ha tavoli sia fuori che dentro; è pure bello da vedere! Ma soprattutto prepara ottimi piatti; Ho preso deliziose polpette con pistacchio e mortadella e poi cannelloni buonissimi. Qui ti alzi dal tavolo felice.

 

4. 2º giorno: i dintorni di Tivoli

Scalinata di Ciciliano, borgo medievale da visitare vicino Tivoli
Scalinata nel borgo di Ciciliano

Tivoli è circondata da un territorio selvaggio tra due parchi naturali e pieno di borghi. È colmo di storia e di acqua; pensa che questa zona ha fornito 4 acquedotti (su 11) alla Roma imperiale. Girando sulle strade ne sfiori due, ormai spezzati. È un territorio diversificato, a cui non si riesce a dare un nome collettivo: i comuni sono ben 58! Per valorizzarlo hanno creato un bando; ora vogliono trasformare queste località in destinazione turistica, non solo un’escursione di un giorno da Roma.
Il modo migliore per visitarlo è sfruttare l’Agenzia del Viaggiatore che trovi in Piazza Palatina a Tivoli. Renato è super simpatico e preparato; può creare itinerari che ti permettono di visitare le bellezze nei dintorni; alcune di esse non puoi vederle da solo! Sempre lui mi ha accompagnato in questo tour nei dintorni di Tivoli.

4.1 Villa Manni e Trebula Suffenas

Villa Manni è uno dei posti belli del Lazio da vedere a Tivoli e dintorni
Villa Manni: uno dei posti belli e sorprendenti del Lazio

Con un pulmino usciamo da Tivoli. La strada supera l’acquedotto dell’Acqua Marcia, ora ridotto a due arcate; più avanti i resti dell’Anio Vetus e dell’Anio Novus. In questa zona sono state trovate molte ville rustiche romane come la Villa dei Grottoni, ma stranamente non è stato approfondito; non sono mai stati fatti scavi sistematici. Prima ancora nel territorio di Ciciliano erano stanziati gli Equi; erano cacciatori, ma vivano anche di rapina e per circa 250 anni lottarono contro Roma. Diventata potente, Roma li annienta. Ma hanno trovato intatta una loro città: Trebula Suffenas. Leggendo le fonti si pensava che fosse altrove, ma l’accademica americana Lily Ross Taylor la riconobbe nei resti trovati a Villa Manni. Siamo al Passo della Fortuna (seppure in valle), dove dagli Appennini scendi fino alla costa; quindi era un posto importante. Una collina di terra ha coperto la città, conservandola fino a noi.

Villa Manni

Cosa vedere a Tivoli e dintorni? Villa Manni, dimora con reperti romani
Il giardino di Villa Manni decorato coi resti romani

Attorno al 1940 la famiglia Manni volle costruire una villa in un terreno fuori Ciciliano. Per farlo spianò una collina, trovando tantissimi reperti antichi. Visto che erano altri tempi, il proprietario edificò Villa Manni incastrando i reperti nei muri o mettendoli a decorare il giardino; tutto totalmente a suo gusto! Tuttora Villa Manni è così; è proprietà privata, ma grazie al lavoro eccezionale di Francesca Manni è aperta alle visite. Visitando Villa Manni io mi aspettavo una specie di Pompei, con le strade antiche riemerse e fondamenta di case; invece è un giardino “normale”, con alberi e piante. Tra queste resti archeologici a piacimento: una colonna qui, reperti incastrati nei muri, statue qua e là… Gli alti cipressi e pini regalano un equilibrio tra luce e ombre; tutto ciò lo rende un posto affascinante. Ci sono anche divanetti per goderselo. Il centro del giardino è la villa, ovviamente in stile neoclassico con porticato e colonne; dentro conserva il museo coi reperti più preziosi.
Peccato che ad inizio marzo non ci fossero ancora fiori: in primavera deve essere meraviglioso con le rose antiche, lavande e altri fiori colorati. Sicuramente un luogo kitsch e finto, ma altrettanto sicuramente è un luogo unico!  

Gli scavi di Trebula Suffenas

Lavori di scavo di Trebula Suffenas e Villa Manni, vicino a Ciciliano
Luigi intento nei lavori di scavo di Trebula Suffenas

All’esterno nel terreno a fianco finalmente hanno cominciato gli scavi, con criterio scientifico e accurato; tutti sono molto orgogliosi perché è l’unico posto in zona dove avviene. Finora hanno fatto analisi esplorative, poi i lavori cominceranno in modo rigoroso. Si pensa che in questi terreni ci sia nascosta ancora il 50% della città! Io ho visto pazientemente al lavoro Luigi. Finora hanno trovato una vasca che pensano possa essere un ninfeo e la strada che collega le due parti; questa si vede bene all’ombra degli alti alberi.
La cosa che ha sorpreso anche Lily Ross Taylor è che la città equa è rimasta; ciò significa che l’accordo del 304 a.C. tra Equi e Romani ha funzionato nel tempo. Poi si è evoluta: Villa Manni ad esempio è stata costruita sulle terme della città. Peraltro qui hanno trovato un importante mosaico, rimasto a lungo nella Fontana di Proserpina a Villa d’Este.

