Si sa, l’Italia ha tantissime meraviglie; solo rimanendo tra le bellezze storico-artistiche che io amo, offre molte possibilità. Ho approfittato di questo particolare 2020 per conoscere meglio e vedere il Nord Italia.
Perciò ho organizzato una perfetta gita fuori porta da Milano o da Torino per visitare i castelli della Valle D’Aosta. Ovviamente sono tantissimi, quasi 100: ho realizzato un itinerario facile, scegliendo quelli più facilmente raggiungibili e vicini tra loro. Ma questo non significa di poca importanza, anzi! Il Castello di Fénis e il Forte di Bard sono due simboli della Valle d’Aosta, mentre il Castello di Issogne è una gemma sorprendente e poco conosciuta.
È stata una fantastica giornata! Ti racconto il mio tour dei castelli della Valle d’Aosta.
- Come raggiungere la Valle d’Aosta
- Castello di Fenis
- Castello di Issogne
- Forte di Bard
- Conclusioni
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1. Come raggiungere la Valle D’Aosta
Arrivare in Valle d’Aosta è semplice: l’Autostrada A5 ti porta dritto nella regione, dopo aver lasciato la A4 nei pressi di Vercelli (per me che vengo da Milano); altrimenti dalla barriera di Torino Nord si prende direttamente la A5.
Si potrebbe arrivare anche in treno, ma partono solo da Torino e poi non riusciresti a girare e raggiungere i castelli. Perciò questa gita di un giorno in Valle d’Aosta richiede espressamente l’auto.
Se parti presto, l’autostrada sgombra è un piacere da percorrere, tra la natura e qualche città sfiorata come Ivrea.
Per non perdere tempo prezioso ho scelto 3 castelli vicini; l’itinerario quindi è ravvicinato, i trasferimenti interni sono minimi. Abbiamo tutto il tempo per goderceli!
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2. Tour dei castelli della Valle d’Aosta: Castello di Fénis




Cielo plumbeo e pioggia: così ci accoglie Fénis. Il paese tranquillo con belle case in pietra scura a vista e curve dolci pare ancora addormentato. Il castello è al centro e si erge sopra le case e tra gli alberi, ma non svetta; è sorprendentemente basso.
Prendiamo l’uscita autostradale di “Nus” e lasciamo l’auto nel grande parcheggio che troviamo sulla sinistra; poi saliamo passando un parco e una strada. Il grande Castello di Fénis è poco più sopra, circondato da un prato verde perfetto per una foto (se ci fosse il sole)! Castello meraviglioso: ha due cerchia di mura, il maschio centrale che svetta… ma è dovuto a un restauro nel ‘900 un po’ fantasioso: infatti le mura esterne sono state ricostruite più basse del normale. Però sono scenografiche: mostrano benissimo il resto. Sembra di stare in una fiaba: mancano solo la principessa e il principe azzurro!
2.1 Storia del castello




Il Castello di Fénis fu fondato nel 1242 e appartenne solo a una famiglia nobiliare: gli Challant. Inizialmente c’era solo il maschio e la torre vicina, dentro una cinta muraria. Con l’ampliamento l’apparato difensivo divenne imponente; ma si trova su un pianoro: per cui più per fini militari serviva come residenza e per governare il territorio. Lo dimostra la Sala del Tribunale.
Dal ‘500 la famiglia andò incontro al declino, fino a che nel 1716 venne venduto per mancanza di eredi; divenne pure una fattoria! Fortunatamente nel 1895 Alfredo d’Andrade lo comprò e lo restaurò, salvandolo. Infine lo donò allo Stato Italiano.
Visto che il mobilio originale era scarso, è stato comprato da Saluzzo per riempire le stanze come le vediamo ora. Rimane uno dei castelli medievali meglio conservati d’Italia e una delle grandi attrazioni da vedere in Valle d’Aosta.
2.2 Visita al Castello di Fénis




Oltrepassando il portale del castello di Fénis sotto a una grande torre quadrata si arriva al camminamento tra le due mura; da lì nel nucleo centrale. Il piano terra del castello era adibito alle abitazioni dei soldati: trovi infatti la Sala d’arme. Colpiscono i camini imponenti: sono grandissimi e in ogni sala; nella terza – la cucina – è enorme: ha una canna fumaria di 18m e serviva per scaldare tutta la parte centrale del castello. È il camino più alto d’Europa!
Il piano nobile (primo piano) si apre con la cucina padronale. Nel Trecento il castello fu ridisegnato per creare il cortile centrale e quindi si vede un camino troncato; poi livelli sfalsati: una finestra è più alta di quella vicina! Qui trovi la Sala del Tribunale, testimoniata dall’affresco sopra al camino: c’è la Giustizia e lo stemma degli Challant accanto a quello dei Savoia; rappresenta il rapporto di vassallaggio tra le famiglie, ribadito anche nella camera da letto coi colori rossi e bianchi dei Savoia, mentre sul camino c’è nuovamente lo stemma degli Challant.
La Sala Baronale




