Visitare la Valsugana: il Parco delle Terme di Levico e Arte Sella

Condividi:

Fortunatamente, ci sono regioni in Italia in cui l’uomo sembra ancora un passeggero sulla Terra e non l’inizio e la fine di tutto, come se il resto non avesse importanza. Regioni in cui regna un meraviglioso equilibrio tra natura e sviluppo, dove è più importante mantenere che sfruttare i terreni. Una di queste è senza dubbio il Trentino Alto Adige, con le Dolomiti che fanno da corona a campi verdi e boschi, mentre le case sono come piccole macchie di un dalmata. Ci sono i grossi centri urbani, ma sono l’eccezione che conferma la regola; a farla da padrone sono i borghi circondati dalle bellezze naturali, mentre l’agricoltura (soprattutto di mele e viti) occupano le vallate principali.
Per tutto questo, torno sempre volentieri in Trentino; così ho accolto con entusiasmo l’invito dei Grandi Giardini Italiani a partecipare ad un blog tour alla scoperta di due parchi meravigliosi e trascorrere un weekend a visitare la Valsugana.
Mettiti comodo che te ne parlo!

  1. La Valsugana
  2. Levico Terme
  3. Il Parco delle Terme di Levico
  4. Arte Sella

Levico Valsugana Trentino

1. La Valsugana

Visitare la Valsugana e il Trentino consente di ammirare paesaggi meravigliosi
Uno dei meravigliosi paesaggi del Trentino: relax assicurato per gli occhi e per la mente!

La Valsugana è la valle più a sud del Trentino. Praticamente orizzontale, parte da Trento e finisce in Veneto a Bassano del Grappa, percorribile tutta con la comoda SS47 che segue il fiume Brenta, che nasce proprio qui. Arrivando dall’autostrada A22 si può raggiungere anche scollinando più a sud, a Vigolo Vattaro, come ho fatto io; passando attraverso Mattarello, si risale poi qualche tornante e si percorrere una strada circondati dal verde con bellissime viste; alla fine si arriva sui monti sopra Caldonazzo e altri tornanti riportano rapidamente in valle, con i laghi che scendendo scompaiono dalla vista. Da lì in 5 minuti si raggiunge Levico Terme, il centro più importante della Valsugana.
Secondo me è una delle valli più sottovalutate del Trentino. La catena predolomitica del Lagorai fa da sfondo a una cornice naturale bellissima. Qui si può fare trekking o vivere la vita contadina nelle numerose malghe, aiutando i malghesi o acquistandone i prodotti; anzi, c’è pure una simpatica iniziativa per adottare una mucca che ti permette di avere i suoi formaggi andando a trovare la “tua” mucca!
La pace attuale nasconde il suo passato di territorio di confine; per questo fu luogo di scontri durante la prima guerra mondiale: gli Asburgo crearono molte fortezze e trincee per proteggere il loro confine sud, dove avevano impiantato molte viti regalando i campi per produrre uva. La fine degli Asburgo e l’annessione all’Italia segna il declino della valle: non è più il luogo più assolato dove andare in villeggiatura; per questo la viticoltura viene praticamente abbandonata, così come le fortezze che ancora si possono ammirare rimaneggiate sui rilievi.

Uno dei piaceri del Trentino è il vino, da assaggiare quando si visita la Valsugana
L’assaggio di uno dei vini della Cantina Romanese di Levico Terme

Per fortuna negli ultimi anni c’è stato uno sforzo per ripristinare la vite, strappando di nuovo piccole particelle al bosco, come sta facendo la Cantina Romanese. Qui si produce il famoso Trento DOC, un consorzio con 49 produttori che usano il metodo classico (come in Franciacorta). Proprio i Romanese adottano una tecnica davvero singolare: 1000 delle sue bottiglie vengono affinate sul fondo delle acque del lago di Levico per un anno e mezzo, che ne conserva la temperatura costante per una rifermentazione ottimale. Il mio assaggio lo conferma: è da provare quando si va a visitare la Valsugana!