4.2 Ciciliano

Corso Umberto I a Ciciliano, borgo da vedere vicino Tivoli
Corso Umberto I a Ciciliano

Sulla vetta del monte vicino trovi Ciciliano, borgo arroccato attorno al castello; lo vedi spiccare in cima, sopra ai tetti, con le case attorno come un corona. Dal basso lo scorcio è bellissimo. Scendiamo presso il campo da calcio e ci avviamo, sulle strade in salita divise per contrade con case in stile rustico…. Direi anche grezzo! Anche Palazzo Colonna ha solo lo stemma scolpito che lo distingue, sulla facciata ruvida di pietra. Poi scalinate, qualche chiesa, slarghi e case colorate come in corso Umberto I. Le vie salgono e scendono. Molte non sono curate e rattoppate alla meglio; perciò devi prestare attenzione camminando in discesa. Dico la mia impressione: Ciciliano pare un po’ abbandonato a sé stesso. Ma trovi angoli con gatti e qualche scorcio interessante da vedere e fotografare. Ti viene voglia di girarlo tutto!

Il mosaico di Elle e Frisso

Cosa vedere nei dintorni di Tivoli? Il mosaico di Elle e Frisso a Ciciliano
Il mosaico di Elle e Frisso

In via delle Pianelle, nell’angolo a nord-est del borgo, si nota un edificio nuovo; accanto ha un parcheggio che regala una bella vista sulla natura circostante. È un museo civico che deve ancora aprire, col mosaico di Elle e Frisso scoperto a Villa Manni. Questo tema mitologico è stato ritrovato solo da un’altra parte; sono i figli del re Atamante e di Nefele, la dea delle nubi che scappano a dorso del vello d’oro per salvarsi. Il mosaico di 45mq con tessere bianche e nere e dovrebbe essere del II secolo d.C.; mostra il momento in cui Elle cade in mare, annegando; da lei prenderà il nome Ellesponto. Le figure sono di pregevole fattura. Questo museo è stato costruito appositamente per accogliere “a casa” il mosaico, dopo che per decenni è stato calpestato dai visitatori di Villa d’Este. Io ho visitato il museo eccezionalmente, senza ancora l’allestimento.

Il Castello Theodoli

L'interno del Castello Theodoli a Ciciliano, rocca da vedere nel Lazio
L’interno del Castello Theodoli

Il castello è nel punto più alto di Ciciliano. La chiesa sconsacrata di Sant’Erasmo apre la rocca del X secolo, creata dal Monastero di Subiaco come difesa verso Tivoli. Attorno sorse il borgo, come tipico fenomeno dell’incastellamento medievale. Nel ‘400 i Colonna aggiunsero le quattro torri angolari, ancora visibili e alte; infatti al contrario di altri castelli che divennero palazzi rinascimentali, questa rimase la rocca dei Theodoli, che acquistarono il feudo nel 1572. Eccezionalmente è aperta alle visite; grazie all’Agenzia del Viaggiatore possiamo entrare.  Il castello ha piccola corte interna con siepi e tre semplici arcate; qui trovi la cucina, il forno e l’antico torchio. Salendo nella torre trovi una piccola cappella ed il salone nobile con un baldacchino per il papa. È una dimora storica del Lazio ancora usata dalla famiglia Theodoli; perciò è un po’ polverosa, spoglia ma affascinante. Apre per eventi e spettacoli di musica, soprattutto d’estate.

La vista dal castello
Vista da Castello Theodoli su Ciciliano, borgo medievale del Lazio
Vista da Castello Theodoli su Ciciliano

In fondo trovi un giardino pensile con una splendida galleria di bossi del ‘500, che forma una specie di porticato naturale.  Attorno salendo qualche gradino hai il camminamento di ronda: da qui domini proprio il borgo! Gran vista sui tetti, le montagne e la vallata circostante; peccato solo per le numerose antenne e i cavi che rovinano il panorama.
Peraltro dalla corte interna una scala porta ad un altro piccolo giardino esterno, stavolta con erba incolta; dalle mura hai un’altra stupenda vista sulle case e le vie borgo, con la campagna attorno. Anche qui però troppi fili!
Al piano inferiore del castello ci sono le carceri, rimaste intatte. Accedi ancora dalla corte interna e sono 3 sale con passaggi bassi e stretti, con l’ultima più ampia. Qui trovi tante iscrizioni nei muri, di prigionieri o guardiani; spiccano le tantissime croci.

4.3 Pranzo all’Agriturismo Rosso Lampone

Sala da pranzo dell'Agriturismo Rosso Lampone a Cerreto Laziale vicino Tivoli
Sala da pranzo dell’Agriturismo Rosso Lampone

Per pranzo raggiungiamo Cerreto Laziale. Vicino alla Chiesa di Sant’Anatolia del VI secolo c’è l’Agriturismo Rosso Lampone. Mihaela è l’anima di questo posto particolare; nata in Romania, vive qui da tanto ed ha studiato i prodotti tipici locali e della zona. Esprime in modo eclatante l’amore verso il cibo. In prima persona Mihaela produce prodotti biologici nei terreni attorno; ci ha mostrato ad esempio una capretta appena nata. Si sente che ci tiene tantissimo: spiega dettagliatamente e con passione i piatti che porta.
Ci ha fatto assaggiare il menù vegetariano con tantissimi antipasti, tra cui formaggi, favo e spuma di miele, fagioli di varietà particolari e speziati; poi il “risotto delle quattro V” (cipolla, cavolfiore, carota e patata, tutte viola). Dal mio punto di vista però avrei preferito anche due soli piatti, ma abbondanti e sostanziosi alla romana (o alla bergamasca!). Del resto Mihaela ha pure il menù mediterraneo.