La sala più bella di tutte è la meravigliosa Sala Baronale che termina con la Cappella: ora è un ambiente unico, prima era probabilmente divisa da una traversa in legno con Cristo duecentesco (che si vede ancora). È mirabilmente dipinta! Gli affreschi del 1415 sono di Giacomo Jaquerio, lo stesso del castello della Manta. Bello il Crocifisso e affascinanti i santi, ma fantastica la Madonna della Misericordia che protegge col manto ecclesiastici (a sinistra) e laici (a destra), tra cui Bonifacio I Challant.
Questa sala è stata restaurata e si nota: gli affreschi sono… freschi! Ma c’è una traccia di Madonna col bambino vicino a una finestra perché poteva essere tutta una chiesa inizialmente. Pensa che poi fu usata come fienile: ciò ha rovinato gli affreschi e obbligato al restauro novecentesco.
2.3 Il cortile




Altro punto meraviglioso del castello di Fénis è il cortile affrescato; qui campeggia San Giorgio che uccide il drago sulla scalinata circolare che ricorda Tremosine. È il simbolo del cavaliere nobile: armatura bianca con bardature rosse nere e bianche (colori Challant e Savoia) che uccide il male. Al di sopra delle balconate in legno saggi, profeti e filosofi con cartigli con sentenze morali, consigli sul buon vivere e sul buon governo con al centro un saraceno; ricordano i viaggi di Bonifacio I in Terra Santa; le frasi sono in francese antico. La parete di fronte invece fu voluta da Bonifacio II; riflette cristianità da capo a piedi e spicca San Cristoforo protettore dei pellegrini (del resto siamo sulla Via Francigena): era una benedizione per continuare il viaggio. A differenza di tutti gli altri, questi ultimi affreschi sono di Giacomino da Ivrea della seconda metà del Quattrocento.
2.4 Indicazioni pratiche




Ultima tappa del tour è il camminamento interno, tra l’altissimo corpo centrale e le mura esterne. Qui puoi vedere le facce scolpite nelle torri: era apotropaico, per difendersi dagli invasori; deriva dai Celti che impilavano i nemici uccisi e da lì poi sono nate facce e mostri come i gargoyles. È molto diffuso in Valle d’Aosta e nel Castello di Fénis trovi 8 facce in ogni torre!
Pensavo che si visitassero anche le mura, invece no. Del resto al Castello di Fénis si fanno solo visite guidate. La mia guida è stata un po’ troppo sbrigativa e con la mascherina obbligatoria di questi mesi si sentiva poco. Speriamo di tornare presto alla vecchia normalità!
Comunque consiglio vivamente di prenotare i biglietti online: questo è il sito. Il biglietto costa 7€ (ridotto 5).
2.5 Giudizio sul Castello di Fénis




Lo ammetto: avevo altissime aspettative, visto che è uno castelli dei più famosi della Valle d’Aosta. Quindi mi aspettavo qualcosa di più… Sono stupendi gli affreschi, ma le sale piuttosto vuote. Forse ha inciso anche la pioggia che cadeva, visto che l’ombrello ha reso difficile pure fotografare. Mi sono bagnato tutto! Nonostante ciò ce la siamo cavata: pure così il Castello di Fénis merita una visita!
Ad ogni modo è più bello fotografarlo da fuori: le torri su più livelli lo rendono un castello dei Lego gigante; dentro le mura alte e gli spazi stretti non facilitano.
Curiosità: il castello Bonoris di Montichiari (BS) ha un’identica scalinata tonda con affresco di san Giorgio!
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3. Tour dei castelli della Valle d’Aosta: Castello di Issogne




30 minuti di auto tornando indietro verso sud-est e raggiungiamo Issogne, seconda tappa del tour dei castelli della Valle d’Aosta. Il castello è un po’ nascosto: arrivandoci scorgi altri castelli sui monti, tra cui quello di Verrès; quello di Issogne invece lo intravvedi appena con le punte che svettano sui tetti delle case del paese. Del resto era un castello residenziale, non militare. Lo capisci bene da fuori: non ci sono mura attorno, sembra un palazzo imponente. Però se cammini verso la biglietteria e guardi dal giardino, vedi le torri che spuntano; fantastico scorcio! Foto bellissima assicurata.
3.1 Storia del Castello di Issogne