Visitare la Valsugana

Levico Terme hotel

2. Visitare la Valsugana: Levico Terme

Levico Terme, un paese da vedere quando si va a visitare la Valsugana
La splendida via pedonale del centro di Levico Terme, piena di negozi e di vita

Levico Terme, accarezzata da due laghi, quello di Caldonazzo e quello di Levico appunto, pare una bella addormentata lungo la Valsugana. Pur essendone il centro più importante, la vita scorre tranquilla: le auto passano fuori dal centro e per le vie con i palazzi colorati dal sapore medievale passeggiano famiglie e qualche turista.
Il punto focale di tutto il paese sono ovviamente le Terme, con le sue acque arsenicali-ferruginose che sgorgano a 1600 metri e si ossidano con l’aria diventando rosse; sono talmente cariche che anche se sei stanchissimo ti ritemprano (ma poi devi star a riposo). Pure la Principessa Sissi, che era anemica, pare che ne facesse i bagni!
Il paese deve il suo successo proprio agli Asburgo: infatti a fine ‘800 Levico divenne città termale per regio decreto e fu costruita la ferrovia; così le Terme entrarono nel circuito mitteleuropeo dell’impero di Francesco Giuseppe attraverso il Brennero e il termalismo portava gente da Berlino a Londra.
La fine degli Asburgo fu – come detto – un duro colpo e i bombardamenti della Seconda Guerra mondiale, quando curiosamente Levico fu scelta come Comando generale della marina da guerra del Reich, fecero il resto, distruggendo pure le Vecchie Terme. La rinascita, iniziata negli anni ’60, è ripartita di slancio negli ultimi 20 anni, come testimonia anche il rilancio del Grand Hotel Imperial, splendido hotel 4 stelle inaugurato nel 1900 in cui hanno soggiornato illustri ospiti… ed anche io!

Il Grand Hotel Imperial, lussuoso hotel per chi visita Levico Terme
L’imponente facciata del Grand Hotel Imperial di Levico Terme, dalla grande (e un po’ nostalgica) storia

Levico quindi non rientra in una delle valli più famose del Trentino, ma è il posto perfetto per chi si vuole godere tranquillità e relax. Il lago di Caldonazzo a due passi è vivo e si possono praticare gli sport acquatici; quello di Levico è naturalistico e tranquillissimo: si possono infatti usare solo le barche elettriche. E’ un posto perfetto anche per gli amanti della bicicletta: una ciclabile di 80km collega a Bassano del Grappa, con molti punti di ristoro; addirittura si può partire in bici e tornare in treno!
Insomma, paesaggi meravigliosi, prodotti tipici e ottima cucina, tranquillità, i laghi, il relax delle terme… che si può volere di più per visitare la Valsugana?

Valsugana Levico

Valsugana Levico Terme

3. Visitare la Valsugana: il Parco delle Terme di Levico

Il Parco delle Terme di Levico è da vedere per visitare la Valsugana
Villa Paradiso, una delle poche costruzioni all’interno dello splendido Parco delle Terme di Levico

Parallelamente alla creazione del Grand Hotel, per iniziativa di un giardiniere e un architetto paesaggista sorse a fino ‘800 il Parco delle Terme di Levico, proprio per i clienti delle terme. Come andava di moda all’epoca, vennero impiantati grandi alberi da tutto il mondo, dalla Sequoia americana all’Abete del Caucaso, con ampi spazi per le passeggiate e l’elioterapia, ovvero migliorar la propria salute prendendo il sole nudi!
Dopo decenni di incuria, da una ventina di anni a questa parte c’è stato un completo restyling, anche approfittando di una tromba d’aria nel 2002 che ha abbattuto molti alberi. Han cercato di rendere più luminoso il parco, ripristinando sentieri e ricreando prati che aprono splendidi panorami; poi han lavorato sul colore piantando nuovi alberi (soprattutto con varie specie di aceri e sfruttando i faggi presenti) e inserendo molte fioriture temporanee, come 80.000 bulbi. Devo dire che passeggiando nel parco si nota benissimo questo colore: le chiome degli alberi sono tutte di tonalità diverse, a partire dal grandissimo faggio rossastro nel centro – eredità della nascita del parco – e i tulipani che spuntano danno un tocco di bellezza ai prati. La cosa buffa – come ci dice il curatore del parco, Fabrizio Fronza – è che ha dovuto lottare e scontrarsi più volte coi giardinieri (e abitanti di Levico) per fargli capire di non tagliare delle sezioni di prato per lasciarle fiorire: non è incuria, ma una visione naturale che consente di osservare (ad esempio) il tarassaco che pittura di giallo tutto il tappeto erboso.