Dormire in una botte

Posti belli nel Lazio? A Cerreto Laziale puoi dormire in una botte!
La camera-botte dell’Agriturismo Rosso Lampone

La cosa bella è che dopo aver mangiato, puoi comprare i prodotti biologici di Mihaela che hai assaggiato. Li vedi esposti in bella mostra nella sala; io ho preso foglie di lampone per fare un infuso. Ancora meglio, puoi pure dormire all’Agriturismo Rosso Lampone. Per andare in bagno ad esempio passi davanti ad una camera; ma soprattutto in giardino c’è una particolarissima camera in una botte gigante! Tutta in legno, coi muri tondeggianti e un bagno minuscolo, dormire lì deve essere un’esperienza fantastica. Ti sembrerà di essere un hobbit del Signore degli Anelli! Purtroppo per noi è pomeriggio e dobbiamo proseguire il tour.

4.4 Gerano

Piazza della Vittoria a Gerano, borgo da visitare nel Lazio
Piazza della Vittoria a Gerano con la Casa “La Torretta”

Nel pomeriggio abbiamo visitato Gerano, altro borgo in cima a una collina con 1100 abitanti. Qui però il castello non c’è, stranamente è sparito durante i secoli. Ce l’hanno descritto dicendo che “sembra la Svizzera” ed è certamente il borgo più bello che abbiamo visto nei dintorni di Tivoli. Anche qui c’è una salita faticosa da fare a piedi, che però regala scorci belli con le case colorate; passi davanti alla chiesa di San Lorenzo Martire e raggiungi la piazza principale: Piazza della Vittoria; è come una specie di anfiteatro, visto che le case dominano lo slargo in salita a destra e a sinistra. Qui realizzano l’infiorata più antica d’Italia!

Visita di Gerano

Gerano è uno dei borghi più belli da vedere vicino a Tivoli
Un angolo di Gerano

Da Piazza della Vittoria noto subito una casa bellissima con torretta e bifore in stile veneziano; è la casa più alta e antica, chiamata proprio “la Torretta”. Qui abitavano i signori del paese, proprietari di mezza Gerano; nel Settecento ci villeggiava l’abate di Subiaco, poi divenuto papa. Un ceramico locale l’ha comprata e mostrata volentieri.  Ha un affaccio fantastico sulla piazza; il vecchio proprietario era un giocatore: vide le bifore a Venezia e volle ricrearle. Ma sorprende anche il giardino pensile (pur non eccezionale), il pozzo e la torretta con vista stupenda sulla chiesa sottostante e i tetti del borgo.
Gerano è un borgo curato. Le case di viale delle Provincie (sic) si affacciano sul bosco fino alla chiesa di Santa Maria Assunta. All’interno si sviluppa il borgo, con vie contorte e labirintiche; sono strette, ma regalano scorci e dettagli da cogliere. Tra queste due piccoli musei, vanto di Gerano.

Il Museo delle Scatole di Latta

Il Museo delle Scatole di Latta è da vedere a Gerano vicino Tivoli
Marina nel Museo delle Scatole di Latta

A Gerano si trova il Museo delle Scatole di Latta, l’unico in Italia; è una chicca da vedere a Gerano. La signora Marina ha cominciato la collezione 40 anni fa a Milano, arricchendola mercatino dopo mercatino. Sono ben 1500 scatole di latta, attraverso cui ha ricostruito la storia d’Italia. Le prime scatole risalgono addirittura all’Ottocento e mostrano le industrie, vanto dell’epoca; una scatola di caramelle ha la forma di carrarmato e risale alla Prima Guerra Mondiale; un’altra invece la forma della Ferrari di Ascari. Ma sono tantissime e coloratissime; praticamente osservi i costumi della società italiana attraverso i decenni. Raccoglievano soprattutto biscotti o prodotti dolciari.
Inoltre Marina è un personaggio eccezionale: è nobile, ma non lo fa capire perché è simpatica, umile e scherza molto. Periodicamente fa mostre a tema, ad esempio delle scatole di Pinocchio o personaggi famosi; così espone altre scatole di latta prese dal magazzino sotto. Poi ha una scatola dove raccoglie i desideri, che la gente può mettere e leggere anni dopo: le ragazze impazziscono per questa cosa! Insomma è un posto eccezionale!

La casa di Marina ed il tramonto

Magnifico tramonto su Gerano, uno di luoghi da visitare nel Lazio
Il magnifico tramonto su Gerano dalla casa di Marina

Marina è stata così gentile che ci ha voluto mostrare pure casa sua. Anche questa è un’opportunità dovuta a Renato e all’Agenzia del Viaggiatore. Sali tra le vie strette tra le case, poi si apre una porta ed appare un grandissimo giardino in uno dei punti più alti di Gerano; super sorprendente! I primi fiori di camelia accompagnavano le viste sul borgo. Entrando in casa noti che è arredata in stile particolare ed estroso (e con scatole ovunque anche lì); è sicuramente la casa della signora Marina! Dal piano superiore hai un favoloso panorama sui tetti di Gerano col campanile della chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta davanti; era il tramonto ed ho scattato una super foto! Che meraviglia della natura.