Anche il Castello di Issogne apparteneva alla famiglia Challant; anzi, questo era il più importante, era il castello dei conti. Dominavano anche su quello austero di Verrès di fronte, mentre a Fénis c’erano i cugini.
Sorto su una villa romana, è citato per la prima volta da una bolla papale del 1151. Dopo uno scontro tra i vescovi di Aosta e i signori di Verrès, a fine Trecento si instaurarono gli Challant che nel 1424 ottennero il titolo di conte dai Savoia.
Il conte Luigi di Challant volle rinnovare il castello tra fine ‘400 e inizio ‘500, ma morì prima. Continuò l’opera il cugino Giorgio, un ecclesiastico scelto come tutore dei suoi figli: a lui dobbiamo l’aspetto attuale di elegante dimora rinascimentale tra le Alpi. Il Cinquecento fu l’epoca d’oro del castello: la corte è ricca e raffinata e accoglie ospiti illustri come il re di Francia Carlo VIII!
Nel 1565 si scatenò un conflitto ereditario lungo più di un secolo. Ritornò agli Challant, che però si estinsero nel 1802. Così nel 1872 il Castello di Issogne venne comprato all’asta dal pittore torinese Avondo che lo sistemò e infine lo donò allo stato (1907). I soffitti sono d’epoca, mentre i pavimenti sono rifatti così come molti mobili. Alcuni però sono originali!
3.2 Il cortile interno




Giorgio di Challant creò una struttura a ferro di cavallo, col giardino nella quarta parte; si vede bene come i muri sembrano quasi abbracciare il giardino all’italiana con siepi perfettamente tagliate. Poi regalò l’ottagonale fontana del melograno simbolo del castello: ha frutti del melograno (simbolo di fertilità) con foglie di quercia (forza). Infine con gli affreschi Giorgio volle celebrare la famiglia: sono in tutto il castello. Nel cortile sono rovinati perché esposti alle intemperie: si intravvedono gli stemmi. Gli affreschi vogliono far passare un’idea di pace. Perciò nel porticato sono dipinte le botteghe, simbolo dell’operosità di un governo saggio, a partire dalla “patisserie”, il mercato, la sartoria, lo speziale… È molto particolare infatti che sono pieni di scritte in tutte le lingue: latino, francese, spagnolo… I conti lo lasciavano fare: la più antica è datata 1489. Una dice “i ladri sono i sarti”: probabilmente sono stati fregati!
3.3 Visita al Castello di Issogne




Dal porticato entri nel castello. La prima cosa che noti sono le porte basse, strette e doppie (chiamate bussola); servivano per trattenere il calore. Chissà che freddo d’inverno, all’epoca! La cucina col grande camino era quindi la stanza più calda; ora è perfettamente ricostruita da Avondo in stile rinascimentale, ma i mobili sono ottocenteschi. C’è uno stambecco e un camoscio appesi e il portavivande che portava il cibo alla sala da pranzo.
Delle 50 stanze, solo una decina sono visitabili in compagnia della guida. La scala a chiocciola porta al primo piano, dove troviamo la Cappella del castello con polittico del ‘500 con la nascita di Gesù al centro; sotto le volte a crociera l’ambiente è diviso in due da una cancellata di legno, che segnava il confine tra servitù e padroni. Ci sono tantissimi affreschi dai colori vivaci come la Dormitio della Vergine (tema di solito protestante) i padri della chiesa e santi, tra cui anche qui San Cristoforo; sono attribuiti al maestro Colin, lo stesso cha ha dipinto il porticato.
Il secondo piano