Visitare la Valsugana: da vedere il Parco delle Terme di Levico
I magnifici colori primaverili nel Parco delle Terme, con il prato lasciato fiorire “in pace”

Altrettanto importante è la manutenzione e per questo è stato introdotto un catasto di tutto il patrimonio arboreo, come se fossero pazienti sotto costante osservazione; non sempre basta, come dimostra la grande sequoia americana che è stata impossibile salvare ed ora viene sfruttata come punto per le foto e di relax, con il suo gigante tronco tagliato. Questi spazi aiutano a godersi il parco; per lo stesso motivo è stata introdotta l’illuminazione notturna, fondamentale pure per la sicurezza. Prima infatti il parco era vuoto con il buio! Confermo che questa finalità è stata perfettamente centrata perché ci sono sempre persone e famiglie che passeggiano felici, mostrando ai bambini i colori e i fiori. È davvero rilassante fare il giro del parco, che non è nemmeno molto grande, fermandosi davanti alle aiuole o alle costruzioni come Villa Paradiso in stile Liberty, usata in passato come casa del Giardiniere.
La visione naturale della gestione è a 360°: nessuna sostanza chimica per i trattamenti e gli operai che si muovono solo con mezzi elettrici, come si nota passeggiando per il parco.

Ortinparco è la manifestazione regina del Parco delle Terme di Levico
Una delle installazioni provvisorie di Ortinparco, legata all’acqua

Molto importante per il rilancio del parco è stato Ortinparco una manifestazione che ha raggiunto la 15°edizione. Le sue installazioni tematiche e i micro-giardini (del resto hortus in latino significa luogo cintato) attirano ogni anno espositori e numerosi visitatori. Perciò è diventato un evento fisso attorno al 25 aprile. Quest’anno il tema è stato i 4 elementi, declinato con fantasia (e a volte bizzarria).
Insomma, è il parco storico più importante della provincia di Trento e fa giustamente parte dei Grandi Giardini Italiani.

Parco delle terme di Levico

Cosa visitare in Valsugana

4. Visitare la Valsugana: Arte Sella

Michelangelo Pistoletto è uno degli artisti ospitati a Arte Sella
L’opera di Michelangelo Pistoletto “Terzo Paradiso – La trincea della pace” del 2017

Bene… Ora cancellate tutto quanto detto precedentemente.
Arte Sella è un luogo senza paragoni e che rompe ogni schema. Infatti non è né un giardino, né un parco… ma un’intera valle (la Val Sella appunto) declinata artisticamente. Ma – ancora più importante – la natura non è la cornice delle opere d’arte, ma è un’opera d’arte lei stessa! Questo spiega tantissime cose, tra cui il fatto che le opere d’arte sono destinate a marcire e distruggersi spontaneamente col tempo. Alla fine il valore che Arte Sella dà è lo spazio agli artisti per esprimersi… ma le opere prima di logorarsi lasciano un segno!
L’ospitalità è un punto base del progetto culturale di Arte Sella: mettere un artista in una camera anonima non può dare frutti, mentre condividere, mangiare assieme e chiacchierare fa sentire l’ospite come a casa e in grado di produrre meglio. Per questo c’è la Casa degli artisti, sempre pronta ad ospitare scrittori, attori, artisti ecc. per fare questa esperienza e per i 15 giorni necessari per creare la propria opera. Per questo è così difficile riprodurre il progetto altrove (come gli è stato più volte richiesto). In questa visione la parte culturale è predominante, poi viene quella economica…. Questo è l’atto più straordinario: coltivare un luogo…. e ci vuole una vita per farlo! Anche io ho mangiato nella Casa degli artisti e ho davvero percepito questo caldo benvenuto, come se fossi un vecchio amico: tralascio ogni commento sul cibo delizioso che si scioglieva in bocca…

Arte Sella, culla d'arte contemporanea tra la natura e le montagne della Valsugana
Un’altra stupefacente opera che si trova ad Arte Sella

Poi è finalmente arrivato il momento di visitare il parco. Non bisogna farlo con la classica mentalità, perché venire qui è un viaggio filosofico. Bisogna torna ad apprezzare la natura, senza badare allo scorrere del tempo. Bisogna sentire l’ “effetto Pollicino”, un perdersi controllato tra i sentieri. Per questo non ci sono nuove tecnologie: non si deve ascoltare un’audio guida, qui bisogna ascoltare la natura! Il fruscio tra gli alberi, gli uccelli… Tutto il luogo è stato progettato secondo questa visione: non solo le opere d’arte! Quindi nemmeno cartelli con mappe o cestini: qui regna la natura. Per questo non vengono nemmeno piantate altre piante, come i normali giardini: quello che cresce cresce! (anzi, bisogna tagliarne molte per tener liberi i sentieri e i prati).
È una scelta ponderata che il turista deve affrontare le difficoltà. Secondo questa visione, trovare il percorso in un giorno nebbioso, orientarsi, non può che rafforzare l’individuo, ora abituato a essere aiutato in qualsiasi modo e incapace poi ad affrontare le problematiche quando capitano. Perciò si dovrebbe venire qui con tutte le condizioni: chissà che meraviglia con la pioggia che fa suonare le foglie degli alberi come un pianista! Si amplierebbero i profumi, aumenterebbero le sensazioni… per foto da urlo! Chissà poi durante il foliage autunnale… oppure con la neve!