Museo dell’Infiorata di Gerano

Il Museo dell'Infiorata di Gerano racconta questa speciale tradizione di Gerano
Dentro al Museo dell’Infiorata di Gerano

Gli abitanti di Gerano sono orgogliosissimi della loro infiorata, che si tiene la prima domenica dopo San Marco (25 aprile). Il luogo adatto per conoscerla è il Museo dell’Infiorata di Gerano, anch’esso tra le vie contorte del borgo. Ammiri foto delle infiorate più belle e degli studi preparativi; inoltre qui insegnano ai bambini come realizzarle. Però mi aspettavo di trovare di più.
L’infiorata nacque come omaggio alla Madonna, correlata alla processione di una immagine sacra dal 1729. I Geranesi si dimostrarono abili e quindi realizzarono altre infiorate altrove; alcune a Roma per onorare il papa. Ci tengono a precisare che usano solo petali di fiore di quel periodo, nient’altro; solitamente 50-90.000 garofani.  Scendendo ho trovato gli ultimi bagliori del giorno tra le case colorate: momento fantastico. Comunque il borgo non sembra la Svizzera; è più in ordine di altri, ma non perfetto; sono gli altri che sono messi peggio!

4.5 Cena a L’Angolino di Mirko a Tivoli

Dove mangiare a Tivoli? Al Ristorante L'Angolino di Mirko
La sala in stile liberty del Ristorante L’Angolino di Mirko

Rientrati a Tivoli, siamo andati a cena in un magnifico posto: L’Angolino di Mirko. È un ristorante con tradizione ed a gestione familiare, ora arrivata alla quarta generazione; si trova affacciato su Piazza Santa Croce, con tavoli sulla principale via della movida di Tivoli. Nato come trattoria col nonno, era una delle prime di Tivoli. Affermandosi hanno acquisito altri posti, come il cinquecentesco Palazzo Santa Croce; qui al primo piano c’è una meravigliosa sala con soffitto con affreschi in stile liberty e bellissime foto alle pareti. Fortunatamente noi ceniamo qui: mi sentivo un vip! Che posto fighissimo: ero senza parole ad osservare il soffitto con una donna danzante e due putti.
Ora comanda Federica assieme alla mamma, mentre i figli fanno i camerieri; Mirko era il fratello che faceva lo chef ed è morto 17 anni fa: l’intitolazione lo fa essere sempre presente.

Il menù de L’Angolino di Mirko

Le seppie con carciofi trifolati de L'Angolino di Mirko a Tivoli
Le seppie con carciofi trifolati de L’Angolino di Mirko

Federica è un’ottima padrona di casa, gentile e sorridente. Con orgoglio ci ha presentato i piatti del menù. Come antipasto potevo scegliere tra Tortino di carciofi e porro croccante, Salmone su crema di avocado o Seppie cotte a bassa temperatura e carciofi trifolati; ho scelto quest’ultimo ed era buonissimo. Invece come primo piatto la scelta era tra Tortellini fatti a mano ripieni di carne in crema di Parmigiano Reggiano di 40 mesi e Tortelloni al nero ripieni con seppie e gamberi alla carbonara di pesce; questo piatto ha vinto il primo premio dell’Accademia Italiana della Cucina nel 2013-14; infatti è eccezionale, uno dei più buoni che abbia mai mangiato! Infine come dolce il tiramisù, così soffice da sembrare una nuvola. Sono famosi anche per il gelato, ma faceva troppo freddo.
Non dico che vale la pena venire a Tivoli per mangiare all’Angolino di Mirko, ma quasi: ristorante memorabile! Nobilita Tivoli.

 

5. 3º giorno: i Monti Prenestini

Panorama dei Monti Prenestini da Guadagnolo, uno dei posti da visitare nel Lazio
Panorama dei Monti Prenestini da Guadagnolo

Dopo la giornata impegnativa di ieri, ci meritiamo una super colazione. Perciò ci troviamo al Flo’s Bar, appena passato il Ponte Gregoriano. La volta della Cappella Sistina è dipinta sull’ingresso; ma ciò che lo rende speciale sono le vetrate sono rivolte verso la cascata di Tivoli e il Tempio di Vesta! Vista meravigliosa per svegliarsi bene. Peraltro si può anche mangiare con questa vista, pure con tavolini all’aperto.
Io faccio la classica colazione italiana: cappuccino e brioches (o cornetto, che dir si voglia), che ti riempiono davanti a te con ciò che vuoi: nutella, marmellata o crema (a volontà). Insomma, meglio di così non si può cominciare la giornata.
Il pulmino ci aspetta fuori nel piazzale. Oggi andiamo a visitare i Monti Prenestini; sono le alture alle spalle di Palestrina, un tempo chiamata Preneste.