Al secondo piano il loggiato regala una vista fantastica sul castello e sul giardino: immaginalo tutto affrescato e senza le case moderne del paese appena fuori! Non ci sono feritoie: ciò conferma l’uso di dimora residenziale.
Le prime tre stanze appartenevano a Giorgio di Challant: nella camera da letto c’è ancora il suo stemma sul camino, proprio davanti al letto a baldacchino; sul soffitto croci dell’ordine di San Maurizio. La parte più antica fu costruita dal vescovo di Aosta: era una torre del XII secolo; la stanza ricavata si pensa servisse da segnalazione, perché domina la vallata ed era in comunicazione visiva con tre castelli; quello di Verrès si vede bene.
Per ultima al secondo piano si visita la meravigliosa Sala del Re di Francia. Non si sa se venne, ma Luigi XI fu padrino di un figlio del conte. Lo stemma del Re di Francia (i tre gigli) domina nel soffitto a cassettoni e sul camino, mentre la bellissima decorazione della parete trompe l’oeil simula tende colorate. Un tempo la tappezzeria portava i nomi di Renato di Challant e della moglie, visto che era la loro camera nuziale; purtroppo sono andati persi, ma il letto a baldacchino ha lo stemma degli Challant seppure non originale di questo castello; da notare le tre statue del XV secolo. Un trionfo di eleganza!
La Sala di Giustizia




Tornando al primo piano, ecco la Sala d’Armi, con antichi stemmi dei Savoia sul camino e parte della collezione d’armi di Vittorio Avondo. Il realizzatore del borgo medievale del Valentino a Torino visse su questo piano, ma inspiegabilmente del “Castello dei Sogni” abbiamo visto solo questa sala.
Infine al piano terra, per ultima si visita la stupenda Sala di Giustizia (“Salle basse”), la principale sala di rappresentanza del castello di Issogne; è piena di affreschi originali che simulano un loggiato verso l’esterno: illustrano Gerusalemme, Verrès, il mitologico Giudizio di Paride. I pittori probabilmente erano franco-fiamminghi, visto che abbondano tetti spioventi e mulini tipici del Nord Europa; gli altri affreschi rappresentavano forse i feudi oltralpe degli Challant (del resto all’epoca i Savoia resiedevano ancora a Chambery). Sulla parete in fondo, un leone e un grifone sorreggono lo stemma di Luigi di Challant. Sembra di tornare indietro a fine XV secolo!
3.4 Giudizio sul Castello di Issogne




Il Castello di Issogne è stupendo! Incredibilmente è poco conosciuto ma merita, anche solo per gli affreschi meravigliosi e le sale dall’atmosfera antica. Gli affreschi sono quasi tutti di fine 400 – inizio ‘500: lo stile coerente aumenta il fascino del luogo. La guida preparata ce li ha mostrati e spiegati (forse un po’ di corsa).
Pure fotograficamente i dipinti, gli ambienti e le siepi all’italiana del giardino rendono bene. L’unica difficoltà è calibrare la luce: le sale sono piuttosto buie mentre la luce che entra dalle finestre è forte (anche col cielo grigio).
La cosa incomprensibile è perché alcune sale non siano visitabili: forse è una questione di sicurezza causa Covid, forse sono in restauro. Che peccato… già così mi è piaciuto tantissimo. Poi è perfettamente sulla strada tra Fénis e Bard. Insomma non si può fare una scelta migliore: mettilo nel tour dei castelli in Valle d’Aosta!
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4. Tour dei castelli della Valle d’Aosta: il Forte di Bard




La terza tappa del mio tour dei castelli della Valle d’Aosta è il Forte di Bard. Arrampicato su una montagna che domina la vallata, è uno dei simboli della regione; ce lo troviamo davanti percorrendo il tratto di strada di 10 minuti che divide Issogne da Bard. Le piazzeforti sbarrano la vista e la vallata: si capisce subito che aveva uno strategico scopo militare! Infatti è costruito a picco sulla Dora Baltea, fiume taglia tutta la Valle d’Aosta, in un punto in cui la valle si restringe tra le alte montagne. Creato su molteplici livelli, è super scenografico!
Per visitarlo bisogna trovare parcheggio nel borgo di Bard, ai suoi piedi. Alcuni temerari lasciano l’auto a distanza e camminano; noi sfidiamo la sorte e scoviamo un posto libero sulla strada! In alternativa c’è il grande parcheggio multipiano a pagamento costruito proprio sotto al forte.
4.1 Il borgo di Bard




La prima cosa da vedere a Bard è il borgo, nominato uno dei borghi più belli d’Italia. Composto da una sola strada lastricata e rettilinea che lo attraversa, è pittoresco e medievale: ha fontane, finestre e curiosi balconi in pietra lavorata, negozi carini… Come sempre i dettagli fanno la differenza. Il borgo esiste fin dall’epoca romana, perché qui passava la Via delle Gallie che andava in Francia (attraversando Aosta). Ma la peculiarità del borgo di Bard sono le 25 case dichiarate monumentali, tra cui Casa Challand, Casa Nicole coi segni dei proiettili napoleonici e Casa Valperga con resti di stemmi nobiliari affrescati; cercale nel borgo!
È ora di pranzo: cerchiamo un posto dove mangiare; c’è un ristorante 4 stelle alla base, uno particolare… e basta! Così ci siamo accontentati di un panino nel Bar del Borgo. Per fortuna le nuvole si aprono: compare un raggio di sole!
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4.2 Storia del Forte di Bard