La Cattedrale Vegetale di Giuliano Mauri, simbolo di Arte Sella
La famosa Cattedrale Vegetale di Giuliano Mauri, simbolo di Arte Sella

Tutto ciò ha creato un modello di gestione di opere e land art per il futuro, come sostiene orgogliosamente il direttore artistico Emanuele Montibeller: “Siamo la prima generazione che non è più sicura che tutto quello che ci circonda sopravviva a noi. Con Chernobyl è stato rotto un “patto” con la natura, con il concetto di infinito, con l’organismo che può rinnovarsi tutti i giorni; stiamo sfruttando la Terra più del possibile e non è detto che riusciremo a ripristinare un equilibrio. In più l’uomo ha inserito il concetto di immortalità in cose caduche per paura che tutto questo finisca. Arte Sella quindi vuole dare anche una modalità di pensare al futuro sostenibile“.
In effetti abbiamo una mentalità che tutto debba essere infinito, quando è naturale che una cosa nasca e poi muoia: si pensi solo ai centri urbani sorti in luoghi sfavorevoli e poi abbandonati; ora invece si ha l’arroganza di piegare la natura ai voleri dell’uomo.
Che personaggio carismatico Emanuele! Una di quelle persone che staresti ad ascoltare instancabilmente per ore, anche se parlasse del muschio del bosco trentino oppure criticasse il mondo intero. Avere la possibilità di percorrere il parco con Emanuele è stato fantastico: si entrava all’interno dell’opera e della sua visione, tralasciando le normali e banali descrizioni. Il meglio lo ha dato snocciolando aneddoti relativi ai vari artisti, come il caratteraccio di Giuliano Mauri. La cosa più divertente però è stata il racconto di come avviene la scelta della location delle singole opere: lui decide dove metterle poi propone all’artista due posti brutti o vicini ad altri artisti e poi quello che vuole lui… così sembra che sia l’artista che decide. Geniale!

Villa Strobele, sede delle prime opere di Arte Sella riaperta alle visite
Villa Strobele, sede delle prime opere di Arte Sella, da poco riaperta alle visite

Altra cosa affascinante è che Arte Sella continua a mettersi in discussione: non si ripropongono le stesse opere di successo seguendo lo stesso filone, ma si assumono rischi facendo ricerca e accogliendo opere a volte bizzarre. Per questo si vocifera di un ripensamento della Cattedrale Vegetale, l’opera che ha lanciato la notorietà di Arte Sella nel 2001; staremo a vedere.
Il filo che lega tutte le opere è la visione di Emanuele, presente sin dall’inizio (il lontano 1986) e vero cuore e anima del progetto, di quel che a prima vista può essere un contemporaneo Giardino dei mostri di Bomarzo e che invece sottintende tantissimi significati filosofici che spero di aver fatto emergere. Peraltro proprio in queste settimane è stata riaperta Villa Strobele, sede delle prime opere di Arte Sella; il nuovissimo percorso sicuramente attirerà l’attenzione dei visitatori (vedere per credere!).
La meravigliosa natura protagonista che dialoga con la sessantina di opere presenti, i grandi artisti contemporanei provenienti da tutto il mondo, i significati filosofici sottintesi, la calda accoglienza… tutto insomma sembra fatto per lasciare a bocca aperta i visitatori, in questo piccolo paradiso d’arte e bellezze naturali. Dove raccontare rende decisamente meno dell’idea dell’esserci; dove l’uomo è una piccola parte della natura e non la natura una piccola parte attorno all’uomo. Per questo e per tutto il resto Arte Sella è degnamente uno dei Grandi Giardini Italiani e un luogo che consiglio a tutti, anche a chi disprezza l’arte contemporanea (come me!). Basterebbe solo questo per decidere di visitare la Valsugana.

Arte Sella Trento

Spero di averti coinvolto nelle mie descrizioni e che deciderai di visitare la Valsugana. Se ti è piaciuto il mio articolo lascia un commento e condividilo.
Mi segui già sui miei canali social? 😉

 

Ecco altre foto di questo bellissimo blog tour:

Condividi:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.