5.1 Capranica Prenestina

Scorcio di Capranica Prenestina, borgo da visitare nei dintorni di Tivoli
Scorcio di Capranica Prenestina

Tra IX e X secolo avvenne l’incastellamento: a causa delle invasioni, la gente dalle campagne si rifugiò sulle alture; così cambiò il paesaggio del Lazio! Perciò i paesi sorgono sulle vette montuose, con un forma tondeggiante e un castello nel punto più alto (poi magari divenuto palazzo) in ogni paese. A Capranica Prenestina nacque l’importante famiglia Colonna, che gestì il territorio per 4 secoli. Nel 1563 vendettero il feudo alla famiglia Capranica (anch’essa originaria di qui); dopo un secolo passò ai Barberini, a cui rimase fino all’Unità d’Italia.
Per arrivarci segui la strada ondulata prima nei boschi, poi tra gli ulivi. Quando sei in vetta incontri la roccia e si aprono viste improvvise sulla natura e i borghi circostanti. La grande piazza Pietro Baccelli è la porta del borgo. Da lì parte la strada in salita verso il nucleo storico.

Visita di Capranica Prenestina

Cupola di Bramante della chiesa di Santa Maria Maddalena a Capranica Prenestina
La cupola di Bramante dal basso

A primo impatto Capranica Prenestina è splendida, con case di pregio in pietra e dalle imposte verdi; ci sono anche diverse case ad angolo che offrono scorci interessanti e tante fontane per l’acqua. Il borgo è piccolo, così trovi presto Palazzo Capranica, costruito in due fasi inglobando edifici medievali; ora ospita il Comune e la posta. Attraversando il grande portale trovi altre case, altre vie…. e un gatto che si mette in mostra. Non c’è quasi nessuno: Capranica Prenestina prende vita nei weekend e soprattutto d’estate. Graziosa la piazza di Santa Maria Maddalena con pozzo e la chiesa tardo-barocca. Sicuramente è l’edificio più interessante del borgo: è il rifacimento settecentesco dei Barberini della chiesa del ‘500. Fuori è grezza, dentro domina stranamente il bianco, come la Maria Maddalena in stucco nell’abside. Sembra un oratorio serpottiano di Palermo! Stupenda la cupola con tiburio del 1520, attribuita a Bramante; è l’unico elemento antico rimasto, ma forse realizzato da un allievo o maestranze locali. C’è pure una statua di leone, stavolta attribuita a Michelangelo: o aveva 8 anni o dubito sia sua.

Il Museo Naturalistico dei Monti Prenestini

Il Museo Naturalistico dei Monti Prenestini è da vedere a Capranica Prenestina
L’interno del Museo Naturalistico dei Monti Prenestini

Vicino al paese c’è un castagneto monumentale; un tempo era la fonte di ricchezza di Capranica. Del resto tutti i borghi dei Monti Prenestini sono immersi nella natura, con sentieri per camminare. Se i romani fanno gite fuori porta a Tivoli, gli abitanti di Tivoli vengono qui; perciò ci sono tante seconde case. Capranica è sulla cresta dei Monti Prenestini, quindi circondata da grande biodiversità; ad esempio ci sono 30 tipi diversi di orchidee.
L’interesse verso la natura è testimoniato dal Museo Naturalistico dei Monti Prenestini, allestito sempre a Palazzo Capranica. Racconta i 5 ecosistemi del luogo da scoprire nelle teche con gli animali imbalsamati: prato, bosco, ambiente acquatico, pascolo ed infine rupi e grotte. È forse troppo didascalico, ma certamente utile per i bambini. Peraltro organizzano pure escursioni nella natura. La seconda parte del museo approfondisce l’aspetto geologico; bella la vista sul borgo e la cupola della chiesa.

5.2 Santuario della Mentorella

La camera di Papa Wojtyla da vedere nel Santuario della Mentorella
La camera di Papa Wojtyla nel Santuario della Mentorella

Questi sono luoghi cari a papa Karol Wojtyla, che ci veniva spesso. Tra tutti, preferiva il Santuario della Mentorella, santuario mariano tra i più antichi e circondato dalla natura a 1018m d’altitudine. Si trova su uno sperone e ci arrivi dall’alto; appare in fondo ad una strada che scende: gran vista sul santuario, anche coi tristi alberi spogli di fine inverno. In alternativa un sentiero sale da Trebula Suffenas.
Secondo la leggenda, la chiesa qui fu costruita da Costantino, sul luogo della conversione di Sant’Eustachio; affidata per secoli ai Benedettini, dopo un periodo d’abbandono fu ricostruita a metà del Seicento da un gesuita. Nell’800 il santuario fu affidato ai Padri Resurrezionisti polacchi: perciò Wojtyla ci era affezionato! Qui fece la sua prima uscita da papa. Ci hanno portato nella (piccola) semplice stanza dove ha dormito il papa nelle tante visite; ha ritratti e sue foto ovunque, oltre a qualche cimelio. 

La chiesa del santuario

L'antica chiesa del Santuario della Mentorella, da vedere sui Monti Prenestini vicino Tivoli
L’antica chiesa del Santuario della Mentorella

Peraltro alcuni ospiti possono dormire nel santuario. Ma il luogo più mistico è la chiesa del XII secolo a fianco; con tre navate, fu poi rifatta nel Seicento. Fuori ha una statua di papa Wojtyla. Affreschi antichi di santi e pavimenti cosmateschi guidano verso la statua lignea della Madonna delle Grazie del Duecento nel presbiterio, sotto al ciborio; è preziosa e in bella vista. Sulla sinistra una tavola lignea del 1100, una menorah (candelabro ebraico) del 1300 in bronzo ed una croce antica d’oreficeria napoletana. Altro luogo prezioso e affrescato è la cappella di Sant’Eustachio, raggiungibile con la Scala Santa.
Poi fuori nella roccia c’è la Grotta di San Benedetto, dove si dice abbia vissuto due anni da eremita; luogo buio ed angusto dove puoi entrare. Girando attorno, vedi il piccolo cimitero e puoi ammirare una vista sul santuario e la valle in basso.