Perché si chiama Forte di Bard e non castello? Bisogna conoscere la sua storia per scoprirlo. Nelle Prigioni del Forte, tra le 24 piccole celle, trovi un percorso multimediale che ricostruisce la storia del Forte di Bard dalle origini.
Dopo l’epoca romana si sa poco fino al XII secolo, quando si impose la signoria feudale dei Bard. Lotte interne favorirono l’affermazione dei Savoia nel 1242; nel corso dei due secoli successivi si impegnarono a imporre il dominio sulle famiglie rivali e sui valichi alpini. Dal Cinquecento il castello di Bard è il fulcro delle difese dei Savoia, che vi fanno confluire le artiglierie e lo continuano ad ammodernare.
Il momento topico della sua storia è il 1800, quando 400 uomini e 20 cannoni fermarono eroicamente per 14 giorni l’armata di Napoleone di 40.000 soldati; passarono solamente grazie a un sentiero alternativo. Per punire il “vilain castel de Bard”, Napoleone ne comandò la distruzione (come fece anche coi castelli di Ceva e Ormea).
Solamente nel 1830 Carlo Felice di Savoia decise di ricostruirlo. In soli 8 anni sorse così il Forte di Bard, fortificazione moderna con corpi di fabbrica bassi e robusti per resistere alle cannonate. Fu modificato verso la fine del XIX secolo per adattarsi ai cannoni a retrocarica, inglobati nelle mura. Ma l’evoluzione militare era troppo rapida: cadde in disuso, divenendo solo un carcere militare e polveriera fino al 1975. Donato alla regione Valle d’Aosta, un accurato restauro ha portato all’apertura nel 2006 del Museo delle Alpi, creando il polo culturale e museale che è oggi.
4.3 Come visitare il Forte di Bard




Il Forte di Bard è composto da vari corpi di fabbrica che si suddividono sostanzialmente in 3 livelli: l’Opera Ferdinando più bassa, l’Opera Vittorio e l’Opera Carlo Alberto in cima. Alcuni spazi espositivi ospitano i 4 musei, altri invece mostre temporanee che si alternano nel corso degli anni.
È possibile comprare un biglietto per un singolo spazio espositivo oppure scegliere quello per 2 spazi; io ho preso “All Forte”, per tutti i musei e le mostre (costo 24€). Interessante anche il biglietto cumulativo per famiglie e le altre riduzioni. I biglietti si possono comprare online o nella biglietteria nel punto di partenza degli ascensori nel borgo. Qui tutte le informazioni relative.
Gli ascensori sono ad uso delle persone con disabilità; quindi bisogna salire a piedi, girando dietro alla chiesa del borgo fino a trovare l’arco di ingresso del Forte.
4.4 L’Opera Ferdinando




Il Ferdinando è la parte più bassa del Forte, suddivisa in due livelli: superiore e inferiore. Costudisce il Museo delle Fortificazioni e delle Frontiere, grande esposizione di storia militare e dell’evoluzione delle fortificazioni. Per me che sono laureato in storia è fantastico! Tra plastici, filmati, cartine e manichini, puoi imparare l’evoluzione delle fortezze militari dai Romani al Novecento; interessante che pone l’attenzione sulle fortezze della zona con modellini in scala.
Segue una riflessione a tutto tondo sulle Alpi: da confini, a difesa e infine passaggio (come ora). A fine ‘800 si crearono i primi trafori che battono il gelo invernale, ma il nazionalismo portò alla Prima Guerra Mondiale, la più grande guerra di montagna della storia; perciò nacquero corpi speciali come gli Alpini, di cui sono esposte le divise. Nel 1947 viene decisa la smilitarizzazione dei confini alpini: le fortezze diventano musei e con l’Unione Europea i confini perdono senso.
4.5 L’interno del Forte di Bard