5.3 Guadagnolo

Guadagnolo è un piccolo borgo da vedere sui Monti Prenestini
Scorcio di Guadagnolo coi cani liberi

Vicino al santuario c’è Guadagnolo, frazione di Capranica Prenestina; dicono che si chiama così perché facevano un piccolo guadagno col passaggio dei pellegrini. Siamo molto in alto, a 1200m, sul crinale dei Monti Prenestini. Ha poche case di pietra con imposte verdi e tanti cani abbandonati ma docili che ti seguono tristi perché affamati. Poi spuntano resti di una torre medievale e un campanile in mattoni. Nel punto più alto trovi uno spiazzo con la statua del Cristo Redentore; poco aggraziata, la posa è per abbracciare i popoli. È una delle 20 statue volute dal papa a fine Ottocento (una per regione), ma è stata rifatta negli anni ‘70 dopo perché rovinata da un fulmine. Certamente non somiglia a quella di Rio de Janeiro! Da qui dovresti avere una vista panoramica su Roma e sul mare col bel tempo; noi abbiamo trovato tutto grigio e spirava un vento gelido.

Pranzo alla Trattoria da Peppe

Trattoria da Peppe a Guadagnolo: fettuccine al sugo e polenta con sugo
Piatti della cucina romana alla Trattoria da Peppe

Noi però siamo venuti a Guadagnolo per pranzare alla Trattoria da Peppe. La cucina è verace ed autentica romana; nessun impiattamento curato, tutta sostanza e piatti abbondanti… proprio come piace a me! L’antipasto con formaggi, salame e bruschetta con olio ti aprono lo stomaco; poi come primo piatto fettuccine al sugo e a fianco polenta con sugo di spuntatura (una costina). Infine dolce. Che delizia! Mi ha ricordato la cucina di mia nonna, quella semplice ma che ti rende felice. Posto stupendo per un borgo abitato da 10 persone!

5.4 Rocca di Cave

Rocca di Cave è un borgo da vedere sui Monti Prenestini vicino Tivoli
Le case in pietra di Rocca di Cave

Scendendo tornanti rocciosi e poi prati con animali al pascolo raggiungiamo Rocca di Cave, ultima tappa giornaliera. Anche questo piccolo borgo nasce in cima ad un monte con l’incastellamento: la rocca domina il paese da lontano e gli dà pure il nome. Nata attorno all’850 d.C. grazie al monastero di Subiaco, per secoli appartenne alla famiglia Colonna.
Ci fermiamo in Piazza San Nicola, dove c’è la chiesa principale e ci accoglie la giovane ed energica sindaca. Oltre alle tradizionali case in pietra, qualche casa ha l’intonaco colorato: in particolare mi colpisce una azzurra. Salendo per via Giulio Venzi ci addentriamo nel cuore del borgo; qui la pietra grigia caratterizza la strada e le case, abbinandosi al verde delle imposte ed al rosso dei tetti. Poi improvvisamente appare una stupenda scalinata tra le case, con la rocca in cima; scorcio bellissimo e pittoresco! Peccato solo per il tempo grigio.

La rocca di Rocca di Cave

Cosa vedere a Rocca di Cave? Il Castello Colonna, che svetta sul borgo
Scorcio di Castello Orsini dalla scalinata in basso.

La rocca è conosciuta anche come Castello Colonna. Aveva un possente maschio centrale e una cerchia muraria con porte e torri angolari. Essendo pericolanti, in parte sono state abbattute: ad esempio il maschio abbassato è divenuto una cisterna per l’acqua con in cima un osservatorio astronomico; ha una stazione meteo e si osservano le stelle, come ho visto pure a Cortina. Invece dentro la rocca trovi il “Museo Geopaleontologico Desio”: espone 200 fossili e racconta l’orogenesi appenninica con plastici dei colli Albani e dei Prenestini. Nella corte fanno spettacoli di teatro, cinema d’estate o altri eventi. Però la rocca è conosciuta per il meraviglioso panorama da est verso ovest. All’ingresso della rocca guardi verso la valle dell’Aniene, col borgo in basso; con buona visibilità vedi il passo verso l’Abruzzo. Dalla cima la vista è totale; ma noi abbiamo trovato tutto coperto e addirittura nevischio!!! Dicono che qui ammiri tramonti romantici.

La Barriera Corallina Fossile

Gasteropodi sulla Barriera Corallina Fossile di Rocca di Cave
Gasteropodi sulla Barriera Corallina Fossile di Rocca di Cave

Rocca di Cave è costruita sul Monte Manno. Milioni di anni fa si trovava sotto il livello del mare e faceva parte di un’imponente barriera corallina. Con l’orogenesi è emerso dal mare, raggiungendo i quasi 1000 metri attuali. Ma sono rimaste tracce del passato sottomarino: infatti a sud del borgo in via di Genazzano puoi ammirare una Barriera Corallina Fossile ben conservata!
Quando la via si biforca scendiamo dal pulmino; siamo in un campo d’anima (come lo chiamano in geologia), con rocce assiepate che scendono dalla collina. Prendendo la strada a sinistra osserva bene le rocce: questa è la scogliera fossile con gasteropodi di 95 milioni di anni fa. Sia fossili che conchiglie sono di carbonato di calcio: è una zona carsica; la natura li ha fatti emergere con piogge leggermente acide. Più avanti nel Sentiero geopaleontologico trovi fossili ben più evidenti dell’antico mare Tetide da cui è sorta l’Italia.

Il Planetario di Rocca di Cave

Cosa vedere a Rocca di Cave? Il diorama col dinosauro Tito
Il diorama col dinosauro Tito

Nel 2016 a Rocca di Cave sono stati trovati resti di un dinosauro sauropode; che scoperta importante! Essendo un titanosauro, l’hanno ribattezzato Tito; visse 112 milioni di anni fa ed è diventato subito la mascotte del borgo. Hanno trovato solo alcune parti (tra cui 3 vertebre), sufficienti per dire che era lungo 6 metri; era più piccolo del solito, probabilmente perché viveva su un’isola. Davanti al Planetario di Rocca di Cave è stato costruito un diorama con Tito, ovvero una rappresentazione dell’ambiente del Cretaceo; allora qui c’era un clima tropicale: pensa che le cycas sono sopravvissute fino ad oggi! È il diorama più grande d’Italia. Anche il Planetario è interessante: con 10,50m di diametro, è il 5° in Italia; enorme per un piccolo centro come Rocca di Cave! Questo planetario è ottico-digitale: il computer comanda i video proiettori. La narrazione verte sul discorso storico, mitologico (costellazioni ecc.) e puramente scientifico; fai un viaggio tra le stelle fino alla costellazione di Andromeda a 2 milioni di anni luce! Infine il professore Maurizio Chirri ci ha spiegato che l’astrologia è stata la prima scienza, che ha aperto la via a tutte le altre; infatti fin dalla Preistoria l’uomo osserva il cielo. Il planetario apre nel weekend.

5.5 Cena al Vino Tinto a Tivoli

Atmosfera serale a Tivoli in Piazza del Plebiscito
L’atmosfera serale di Tivoli in Piazza del Plebiscito

Stanchi dopo il freddo e le camminate in salita, torniamo a Tivoli. Una doccia veloce e poi andiamo a cena al Ristorante Vino Tinto in vicolo del Melangolo 15. L’ambiente internamente è normale, ma la cucina è tipica romana e ottima. Ci hanno portato almeno 7-8 antipasti di delizie romane come pancetta arrostita, mortadella, formaggi, salumi, polenta e lardo; a seguire un primo piatto: chiozzi con asparagi, porcini e pomodori pachino; questo tipo di pasta non l’avevo mai sentito! Comunque tutto ottimo: è stata una serata super piacevole.

 

6. 4º giorno a Tivoli e dintorni

Cosa fare a Tivoli? Visita l'affascinante Tivoli medievale
La Tivoli medievale

Ci sarebbero molte altre bellezze da vedere nei dintorni di Tivoli. Su tutte Subiaco col Monastero di San Benedetto con il Sacro Speco e quello di Santa Scolastica ed il borgo di Castel San Pietro Romano, eletto uno dei Borghi più belli d’Italia; ma anche il paese di Sambuci, Palestrina e… meritano di essere visitati. Per mere questioni organizzativi il nostro 4° giorno a Tivoli e dintorni è dedicato alla visita di Castel Madama, altro paese splendido arroccato attorno al proprio castello. Questa volta siamo vicini a Tivoli, a pochi chilometri.

6.1 Castel Madama

La sala baronale di Castello Orsini a Castel Madama
La sala baronale di Castello Orsini a Castel Madama

Sarà che è sfiorato dall’Autostrada A24 ed ha un’apposita uscita, ma Castel Madama è molto più grande degli altri paesi visitati in questi giorni: Capranica e Rocca di Cave hanno 300 abitanti circa, qui sono 7.000 nella grande parte moderna che scende verso la pianura. Domina la alle dell’Aniene, per cui è sempre stato un luogo di transumanze e grotte destinate alla devozione degli dei; il culto dell’Arcangelo Michele va a sostituire quello di Ercole. Nel 1200 divenne il castrum degli Orsini. Ma nel 1538 arriva la Madama, Margherita d’Austria, figlia di Carlo V e sposa di Alessandro Medici: il castrum Sancti Arcangeli diventa il centro di devozione della Madama e cambia nome. Rimodulò il borgo e il castello in stile rinascimentale: edificò anche una seconda cerchia muraria. Fu una figura centrale nel Cinquecento europeo e anche Villa Madama a Roma è chiamata così in suo onore.