Alle spalle dell’Opera Ferdinando c’è l’Opera Mortai, destinata ad auditorium e laboratori didattici. Per cui la superiamo e arriviamo all’Opera Vittorio, più o meno a metà del forte. Questa ospita Le Alpi dei Ragazzi, un percorso di avvicinamento all’alpinismo dedicato ai più giovani.
Oltre si spalancano davanti a te i tornanti interni al forte, molto scenografici: salgono come un serpente sulla montagna; la gente fatica in salita. Da fotografare invece non sono granché: la strada è ripida e quindi gli scorci sul forte sono schiacciati; ma se ti volti hai il fantastico panorama con la vallata sdraiata e la Dora Baltea che scorre in mezzo, mentre le montagne fanno da cornice. Peccato solo le tante case e industrie. Più sali e più si rimpiccioliscono, mentre le montagne attorno sembrano sempre più imponenti. Il borgo di Bard rimane sulla destra, un po’ nascosto.
4.6 L’Opera Carlo Alberto




Sul punto più alto del monte trovi l’Opera Carlo Alberto, una fortezza nella fortezza. Qui c’è il grosso dei musei e delle mostre, raccolte negli spazi attorno alla grande Piazza delle Armi. L’altro cortile – più piccolo – è l’angolo più turistico, con bookshop e caffetteria; bisogna rilassarsi un po’ seduti al tavolino del bar dopo tanta salita! C’è persino un hotel: è l’unico castello della Valle d’Aosta in cui puoi anche dormire!
In un angolo della Piazza d’Armi scovi la piccola Cappella, probabilmente costruita su quella precedente, con uno strano crocifisso novecentesco; attento a non perdertela! Tutte le sale (cannoniere, cantine, corpo di guardia, scuderie e prigioni) fanno parte del Museo delle Alpi, che vuole portarti ad immergerti nella cultura alpina. Secondo me è troppo didascalico e noioso: si parla di posizione, fauna, flora, ghiacciai… Sembra di tornare alle scuole medie! Sicuramente è più indicato per chi ama la montagna.
Le mostre




Alla fine del percorso ho trovato una mostra sui quadri di Renato Chabod, coloratamente impressionisti, che ritraggono le sue montagne valdostane e i castelli: c’è pure il Forte di Bard!
Nella sala vicina una mostra sul Monte Rosa, ancora di più per appassionati. Però ho scoperto che si chiama così perché significava “ghiacciaio”! Peraltro nemmeno lasciano fotografare: volevo uno scatto ai finestroni che erano le cannoniere: inizialmente pensate per cannoni ad avancarica, poi modificate perché i cannoni divennero a retrocarica e quindi potevano rimanere sempre in posizione con le bocche fuori.
Un’altra mostra temporanea che ho visto era sulle migliori foto dell’Ansa 2019, dall’Italia e dal mondo. Nell’Opera Vittorio invece ho trovato “Wildlife photographer of the year”, le 100 migliori foto naturalistiche 2019 secondo il Natural History Museum di Londra.
Insomma, le esibizioni e mostre del Forte di Bard sono per tutti i gusti! Scoprile sul sito.
4.7 Giudizio sul Forte di Bard




Visitare il Forte di Bard mi ha dato brividi: sembra di passeggiare nella storia! Dall’alto puoi immaginare i soldati di Napoleone che provavano in tutti i modi a conquistarlo, come ci ricorda Stendhal che era tra loro. È stato pure location del film Marvel Avengers: Age of Ultron (2014): perciò trovi le statue dei personaggi in giro; ciò ha ulteriormente cresciuto la sua fama. Insomma è uno dei posti da visitare in Italia!
Tra la salita e i tanti musei, il tempo vola. Lasciandolo e attraversando il borgo, non puoi smettere di guardarlo. Da fuori è bellissimo, proprio come appare nelle fotografie. Il posto perfetto per una foto super è il ponte in pietra sul fiume oppure lì accanto. Peccato non essere arrivato nel momento giusto per fotografare: inizialmente era grigio per le nuvole, alla fine dopo il tramonto la luce non era eccezionale; erano brutti anche i fiori sul ponte, usati per esaltare lo scorcio. Ma anche così la vista è eccezionale: il Forte di Bard è super scenografico e imperdibile!
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Spero di averti stuzzicato la voglia di fare un tour nei castelli della Valle d’Aosta! Io ne ho scelti 3, ma sono ben 100 i castelli della Valle d’Aosta; puoi sbizzarrirti!
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Ecco altre foto della giornata:




















































































































































































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Excelente texto!!! Empolga o leitor/turista! Gostei muito dos lugares, história e indicativos de passeios e, principalmente, as fotos!
Muito obrigado! Qual é o castelo que você gustou mais? São todos maravilhosos… Parece de estudar historia visitando-os! Fiquei feliz quando fui aì… e feliz agora que eu escrevì o artigo e você gustou 😃