Visita di Castel Madama

Affascinante scorcio di Castel Madama, da vedere nei dintorni di Tivoli
Affascinante scorcio di Castel Madama

Essendo grande, scendiamo in via Cavour che in realtà è una piazza allungata con parco al centro. Un arco in salita conduce in Piazza Garibaldi, ai piedi del centro storico. Già qui ammiri scorci stupendi, ma migliorano salendo per le strade curvilinee. Infatti appare la Chiesa di San Michele Arcangelo; è della seconda metà del ‘700 ed ha facciata neoclassica, ma dentro non è granché. Attorno però hai angoli affascinanti tra le case, come una scaletta con fiori da cui ammirare gli unici resti medievali del castello.

Castello Orsini
Cosa vedere a Castel Madama? Il Castello Orsini
L’interno del Castello Orsini a Castel Madama

Infatti più avanti, nel punto più alto, ecco il Castello Orsini: ha un portale imponente e chiostro quadrato con possenti arcate in pietra; è rinascimentale, riadottato su quello medievale; certamente il colore giallo dell’intonaco che lo ricopre in gran parte lo fa sembrare meno vecchio. Il Castello fu abbandonato e poi risistemato nell’800 da un ingegnere idraulico, Oreste Vulpiani. Lui riallestì la sala baronale con arredi comprati altrove, visto che gli originali erano stati venduti. Essendo un vip dell’epoca e si tenne un’ala del castello come propria abitazione. Quindi visitando Castello Orsini ti ritrovi sorprendentemente in un’affascinante dimora di fine ‘800; essendo ingegnere idraulico, si costruì un bagno eccezionale per l’epoca: vasca da bagno con doccione, scaldabagno, bidet e tazza del water… in un vaso cinese!
Nel 1925 donò il Castello al Comune. Adesso è visitabile ogni domenica alle 10:30.

Il Palio di Castel Madama

Rievocazione storica con Margherita d'Austria a Castel Madama nel Lazio
Momento della rievocazione storica con Margherita d’Austria

Comunque la Madama è rimasta nel cuore degli abitanti, seppur abbia vissuto altrove. Viene ricordata ogni anno la seconda settimana di luglio quando celebrano il Palio Madama Margarita d’Austria; lì Castel Madama ritorna al Rinascimento con addobbi e tante botteghe artigianali nel centro storico, i vestiti del tempo (dettagliatissimi) ed il corteo storico per le vie di Castel Madama che rievoca l’ingresso della Madama nel 1538. Poi si tiene un banchetto con cena rinascimentale e si conclude la domenica con la giostra vera e propria dove i 4 rioni si sfidano in 3 prove. Per omaggiarci, hanno fatto una mini rievocazione storica con la sfilata nel corteo fino al Castello Orsini e lo show degli sbandieratori: un bellissimo assaggio di palio col gruppo Sbandieratori e Musici in vestiti d’epoca.
Infine su un tavolo abbiamo trovato il tozzotto di Castel Madama, pane tipico per la festa patronale.

6.2 Pranzo al Casale Anio Novus

Resti dell'acquedotto romano Anio Novus nei dintorni di Tivoli
Resti dell’acquedotto romano Anio Novus

Sulla strada di rientro a Tivoli, lungo la Via Empolitana, appaiono i grandiosi resti dell’acquedotto romano Anio Novus, del I secolo d.C.; sono alcune arcate interrotte, circondate dai campi e coi monti come sfondo. Poco più avanti, proprio appoggiato ad altre arcate consunte dal tempo ecco un posto bellissimo per mangiare: il Casale Anio Novus. Pensa che un tempo era una discarica, coi rovi che coprivano pure l’acquedotto! L’hanno recuperato togliendo spazzatura per tre mesi; così è nato un agriturismo con laghetto dove in estate si può fare il bagno e mangiare all’aperto. Stupendo l’interno con pietra ma soprattutto laterizio orizzontale a vista, come in stile romano antico; poi ha angoli fiori, specchi e dettagli curati: mi è piaciuto molto. Mangiare circondati dalla storia è stato eccezionale; solo nel Lazio esistono posti così!

 

7. Conclusioni

La Casa Gotica nella Tivoli medievale al crepuscolo: da vedere nel Lazio
La Casa Gotica nella Tivoli medievale al crepuscolo

Nel pomeriggio sono tornato alla stazione di Tivoli e sono rientrato in treno a casa. Durante il viaggio ho potuto riflettere sul tour. Certamente Tivoli è una delle grandi meraviglie d’Italia; merita una visita non solo per i due siti Patrimonio Unesco, ma anche per tutto il resto (che la gente solitamente snobba).
Invece i paesi da vedere nei dintorni di Tivoli non sono eccezionali, ma luoghi minori; piccoli borghi con alcuni scorci interessanti da ammirare e da fotografare, dove passeggiare tra case rustiche e sentieri nella natura. Sono posti minori, ma non per questo disprezzabili; infatti hanno piccole chicche sorprendenti come la cupola attribuita a Bramante, Villa Manni o il Museo delle Scatole di Latta, oltre ai tanti castelli. In questo mondo intenso, trovare posti tranquilli è di grande valore. Ricordo che alcune attività e luoghi sono visitabili grazie al tour organizzato dall’Agenzia del Viaggiatore, non visitabili in autonomia.

 

Ti ho stuzzicato l’idea di visitare Tivoli e dintorni? Spero di sì!
Se avessi domande lascia un commento oppure dimmi che ne pensi. Mi segui già sui social? 🙂

 

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2 pensieri su “Tivoli e dintorni: cosa vedere in 4 giorni nel Lazio

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